Di Federica Gaspari
Dopo aver detto addio alle sue serie più apprezzate legate al progetto The Defenders, Netflix apre la strada ad un nuovo ambizioso universo di supereroi. L’idea nasce da un fumetto di Gerard Way, cantante dei My Chemical Romance. Questa graphic novel, pubblicata nel 2007, è stata accolta con grande entusiasmo dagli appassionati del genere e nel corso degli anni ha saputo già conquistare lo status di cult. Considerato il grande successo, il percorso di adattamento per il grande schermo ha preso il via già nel lontano 2010 senza però arrivare mai ad una conclusione. Nove anni dopo, quello che è considerato il più grande villain del cinema ha utilizzato tutti i suoi superpoteri per dare vita a The Umbrella Academy. Dal 15 febbraio scorso, infatti, i dieci episodi della prima stagione sono disponibili nel catalogo Netflix. 43 bambini di ogni provenienza nascono la notte del 1° ottobre 1989. A prima vista questo evento potrebbe sembrare un avvenimento degno di poca nota se non fosse per il fatto che tutti questi bambini siano stati adottati dal professore Reginald Hargreeves (Colm Feore), esuberante e facoltosa personalità statunitense. I ragazzi, sotto la guida del loro mentore, scopriranno di avere poteri e sei di loro formeranno la The Umbrella Academy, una squadra di supereroi. Diversi anni dopo le loro prime missioni, i fratelli Hargreeves si riuniranno in occasione della morte di Reginald e dovranno fare i conti su un nuovo mistero che riguarda le loro vite. Dopo la grande campagna promozionale riservata a questa produzione, le aspettative erano inevitabilmente altissime. In un panorama televisivo sovrappopolato di show sui supereroi serviva ben più di uno spunto di partenza interessante e curioso per lasciare il segno negli occhi e, soprattutto, nel cuore del pubblico. The Umbrella Academy, con le sue prime puntate non sembra distinguersi dalla massa proprio come i suoi protagonisti: un’apparenza discreta a metà tra Watchman e X-Men, un potenziale inespresso e una totale assenza di interesse per il futuro. Se si sceglie di premere stop e di non dare una possibilità a questa squadra di squattrinati supereroi, l’ultima serie della scuderia Netflix rimarrà per sempre un banale esperimento tele-comic tra i tanti. Se, invece, si sceglie di continuare nella visione, lo show saprà catturare sfoderando i suoi migliori superpoteri: un cast eterogeneo e convincente e una colonna sonora spettacolare in grado di reggere l’evoluzione della storia. Non mancano alcuni buchi di sceneggiatura che, tuttavia, sembrano essere giustificati dal progetto di una seconda stagione che, senza alcun dubbio, andrà ad approfondire ancor di più le psicologie di questi personaggi complessi. Tra questi svetta Ellen Page nei panni di Vanya, l’unica tra i fratelli che, apparentemente, non sembra avere alcun potere. Il suo personaggio, ancora più efficacemente di quelli dei colleghi, riflette sulle difficoltà della normalità, il peso delle aspettative non ripagate e, infine, sulla capacità di affrontare e comprendere le proprie attitudini, anche le più incontrollabili. Si tratta di un percorso di tentativi ed errori. La famiglia Hargreeves lo sa bene. Solo così, però, si può cercare la versione migliore di se stessi. Sicuri, però, che quel finale sia il migliore dei possibili? Immagini tratte da: www.imdb.com www.thejakartapost.com www.seventeen.com
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Giugno 2023
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