di Federica Gaspari Una 23esima edizione che mantiene le sue promesse superando le aspettative. Vincono Denmark e Second Best ma il vero trionfatore è il coraggio di Milano Film Festival. Il desiderio di celebrare il cinema in ogni sua forma e, soprattutto, di valorizzare lo spirito dinamico e in continua evoluzione del grande schermo ha premiato gli organizzatori dell’ultima edizione di Milano Film Festival conclusasi domenica 7. Grazie a un programma ricco di appuntamenti e opportunità d’intrattenimento, la manifestazione ha saputo coinvolgere un pubblico di diverse generazioni – con un incremento del 30% rispetto al 2017 - interagendo brillantemente con il tessuto urbano. Dieci giorni di proiezioni e incontri, dalla vocazione cittadina e allo stesso tempo fortemente internazionale, sono culminati in una cerimonia di premiazione conclusiva durante cui sono stati consegnati i riconoscimenti per le categorie lungometraggi e cortometraggi. Lungometraggi Gli 8 lungometraggi in gara, selezionati tra oltre 800 titoli provenienti da ogni parte del pianeta, hanno presentato al pubblico autori e interpreti di grande talento senza dimenticare il grande valore della tradizione. In una sezione agguerritissima, Denmark di Kasper Rune Larsen ha trionfato incantando la giuria con il suo stile provocatorio e il suo sguardo irriverente sull’attualità danese. Uno dei favoriti del Termopolio, Thunder Road, ha ricevuto l’Audience Award, riconoscimento assegnato dal pubblico che, evidentemente, ha apprezzato le sfumature ironiche e pungenti dell’ultimo lavoro di Jim Cummings. Best Feature Film Award "Denmark" Kasper Rune Larsen “Per il coraggio della semplicità, la scrittura invisibile, la sincerità, il racconto di un amore senza romanticismo, perché sa parlare di sentimenti senza sentimentalismi. Infine, per l’ottima realizzazione del nulla, il premio del concorso internazionale lungometraggi va a Denmark di Kasper Rune Larsen” Best Feature Film Award Special Mention "The Third Wife" Ash Mayfair “Per la grazia e la delicatezza con cui è riuscita a parlarci di Libertà, pur avendo scelto di raccontarci il tragico destino delle spose bambine nella società rurale del Vietnam dell'800, educate a compiacere e a procreare in una condizione di ovattata , inscalfibile schiavitù la giuria conferisce una menzione speciale al film The Third Wife e alla regista Ash Mayfair”. Aprile Award Best Feature Film "LUZ" Tilman Singer “Per l’altissima qualità della realizzazione tecnica (sorprendente in un film di diploma) unita a un’intelligente rivisitazione dei luoghi topici dell’horror. Per il carattere indipendente e non banalmente indie del film - iconoclasta ma mai pretenzioso - il premio Aprile per il miglior lungometraggio va a Luz di Tilman Singer.” Cortometraggi Nei giorni del festival meneghino la sfida più combattuta e difficile è andata in scena nella sezione dedicata alle produzioni caratterizzate dalla minore durata. Sono stati 38 cortometraggi che hanno pizzicato le corde di generi molto diversi fra loro, riuscendo a soddisfare i gusti anche del pubblico più esigente. Il premio della giuria è finito tra le mani di Alyssa McClelland regista del gioiellino australiano Second Best, un viaggio nel rapporto familiare tra due sorelle alla ricerca del loro ruolo nel mondo. Il titolo preferito dal pubblico, invece, è stato Tracing Addai, corto tedesco dalla messa in scena appassionante e originale. Best Short Film Award "Second Best" Alyssa McClelland “In questo corto tutto è in funzione della storia: dalla regia, statica e grandangolare, alla scenografia, perfetta nel sottolineare in maniera ironica le grottesche contraddizioni interne al contesto familiare, fino alla recitazione e la sceneggiatura, volutamente semplice e costellata di esilaranti silenzi.” Best Short Film Award Special Mention "Tungrus" Rishi Chandna “Non basta immaginarsi una famiglia indiana alle prese con un gallo per essere divertenti. Questa è la folle idea alla base del cortometraggio, ma da premiare sono soprattutto i dialoghi, il montaggio, la scelta del mockumentary come struttura, spesso abusata ma in questo caso necessaria ed estremamente funzionale.” Best Short Film Award Special Mention "Aquathlon" Alexey Shabarov “Per tanti motivi, per la regia, la scrittura e la direzione degli attori, sempre complicata con attori adolescenti, ma soprattutto per la capacità di raccontare senza alcuna retorica e in maniera originale, un tema inflazionato come quello del bullismo.” Aprile Award Best Short Film "PALOOKAVILLE" Sem Bucman, Pim Algoed “Una commedia che sa affrontare a ritmo di jazz le molte fragilità nascoste del mondo maschile, che raramente vengono sottolineate e che invece dovremmo sempre tenere in considerazione, oggi più che mai. Per il ritratto ironico e pungente di una situazione quanto mai attuale, la doppia crisi della mascolinità e della figura paterna.” Scommesse vinte e prospettive Il Milano Film Festival, tuttavia, non sarebbe stato lo stesso senza gli eventi speciali che lo hanno segnato. Impossibile non citare l’esclusiva anteprima italiana di Climax, l’ultima pellicola del controverso Gaspar Noé: tutte le proiezioni hanno registrato significativi sold out che testimoniano che il pubblico è ancora alla ricerca di film e storie con cui mettersi in discussione, rifiutando di chiudersi nelle rassicuranti certezze. Di grande prestigio anche le proiezioni degli ultimi lavori di Gavras, Poppe e Godard, senza dimenticare le repliche di ROMA, il film di Alfonso Cuaron vincitore dell’ultimo Leone d’Oro. Le novità introdotte da Ultra Reality, le importanti anteprime di rilievo internazionale e le divertenti e originali proiezioni di film cult sono stati senza dubbio dei valori aggiunti di questa manifestazione che, per crescere ulteriormente, dovrà giocare al meglio soprattutto queste carte che garantiscono originalità e autenticità. Il livello di qualità dei film e dei corti in gara è già molto alto e suggerisce, quindi, una nuova sfida: nel 2019 il Milano Film Festival riuscirà a superarsi? Immagini tratte da www.milanofilmfestival.it Potrebbe interessarti anche:
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Marzo 2023
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