Riuscire a mantenere intatta la qualità di un prodotto che ha saputo continuamente sorprendere milioni di appassionati non è impresa semplice. Dopo due stagioni animate da riflessioni filosofiche non banali e da svolte esplosive, Westworld ha scelto di cambiare nettamente direzione puntando verso orizzonti insoliti per la serie. Il ciclo di nuovi episodi appena conclusosi ha rappresentato un sostanziale riavvio del sofisticato show targato HBO, un reboot motivato dall’evidente volontà degli showrunner di incontrare l’approvazione del pubblico e della critica dopo le numerose critiche a quella che è stata considerata da molti un’eccessiva ambizione nella seconda stagione. Il risultato, purtroppo, è una narrazione dalle necessità vacillanti e dall’identità confusa che sembra porre le basi per un futuro altrettanto incerto. Lasciate ormai alle spalle le gioie violente del parco di Westworld, Dolores Abernathy (Evan Rachel Wood) ha iniziato a preparare il suo piano di vendetta contro gli umani che per anni hanno approfittato degli host all’interno delle attrazioni della Delos Destinations. Per mettere in atto ogni fase della sua articolata strategia, tuttavia, ha bisogno di alleati host e non solo. L’incontro con Caleb (Aaron Paul), uomo medio intrappolato nelle dinamiche di una società in cui non si riconosce, segnerà un’inevitabile svolta per il piano d’attacco di Dolores che dovrà confrontarsi anche con un nuovo nemico: Serac (Vincent Cassel). Quest’ultimo è l’ideatore dell’intelligenza artificiale Rehoboam che, attraverso complessi algoritmi, prevede il futuro dell’umanità cercando anche di correggere deviazioni da un percorso prefissato. Maeve (Thandie Newton), inconsapevole ancora del suo ruolo, sarà una pedina fondamentale di questo nuovo giocatore del mondo di Westworld che, anche se distante dal parco originale, non sembra essere molto diverso dalle strutture narrative ideate da Robert Ford. Nel corso dei suoi otto episodi segnati da una profonda discontinuità sia a livello di sceneggiatura che di regia, la terza stagione introduce nuove personaggi arricchendo le fila di uno schieramento di figure che in passato hanno contribuito al successo della serie. Il racconto seriale ispirato all’omonimo film di Michael Crichton, tuttavia, in questo suo nuovo capitolo perde chiaramente il controllo di tutte le pedine presenti sulla scacchiera. A un’evoluzione interessante di un personaggio finora secondario come Charlotte Hale (Tessa Thompson), infatti, corrisponde un’imperdonabile trascuratezza nei confronti di figure storiche come William (Ed Harris) e Bernard (Jeffrey Wright), coinvolti in questa nuova fase della narrazione con grandi aspettative per poi essere abbandonati impietosamente sullo sfondo dell’azione. Il finale, su cui ricadono tutti i difetti e le esitazioni di una stagione confusa e incerta, definisce quindi la natura di pura transizione verso una quarta stagione. A differenza di quanto accaduto in precedenza, infatti, questo terzo ciclo di episodi non riesce a essere né incisivo né autonomo nei suoi temi, ricorrendo troppo spesso a riferimenti al passato della serie oppure rimandando a un futuro indefinito spiegazioni e riflessioni. Si sprecano così numerosi spunti narrativi su temi estremamente attuali quanto quasi inediti sul piccolo e grande schermo. La possibilità di approfondire problematiche legate ai dati personali intrecciate al fil rouge del libero arbitrio si consuma, infatti, in frettolosi sviluppi didascalici al servizio di sequenze d’azione spettacolari ma vuote. La terza stagione di Westworld diventa così un suggestivo esercizio di stile che ammalia con il suo spirito visionario attraverso scenografie e costumi ma che non convince con la sua materia narrativa. Appare, quindi, chiaro che l’intero team creativo abbia posto più attenzione alla forma con la creazione di un nuovo immaginario piuttosto che alla sostanza spesso incoerente o approssimativa nelle sue dinamiche. Approfondendo il suo lato più umano, la prestigiosa serie HBO si riscopre così fragile, indifesa e, soprattutto, infallibile rinunciando anche ai suoi personaggi più carismatici in vista di un futuro privo di saldi riferimenti.
Immagini tratte da: www.hbo.com
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Marzo 2023
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