Di Federica Gaspari ![]() Genere: drammatico, sportivo, biografico Anno: 2021 Regia: Reinaldo Marcus Green Cast: Will Smith, Aunjanue Ellis, Saniyya Sidney, Demi Singleton, Tony Goldwyn, Jon Bernthal, Andy Bean, Kevin Dunn, Craig Tate, Dylan McDermott, Susie Abromeit, Noah Bean Sceneggiatura: Zach Baylin Fotografia: Robert Elswit Montaggio: Pamela Martin Produzione: Star Thrower Entertainment, Warner Bros., Westbrook Studios Paese: Stati Uniti Durata: 144 min Dagli inizi di settembre serpeggia nell’aria la sensazione che questa Award Season avrà un grande protagonista, un attore che è considerato come una delle grandi star degli anni Duemila che da tempo cerca la definitiva affermazione anche nel “cinema dei premi”. L’ultima edizione del Telluride Film Festival ha infatti portato al centro della scena Will Smith che, a giudicare dall’accoglienza riservata al suo ultimo lavoro, King Richard, sembra finalmente avere tutte le carte in regola per conquistare un Oscar dopo le candidature a vuoto per Alì nel 2001 e La ricerca della felicità nel 2006. Una nuova interpretazione di una figura realmente esistita riuscirà finalmente a spezzare la maledizione delle statuette mancate? Richard Williams (Will Smith) è più che determinato a rendere immortali i nomi delle sue due figlie, Venus (Saniyya Sidney) e Serena (Demi Singleton). Prima ancora della loro nascita, infatti, l’uomo, tra testardaggine e ossessione, ha scritto un piano per loro, pianificando ogni singolo dettaglio per la scalata al successo nel mondo del tennis. Allenandosi sui campi della periferia di Compton, Richard plasma l'impegno irremovibile e la preparazione mentale delle ragazze. Insieme, la famiglia Williams sfida ogni ostacolo, confrontandosi con un universo pronto a essere rivoluzionate. Tennis come metafora di vita e società, con le sue discriminazioni sistemiche sotto gli occhi di tutti dall’alba dei tempi (anche nella recente attualità): King Richard, pur senza una sceneggiatura o una regia particolarmente esaltante, riesce a mettere in luce tutte queste contraddizioni come mai prima d’ora – Battle of Sexes si accartocciava su se stesso proprio quando poteva affondare il colpo decisivo – e trova una delle migliori interpretazioni di Will Smith, imbolsito, viscerale e allo stesso tempo terrificante nelle sue ossessioni mai nascoste nel corso del film. Il suo Richard Williams, tra caricatura e personaggio problematico, è il riflesso di una cieca ossessione che, intelligentemente, non viene costantemente ritratta con banalità, come puro amore per il futuro delle figlie. Al contrario, invece, il film pone sapientemente l’accento su alcune scene che si interrogano su quali siano, in realtà, i veri sogni delle due figli. Nella figura di questo padre sempre presente sui campi durante gli allenamenti o in secondo piano in ogni prova delle figlie è racchiusa tutta l’ambiguità del desiderio di riscatto, della cieca voglia di rivalsa anche su un sistema e un ambiente che non ha mai dato possibilità a chi già in precedenza ne faceva parte. La semplice bellezza di un film come quello diretto da Reinaldo Marcus Green non è però da ricercare nelle sue singole parti bensì nell’armonia della sua intera composizione finale. Nel suo essere d’ispirazione, vivace e luminoso, King Richard trova anche sfumature di un illustre feel-good movie come Little Miss Sunshine, rielaborandone le dinamiche familiari in un contesto ancora più ampio che include riflessioni proprio sul significato che l’affermazione di due giovani ragazze, Venus prima e Serena poi, ha avuto per un’intera comunità. A sorreggere il gran finale che sottolinea proprio questo aspetto si presenta, infine, lo splendido brano originale Be Alive firmato e interpretato da Beyonce che dovrebbe assicurarsi una meritata candidatura in ogni cerimonia dell’Award Season.
In un crescendo di emozioni, la durata apparentemente eccessiva del film scorre invece gradevolmente, regalando a fine visione la sensazione di aver vissuto – almeno per un paio d’ore – un pizzico della storia delle sorelle Williams a pochi passi dal campo da gioco, assaporandone soprattutto la tenacia e la determinazione indubbiamente legata anche all’eccentricità delle scelte del padre. Immagini tratte da: www.themoviedb.org www.polygon.com www.vanityfair.com
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Marzo 2023
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