di Federica Gaspari ![]() Paese: Stati Uniti d’America Anno: 2022 Genere: commedia, giudiziario, azione, fantascienza, supereroi Episodi: 9 Durata: 30-38 min Ideatore: Jessica Gao Regia: Kat Coiro, Anu Valia Sceneggiatura: Jessica Gao, Francesca Gailes, Jacqueline J. Gailes, Melissa Hunter, Dana Schwartz, Kara Brown, Zeb Wells, Cody Ziglar, Cast: Tatiana Maslany, Jameela Jamil, Ginger Gonzaga, Mark Ruffalo, Josh Segarra, Mark Linn-Baker, Tess Malis Kincaid, Tim Roth, Benedict Wong, Renée Elise Goldsberry, Jon Bass, Rhys Coiro, Patti Harrison, Charlie Cox La travagliata Fase Quattro del Marvel Cinematic Universe si avvia verso la sua conclusione tra piccolo e grande schermo. Mentre si attende di scoprire il destino di Wakanda in Black Panther: Wakanda Forever in uscita il prossimo 9 novembre al cinema, a Jennifer Walters viene affidato il compito di chiudere le fila di questo primo ciclo di serie TV firmate Disney Plus con She-Hulk: Attorney at Law. La nona produzione canonica dei Marvel Studios in nove episodi aggiunge alla sua sempre più affollata scuderia di supereroi un nuovo volto, quello di Walters, avvocatessa nella vita di tutti i giorni ed eroina suo malgrado a causa di un incidente che ha coinvolto anche il cugino Bruce Banner/Hulk. La vita di tutti i giorni è davvero più semplice se affrontata con dei superpoteri che trasformano una giovane donna nel mezzo dei suoi trent’anni in una versione femminile di Hulk con la stessa forza? Jennifer Walters (Tatiana Maslany), avvocatessa determinata ma allergica alle luci della ribalta, avrebbe qualcosa in contrario: le sue giornate vengono letteralmente stravolte dall’ingombrante alter ego verde e nessun lato della sua vita, sia lavorativa che privata, rimane illeso. Alle complicazioni di un’esistenza ordinaria si aggiungono così le minacce senza nome di chi vede in questa nuova supereroina in cerca di identità un pericolo. Tra comparsate di illustri volti noti e ironiche disavventure dentro e fuori il tribunale, Jennifer dovrà riuscire a trovare un nuovo equilibrio. Dopo le sit-com, l’action paranoico e il thriller psicologico è il momento di esplorare il genere della legal comedy nell’universo Marvel. Pur essendo in potenza una scelta molto azzardata considerato l’alto rischio di cadere nella trappola della noia delle trame procedural verticali, la scommessa si rivela vincente e regala quella che può definirsi come la prima vera e propria serie tv concepita come tale nell’MCU. Molti dei predecessori, infatti, sono sembrati film a puntate anziché narrazioni coerenti nella lora episodicità. She-Hulk: Attorney at Law sfugge al canone e alza ulteriormente la posta in gioco mettendo davvero al centro della scena una protagonista donna con la sua tridimensionale complessità. Per nove episodi una regia e una writer room quasi completamente al femminile costruisce un racconto di identità per una donna alla ricerca di un suo nuovo ruolo nella società, confrontandosi con responsabilità e costrizioni della sua trasformazione ma anche con il rapporto con il proprio corpo e con le relazioni sentimentali. In particolare, è estremamente ironico notare come in numerose puntate si rifletta su come She-Hulk venga percepita e definita sempre da terzi e mai dalla stessa Jennifer, quasi sempre in balia delle sue incertezze e di etichette esterne - “La cugina di Hulk”, “La Hulk donna” e non solo – imposte da media e non. La showrunner Jessica Gao, facendo tesoro dell’esperienza da sceneggiatrice per Rick and Morty, attraverso questo punto di vista finalmente autentico sceglie quindi con grande lucidità che temi affrontare con freschezza, senza mai dimenticare un pizzico di humor, mai ingombrante, e, forse, dando a quel “She” nel nome del personaggio un significato che al momento dell’origine fumettistica non era stato nemmeno considerato. Wong, Abominio e Daredevil: è innegabile che con dei nomi così nel cast dei personaggi il rischio di soffocare il potenziale della protagonista era vertiginosamente alto. Una strepitosa Tatiana Maslany, già nota a pubblico e critica per Orphan Black, dimostra però di riuscire a reggere sulle sue spalle l’intera narrazione, affrontando temi complessi con un ottimo senso di comicità, soprattutto basata sulla fisicità, e riuscendo a donare credibilità anche agli aspetti più meta-seriali influenzati da serie come Fleabag e The OA. In quest’ottica, il finale che esce letteralmente dagli schemi della piattaforma streaming e gioca con consapevolezza con le dinamiche stesse del MCU. Con questo piano definito in sceneggiatura, i volti noti citati in precedenza diventano allora pedine da riadattare, reinventare e ridistribuire sul palcoscenico narrativo secondo regole che sfuggono forse allo spettatore tradizionale dei cinecomics Marvel. Era chiaro infatti che, nonostante la conferma di Charlie Cox nello stesso ruolo, il diavolo di Hell’s Kitchen non avrebbe avuto gli stessi tratti spietati e crudi della serie Netflix a lui dedicata. Nessuno, però, avrebbe potuto immaginarlo in una sua versione più spensierata quasi da protagonista di rom-com.
Riuscendo sempre a essere credibile e coerente, lo show funziona e vince la sua scommessa iniziale, scontentando forse una fetta di fedelissimi di questo universo ancora restii a vedere del vero cambiamento su piccolo schermo. Immagini tratte da: www.movieplayer.it www.nerdist.com www.universocinematograficomarvel.it
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Maggio 2023
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