In settimana abbiamo incontrato il giovane regista di corti forlivese Luca Zambianchi, per parlare dell'uscita del suo nuovo lavoro "Solitudine on demand", della sua formazione decennale e dei progetti futuri.
Luca Zambianchi ha appena 23 anni ma ne ha fatte di cose. Nato a Bologna nel 1992, ha però sempre vissuto nella "sua" Forlì, da cui si sposta dopo la fine degli studi liceali per volare a Londra e laurearsi in Management. Nel 2014 tuttavia sente il richiamo forte di rientrare in Italia, e si trasferisce a Pisa, dove vive tuttora e parallelamente agli studi porta avanti la passione per la regia e la scrittura di cui si nutre da sempre e che trova nella forma del cortometraggio la sua traduzione migliore. Così dopo l'esordio due anni orsono con la commedia grottesca "Bassa Marea", selezionata al XII Sedicicorto Film Festival di Forlì, nel Gennaio scorso Zambianchi pubblica la sua seconda opera "Solitudine on demand", una commedia drammatica dalle tinte ironiche ed amare allo stesso tempo tempo realizzata con una produzione totalmente indipendente.
Girato l'estate passata nelle campagne romagnole, il corto nella durata di 13 minuti mette in scena un fantasioso dialogo tra un uomo della società attuale (interpretato da James Foschi), che stressato dal tran-tran quotidiano un giorno cerca pace in un luogo disabitato lontano dalla città, e un personaggio stravagante ma saggio e perspicace che stando alle sue parole incarna la Solitudine in persona (ruolo ricoperto da Gianfranco Bottaini). Ansimando più per le fatiche mentali che fisiche provate da una vita che non ammette pause tra visualizzazioni, notifiche e like, l'uomo del nostro tempo arriva in un prato verde coperto lievemente dall'ombra di un albero per respirare appieno un pò di aria pura e soprattutto starsene in completa solitudine. Ma appena dopo pochi attimi egli si ritrova ad essere chiamato da un giovane coperto da abiti antichi, di un tempo chiaramente molto lontano, ma che dimostra di essere al passo con la contemporaneità fumando la sigaretta elettronica, mostrandogli una sua carta d'identità e infine proponendogli addirittura un selfie. Costui si presenta senza timore come la Solitudine, e nonostante le comprensibili proteste iniziali da parte del suo interlocutore, riesce grazie alla sicurezza della sua dialettica a persuaderlo presto ad ascoltarlo e a confidargli i motivi che l'hanno condotto a recarsi da solo in aperta campagna.
L'uomo del Terzo Millennio è stimolato a rivelare le pressioni di cui si sente vittima sfinita tra lavoro, famiglia e tutto il resto dinanzi ad una persona giocosa ma scaltra, altruista ma talvolta rattristata dalla sua condizione secolare di emblema del solitario. Ad un certo punto infatti i ruoli tra i due protagonisti arrivano ad invertirsi, con l'uomo del giorno d'oggi che si propone di fare compagnia paradossalmente alla Solitudine in un momento di debolezza di quest'ultima. Ma è solo un momento, necessario alla Solitudine per riprendere fiato prima di sottoporre il suo interlocutore ad alcuni "test terribili" per verificare se sia sincero o meno il suo desiderio di iniziare un'esistenza diversa, distaccata dal conformismo.
"Stimolare lo spettatore a riflettere sulla società contemporanea" è questo il fine perseguito dal regista Luca Zambianchi nella messa a punto del film. Sulla base di un'osservazione delle pieghe negative e superficiali causate dall'abuso della tecnologia nella società odierna, egli decide di esternare il suo punto di vista sulla situazione servendosi di componenti comiche e grottesche per non appesantire eccessivamente il discorso. L'uomo del Terzo Millennio risulta molto verosimile nella sua ansia generale, l'aria confusa e la facilità nel lasciarsi consolare. Riprendendo la lezione dei suoi modelli cinematografici, da Woody Allen a Nanni Moretti e Paolo Sorrentino fino alle scuole di pensiero della Nouvelle Vague e del Dogma scandinavo, Zambianchi tenta di sviluppare un cinema fatto di confronti autentici tra le persone, di conversazioni alla riscoperta dell'importanza dei valorie dei sentimenti, a discapito della spettacolarità di effetti speciali e ambientazioni da urlo che spesso bastano da sole a sbancare il botteghino.
"Solitudine on demand" invece è stato completato a budget 0, con riprese effettuate in pochi pomeriggi inoltrati al termine di una giornata di lavoro, e grazie alla volontà di un gruppo di persone che hanno messo a disposizione le loro differenti competenze senza ottenere una ricompensa in cambio. Presentato al Cinema Arsenale di Pisa il mese scorso nello spazio del giovedì riservato ai giovani videomakers, il cortometraggio ha concorso in questi giorni al 34esimo Valdarno Cinema Fedic, festival del cinema che anima la cittadina aretina attraverso proiezioni, premiazioni e ospiti di alto livello (quest'edizione ha visto la presenza di Carlo Verdone). Impegnato nella promozione del suo lavoro in attesa di conoscere il docu-film in uscita quest'estate dedicato alla storia dei cinema caduti in disuso nella sua Forlì, Luca Zambianchi ha riservato a "Solitudine on demand" un suo sito internet esclusivo (www.solitudineondemand.com), all'interno del quale è possibile trovare diversi contributi relativi alla pellicola, dalla presentazione della troupe e del cast, alle immagini riprese dal set e alla rassegna stampa.
- Immagini gentilmente concesse da Luca Zambianchi - Video tratto da Vimeo
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Marzo 2023
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