di Federica Gaspari Manca poco alla consegna dei più importanti premi della stagione cinematografica internazionale. La sfida per il riconoscimento alla migliore regia è tra le più accattivanti degli ultimi anni. La notte degli Oscar è ormai a poche ore di distanza. I titoli in gara in questa edizione che si prospetta più agguerrita che mai sono ben 39. In palio 24 statuette dorate, destinate ad altrettante categorie che considerano ogni sfaccettatura del mondo cinematografico. Alcuni tra questi premi sono sempre stati avvolti da un irresistibile fascino: la categoria di miglior regista sin dal lontano 1929, anno che sancisce l’inizio della leggenda degli Academy Awards, ha saputo essere il terreno ideale per i più appassionanti confronti tra giovani promesse e veterani. Questa fama si consolida con questa 90esima edizione che vede in competizione - tra sorprese, nomi insospettabili e anche qualche illustre escluso – cinque registi che hanno saputo lasciare il segno nell’ultima stagione cinematografica. Cinque cineasti e, in particolare, autori da scoprire o conoscere meglio. Paul Thomas Anderson – “Il filo nascosto” Un curriculum che affonda le sue radici nella settima arte ma che non teme la sfida del coniugare il cinema nella sua forma più classica con tematiche e situazioni tutt’altro che canoniche: la filmografia di Anderson è tra le più variegate ed eclettiche di sempre, capace di dare profondità a personaggi complessi uniti da una grande cura per i dettagli e per le più controverse fragilità. Con Il filo nascosto il regista californiano raggiunge quota 8 candidature, di cui 2 proprio per la regia: il 2018 sarà l’anno in cui si concretizzerà il premio? Guillermo Del Toro – “La forma dell’acqua – The Shape of Water” Dopo Alfonso Cuaron nel 2014 e Alejandro Gonzalez Inarritu nel 2015 e 2016, l’Oscar per la miglior regia potrebbe tornare in terra messicana con Guillermo Del Toro. I pronostici della vigilia lo vedono favorito, considerato anche l’importante riconoscimento ottenuto alla laguna di Venezia con la sua ultima creatura a metà strada tra favola e horror. Per vincere, però, dovrà infrangere una strana ‘maledizione’ dell’Academy: un regista dalle influenze fantasy, infatti, non trionfa dal 2004 con Jackson e Il Signore degli Anelli – Il ritorno del Re. Greta Gerwig – “Lady Bird” La trentaquattrenne statunitense, musa del cinema indie a stelle e strisce, approda a questa edizione degli Oscar con un coming-of-age californiano, diventando la quinta donna candidata nella storia di questa cinquina. L’esordio alla regia è frutto di dieci anni di esperienza con sceneggiature divertite ma ricercate i cui echi sono ben distinguibili nella sua frizzante fatica. Con Lady Bird, Greta Gerwig, seconda recenti interviste, inaugura un ciclo di quattro film che avranno come palcoscenico la sua Sacramento ispirandosi, curiosamente, alla tetralogia de L’amica geniale di Elena Ferrante. Christopher Nolan – “Dunkirk” Il regista londinese, amato da pubblico e critica, è alla sua quinta nomination, la prima che riconosce le sue capacità alla regia. Il genere di Dunkirk, un war movie profondamente radicato nella cultura europea, potrebbe rappresentare un ostacolo per questa sfavillante corsa all’Oscar: l’ideale di sopravvivenza e l’inconsueta celebrazione di una sconfitta bellica sono aspetti che non appartengono alla tradizione a stelle e strisce. La cura per la messa in scena e una serie di scelte coraggiose, però, sono le armi segrete di Nolan che, in volata, avrebbe la possibilità di trionfare in questa edizione. Jordan Peele – “Scappa – Get Out” La cinquina in competizione si conclude con un candidato inaspettato che, con il suo debutto alla regia, ha saputo comprendere l’atmosfera dell’era post trumpiana, rielaborando con originalità la tradizione cinematografica americana. La sua candidatura, nonostante le scarse chance di vittoria, è già una pagina di storia per il genere horror e gli afroamericani. L’incredibile e travolgente successo di Scappa – Get Out ha suggerito un nuovo progetto per l’attore e regista che collaborerà con un altro newyorkese doc, Spike Lee, nella sua prossima fatica. I grandi assenti, tra i più gettonati alla vigilia, sono senza dubbio Martin McDonagh, alla regia e alla sceneggiatura del potente Tre Manifesti a Ebbing, Missouri e Luca Guadagnino con il suo Call Me by Your Name. Alcuni veterani del cinema degli ultimi decenni, inoltre, sono stati ignorati dall’Academy: Ridley Scott (Tutti i soldi del mondo) e Steven Spielberg (The Post) dovranno andare a caccia di premi in altre difficili categorie.
La statuetta quest’anno finirà, quindi, tra le mani di un vincitore inedito che meritatamente farà il suo ingresso nell’Olimpo di Hollywood. Ora, tra pop corn e qualche dose di caffè, non resta che scoprire l’identità del regista che trionferà in questa lunga notte di stelle. Immagini tratte da: Immagine 1: www.latimes.com Immagine 2: www.latintimes.com Immagine 3: www.etonline.com Immagine 4: www.hollywood.com Immagine 5: www.indiewire.com
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Marzo 2023
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