![]() GENERE: Drammatico ANNO: 1966 REGIA: Claude Lelouch ATTORI: Anouk Aimée, Jean-Louis Trintignant, Pierre Barouh, Valérie Lagrange, Simone Paris, Souad Amidou, Yane Barry, Henri Chemin, Paul Le Person, Antoine Sire, Gerard Sire SCENEGGIATURA: Claude Lelouch, Pierre Uytterhoeven FOTOGRAFIA: Patrice Pouget, Claude Lelouch MONTAGGIO: Claude Barrois, Claude Lelouch MUSICHE: Francis Lai PRODUZIONE: CLAUDE LELOUCH PER 'LES FILMS 13' DISTRIBUZIONE: DEAR UA - WARNER HOME VIDEO PAESE: Francia DURATA: 107 Min FORMATO: TECHNICOLOR Un incontro fortuito tra un uomo e una donna e il progressivo crescere dell’intesa e dell’attrazione. Un uomo e una donna (1966) è un film dalla trama molto semplice e lineare, realizzato con delle tecniche compositive che fanno di esso un vero e proprio gioiello della filmografia francese, vincitore del Premio Oscar, del Golden Globe come Miglior Film Straniero 1967 e della Palma D’Oro a Cannes, il migliore tra quelli la cui regia è targata Claude Lelouch. Anne (A. Aimée) e Jean-Louis (J-L. Trintignant) sono giovani ed entrambi vedovi, i rispettivi figli frequentano lo stesso collegio a Deauville. Anne, una volta accompagnata la figlia, perde il treno per tornare a Parigi e incontra così Jean-Louis che si offre di portarla a casa. Una Ford Mustang in corsa sotto la pioggia, due sconosciuti che si raccontano l’un l’altro e tra cui comincia a crearsi, nonostante un po’ di iniziale imbarazzo, una strana complicità che li fa ridere senza ragione ascoltando le canzoni di Edith Piaf alla radio. L’ utilizzo dei flashback risponde all’esigenza di spiegare il passato dei due: è attraverso l’ausilio di questa tecnica che comprendiamo che Anne è vedova, che è una giovane segretaria di edizione e che il marito era uno stuntman, così come per Jean-Louis, del quale comprendiamo che è un pilota d’auto, la cui moglie si è tolta la vita credendolo morto dopo un incidente. Un’assorta Anne pensa l’uomo che da poco conosce, coprendosi col bavero del cappotto un sorriso sognante e imbarazzato, mentre Jean-Louis, che fa un lunghissimo viaggio in auto per vederla, parla tra sè e sè, pensando a come comportarsi con la donna che per telegramma aveva avuto il coraggio di dirgli che lo amava. Lelouch riesce a cogliere scorci umani e delicati di puro e- se vogliamo -banale sentimentalismo, ma lo fa con uno stile che riscatta la semplicità dei contenuti. E’ l’atmosfera che pervade la pellicola che diventa un importante elemento espressivo, dove musiche e colori giocano un ruolo determinante al fascino della pellicola. La seducenti voci di Nicole Croisille e Pierre Baruch in Plus fort que nous accompagnano la sequenza della gita con i bambini a bordo di una piccola barca, in un gioco di sguardi, sorrisi e risate che avvicinano irresistibilmente i due giovani genitori, sullo sfondo azzurro del cielo e del mare di dicembre. E’ veramente difficile rimanere emotivamente distanti dalla vicenda che è avvolta dalle ammalianti note delle musiche di Francis Lai, che firma anche Un homme et une femme, colonna sonora poi diventata famosissima. Un uomo e una donna risente d’atmosfera della coeva Nouvelle Vague pur indirizzandosi verso un’analisi psicologica che su di un ritratto oggettivo della realtà (come accadeva nel cinema di Godard), in cui la regia di Lelouch esalta le capacità espressive della malinconica Aimée e dell’affascinante Trintignant , ma dove pure sono in gioco una serie di accorgimenti stilistici, tra i quali i colori, che amplificano la capacità evocativa delle immagini e compartecipano allo stato d’animo dei protagonisti. Anche per via della mancanza di budget, è stato privilegiato il bianco e nero nei momenti di maggiore tensione, il colore nei momenti felici e d’idillio, nonostante la dicotomia non sia così netta. Lelouch inoltre apre scorci inusuali, specie all’interno dei flashback, sui mondi dei due protagonisti, mostrando il set cinematografico dove lavoravano Anne e il marito, la pista automobilistica e le macchine da corsa su cui gareggia Jean-Louis, stemperando così la focalizzazione monolitica sulla vicenda amorosa. Il tutto è reso più accattivate tramite il sapiente uso delle tecniche compositive e di montaggio di presa diretta e di camera a mano. Il finale del film non è scontato, rimane aperto e vale la pena, anche a distanza di più di cinquanta anni, immergersi nel mondo poetico e intrigante di Anne e Jean-Louis, lontano eppure così vicino, così umano. Immagini tratte da:
Immagine 0: locandina, movie player.it Immagine 1: agpress.it Immagine 2: da wikipedia Italia,voce Cinema, Pubblico dominio Immagine 3: intitutfrancais-firenze.com Immagine 4: filmscoop.org
0 Commenti
Lascia una Risposta. |
Details
Archivi
Marzo 2023
Categorie |