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8/9/2018

Revenge: la recensione

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La regista francese Coralie Fargeat si dà all'action con tinte horror, decorando con il sangue il paesaggio desertico del Marocco e ottenendo una performance strepitosa dall'attrice italiana Matilda Lutz. Presentato al Torino Film Festival nella sezione After Hours.
Titolo: Revenge                                     
Paese di produzione: Francia,Inghilterra
Anno: 2017
Durata: 108’
Genere: horror, azione
Regia: Coralie Fargeat
Sceneggiatura: Coralie Fargeat
Distribuzione: Midnight Factory
Fotografia: Robrecht Heyvaert
Montaggio: Coralie Fargeat, Bruno Safar, Jérôme Eltabet
Colonna sonora: Robin Coudert
Cast: Matilda Lutz (Jen), Kevin Janssens (Richard), Vincent Colombe (Stanley), Guillaume Bouchede (Dimitri), Jean Louis Tribes (Roberto).
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Il filone del rape-revenge ovvero stupro-vendetta è sempre un genere alquanto problematico, soprattutto se pensiamo alle enormi critiche che possono piovere dall’opinione pubblica, visto i numerosi scandali che hanno segnato quest’annata cinematografica. Revenge, tuttavia, la si può definire come un’opera riuscita. La francese Coralie Fargeat, per la prima volta nella doppia veste di regista e sceneggiatore, realizza una pellicola intelligente, incredibilmente violenta e con stile. I colori ardenti del sole sono feroci quanto l'azione incalzante del film. Ovviamente Revenge è stato rivendicato come un titolo femminista sovversivo, anche se è lecito chiedersi se il film apparirebbe così diverso se fosse stato diretto da un uomo.
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La vendetta non è dissimile da Kill Bill. La storia riguarda Richard (Kevin Janssens), un tipo ricco e arrogante che ha portato la baby amante nel suo chalet di lusso nel deserto per un weekend. La super-sexy Jen (Matilda Lutz) sfortunatamente attira le attenzioni dei due brutti amici di Richard, ovvero Stan (Vincent Columbe) e Dimitri (Guillaume Bouchède). Una mattina, quando il padrone di casa è fuori, le cose prendono una piega brutale: i due abusano della giovane e la reazione del compagno non è affatto di supporto. I predatori tentano di sbarazzarsi della ragazza ma quest’ultima riesce a sopravvivere e, nonostante l’umiliazione e le gravi ferite riportate, con una forza fuori dal comune o soprannaturale (di nuovo, molto simile alla Sposa di Kill Bill), la furiosa Jen si prepara a esigere una sanguinosa vendetta su tutti loro.
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Va premiato senza dubbio il coraggio della regista francese Coralie Fargeat di tuffarsi nel territorio assai impervio del genere rape-revenge. Va premiato il tipo di approccio fumettistico, decisamente diverso da Irréversible di Gaspar Noé. La violenza è così estrema da sembrare strabiliante, tanto che durante la prima al Festival di Toronto più di uno spettatore si è sentito male. L’attrice italiana Matilda Lutz cattura l’attenzione dello spettatore dal primo all’ultimo minuto della pellicola. All’inizio la vediamo nei panni della sexy lolita moderna, curve mozzafiato e occhi penetranti che si abbandonano apparentemente al dominio patriarcale del suo amante. Dopo l’abuso però la ragazza è incontenibile nella sua vendetta. Jen è l'eroina horror di cui abbiamo bisogno nel clima socio-politico di oggi. Revenge è la risposta di genere allo scandalo Harvey Weinstein. La fotografia di Robrecht Heyvaert si sposa alla perfezione con gli scenari aridi del deserto del Marocco. Alcune scene del film sono già cult e durante la visione al 35° Festival di Torino non sono mancati gli applausi entusiasti in sala. 
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Nonostante qualche difetto, a volte l’incredulità e lo stomaco dello spettatore possono essere messi a dura prova, il film scorre bene: ritmo decisamente alto, tasso di sangue altissimo (per la goduria degli amanti del genere) e non scade mai nel ridicolo o nella banalità. Revenge è un ottimo prodotto e difficilmente faticheremo a dimenticare la sua efferata eroina.

​Immagini tratte da:

- Locandina da film.Tv
- Immagine 1 da filmTv.it
- Immagine 2 da i9vadore.com
- Immagine 3 da cinenews.be
- Immagine 4 da twitter.com

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