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5/1/2020

Speciale Cinema: I migliori film del 2019

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Della Redazione Cinema
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La magia sul grande schermo – ma non solo e mai come quest’anno! – ha illuminato e acceso in modo unico l’anno appena conclusosi. Il 2019 ha visto il ritorno di grandi autori e, soprattutto, l’uscita in sala ma anche su servizi streaming di titoli spettacolari in grado di intrattenere ma soprattutto far riflettere con originalità il pubblico su temi attuali quanto complessi. Quali sono, però, i dieci film che hanno conquistato la Redazione Cinema de IlTermopolio?
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Il traditore
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​Marco Bellocchio torna a Cannes con un film biografico che riesce abilmente a giocare con un personaggio ambiguo e sfuggente splendidamente interpretato da un Pierfrancesco Favino che con questo ruolo dimostra definitivamente di essere uno dei migliori rappresentanti del nostro cinema.
Rocketman (la nostra recensione)
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​Taron Egerton guida un cast eccezionale, tra cui spicca un Jamie Bell (Billy Elliot) che buca lo schermo al suo fianco, nei panni dell'amico fraterno e paroliere delle canzoni Bernie Taupin. Egerton stupisce, il "suo" Elton John prende letteralmente vita. Colpisce al cuore e commuove.
Vice (la nostra recensione)
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​Irriverente, tagliente in ogni sua spigolosa particolarità e tremendamente avvincente: questo bio-pic è il titolo da non perdere al cinema all’alba del 2019. Adam McKay si diverte a giocare con canoni e strutture di un genere portando sul grande schermo qualcosa di completamente diverso, che si destreggia con maestria tra attualità e politica.
Le Mans 66
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​James Mangold, dopo la brillante incursione nel mondo dei fumetti con il crepuscolare Logan, sale a bordo di un progetto adrenalinico e inserisce la giusta marcia scommettendo sull’inedita ma irresistibile coppia di protagonisti formata dalla garanzia Christian Bale e un sorprendente Matt Damon dall’accento texano.
C’era una volta a Hollywood (la nostra recensione)
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​Quentin Tarantino sceglie quello che è considerato il momento più turbolento e drammatico nella storia del cinema come fulcro della sua narrazione. Con toni costantemente in un irriverente equilibrio tra commedia e dramma, l’acclamato cineasta di Knoxville omaggia riferimenti e schemi della sua arte, giocando abilmente con icone e leggende.
The Irishman (la nostra recensione)
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​Scorsese, con The Irishman, torna al genere gangster movie di cui è stato uno dei maestri. Solo a inizio film però riprende realmente se stesso e si concentra sull’azione, sulla scia di Quei Bravi Ragazzi. Presto la regia assume tutto un altro tono, più riflessivo, maturo. Quella di un uomo che, il tempo che vediamo scorrere in pellicola, lo ha già visto passare e se ne sta rendendo conto.
Joker (la nostra recensione)
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​Chi poteva interpretare magistralmente l’ultimo tra gli ultimi? Joaquin Phoenix, esperto in trasformazioni fuori dal comune. Di fatto non si smentisce nemmeno questa volta e non si limita a calarsi nei panni del personaggio, lui mastica e digerisce il clown, lo fa letteralmente suo.
Marriage Story (la nostra recensione)
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​Baumbach, maestro del lessico famigliare, attinge forse anche dalla sua esperienza, e gira con mano ferma la sua opera più ambiziosa. Conserva lo stile pungente, vicino alla commedia degli attici di Woody Allen, mantiene i suoi dialoghi carichi, incalzanti. Fissa la macchina da presa sul volto dei suoi divi, quasi li stritola nelle loro emozioni.
Martin Eden (la nostra recensione)
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​Un film che penetra nel profondo e commuove, non per una manifesta drammaticità ma semplicemente per la sua bellezza e poesia che prende forma con Luca Marinelli, splendido protagonista da Leone d’Oro. E se è stato davvero un totale azzardo, allora ha sbancato il banco.
Parasite (la nostra recensione)
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​In occasione della presentazione alla 72esima edizione del Festival de Cannes, il regista ha definito il suo ultimo lavoro come una tragicommedia familiare. Questo vestito, tuttavia, è troppo stretto per un film in grado di indossare più abiti, sempre estremamente eleganti, per tutta la sua durata. Avvalendosi di un cast strepitoso estremamente focalizzato sull’obiettivo, questa storia ritrae una società solo all’apparenza lineare e facile da comprendere.

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