di Salvatore Amoroso
Il cortometraggio presentato a Venezia è tra le uscite del 13 maggio che non potete lasciarvi sfuggire. Un’imperdibile Almodóvar che ci regala una delle sue opere più ispirate.
![]()
Genere: drama
Anno: 2020 Regia: Pedro Almodóvar Durata: 30 min. Sceneggiatura: Pedro Almodóvar Fotografia: José Luis Alcaine Montaggio: Teresa Font Musiche: Alberto Iglesias Distribuzione: Wanda Films Avalon, Sony Pictures Classics Paese: Spagna, USA
Non per tutti i cortometraggi si può dire lo stesso, ma in questo caso sarebbe un peccato non vedere La Voz Humana (The Human Voice) di Pedro Almodóvar sul grande schermo. Un vero peccato. Anche perché dal 13 maggio saranno molte, circa una ottantina, le sale italiane che lo metteranno a disposizione degli spettatori, grazie alla distribuzione della Warner Bros. Pictures. Una storia semplice, che lo stesso regista racconta brevemente nelle note di produzione che riportiamo più in basso: “Una lezione morale sul desiderio” ispirata alla pièce teatrale “.
La voix humaine” di Jean Cocteau, una delle passioni del regista e sceneggiatore spagnolo, portata sullo schermo in forma di cortometraggio. Trenta minuti che di breve hanno solo il formato scelto per il film, considerata la dilatazione spazio e temporale che Almodóvar riesce a mettere in scena. Grazie anche alla protagonista principale del monologo: una grande Tilda Swinton. È lei la donna “sull’orlo dell’abisso”, prigioniera di un amore cui non sa rinunciare, per quanto doloroso. L’amore e la passione insieme a dolore e tormento: elementi imprescindibili nel cinema di Almodóvar, che si diverte a citare se stesso e la “Legge del Desiderio” mentre trasforma la grande attrice londinese in uno degli elementi di un sorprendente mosaico pop. Tutto è citazione, nulla è casuale. Arredamento, soprammobili, accessori, luci, da sempre il buon Pedro gioca con forme e contrasti nei suoi film, geometrie accuratamente dissonanti, o paradossalmente regolari, colorate nelle tonalità che più ama il manchego: forti.
Ma non è solo un esercizio di stile quello di The Human Voice, ché tra giochi formali e simmetrie concettuali dà corpo alla prigione nella quale si è rinchiusa la donna disperata impegnata nell’ultima telefonata con il suo amato. L’appartamento ricostruito in uno studio cinematografico, visto dall’alto, ricorda il labirinto di una cavia. Convinta di esser libera di muovervisi, di uscire, salvo rivelare la natura artificiosa della prigione nella quale lei stessa si è rinchiusa. Vedere muoversi la Swinton dalla cucina al bagno, dalla camera da letto al salone, alla ‘terrazza’ (che tanto ricorda il vecchio Donne sull’orlo di una crisi di nervi) è un piacere. Che se impedisce di empatizzare granché, mette lo spettatore in una condizione di ammirazione estetica. Ogni stanza e ogni scena diventano un nuovo quadro di una galleria privata, sin dall’incipit che ci mostra la bionda interprete come una damigella vestita di rosso, nello studio deserto.
Contenuta e cerebrale, anche nei gesti più plateali, verbosa e poco istintiva, Tilda Swinton è la splendida marionetta nelle mani di un ispirato Maestro del cinema. Che la guida fino nei suoi singoli movimenti e posture. E che continua a esser capace di tradurre le proprie turbolente fantasie, sorprendendo con un mix unico e coinvolgente di patimento e ironia.
Link Immagini:
Locandina: MyMovies.it Immagine1: Amica.it Immagine2: CiakMagazine.it Immagine3: SpettacoloMusicaSport.it
0 Commenti
Lascia una Risposta. |
Details
Archivi
Marzo 2023
Categorie |