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14/10/2018

The Predator di Shane Black: la recensione

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Torna sul grande schermo il predatore alieno e stavolta alla regia troviamo la leggenda degli action movie Shane Black. Avrà trovato la formula perfetta per riportare agli antichi fasti il franchise?
di Salvatore Amoroso
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​Titolo: The Predator                                
Paese di produzione: USA, Canada
Anno: 2018
Durata: 107’
Genere: fantascienza, azione
Regia: Shane Black
Sceneggiatura: Fred Dekker, Shane Black
Produttore: John Davis
Distribuzione: 20th Century Fox
Fotografia: Larry Fong
Montaggio: Harry B. Miller III
Musiche: Henry Jackman
Cast: Boyd Holbrook (Quinn McKenna), Trevante Rhodes (Nebraska Williams), Jacob Tremblay (Rory McKenna), Olivia Munn (Casey Bracket), Sterling K. Brown (Will Traeger), Keegan-Michael Key (Coyle), Thomas Jane (Baxter), Alfie Allen (Lynch). 

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​L'enfant prodige del cinema action anni ’80 Shane Black è tornato a farci respirare quella sana aria scanzonata che si può avvertire solo nei suoi film. Basti pensare alle sue più note sceneggiature come Arma Letale, L’ultimo boy Scout o Last Actiorn Hero per ritornare piacevolmente indietro nel tempo e assaporare quelle sequenze folli, quei dialoghi divertenti e spacconi, quell’azione dal ritmo incalzante che non ti fa staccare gli occhi dallo schermo, insomma il cinema di Shane, quello che lo ha reso celebre e ci ha fatto tanto emozionare. Stavolta il nostro amato beniamino però si è davvero giocato male le sue carte. Nel suo The Predator (reboot o sequel, non è affatto facile definire quest’ennesimo film sul rasta alieno che caccia per sport) non riusciamo a scorgere quella scintilla magica che contraddistingue le sue pellicole.
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​Siamo lontani anni luce da quella giungla impervia dove il  Magg. Dutch Schaefer dovette scontrasi con l’alieno e per sconfiggerlo dovette regredire al livello primitivo, in un duello primordiale battezzato dall’indimenticabile urlo di guerra di Swarzi. Quello era il lontano 1987, alla regia John McTiernan e quel film rimane inarrivabile per bellezza, suspense e contenuti. Quello che non ha il The Predator 2018 di Black. I dialoghi sono i suoi, non c’è dubbio. La satira pungente e sfacciata, suo marchio di fabbrica la si può trovare con facilità ma il mordente no, quello manca. Non basta rimettere insieme un manipolo di soldati, diverso da quello del primo film. Se nell’87 Arnold Schwarzenegger era al comando di un gruppo di militari forti e dannatamente bad ass, qui ci ritroviamo con un gruppo di reietti della peggior specie: psicopatici, matti ma sempre ben addestrati sotto il comando di Quinn McKenna interpretato dal volenteroso Boyd Holbrook, che ce la mette tutta per essere credibile come eroe scaccia alieni, ma purtroppo non ci riesce e questa è una delle grandi pecche del film. 
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Va senza dubbio premiato il tentativo coraggioso del regista che ci ha voluto donare un cinema d’azione ormai dimenticato oggi, ovvero ll cinema action vecchio stampo, che non ha bisogno di dialoghi o intrecci narrativi complicati. Budella in bella vista, esplosioni, effetti speciali, armi gigantesche che appaiono dal nulla, segugi predator (avete capito bene), un manipolo di uomini simile all’A-Team che spara piombo e battute irriverenti a raffica. Tutto il coinvolgente ritmo dei meravigliosi anni ’80 non riesce a salvare The Predator. Potremmo stare ore a ore a discutere della totale assenza di trama e logica nel film ma non è affatto questo il problema.
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​Semplicemente, l’ultimo capitolo di un franchise che già da anni faticava a carburare non riesce a fare breccia nei nostri cuori. Shane cerca disperatamente di aggrapparsi alla sua ironia, mettendo in discussione addirittura l’epiteto del nostro mostro alieno: “Non è un predatore, caccia le sue vittime per il solo piacere di farlo”, battuta alquanto stonata che purtroppo sentiremo spesso durante il proseguio del film. Tenta di inserire il maldestro personaggio interpretato dalla bella Olivia Munn, che risulta assai goffo e fuori contesto, ma purtroppo bisognava strizzare l’occhio pure al movimento MeToo. Zero carisma, zero appeal, nessuna traccia del talento di Shane Black, che avevamo visto recentemente con The Nice Guys, buddy movie irresistibile che purtroppo la critica ha bocciato. Consigliato agli amanti del cinema d’azione ma non agli appassionati della saga, quelli potrebbero rischiare di avere un grande infarto. Con il cuore gonfio di rabbia noi lo bocciamo ma provaci ancora Shane, noi siamo qui ad aspettarti. 
​ Immagini tratte da:
IndieWire
youtube
comingsoon.com
Cinemaniac.com
TheIndianExpress

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