La Recensione
di Matelda Giachi
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Genere: Drammatico, Biografico
Anno: 2020 Durata: 118 min Regia: Greg Barker Cast: Wagner Moura, Ana de Armas, Brían F. O'Byrne, Bradley Whitford, Garret Dillahunt, Clemence Schick, Will Dalton, Pedro Hossi, Sahajak Boonthanakit, Clarisse Abujamra, Eduardo Melo, João Barreto Sceneggiatura: Craig Borten Fotografia: Adrian Teijido Montaggio: Claudio Castello Musica: Fernando Velázquez Produzione: Black Rabbit Media, Anima Pictures Distribuzione: Netflix Paese: Stati Uniti
Sergio Vieira De Mello è stato un diplomatico che ha lavorato 34 anni per l’ONU, rivelandosi decisivo in numerosi contesti, dal Sudan, alla Cambogia quanto in Kosovo e nel Timor Est, che ha conquistato l’indipendenza dall’invasione indonesiana grazie al suo operato. Si trovava in Iraq come Alto Commissario delle Nazioni Unite quando, nel maggio 2003, è rimasto vittima, insieme ad altri 21 membri del suo staff, dell’attentato terroristico del Canal Hotel.
Una figura evidentemente cara al regista che, già nel 2009 e sempre per Netflix, aveva diretto un documentario sempre sulla vita di De Mello.
Greg Barker, con Sergio, l’ultimo film distribuito da Netflix, cambia stile e si concentra sugli ultimi tre anni di vita del diplomatico brasiliano. Lo incontriamo già sotterrato dalle macerie mentre, nelle sue ultime ore di vita, torna con la mente ai passi che lo hanno portato fino a Baghdad ed in particolare al suo incontro con Carolina Lerreira, economista delle Nazioni Unite stanziata nel Timor Est nel suo stesso periodo, divenuta poi la sua compagna. Il film, più che le azioni politiche, intende raccontare l’umanità del protagonista, tramite le sue vittorie, quali il coinvolgimento per ogni popolo con cui abbia avuto a che fare e, soprattutto, l’amore per Carolina, vero fulcro di tutta la narrazione. Così come anche le sconfitte: un matrimonio finito e la paternità di due figli nei confronti dei quali si trova a essere un grande assente.
Il film gode della complicità di due attori capaci e affiatati, che già avevano lavorato insieme in Wasp Network, presentato all’ultima edizione del Festival del Cinema di Venezia. Moura, divenuto celebre per il ruolo del narcotrafficante Pablo Escobar, passa con disinvoltura dall’interpretare il “diavolo” direttamente a “Madre Teresa di Calcutta”, confermandosi un grande attore. Ana De Armas, classe 1988, è la stella nascente di questo periodo. Dopo Blade Runner 2049, sono stati numerosi i ruoli importanti, tra cui quello in Knives Out, per il quale ha ricevuto anche una nomination al Golden Globe, e presto la vedremo al fianco di Daniel Craig come Bond girl.
Mentre gli attori rappresentano un punto di forza, sceneggiatura e regia inciampano in qualche difetto di progettazione. Narrazione di struttura non lineare: segue il flusso di pensieri di un protagonista in fin di vita, ma lo fa in maniera spesso troppo rapida, senza soffermarsi su di una scena abbastanza da permettere allo spettatore di assaporare il momento e venire coinvolto, come se non fosse del tutto chiaro, neanche a chi guida la macchina da presa, cosa esattamente si voglia raccontare e cercando quindi di includere un po’ tutto. E, pur essendo l’amore la forza che muove ogni cosa, non approfondire l’aspetto lavorativo di un personaggio che al proprio mestiere ha sacrificato la gran parte della sua vita, anzi, letteralmente la vita stessa, ne penalizza la caratterizzazione.
Difetti che lasciano comunque Sergio un film interessante, godibile e ben recitato, ma che gli tolgono quel poco di spessore in più che lo avrebbero potuto promuovere da buon film a gran film. Voto: 7
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Giugno 2023
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