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5/1/2020

Tolo Tolo: la recensione

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di Salvatore Amoroso
La recensione di Tolo Tolo: il nuovo film di e con Checco Zalone, che parla di immigrati, è molto più diretto e coraggioso degli altri.
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Data di uscita: 1 Gennaio 2020                     
Genere: Commedia
Anno: 2020
Regia: Luca Pasquale Medici
Attori: Luca Pasquale Medici(Pierfrancesco "Checco" Zalone); Souleymane Sylla(Oumar); Manda Touré(Idjaba); Nassor Said Birya(Doudou)
Sceneggiatura: Luca Pasquale Medici, Paolo Virzì
Fotografia: Fabio Zamarion
Montaggio: Pietro Morana
Musiche: Checco Zalone con Antonio Iammarino e Giuseppe Saponari
Produzione: Medusa Film, Taodue
Distribuzione: Medusa Film
Paese: Italia
Durata: 90 min.​

​Tolo Tolo, quinto film del poliedrico artista pugliese ma primo senza Gennaro Nunziante al timone, è appena uscito ufficialmente nella sale del Bel Paese ma ha già fatto discutere con la canzone Immigrato. Ciononostante, l'obiettivo del film resta invariato: sfruttare la sorniona indole del suo protagonista per mettere in scena una storia che, tra problemi fiscali e immigrazione, si destreggia attraverso un viaggio dai contorni tanto contemporanei quanto pericolosi. Bissare i successi al botteghino delle produzioni precedenti, a distanza di quattro anni dall'ultima apparizione sul grande schermo, è l'altro traguardo che il duo Zalone-Virzì vuole raggiungere. L’autorevole Virzì ha dato il la al soggetto.
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​La trama che fa da sfondo alle peripezie dei protagonisti è semplice, ma non per questo banale. Dopo il fiasco del business Murgia&Sushi in quel di Spinazzola e una valanga di relativi debiti sul groppone appioppati senza pietà ai soci-famigliari pignorati e inviperiti, Checco Zalone si rifugia in Africa con la speranza di poter “continuare a sognare”. Qui, dopo una parentesi come cameriere presso un resort e dopo aver conosciuto il cinefilo Oumar, la bella  Idjaba e Doudou, una piccola star d’ebano dai grandi occhi che ridono, la situazione precipita nuovamente, perché la guerra colpisce all’improvviso questo angolo di paradiso. Inizia quindi un viaggio che, tra la serietà delle vicende narrate e il consueto umorismo misto a cinismo con cui Checco si fa costantemente e con nonchalance beffe di ciò che lo circonda, riporterà lo sconclusionato gruppo nuovamente in Italia, concludendo così l’odissea. Di quando in quando il film diventa musical, lasciando a note e testi zaloniani il compito di aiutare lo spettatore nell’interpretazione di quanto accade su schermo.
Pur restando fedele al proprio modus operandi e al proprio "approccio al contrario" ai problemi che affliggono l’Italia (evidenziare i paradossi di una società attraverso un uomo in cui grottesco e becero sono talmente estremi da sembrare qualità), Zalone questa volta ha dato vita con Tolo Tolo a un racconto in cui si ride meno sguaiatamente rispetto al passato, ma che nasconde anche un’umanità differente. Questa sensibilità si lascia scorgere sotto il solito manto di gag che non risparmiano nessuno e le molte prese in giro verso un Occidente più attento a non restare mai privo di crema anti-rughe piuttosto che al prossimo, fregandosene delle conseguenze e mostrando quanto di Zalone ci sia nel film.
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​Nonostante le polemiche cui accennavamo poco sopra, ogni occasione in Tolo Tolo sembra semplicemente quella giusta per prendere per i fondelli qualcuno. L’esempio perfetto è il sempliciotto che, parallelamente agli eventi che travolgono Checco e i suoi amici, senza alcun merito o capacità intellettuale, scala le gerarchie politico-governative fino ad arrivare a ricoprire una carica di rilievo nella Commissione Europea. Durante i novanta minuti della proiezione non mancano inoltre citazioni e omaggi audio-visivi d'altri tempi, colpi di scena oppure momenti in cui si scimmiotta Mussolini o si paragona il fascismo alla candida, definendolo un batterio che ognuno di noi cela in sé e che, in determinate circostanze, può manifestarsi; a Checco gliel'ha attaccato lo zio, pare.
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​Tolo Tolo (che significa Solo Solo) è un film coraggioso, un tentativo apprezzabile di mostrare con leggerezza la fuga dalla guerra senza però dipingere il viaggio della speranza come una crociera all inclusive. Ci sono le carceri, le armi e i momenti pericolosi, ma pure battute, la bellezza di luoghi e personaggi esotici, un’Italia che ne esce dipinta meno bella di quello che si può pensare guardandola dalle sponde africane e un protagonista che, circondato da etnie diverse, catalizza ancora di più l’attenzione. Probabilmente, tra un sorriso e magari una riflessione, gli spettatori scopriranno una volta di più la versatilità di questo (a suo modo) eclettico artista, stavolta un po’ più schierato.
Immagini tratte da:
Locandina: MyMovies
Immagine1: IlTempo
Immagine2: LaStampa
Immagine3: LaScimmiaPensa.com

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