Un viaggio nel cuore di Reginald Dwight e di come sia riusciuto a diventare una delle leggende musicali della nostro tempo. Un film per chi ama sognare ad occhi aperti che troverete dal 29 maggio in tutte le sale.
Rocketman è un biopic autobiografico, fortemente voluto dal produttore sir Elton John. Dal 2012, ha cambiato diversi registi e attori protagonisti prima di trovare una sua forma definitiva. Inizialmente Michael Gracey (The Greatest Showman), avrebbe dovuto dirigere la pellicola con Tom Hardy come protagonista, tuttavia, a seguito di divergenze creative, Elton John ha deciso di cambiare studio, portando il progetto in Paramount Pictures ed assumendo Dexter Fletcher come regista. Lo stesso Fletcher, nel 2018, aveva salvato un altro celebre biopic, Bohemian Rhapsody, dal naufragio, a seguito dell'abbandono del regista Bryan Singer. In effetti, rispetto a Bohemian Rhapsody, si nota una certa somiglianza di stile nelle riprese e nel ritmo del montaggio. Che i due film siano diretti, almeno in parte, dalla stessa mano, è abbastanza evidente. Solo, in questo caso, il punto di vista attraverso cui si sviluppa la narrazione è soggettivo, interno al protagonista. E già questo, tra i due film, genera un'enorme differenza.
Il film è tutto un lungo flashback, narrato direttamente dalla voce del protagonista. Lo stesso Elton John, interpretato da uno straordinario Taron Egerton, racconta gli episodi più importanti della sua vita durante una seduta di riabilitazione dall'abuso di alcool e droga. Questo permette alla pellicola di staccarsi dal realismo della rappresentazione e di prendersi il lusso di virare verso immagini più astratte e metaforiche. Fletcher sceglie di realizzare un vero e proprio musical, dove le canzoni non sono relegate a momenti in cui Elton John, realisticamente, canta su di un palco, ma sconfinano all'interno della narrazione, portandola avanti ad un livello più empatico e profondo. All'inizio questo espediente spiazza un po', ma quando si entra nel gioco e ci si lascia andare, la fiducia dello spettatore viene ripagata appieno da uno spettacolo maestoso, coinvolgente e, a tratti, commovente. La sceneggiatura di Lee Hall (già Premio Oscar per la sceneggiatura originale di Billy Elliot) colpisce nel segno, mantenendo un buon bilanciamento fra realismo e astrazione. I testi delle canzoni sono integrati in maniera pressoché perfetta, tanto che i brani sembrano quasi essere stati scritti apposta per il film. Taron Egerton guida un cast eccezionale, tra cui spicca un Jamie Bell (Billy Elliot) che buca lo schermo al suo fianco, nei panni dell'amico fraterno e paroliere delle canzoni Bernie Taupin. Egerton stupisce, il "suo" Elton John prende letteralmente vita. Colpisce al cuore e commuove. C'è un primo piano in particolare quando, prima di entrare in scena in un concerto, dietro alle quinte, Elton John prova il "sorriso finto" che dovrà tenere di fronte al pubblico. In quel momento, i suoi occhi mostrano chiaramente il dolore che prova al di sotto della maschera di ostentata spavalderia che mostra al mondo. Il suo sguardo racconta più in quel breve istante di quanto potrebbero fare mille parole. La messa in scena è sontuosa, con piani sequenza dinamici ad enfatizzare coreografie perfette ed effetti visivi sempre credibili, eleganti e mai invasivi, neanche nei momenti più astratti e surreali. Il costumista Julian Day (già nominato ai BAFTA per Bohemian Rhapsody) ha fatto un lavoro eccezionale nel riprodurre gli sgargianti e vistosi abiti di scena di Elton John. Nei titoli di coda, infatti, vengono nuovamente mostrati, affiancati dalle foto degli originali indossati da Elton John, per mostrare l'incredibile lavoro di ricostruzione effettuato.
Immagini tratte da:
Locandina: MyMovies.it Immagine1: JaMovie.com Immagine2: NewsMtvItalia.it Immagine3: NewsHub
0 Commenti
Lascia una Risposta. |
Details
Archivi
Marzo 2023
Categorie |