di Matelda Giachi
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Genere: Drammatico, Sentimentale, Storico
Anno: 2019 Durata: 135 min Regia: Greta Gerwig Cast: Emma Watson, Saoirse Ronan, Timothée Chalamet, Florence Pugh, Eliza Scanlen, Laura Dern, Meryl Streep, Bob Odenkirk, Chris Cooper, Louis Garrel, James Norton, Abby Quinn, Tracy Letts Sceneggiatura: Greta Gerwig Fotografia: Yorick Le Saux Montaggio: Nick Houy Musica: Alexandre Desplat Produzione: Columbia Pictures Distribuzione: Sony Pictures / Warner Bros. Entertainment Italia Paese: USA
Questa di Greta Gerwig è la quinta trasposizione del libro di Louise May Alcott. Sul comodino di ogni ragazza che ama leggere, Piccole Donne sembra non avere tempo.
E’ una storia di donne, estremamente diverse per temperamento, concezione di vita e sogni. A volte non si capiscono, spesso litigano, arrivando anche ad essere vendicative. Ma sono prima di tutto sorelle e questo vince su tutto. Sono Meg (Emma Watson), Jo (Saoirse Ronan), Amy (Florence Pugh) e Beth (Eliza Scalen).
L’universo femminile è rappresentato in tutta la sua complessità e bellezza. Greta Gerwig sceglie di non essere didascalica, di osare un po’ e di dare un tocco di modernità ad un grande classico e lo fa in più modi. Innanzi tutto, attinge a entrambi i libri di Piccole Donne e anche un po’ al seguito, Piccoli Uomini, nonché a episodi della vita della stessa autrice del libro. Questo comporta anche una durata della pellicola oltre le aspettative, di cui però non si sente il peso.
La narrazione procede su diversi piani temporali, che non sono il classico alternarsi di tempo presente e flashback ma un continuo susseguirsi di momenti disparati che si richiamano l’uno all’altro tramite diverse associazioni: situazioni, stati d’animo, ricordi. Il risultato è dinamico e mai dispersivo. Ovviamente il fulcro della storia è la ribelle Josephine, per tutti Jo, l’alter ego della scrittrice ma forse anche un po’ della regista. La moderna visione del mondo di Jo si espande però a tutta la pellicola, che è un inno all’emancipazione femminile, non intesa solamente come facoltà di scegliere se sposarsi o meno, ma ancor di più come affermazione della libertà di essere se stesse e di possedere la propria vita. Jo è la più sopra le righe ma tutte le sorelle March hanno passioni e sogni e, come afferma la stessa Meg, nessuna è più nobile o importante dell’altra.
La Gerwig ha voluto un cast di tutti i più grandi talenti emergenti della giovane Hollywood, a cui ha affiancato dei pilastri della vecchia guardia, tra i quali spiccano Meryl Streep nei panni di una zia March simpaticamente bisbetica e Laura Dern, elegante, posata e dolce (in poche parole perfetta), nei panni della madre. Da un punto di vista interpretativo quindi, non poteva che essere un successo.
Ma la cosa più riuscita del film è la celebrazione della femminilità che avviene, soprattutto, attraverso i protagonisti maschili. A partire dal personaggio di Laurie, che spesso, nella pellicola, posa sulle quattro sorelle uno sguardo carico di ammirazione. Bravo Timothée Chalamet a renderlo, compensando con l’interpretazione una fisicità che spesso lo fa sembrare anagraficamente più giovane di quanto lo voglia la storia. A chi è affezionato al rigore di una trasposizione precisa farà storcere un po’ il naso, per noi, la visione moderna e vitale di Greta Gerwig è promossa a pieni voti. Voto: 8
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Giugno 2023
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