Il cinema Arsenale ha voluto celebrare nei giorni passati, dal 4 al 6 aprile, la tessera associativa 2016 con la proiezione di “Hitchcock/Truffaut”, film documentario di Kent Jones. La pellicola narra la conversazione tra i due grandi maestri avvenuta nel 1962, che è stata d’ ispirazione per il libro di François Truffaut Il cinema secondo Hitchcock del 1966.
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Il libro è considerato un manuale indispensabile per chiunque voglia approcciarsi al mondo del cinema; scritto in forma di dialogo, è formato inizialmente da 15 capitoli, a cui Truffaut ne aggiunse un altro dopo la morte di Hitchcock.
Il film unisce parte di immagini e audio originali e contributi di grandi autori contemporanei, come Martin Scorsese, David Fincher, Wes Anderson e Peter Bogdanovich. Ogni sera un’ospite d’eccezione ha introdotto la proiezione: lunedì 4 aprile lo scrittore Marco Malvaldi (purtroppo assente per motivi personali) è stato intervistato in diretta telefonica dal giornalista Fabio Canessa; martedì 5 aprile è stata la volta del regista e critico Italo Moscati; a chiuso l’evento mercoledì 6 aprile il professore Maurizio Ambrosini, docente di Storia e critica del cinema dell’ Università di Pisa. Proprio quest’ultimo ci ha spiegato in modo approfondito il legame tra i due grandi autori. Il loro primo incontro si ha nel 1955 durante le riprese di “Caccia al ladro”.
In quel periodo Hitchcock era ritenuto dai suoi contemporanei un grande sceneggiatore, un artigiano, un tecnico dotato di grande abilità, ma non un autore. Il suo cinema era considerato principalmente commerciale: attirava il pubblico, ma aveva poca sostanza.
Truffaut e gli altri componenti del Cahiers du cinéma rovesciarono completamente quest’idea, vedendo in Hitchcock uno degli autori che più aveva riflettuto sul significato di “fare cinema”. Truffaut inoltre, era fermamente convinto che gli autori che avevano fatto il loro ingresso sulla scena con il cinema muto fossero messaggeri di un segreto che sarebbe andato perduto alla loro morte e che i successori non avrebbero potuto sperimentare. È l’urgenza di trasmettere, tramandare questo segreto che spinge Truffaut a intervistare Hitchcock. Ed è durante quell’intervista che Truffaut mostra la grandezza dei Hitchcock: come questi avesse colto la verità profonda all'interno della creazione di un mondo finzionale, dove aveva sempre tenuto presente l’importante funzione del pubblico. La sua capacità d catturare lo spettatore, anche con i metodi più bassi, gli ha permesso di gestirne le emozioni. Nei film di Hitchcock è forte infatti la costruzione degli schemi, visivi, percettivi ed emotivi che lo spettatore prova; si ha una doppia percorribilità del film: da narratore a spettatore e viceversa.
Proprio queste idee hanno permesso la nascita dell’analisi del film. Ci è chiara ora l’importanza della conversazione tra i due autori e del volume che ne è scaturito. Consigliamo assolutamente la visione di questo film! Buona visione!
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Giugno 2023
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