di Federica Gaspari
Al tramonto dell’estate 2020, il mondo degli appassionati della settima arte si interrogava sulla reale possibilità di organizzare l’annuale edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Grazie a incredibili sforzi creativi e organizzativi senza precedenti, il festival ha avuto luogo proponendo anche una selezione che ha scommesso su titoli con un forte sguardo sull’attualità e su grandi debutti. Tra questi vi è stato l’esordio dietro la macchina da presa di Regina King, attrice pluripremiata che ha presentato fuori concorso il lungometraggio One Night In Miami…, adattamento cinematografico dell’omonimo spettacolo teatrale curato da Kemp Powers, qui anche in veste di sceneggiatore. Il momento d’oro dell’artista, ora anche regista, continua così con un titolo incisivo permeato di riflessioni sull’attualità costruite su una storia da non dimenticare. Nella notte del 1964 in cui Cassius Clay (Eli Goree) scrisse il suo nome nella leggenda dello sport come più giovane detentore del titolo mondiale dei pesi massimi, la Storia con la S maiuscola, raccontata attraverso grandi personalità e lotte sociali, si intreccia con una storia semplice, il racconto di alcune ore dei festeggiamenti di un gruppo di amici d’eccezione composto da Clay, Malcolm X (Kingsley Ben-Adir), Jim Brown (Aldis Hodge) e Sam Cooke (Leslie Odom Jr.). L’incontro tra queste figure così influenti dona vita a una narrazione incalzante e travolgente che accorcia le distanze cronologiche trovando un legame diretto con temi e problematiche attuali quanto urgenti. Nomi altisonanti, volti inconfondibili impressi nella memoria collettiva grazie ad azioni e immagini cruciali: cosa si nasconde, tuttavia, dietro a dei simboli – spesso considerati inattaccabili – di una intera comunità, capaci di ispirare diverse generazioni? L’opera prima di Regina King sfrutta un solido ma mai ingombrante impianto teatrale per ricostruire ed esplorare la profondità delle idee e dei valori racchiusi spesso bidimensionalmente in icone della cultura afroamericana e non solo. Immaginando ogni svolta delle possibili e probabili conversazioni di un incontro realmente avvenuto, King e Kemp non tentennano davanti all’eventualità di mettere anche in discussione duramente le convinzioni di alcuni dei protagonisti. Cercando con brillante astuzia riflessi di attualità e sulle lotte per i diritti delle minoranze, il film riesce a insinuarsi anche tra le pieghe più scomode, facendo luce sulle contraddizioni, sui conflitti interni ma ricordando la necessità di affermare se stessi come voci capaci di fare la differenza. Se la pellicola nella sua prima parte fatica a trovare la marcia giusta, nel corso del secondo atto il racconto si sintonizza su un ritmo coinvolgente con una regia efficace ed essenziale che punta i riflettori su un quartetto di protagonisti strepitosi in cui primeggiano Kingsley Ben-Adir e Leslie Odom Jr. (autore anche della splendida canzone originale Speak Now). In un racconto infervorato che, nel suo risultato finale, brilla più per sceneggiatura che per regia, è interessante però riflettere su come queste grandi personalità, questi personaggi maschili trovino spessore grazie a uno sguardo femminile sulla Storia. Regina King, quindi, non delude e con un esordio decisamente convincente incorona il suo eccezionale momento artistico. Immagini tratte da: www.primevideo.com
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Marzo 2023
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