di Matelda Giachi
Struttura moderna, miniserie in 8 puntate, e riprese da film d’autore. Da subito si capisce che The Eddy non è una serie come le altre. I primi due episodi sono stati presentati questo febbraio alla settantesima Berlinale. Sono quelli diretti dal giovane Damien Chazelle che, dopo La La Land, torna, sulla sceneggiatura di Jack Thorne (Wonder, His Dark Materials), a raccontare il Jazz, attraverso un gruppo di artisti che suona in un locale di Parigi, il The Eddy. Del resto, proprio il suo Sebastian, mentre cerca di spiegare a Mia la propria musica, rammenta che a Parigi si suona dell’ottimo Jazz. Elliot (André Holland), musicista, ha lasciato l’America fuggendo da un enorme dolore ed ha aperto un locale di musica live con il suo amico e socio Farid. In un attimo, la sua già non semplice vita si complica con la scoperta del coinvolgimento di quest’ultimo in giri loschi di affari che riguardano anche il locale, che rischia così di chiudere, e l’arrivo della figlia Julie (Amanda Stendberg, la Rue di Hunger Games), un’adolescente con la quale si vede costretto a vivere un legame spezzato da silenzi e lontananza. Sono artisti formati quelli che suonano al The Eddy, al massimo della loro espressività musicale, ma che faticano a tenersi a galla in un mondo che sembra non volerli notare. Ciascun episodio si focalizza principalmente su uno di loro, il cui nome fa anche da titolo. Perché la musica nasce dalla vita, dalle emozioni umane, più spesso dalla sofferenza. Solo ascoltando il suono dei singoli strumenti, si può arrivare, nel finale, a capire l’intera band. Ed è proprio la musica la vera protagonista; performance rigorosamente live, suonate da veri musicisti, tra i quali si incastrano gli attori con le loro storie. Un tale omaggio al Jazz che risulta quasi scontato il coinvolgimento di Chazelle. La musica è il collante tra i personaggi, è espressione del loro vissuto ed è ciò che li salva. Qualcosa da cui ripartire sempre. Sullo sfondo, Parigi: non quella della Torre Eiffel, di Notre Dame e degli Champs Elysées, simboli dell’immaginario romantico che tutti abbiamo della capitale francese e che mai compaiono nelle riprese, E’ la Parigi periferica, quella più oscura e problematica. Per certi versi, quella un po’ più reale. The Eddy è una serie difficile da raccontare, va vista, ascoltata e vissuta. Più facile sicuramente che finisca nella lista di un cinefilo, merita un’opportunità da parte di tutti. Un gioiello.
Immagini tratte da:
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Marzo 2023
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