di Federica Gaspari Sin dall’annuncio dei titoli in gara nella selezione ufficiale di Cannes 2019, l’ultimo lavoro di Xavier Dolan è stato tra i più attesi e discussi. La curiosità alla vigilia dell’anteprima era altissima per ovvi motivi: Matthias et Maxime rappresenta l’inizio di un nuovo percorso per il giovane regista canadese. Il film, realizzato interamente in lingua francese, è un deciso cambio di rotta dopo la travagliata e infelice produzione hollywoodiana di The Death & Life of John F. Donovan. Quest’ultima fatica, presentata a Cannes a dieci anni esatti dall’esordio alla regia con J’ai tué ma mère, è un ritorno alla versione più intima e raccolta della già ricchissima filmografia del cineasta trentenne. Le proiezioni in programma a Cannes sono state tra le più affollate, sempre caratterizzate da lunghe code e tempi di attesa. IlTermopolio ha potuto partecipare in esclusiva alla proiezione nella prestigiosa Salle du Soixantième. L’ottavo lungometraggio da regista e sceneggiatore per Dolan ruota intorno alle vite dei due protagonisti citati nel titoli. I due ragazzi si conoscono sin dalla tenera età e sono legati da una profonda amicizia mai messa in discussione. L’imminente partenza per l’Australia di Maxime (Xavier Dolan) e una scommessa persa da Matthias (Gabriel D’Almeida Freitas) porteranno i due a ripensare il loro rapporto e ogni convinzione in un momento cruciale per la loro vita. Risate tra amici, serate in compagnia, confidenze decennali e gesti amichevoli che non hanno mai preteso spiegazioni: la camera di Dolan – qui in veste anche di protagonista – si avventura con sicurezza e grande dinamicità tra un entusiasta e travolgente groviglio di emozioni che lega ogni personaggio in scena. Al centro dell’azione ci sono, però, Matthias e Maxime, due amici che non hanno mai potuto immaginare che tra loro ci potesse essere qualcosa di più di una semplice e genuina amicizia. Dolan con maestria racconta una storia che va oltre le etichette e riflette sul ruolo inaspettato dell’amore in un consolidato rapporto di amicizia, una situazione in cui chiunque può ritrovarsi. È, infatti, immediato e spontaneo immedesimarsi nelle vicende vissute dai ragazzi: si è al loro fianco a cantare a squarciagola nei momenti spensierati tanto quanto si è vicino ad ogni personaggio negli attimi più difficili e sofferti. Matthias et Maxime non è esplosivo e sorprendente tanto quanto Mommy ma nella sua apparente linearità e semplicità è un ottimo film che riesce a parlare direttamente allo spettatore senza filtri né presunzione. Una messa in scena di altissimo livello – non mancano sequenze di grande effetto come la lunga e liberatoria nuotata di Matthias – coniugandosi alle giuste scelte musicali, che sono da sempre un tratto distintivo di Dolan, conferma le abilità di un regista che, nonostante il recente passo falso, ha già ritrovato la giusta direzione con una storia genuina e diretta che racchiude tutti i migliori aspetti della sua filmografia. Immagini tratte da: www.allocine.fr www.ledevoir.com Foto scattate in occasione della 72esima edizione del Festival di Cannes
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Marzo 2023
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