Il nome di Baz Luhrmann è da sempre strettamente legato alla musica in tutte le sue forme. La carriera del regista australiano è, infatti, segnata da successi come Moulin Rouge! (2001) e Il grande Gatsby (2013), due pellicole in cui la colonna sonora – e le scelte musicali a essa connesse - assume un ruolo molto importante. Questo connubio tra immagini e suoni è senza dubbio il segno distintivo di Luhrmann che con i suoi lavori ha sempre saputo dare una scossa al mondo del cinema. Dopo aver curato diverse campagne pubblicitarie di famose case di moda, questo discusso personaggio è approdato anche sul piccolo schermo, mettendosi in gioco con la creazione di The Get Down, show targato Netflix che unisce in uno spumeggiante mix le origini dell’hip hop e la crescita di alcuni giovani protagonisti. I primi sei episodi di questa ambiziosa serie sono stati distribuiti sulla popolare piattaforma di streaming il 12 agosto 2016 ma solo il 7 aprile 2017 il pubblico ha potuto conoscere gli ultimi tasselli della storia.
Le rime rap di Ezekiel “Zeke” Figuero portano lo spettatore nel Bronx nel 1977, anno in cui il protagonista inizia ad affrontare le difficoltà del passaggio all’età adulta a ritmo di hip hop, confrontandosi con una società segnata da criminalità, corruzione e non pochi pregiudizi. È in questo ambiente che conosce Shaolin Fantastic, giovane eccentrico con cui condivide il desiderio di sfondare nel mondo della musica: insieme a lui e ad alcuni amici di sempre fonderà il gruppo dei Get Down Brothers. Parallelamente, in un universo popolato da dj, writers e cantieri, si sviluppa il legame sentimentale tra Zeke e Mylene, aspirante cantante di disco music. All’ombra dei grattacieli di New York, questo variegato gruppo di protagonisti cercherà la sua strada tra amori, amicizie e ribellioni.
Bastano pochi minuti per farsi catturare dalle atmosfere Seventies accuratamente ricreate in questo prodotto ben contestualizzato: graffiti, vinili, colori sgargianti e solidi riferimenti a fatti reali centrano l’obiettivo. Si percepisce, inoltre, il forte desiderio di cambiamento, il sentimento di una metropoli che periodicamente sa come mescolare caratteri esistenti per dare vita a qualcosa di nuovo, ma anche la volontà di un gruppo di giovani che trova il coraggio di inseguire i propri sogni. Sono proprio questi ultimi il motore della storia e, in particolare, delle azioni dei due protagonisti, novelli Romeo e Giulietta perennemente ostacolati dagli avvenimenti.
La serie, nella sua prima parte, appare lenta nell’introduzione dei personaggi: l’estrema attenzione posta alle ambientazioni in principio penalizza lo sviluppo delle psicologie dei diversi protagonisti. Con l’avanzare della narrazione, tuttavia, lo show riesce a sopperire alle iniziali mancanze, sfruttando così buona parte del suo incredibile potenziale grazie a svolte inaspettate ed esplodendo in un finale ricco di emozioni e avvenimenti.
In conclusione, The Get Down si rivela un’esperienza originale che si mette in gioco nell’affrontare in maniera insolita storie di crescita e ricerca della propria identità, sperimentando ritmi e turbinii di colori che solitamente si associano al grande schermo e strizzando l’occhio, in particolare, a coloro che amano la musica in ogni sua forma. Immagini tratte da: Immagine 1: Poster – www.screencrush.com Immagine 2: Ezekiel e Mylene – www.movieplayer.it Immagine 3 The Get Down Brothers – www.screenertv.com
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Marzo 2023
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