di Federica Gaspari L’animo più appassionante del Milano Film Festival trova forma nel concorso dedicato ai lungometraggi che in questa edizione vanta 8 titoli di grande prestigio. L’obiettivo di questa ventitreesima edizione del festival era quello di trovare un punto d’incontro tra i giovani appassionati e la generazione di cinefili più maturi ed esperti. La scelta dei titoli in gara è, quindi, ricaduta su 8 film, opere prime e seconde di giovani promesse oppure di autori in cerca di conferme, che coniugano la suddetta esigenza con uno sguardo attento rivolto al panorama internazionale. Questa sera, durante la cerimonia conclusiva alle ore 19,d verranno svelati i titoli vincitori dei premi giuria e pubblico per il concorso dedicato ai lungometraggi. Il Termopolio, dopo avervi parlato in esclusiva dell’avveniristica sezione Ultra Reality, vi presenta tre dei titoli più convincenti in una selezione solida e combattuta. Virus Tropical Il genere d’animazione è spesso fonte delle migliori sorprese di un’intera stagione cinematografica: dietro a una confezione spensierata, leggera può nascondersi una storia e delle riflessioni di una profondità sconcertante. L’ultima fatica animata di Santiago Caicedo appartiene a questa categoria. La storia di Virus Tropical, tratto dall’omonima graphic-novel parzialmente autobiografica di PowerPaola, si snoda non solo a cavallo tra Equador e Colombia ma anche tra adolescenza ed età adulta. Difficile pensare a una realtà ricca di colori e sfumature quando la sua rappresentazione sul grande schermo è segnata da un marcato contrasto bianco-nero e un’orgogliosa bidimensionalità che, con qualche contraddizione, inganna con giochi di profondità. Tuttavia, la storia di una famiglia sudamericana, attraverso dinamiche figure femminili di diverse generazioni, riesce a donare vivacità e un pizzico di magia a un contesto storico e culturale che, all’apparenza, non sembra suggerire opportunità né prospettive. Una messa in scena piuttosto esplicita ma nel complesso giustificata incornicia una storia che trova la sua forza ricordando che anche i fatti inattesi, gli errori e un virus tropicale, in un continuo ritorno, possono diventare i migliori alleati. The Mercy of the Jungle Partito dalla Ruanda e poi presentato al Toronto Film Festival, The Mercy of the Jungle di Joel Karekezi racconta, senza la canonica retorica dei film di guerra, una delle pagine più sanguinose della storia africana. Durante la seconda guerra del Congo, un granitico comandante e un giovane e inesperto combattente rimangono completamente soli in pieno territorio nemico, in un ambiente ostile. In una pericolosa e ingannevole giungla africana muove i suoi passi questa storia insolita che unisce la tensione da survival movie all’amara ironia da buddy movie sfruttando un’atmosfera quasi on the road. Nonostante qualche prolissità nella prima parte, il film, poggiandosi interamente su un carismatico duo protagonista, riesce a trovare il giusto equilibrio tra avventura e dramma rievocando con grande maestria un clima in cui amico e nemico si confondono, in cui giusto e sbagliato si scambiano in nome di insospettabili legami personali. Un’opera seconda di grande pregio che trova i giusti toni senza eccedere. Thunder Road Vincitore del Gran Premio della Giuria al SXSW2018, Thunder Road, nato dallo sviluppo dell’omonimo cortometraggio del 2016, segna la definitiva consacrazione di Jim Cummings che, dopo aver diretto diversi acclamati corti, esordisce sulla lunga durata con un racconto tragicomico genuino e sincero. Nella veste anche di protagonista, lo statunitense si avventura tra perdite, sconfitte e affetti dell’uomo medio, il perfetto cittadino dell’era trumpiana avvolto da una silenziosa rassegnazione. Con toni luminosi che ricordano il miglior Linklater, una sceneggiatura brillante e travolgente gestisce al meglio i toni comici e drammatici, scandendone i volumi e i tempi attraverso una coppia padre-figlia magnetica capace di commuovere con semplicità narrando una vita in caduta libera. Si sentirà parlare sempre di più di Jim Cummings, un artista che ha tutte le carte in regola per conquistarsi un ruolo di prestigio sulla scena cinematografica internazionale mantenendo freschezza, divertimento e sottile attenzione rivolta a ciò che è più concretamente vicino al pubblico. Questo trio di pellicole ha conquistato la curiosità e l’entusiasmo de Il Termopolio nella fervente attesa di scoprire i nomi dei trionfatori di questa scoppiettante ventitreesima edizione di Milano Film Festival che, alla sua chiusura, può vantare anche un’esclusiva proiezione di ROMA, il film di Alfonso Cuaron vincitore del prestigioso Leone d’Oro. Immagini tratte da www.milanofilmfestival.it
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Marzo 2023
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