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19/7/2020

Lost in Translation: la recensione

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di Salvatore Amoroso
Un classico della cinematografia contemporanea che potrete vedere Domenica 20 luglio su Iris. La seconda fatica della cineasta Sofia Coppola rilancia il talento di Bill Murray e ottiene un premio Oscar, due Golden Globe e una candidatura ai SAG Awards e ai nostri David di Donatello.
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Genere: commedia, drama
Anno: 2003
Regia: Sofia Coppola
Attori: Bill Murray (Bob Harris), Scarlett Johansson (Charlotte), Giovanni Ribisi (John), Anna Faris (Kelly), François Du Bois (il pianista).
Fotografia: Lance Acord
Musiche: Sofia Coppola
Montaggio: Sarah Flack
Sceneggiatura: Sofia Coppola
Distribuzione: Mikado Film

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Ambientato nella ordinata e lucida frenesia di Tokyo, il film Lost in Translation, della talentuosa Sofia Coppola, racconta l'incontro tra Bob Harris, un attore hollywoodiano di mezza età (Bill Murray) e Charlotte, una giovane sposina neo-laureata (Scarlett Johansson), entrambi in piena crisi esistenziale. Il personaggio di Murray, melanconico e beffardo, è afflitto dal presagio di un matrimonio ormai giunto alla fine e dalla sottile vergogna per il fatto di trovarsi in Giappone per reclamizzare una marca di whisky invece di "andare a recitare da qualche parte"; Charlotte, invece, si strugge in silenzio per la sua vita che non sembra voler prendere una direzione, nonché per la vacuità del suo matrimonio con un giovane e vanesio fotografo che lei ormai sente di non riconoscere più.
Se amate Bill Murray per quel suo modo di recitare eccentrico e originale, lo potrete ammirare in uno dei ruoli più scoppiettanti e intelligenti in cui si sia mai cimentato. Non fate però l’errore di pensare che il film valga il biglietto solo per la folgorante presenza di Murray. Lost in Translation brilla anche per un altro motivo: l’acclamata regista Sofia Coppola. Con questa pellicola la Coppola chiarisce una volta per tutte come il cinema per lei non rappresenti affatto il capriccio di una bambina viziata. Eppure il rischio di un passo falso esisteva, giacché l’autrice si è messa alla prova con una delle storie più abusate che sia lecito immaginare. Attenzione però, la Coppola non è regista da cadere facilmente nelle trappole del banale.
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Sotto la sua direzione la materia si rivitalizza e prende forma in mille dettagli, in sfumature caratteriali, nella lieve rappresentazione di momenti in cui i due potenziali amanti si perdono per rinchiudersi in una sofferta eppur sana solitudine. Sfondo della love story, una Tokyo affascinante quanto misteriosa, elevata a emblema delle culture più diverse con le quali noi occidentali facciamo sempre fatica a confrontarci. La pellicola si presta magnificamente all’estro di Murray per innumerevoli gag all’apparenza basate sull’incomprensione linguistica, in realtà sulla difficoltà ad adeguarsi a una società altra e a capirne i modi e le espressioni. Mentre Charlotte, il sensibile personaggio interpretato da una Scarlett Johansson (troppo spesso sottovalutata), mostra di trovarsi assai bene con gli amici giapponesi, compagni di scorribande notturne e solenni ubriacature in cui anche Bob finisce per essere coinvolto.
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Un incontro, il loro, inevitabile, con in più il sapore amaro delle storie impossibili ma non per questo meno importanti. E la Coppola ben fotografa la nascita di questo amore dai tratti adolescenziali, dal quale ogni fisicità è bandita per far posto a scambi ben più profondi. Abbiamo voluto riproporvi la recensione di Lost in Translation per celebrare il talento di un’autrice positiva e ormai del mestiere. La cineasta Coppola ha dovuto lottare negli anni contro un’etichetta affibiatale molto dura e cattiva. Perché Sofia sarà anche privilegiata, con un produttore come il padre Francis Ford e il marito Spike Jonze a sostenerla, ma negli anni è riuscita a costruire un personale percorso artistico di alto livello, il suo talento visivo, le sottigliezze di sceneggiatura e la sensibilità nella regia sono tutti suoi e regalano a ogni fotogramma un’impronta d’autore. Un’opera struggente che non ci stancheremo mai di consigliarvi.
Immagini tratte da:
Locandina: MyMovies.it
Immagine1: Wikipedia
Immagine2: CameraLook.com
Immagine3: MovieMag

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