David Lynch ha detto addio al cinema con l'ultima pellicola "Inland Empire" (2006). Ma, seppur Twin Peaks sia da sempre stata pensata e realizzata per la televisione (nello specifico il canale Showtime), il suo ritorno a oltre venticinque anni di distanza per i tempi e i modi in cui si svolge non rispetta i parametri canonici del genere della serie Tv. Chi conosce Lynch e le prime due stagioni di Twin Peaks, o anche abbia visto soltanto uno dei suoi film, non rimane stupito più di tanto dall'ennesima carismatica sperimentazione da parte di un artista a tutto tondo, che anche nella musica e nella fotografia ha affondato un'impronta personale e "artigianale". Per riprendere il filo di un discorso lasciato in sospeso nei primi anni '90 al termine di due stagioni (perfetta la prima, esagerata tanto nei tempi quanto nei contenuti la seconda), all'alba del suo settimo decennio il regista compone in 90' minuti di riprese un mosaico tra passato e presente, tra recupero di tasselli dei suoi lavori passati e omaggi a opere altrui. In tale direzione, ritroviamo all'interno dei due episodi di apertura di Twin Peaks 3 intitolati per l'appunto "The Return" l'agente speciale Dale Cooper e Laura Palmer all'interno della stanza dalle tende rosse della Loggia Nera. Incontriamo di nuovo, tra le colline e i boschi della cittadina al confine col Canada, il vice-sceriffo Hawk, la segretaria Lucy e il marito Handy. Non mancano neanche Benny Horne e il fratello, e soprattutto Shelly e James di sera al Bang Bang Bar in uno scambio di sguardi neppure così shockante per entrambi. Nella scena del locale notturno infatti, al termine della seconda puntata, si compie con successo un incontro tra il vecchio e il nuovo, cementificato da giovani che accompagnano Shelly e James, e dalla performance sul palco della bionda cantante dei Chromatics, gruppo di tendenza attuale, che eredita il pesante scettro di Julee Cruise, rimettendo in circolazione esclusive atmosfere mai sopite. Le medesime che la storica sigla dipinta dal nostro Angelo Badalamenti ripropone a inizio puntata, ma non più scorrendo calma da sottofondo alla panoramica delle bellezze naturali e dei luoghi cardine di Twin Peaks e della sua trama. Lynch stavolta da spazio soltanto a una distesa d'acqua e cielo liscia e continua, in un connubio di lentezza e monocromaticità che aumenta l'attesa per quanto succederà. Detto della ricomparsa di alcuni personaggi storici, l'aspetto più rilevante trasmesso da Lynch all'esordio consiste nella soluzione della lotta tra l'agente Cooper e il potentissimo spirito BOB con cui il 1991 si concludeva e innescava maledizioni da parte di una generazione. BOB impossessatosi di Cooper nel mondo reale, e venti anni dopo ancora lì, nel corpo di un Cooper coi capelli lunghi e l'abbigliamento da motociclista, di mestiere killer. Il vero Cooper ancora intrappolato tra le secrete della Loggia Nera, a colloquio con il gigante e Laura Palmer e il loro disturbante linguaggio al contrario. Il vero Cooper che riceve da Laura la notizia di poter tornare al mondo reale, quasi dopo aver scontato la pena di aver voluto affrontare troppo ingenuamente un'altra dimensione. Ma non sembrano ancora esserci le condizioni per andare, anche perchè BOB non ha alcuna intenzione di intraprendere il percorso opposto. Accennato alle novità, in termini di personaggi, di trame, di ambientazioni. New York City. Notte, una passerella al di sopra dei grattacieli della Grande Mela, il dettaglio all'interno di un grattacielo qualunque. Un ragazzo seduto su un elegante divano che fissa una scatola di vetro grande e singolare. Singolare perchè al centro della scatola si trova un buco che si affaccia direttamente sullo sfondo della città. Un'apertura da cui un altro "custode" precedente ha visto fuoriuscire qualcosa di assolutamente spaventoso, di poco comprensibile, di terribile se di fronte a sè avverte il profumo di proibito. Una visione nera, un fumo nero alla "Lost", nel quale taluni hanno individuato una donna. Non è possibile stabilire con precisione cosa si sia inventato Lynch, cosa gli sia saltato in mente, quando per mano di questa "cosa" viene consumato uno dei delitti più efferati che egli abbia mai costruito. South Dakota. In un contesto che ricorda tanto "Fargo" dei Fratelli Coen, una smemorata signora grassottella chiama la polizia perchè non vede da tre giorni la sua vicina. E soprattutto perchè sente una puzza nauseabonda arrivare dalla sua porta. La proprietaria, la bibliotecaria Ruth Rosenthal, giace infatti morta tra le lenzuola. Ma non ha il corpo intatto, non è solo Ruth Rosenthal a occupare il letto, e le mura della sua camera da letto sono piene delle impronte del popolare preside Bill Hastings. Che sostiene di non aver mai messo piede in quella stanza, ma di aver sognato il giorno prima di ammazzare la bibliotecaria. Un rewind di Leland che posseduto da BOB uccideva sua figlia Laura Palmer. Alcuni incastri che cominciano a quadrare. Ma anche l'apparizione occulta di un demone col volto di un "Bronzo di Riace" in una cella accanto a quella del malcapitato Hastings. Dubbi, ancora sospensione di giudizio. Fili che si annodano, altri che si dividono, o vanno per proprio conto. Chissà se i 18 episodi che comporanno la serie daranno tutte le risposte necessarie. Oppure ci sarà bisogno di aspettare, di ricorrere a un libro come "Le Vite Segrete di Twin Peaks", tra le cui pagine il co-sceneggiatore Mark Frost ha svelato numerosi enigmi irrisolti al termine della seconda stagione. "Un film di 18 ore", il testamento di David Lynch? Immagini tratte da - ilpost.it
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Maggio 2023
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