di Federica Gaspari ![]() Data uscita: 29 marzo 2017 Genere: drammatico, biografico, sportivo, commedia Anno: 2017 Regia: Craig Gillespie Cast: Margot Robbie, Sebastian Stan, Allison Janney, Julianne Nicholson, Paul Walter Hauser, Bobby Cannavale, Caitlin Carver Sceneggiatura: Steven Rogers Fotografia: Nicolas Karakatsanis Montaggio: John Axelrad, Lee Haugen Colonna Sonora: Tatiana S. Riegel Produzione: LuckyChap Entertainment, Clubhouse Pictures Distribuzione: Lucky Red Paese: USA Durata: 121’ Stati Uniti d’America: terra di sogni e speranze, di ideali e impegni. L’American Dream ha da sempre trovato terreno fertile nel mondo dello sport, un vero culto a stelle e strisce – e non solo! - capace di incoronare eroi elevandoli a modelli di vita con la stessa facilità con cui è in grado di condannare cattivi esempi. È uno scenario di forti contrasti, in cui tutto è o bianco o nero senza alcuna possibile sfumatura. A questo consolidato immaginario appartiene anche la discussa parabola della pattinatrice artistica Tonya Harding che, nel tempo di un triplo axel, è passata dall’essere un talento inarrestabile all’essere una pericolosa figura contraria a ogni principio sportivo. La storia che la vede protagonista, tra risvolti al limite dell’assurdo e problematiche da non sottovalutare, è stata nuovamente raccontata dal biopic Tonya, un film semplice ma coraggioso nella sua esuberanza che lo distingue dai più canonici predecessori. La regia dell’australiano Craig Gillespie porta il grande pubblico al tramonto degli anni Ottanta per ripercorrere i primi passi di Tonya (Margot Robbie) sull’ice rink e la sua scalata verso il successo nell’ambiente del pattinaggio, tra esibizioni eleganti nella loro incredibile potenza. Tutto questo è avvenuto sotto l’attento e severo sguardo di LaVona (Allison Janney), una madre esigente, a tratti violenta, che ha trasformato la carriera da vincente dell’unica figlia nella sua missione di vita. Tra episodi crudeli e svolte grottesche, l’ascesa di Tonya si è interrotta bruscamente nel 1994, quando la sua rivale di sempre, Nancy Kerrigan (Caitlin Carver), rimase vittima di una brutale aggressione che mise in dubbio la sua partecipazione alle Olimpiadi di Lillehammer. La Harding finì così al centro di un caso mediatico che, ancora oggi, accende ferventi discussioni. Strano che questo scottante materiale sia diventato una preziosa risorsa cinematografica solo nel 2017. Perché? Una storia insolita ha bisogno di una regia e di un cast valido, appassionato e pronto a mettersi in discussione con una narrazione fuori dagli schemi. Serviva il giusto pizzico di irriverenza che hanno saputo fornire interpreti frizzanti che rimangono impressi nella mente tra finte interviste ricreate ad hoc e dinamiche sequenze oltre la quarta parete. Margot Robbie, nei panni della protagonista e al suo primo film da produttrice, porta in scena tutte le contraddizioni di uno sport e di una nazione con un’interpretazione che dimostra finalmente il suo talento che, senza dubbio, saprà regalare altri ottimi film nei prossimi anni. Allison Janney, premiata giustamente con un Oscar, è semplicemente strepitosa nel difficile ruolo di LaVona: l’interprete riesce a portare sul grande schermo un personaggio estremo senza ricadere nella banale caricatura. É, invece, inaspettata l’ottima performance di Sebastian Stan, attore ultimamente a suo agio nel mondo dei cine-comic. É suo il volto di Jeff Gillooly, marito di Tonya e mandante dell’aggressione alla Kerrigan. Il suo violento e complesso rapporto con l’atleta affronta problematiche delicate e attuali che non vanno trascurate mentre si esplora la controversa figura della Harding. “America… Loro vogliono qualcuno da amare, loro vogliono qualcuno da odiare!” Tonya è il perfetto esempio di come sia possibile, con pochi ma cruciali elementi, portare una briosa ventata di aria fresca in un genere cinematografico fortemente segnato da lunghe e rigide tradizioni. La pellicola, tuttavia, non trascura tematiche importanti che superano la singola realtà della Harding. Nascono così spontaneamente riflessioni sulla violenza e sul diritto di trovare autonomamente la propria strada nel mondo. A visione conclusa, forse, si potrà tornare a osservare la realtà con le sue naturali sfumature, priva delle rigorose etichette che spesso vengono imposte. Immagini tratte da: Immagine 1: https://www.comingsoon.it Immagine 2: www.nonsolocinema.com Immagine 3: www.vulture.com Immagine 4: www.statecinema.com.au Immagine 5: www.latimes.com
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Marzo 2023
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