Di Federica Gaspari Genere: azione, fantasy, avventura Anno: 2020 Regia: Gina Prince-Bythewood Attori: Charlize Theron, KiKi Layne, Matthias Schoenaerts, Luca Marinelli, Marwan Kenzari, Chiwetel Ejiofor, Harry Melling, Van Veronica Ngo Sceneggiatura: Greg Rucka Fotografia: Tami Reiker, Barry Ackroyd Montaggio: Terilyn A. Shropshire Produzione: Skydance Media, Denver and Delilah Productions Paese: Stati Uniti Durata: 125 min Riuscire a scindere la dicitura cine-comic dagli universi Marvel e DC diventa sempre più difficile. Questa pericolosissima etichetta racchiude in sé successi e insormontabili problemi impossibili da districare con facilità per gli spettatori poco affini al genere. Recentemente, tuttavia, in particolare due show tratti da fumetti – Watchmen e The Boys – hanno saputo sfruttare con grande abilità le contraddizioni intrinseche della loro natura proponendo una prospettiva inedita e fresca. Lontano dal formato seriale, l’adattamento “a fumetti”, tuttavia, ha faticato a trovare lo stesso successo nel suo reinventarsi con originalità. L’ultima creatura cinematografica firmata Netflix, tratta dall’omonima graphic novel a puntate di Greg Rucka, sembra volersi allontanare da questo consolidato paradigma. The Old Guard, contando su una prestigiosa produzione internazionale e su suggestioni intriganti, ha suscitato grande curiosità sin dall’annuncio – abbastanza inaspettato – del progetto. Dal 10 luglio il film diretto da Gina Prince-Bythewood è disponibile sulla piattaforma di streaming, pronto a conquistare appassionati del genere e soprattutto semplici curiosi con un’essenziale ma non banale intuizione: una squadra di guerrieri immortali capitanati da un’esplosiva Charlize Theron. Andy (Charlize Theron) è una guerriera ultracentenaria immortale. Ha conosciuto la morte in prima persona in numerose occasioni – e in particolari contesti storici – ma soprattutto ha visto scomparire per sempre molte persone a lei vicine prive del dono dell’immortalità. Dopo secoli di combattimenti e scontri all’ultimo sangue, la sua vita è interamente dedicata a operazioni pericolose in difesa di oppressi. Nella sua missione di vita la determinata Andy è affiancata da una squadra di altri guerrieri immortali che, assoldati per una nuova operazione da un misterioso ex agente della CIA, dovranno fare i conti con un nemico decisamente imprevedibile. A visione terminata, è impossibile non spendere ulteriori parole in merito alla capacità di Charlize Theron di interpretare eroine action femminili dotate, nella loro determinazione, di una delicata sensibilità normalmente difficile da catturare. L’attrice statunitense, dopo aver indossato i panni iconici di Furiosa in Mad Max: Fury Road, vive un incredibile momento creativo e artistico che la rende una delle interpreti più interessanti del panorama internazionale. La sua Andy racchiude tutti gli elementi innovativi di The Old Guard, incarnando la visione fuori dagli schemi di Gina Prince-Bythewood. Con uno sguardo quasi inedito sul genere action coniugato al femminile, la regista trova infatti un buon equilibrio tra componente adrenalinica e introspettiva, ritraendo il dono dell’immortalità come un testimone plurisecolare di sofferenze, inquietudini e ferite mai davvero rimarginate nell’animo dei protagonisti. Questa prospettiva non si limita infatti alla performance di Theron ma viene ulteriormente rafforzata dal personaggio di Nile, interpretato da una validissima KiKi Layne, figura perfettamente complementare a quella di Andy. Grazie a questa scelta stilistica, il film riesce ad assicurare un intrattenimento fresco ed estremamente godibile nonostante alcuni innegabili problemi che nel sequel – praticamente certo – dovranno trovare soluzione. La magnetica caratterizzazione dei personaggi femminili, infatti, si accompagna purtroppo a una durata eccessiva e a un insieme di personalità secondarie abbozzate frettolosamente con troppa superficialità. Oltre a un villain terribilmente scialbo, infatti, la pellicola vede in scena un Luca Marinelli decisamente sottotono con un potenziale inesplorato. Nei panni di un templare omossessuale, l’attore premiato a Venezia 2019 per Martin Eden non riesce a slegarsi da risvolti narrativi artificiosi e affannati, incapaci di trovare il giusto spazio nell’intreccio. The Old Guard dimostra quindi di essere, con un pizzico di indisciplinata creatività, una storia in grado di allontanarsi da binari già collaudati riuscendo a valorizzare al meglio i suoi maggiori punti di forza lasciando momentaneamente in secondo piano parte del suo potenziale in vista di sviluppi futuri. Immagini tratte da: www.netflix.com
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Marzo 2023
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