di Matelda Giachi Dopo un anno di pandemia che ha tenuto chiuse le sale cinematografiche rilegando tutti sul divano di casa, molti guardano all’edizione 2021 degli Academy’s Awards come ad un evento arrabattato, finanche privo di senso e contenuti validi. Eppure eccoci di nuovo alle porte della notte del cinema, con un po’di ritardo rispetto al solito, ed una selezione di film tutt’altro che insipida ma, anzi, assai interessante a dispetto i tutto. Ma quali sono i film che l’Academy ha selezionato come i migliori dell’anno? Ve ne facciamo una breve panoramica IL PROCESSO AI CHICAGO 7 Fine agosto del 1968 a Chicago, le manifestazioni di protesta contro la guerra del Vietnam, durante la convention del Partito Democratico, sfociano in uno scontro tra i manifestanti e la Guardia nazionale. Otto attivisti vengono arrestati pochi mesi dopo con l’accusa di incitamento alla rivolta e portati a processo. Aaron Sorkin, col suo secondo film da regista, racconta la storia di quel processo. Basato su fatti realmente accaduti, Il Processo ai Chicago 7 è forse il più “completo” tra i candidati all’Oscar come miglior film. Una sceneggiatura impeccabile, di impostazione molto classica, che non si focalizza solo sul procedimento giudiziario nel suo svolgimento, ma va ad approfondire i fatti che hanno portato ciascun accusato a sedersi in quell’aula di tribunale. Il cast è stellare, non tanto per la notorietà degli interpreti quanto più per il loro carisma e il loro talento nel dare spessore ai personaggi. L’ammiccamento all’attuale situazione socio - politica americana, evidente. Disponibile su Netflix JUDAS AND THE BLACK MESSIAH William O’Neal è un giovane con diversi problemi con la giustizia, non ultimo quello di spacciarsi per un agente dell’FBI. Quando dei veri agenti lo catturano, baratta la propria coscienza per la libertà e viene infiltrato nel movimento rivoluzionario afroamericano delle Pantere Nere. Collabora così alla cattura e uccisione del loro leader, tradendo quelle stesse convinzioni di cui si sente di giorno in giorno sempre più parte, come un vero e proprio Giuda nero. Un’altra sceneggiatura basata su fatti realmente accaduti; un altro spaccato di storia americana non proprio meritevole con focus sui diritti civili (siamo anche nello stesso periodo storico). Judas and The Black Messiah è un film rigoroso, estremamente lucido, scevro, verrebbe da dire anche troppo, di qualsiasi sentimentalismo, la cui forza risiede soprattutto nelle potenti interpretazioni dei due attori principali. Disponibile per il noleggio su tutte le piattaforme predisposte (prime Video, Google play, Chili…) MANK Mank racconta la genesi di uno dei più discussi capolavori del cinema, Quarto Potere e la vera storia del suo sceneggiatore, Herman Mankiewicz, che lo ha scritto bloccato a letto per un incidente, con l’aiuto della sua dattilografa. Potremmo definire Mank come il più “difficile” dei candidati all’ambita statuetta, a partire dal bianco e nero e dallo stile volutamente anni ’30-’40; un prodotto estremamente cinefilo. Un capolavoro di tecnica, di dialoghi, un protagonista mastodontico per nulla casuale come Gary Oldman. Impossibile non leggerci dentro, pur criticandone, anche ferocemente, le contraddizioni, un’enorme dichiarazione d’amore per il mondo del cinema. Disponibile su Netflix MINARI Un piccolo nucleo familiare coreano – americano si trasferisce nell’Arkansas rurale per inseguire i sogni del padre e deve cercare, tra paure, incertezze, dubbi, di trovare un nuovo equilibrio che lo accompagni in questo cambio di vita. Ricco di spunti di riflessione, qualcosa deve distruggersi per poter rimettere insieme i pezzi. Minari ha un ritmo lento, come è tipico del cinema orientale, ma non tanto da non essere fruibile anche per un pubblico eterogeneo. Ha elementi fortemente poetici, soprattutto nella fotografia ed è un invito ad approfondire un tipo di cinema che solo in rare occasioni riesce a farsi spazio tra i blockbusters. Nonostante il suo essere un bel film, è quello che un po’ scompare a confronto col gruppo. Presente tra i nominati forse perché forte della vittoria di Parasite della precedente edizione e di Brad Pitt in produzione. Sarà il primo film a tornare in sala il 26 aprile, per poi approdare anche in streaming a maggio. NOMADLAND Già vincitore del Leone D’oro a Venezia e poi del Golden Globe, del BAFTA e di numerosi altri premi, Nomadland è sicuramente il cavallo favorito in questa corsa all’Oscar. Racconta la storia di Fern, una donna di circa sessanta anni che, vedova e travolta dalla crisi economica che spazza via ogni appiglio solido della sua esistenza, decide di intraprendere la vita on the road, scoprendo un inaspettato mondo di moderni nomadi. Il viaggio di Fern, è un viaggio attraverso quell’America invisibile di cui troppo spesso ci dimentichiamo la vastità, ma anche un viaggio esistenziale alla ricerca di se stessa e del proprio posto nel mondo. Lo spunto di riflessione potente che il film si incarica di dare è sicuramente ciò che lo rende il favorito di ogni giuria e Frances McDormand sembra nata per interpretare questo tipo di ruoli. Disponibile dal 30 aprile su Disney Plus ma anche in sala SOUND OF METAL Cosa succede se un batterista metal si trova a perdere progressivamente l’udito? E’ quello che accade a Ruben, che inizia così un percorso terapeutico, ma non solo, alla disperata ricerca di riallacciare il legame con la cosa a cui tiene di più nella vita, la musica. Ciascuno di questi otto film ha in comune di reggersi su di interpretazioni di altissimo livello e Sound of metal non fa eccezione. Ma la sua personale peculiarità sta nella scelta del montaggio sonoro: non è solo il protagonista a trovarsi escluso da un universo di rumore, suoni, musica e silenzi ma orecchie analoghe sono fornite allo spettatore, che si trova così a confrontarsi con la stessa percezione frammentata del mondo del protagonista. Perché quello che conta non è ciò che accade intorno a Ruben ma quello che accade dentro di lui, la sua esperienza, Disponibile su Prime Video THE FATHER Attraverso la storia di Anthony, un ottantenne che rifiuta ogni aiuto che la figlia tenta di dargli, The Father porta sullo (speriamo a breve grande) schermo la fragilità dell’età anziana, la lotta per mantenere identità, indipendenza quando, non solo il corpo, ma anche la mente cominciano a non rispondere, a tradirti e senti la vita sfuggirti di mano. Anthony Hopkins, protagonista magistrale di questo dramma, ti prende il cuore e lo stringe in una morsa. Il testo è di origine teatrale e protagonista e attore portano lo stesso nome perché il ruolo è stato scritto apposta per Hopkins. Di tutti, è il film di cui si è sentito meno parlare, eppure uno dei più meritevoli. Non ancora disponibile in Italia UNA DONNA PROMETTENTE Esplosivo esordio alla regia per Emerald Fennel, la Camilla di The Crown, con quello che è sicuramente il più brillante e inaspettato dei film candidati. Cassie, la protagonista, interpretata da una Carey Mulligan che non è mai stata così brava, è una ragazza di 30 anni che sembrava poter tenere il mondo in pugno e invece abbandona gli studi di medicina, lavora in un bar, vive a casa coi genitori e spende il fine settimana ad abbordare sconosciuti senza uno scopo apparente. Ma è un profondo trauma a muovere la vita di Cassie in una direzione che è, in realtà, lucidissima e pianificata. Il film di Emerald Fennel affronta il tema della violenza senza farla mai comparire sullo schermo, eppure picchiando duro più di qualsiasi crudezza. Dà voce alle donne senza mai essere petulante o retorica e riesce ad essere sorprendente e inaspettato fino all’ultimissimo minuto. Non ancora disponibile in Italia Immagini tratte da: www.repubblica.it www.ciakclub.it www.cinematik.it www.wired.it www.cinematografo.it www.bbc.com www.cinemaderien.fr
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Giugno 2023
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