Grande, spettacolare, complesso, ambizioso. Un film che chiude una trilogia, un ventennio di Spider-Man, una stagione della vita di Peter e prepara l'ingresso definitivo in un nuovo universo. Finalmente eccovi la recensione di Spider Man: No Way Home.
di Salvatore Amoroso
![]() Genere: Avventura Anno: 2021 Durata: 148 min. Regia: Jon Watts Sceneggiatura: Chris McKenna, Erik Sommers Fotografia: Mauro Fiore Scenografia: Rosemary Brandenburg, Emmanuelle Hoessly Musiche: Michael Giacchino Montaggio: Jeffrey Ford, Leigh Folsom Boyd Casa di produzione: Marvel Studios, Columbia Pictures. Distribuzione: Warners Bros Entertainment Paese: USA Cast: Tom Holland (Spider Man); Zendaya (MJ); Benedict Cumberbatch (Stephen Strange); Jacob Batalon (Ned); Jon Favreau (Happy); Marisa Tomei (May Parker); Alfred Molina (Otto Octavius); Willem Dafoe (Norman Osborn); Jamie Foxx (Electro).
La pressione che si avverte nelle prime sequenze di Spider-Man: No Way Home è la stessa che mediaticamente ha subito il film in questi ultimi sei mesi (forse più grande). L’ansia, la frenesia, la spasmodica ricerca della verità attorno alla trama dell’ultima fatica di casa Marvel ci ha fatto perdere di vista il percorso di crescita dell’arrampica muri interpretato da Tom Holland. Percorso che a pensarci bene fotografa perfettamente la generazione di oggi, quella del ‘’tutto e subito’’, quella che non può aspettare e sente la pressione di dover crescere a tutti i costi senza dover fare sacrifici. Lo Spider Man di Sam Raimi nel 2004 diceva: ‘’A volte, per fare la cosa giusta, bisogna mostrare carattere. E rinunciare a ciò che vogliamo di più, persino ai nostri sogni’’. Ed è quello che il nostro Spidey dovrà fare in questo nuovo capitolo, staccare il cordone ombelicale e diventare uomo, diventare davvero il super eroe che conosciamo.
Stavolta è proprio come recita il titolo, non ci sarà un ritorno a casa. Il nostro Peter vivrà l’avventura più difficile di sempre e non ci saranno gli altri eroi a dargli una mano. L’azione si sposterà sulla terra dove non ci sarà Thanos ne il suo amato mentore Tony, solo lui, ‘’il ragazzo del Queens’’ che dovrà vedersela contro una schiera di super cattivi provenienti da universi differenti. Non sarà facile per il nostro eroe ne tantomeno per noi spettatori. Si perché, in fondo, il Peter di Holland è stato l’eroe più coccolato di questo universo Marvel. A differenza dei suoi passati protagonisti, questo Spidey non ha mai dovuto lottare contro le avversità della vita quotidiana come quello di Tobey Maguire, e non ha nemmeno dovuto gestire il profondo dolore che sfocia in rabbia che prova Andrew Garfield nella sua saga. La proverbiale responsabilità, che l’amato Zio Ben citava prima di esalare il suo ultimo respiro, arriverà con la sofferenza straziante di un nuovo lutto, che spingerà il nostro Peter a chiudere per sempre con il suo mondo ovattato e lo allineerà idealmente con gli altri universi ragneschi.
Il regista Jon Watts non dimentica affatto il tono scanzonato che ha dato alla sua saga e nonostante questo capitolo affronti temi più adulti, riesce ad alleggerire il tutto condendolo di spassose gag e succulente citazioni dell’universo Spider Man. Watts ci invita a fare un giro nel suo parco giochi dove le montagne russe sono azionate dal duo di sceneggiatori formato da Chris McKenna e Erik Sommers, che sembrano essersi divertiti abbastanza nel doversi barcamenare tra paletti tanto stretti che, però, permettevano loro anche di compiere scelte spericolate, forse un po’ troppo avventate. Questo film infatti ha il pesante compito di chiudere un ciclo durato vent’anni e deve amalgamare la leggerezza dei precedenti capitoli targati Sony con i toni più altisonanti della saga Marvel, che impone un certo tipo di gravitas. A tratti sembra che questo mix riesca e il tutto scorra con naturalezza, ma molto spesso No Way Home risulta eccessivo, quasi ridondante e confusionario in alcune sequenze, e purtroppo lo spettatore potrebbe sentirsi spaesato. Per fortuna Watts ha grande consapevolezza dello spettacolo e gestisce in maniera bilanciata la coralità, merito anche dell’enorme carico di fanservice che arriva come una manna dal cielo e che non può non farci balzare dalla poltrona. Sfido infatti a trovare qualche detrattore che accuserà questo capitolo di non possedere una forte anima. Si ride e si piange, in alcune sequenze quel ragazzo impaurito, che deve fronteggiare la sua sfida più grande, potrebbe essere ognuno di noi. In fondo tutti abbiamo vissuto dei momenti bui e No Way Home lancia un messaggio di speranza universale (forse anche più di uno): quando le crepe del nostro animo spezzato si fanno sempre più grosse bisogna compiere un vero e proprio atto di fede, per avere la forza di chiudere gli occhi e lanciarsi nel vuoto, per affrontare le nostre paure e avere la forza di cambiare. Già bisogna credere nel cambiamento, bisogna anteporre il benessere di chi ci vuole bene veramente per potere diventare adulti. Peter Parker sembra riuscirci e la sua cieca convinzione di credere nel cambiamento, nelle seconde chances, lo guiderà verso un finale maestoso ed emozionante.
Immagini tratte da:
Locandina: ComingSoon.it Immagine1: ScreenWeek.it Immagine2: SupergaCinema.it Immagine3: EveryEye Cinema
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Giugno 2023
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