di Federica Gaspari ![]() Titolo originale: Another Round Genere: drammatico, commedia Anno: 2020 Regia: Thomas Vinterberg Attori: Mads Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Magnus Millang, Lars Ranthe, Maria Bonnevie, Helene Reingaard Neumann Sceneggiatura: Tobias Lindholm, Thomas Vinterberg Fotografia: Sturla Brandth Grovlen Produzione: Zentropa Entertainments, Film i Vast, Zentropa Sweden, Topkapi Films, Zentropa Netherlands Paese: Danimarca, Svezia, Paesi Bassi Durata: 117 min Dopo il mancato trionfo all’edizione 2012 degli Academy Awards, Thomas Vinterberg è tornato sotto le luci della ribalta con il suo ultimo film capace di conquistare i più prestigiosi riconoscimenti festivalieri del 2020 – nelle manifestazioni che hanno potuto aver luogo – con una cavalcata che ha portato all’ottenimento dell’Oscar per la migliore pellicola internazionale. Con Un altro giro, il regista danese ha finalmente convinto tutti ritrovando, dopo alcuni mezzi passi falsi, uno spirito creativo pungente e irriverente capace di lasciare il segno. Il film, dopo il successo della stagione dei grandi premi, è arrivato finalmente anche nelle sale italiane dallo scorso 20 maggio. Discussa e fuori dagli schemi, questa creatura cinematografica è indubbiamente tra le migliori proposte per tornare, ancora una volta, a meravigliarsi davanti al grande schermo con storie ispirate. Lo psichiatra norvegese Finn Skarderud è divenuto noto all’interno della comunità scientifica internazionale per le sue eccentriche teorie in merito alla necessità biologica per il corpo umano di un costante 0,05% di livello di alcool nel sangue per poter sfruttare al meglio le proprie capacità. Una formulazione così estrema risulterebbe tanto curiosa quanto folle per chiunque ma non per i quattro protagonisti, un gruppo di professori delle superiori che, annoiati dalla loro quotidianità, decidono di accettare questa sfida cambiando radicalmente il loro stile di vita. Sguardo e interprete del cambiamento è principalmente Martin (Mads Mikkelsen), insegnante di storia che con questa scommessa alcolica vedrà trasformarsi drasticamente sia il suo rapporto con gli studenti che le sue relazioni familiari. Il sodalizio artistico tra Vinterberg e Mikkelsen si rinnova e si evolve in entrambe le sue componenti. Da una parte si riscopre un cineasta che sin dalle origini di Dogma 95 cerca di infrangere regole e stilemi, gioca magistralmente come mai prima d’ora con i toni della commedia e le sfumature più eccentriche del dramma tragico, rimanendo costantemente in bilico tra credibile e assurdo in una messa in scena in stato di ebbrezza. Davanti alla macchina da presa, invece, il più quotato attore danese di fama internazionale dimostra, ancora una volta, di saper cogliere le emozioni più sottili e umane dell’animo di un protagonista in piena crisi di idee, sogni, ambizioni e capacità. Mikkelsen, con una prova incredibile, è assoluto protagonista, ennesima incarnazione di un talento versatile in grado di mettersi sempre in discussione, sia nel cinema d’autore che in quello più commerciale senza mai trascurare i dettagli. Questa iniziale lunga riflessione sulla piaga dell’alcolismo, sull’illusione della soluzione semplice a problemi personali complessi e sull’effimera euforia inebriante in grado di far dimenticare le incantevoli complessità della quotidianità, tuttavia, nella seconda parte del film, per chi accetta la sfida di andare oltre la superficie, si trasforma in uno splendido inno alla vita. Il messaggio nella sua disarmante semplicità, nonostante qualche lungaggine prima del gran finale, celebra le piccole sfide di ogni giorno, la capacità di accettare sconfitte, delusioni e perdite. Quella chiusura, così esplosiva e coinvolgente sulle note di What A Life di Scarlet Pleasure, diventa allora il perfetto epilogo per un film da vedere assolutamente in sala per assaporare tutta la poesia di questo racconto. Immagini tratte da: www,medusa.it www.moviesinspired.it
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Marzo 2023
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