di Matelda Giachi
Unposted: un titolo che è una promessa. La promessa di rivelare qualcosa che la donna più social del pianeta non abbia ancora condiviso sui suoi account.
Che piaccia o non piaccia Chiara Ferragni ha rivoluzionato il mondo della moda, creato un impero che non smette di crescere e ad accoglierla alla Biennale a Venezia vi erano più persone che ad attendere quel noto manzo e bravissimo attore di Jude Law, alla Mostra per presentare la seconda stagione di The New Pope, assieme al regista Paolo Sorrentino. Peccato però che, diversamente da quanto annunciato, Unposted non riveli nulla che Wikipedia non dica già. Altro non è che la bella copia del profilo instagram di Chiara. L’ottima regia è infatti l’unica cosa degna di nota ed il nome di Elisa Amoruso è già appuntato nel taccuino delle persone promettenti. L’occhio della regista segue la protagonista nel retroscena di alcuni dei suoi momenti e scatti più famosi, dalle prime foto su The Blonde Salad fino al matrimonio con Fedez e alla nascita del figlio Leone. Vediamo come la fashion blogger prepara le foto da pubblicare sul suo profilo, l’interazione (ma non il lavoro) col suo team. Tra un fotogramma e l’altro lei si racconta e viene raccontata. Si parla di Chiara e se ne parla bene, come ci si aspettava o si temeva, dal momento che il documentario è autoprodotto. Una raccolta di banalità zuccherose che potrebbero tranquillamente aver visto Fabio Volo alla sceneggiatura. Alle interviste si alternano estratti di filmini d’infanzia girati da mamma Marina. L’espediente è funzionale a conferire una sensazione di vicinanza per il pubblico con l’ormai celebrity tramite qualcosa che tutti abbiamo vissuto: l’infanzia. Ed è qualcosa che ci fa quella che forse è l’unica vera rivelazione del documentario e cioè che Chiara Ferragni, davanti a un obiettivo, c’è nata e cresciuta. Da cui la sua nota spigliatezza. Tutto ciò che invece poteva essere interessante è stato solo accennato. Sul rapporto con gli haters, il più grande e problematico effetto collaterale dei social o sull’impatto del divorzio dei genitori, si limita a dire che “è stato difficile”. Grazie, Chiara, grazie. La questione si fa ancora più spinosa quando entra in ballo il nome di Riccardo Pozzoli, che non ci fa una gran figura. Eppure, persone che ai tempi hanno incontrato la coppia, senza far parte della cerchia di nessuno dei due, hanno solo belle parole per l’ex della Ferragni. Del resto nessuno è stato chiamato a dare la sua versione dei fatti perché non si è mai voluto essere super partes. “Dovete credere in voi stessi” per realizzare i vostri sogni, è il messaggio che Chiara ripete nel documentario. Tutto molto giusto, è il fondamento per arrivare ovunque nella vita. Ma l’insistenza eccessiva sul suo essersi fatta da sola quando sono evidenti un’ottima stabilità economica e il supporto di tanti come base di partenza, finisce per essere velata di ipocrisia. Tutti vogliono essere come Chiara, ne imitano lo stile, non cercano il proprio. La sala era gremita di tante anonime Chiara wannabe. L’imitazione ha sempre fatto parte del processo di ricerca della propria identità ma ha assunto proporzioni incontenibili e inquietanti. A uscirne meglio alla fine è Fedez, che è quello che si prende meno sul serio e l’unico a dire qualcosa di intelligente quando spiega la scelta opinabile ma comunque non campata per aria di esibire il figlio sui social. In fondo, anche la figlia di Cliomakeup è una principessa di instagram. Un’ora e mezzo di vita e ne sappiamo quanto prima. Voto: 5 (per stima alla regista)
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Immagini tratte da:
www.ciakclub.it www.mondofox.it www.informazione.it www.elle.com
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Marzo 2023
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