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DATA USCITA: 09 novembre 2001
GENERE: Drammatico ANNO: 2000 REGIA: Alfonso Cuarón ATTORI: Gael Garcia Bernal, Diego Luna, Diana Bracho, Emilio Echevarria, Ana Lopez Mercado, Maria Aura, Andrés Almeida, Verónica Langer, Arturo Rios, Marta Aura, Juan Carlos Remolina, Silverio Palacios, Amaury Serbulo, Griselle Audriac, Nathan Grinberg, Andrea Lopez, Liboria Rodriguez, Mayra Serbulo, Maribel Verdù SCENEGGIATURA: Alfonso Cuarón, Carlos Cuarón FOTOGRAFIA: Emmanuel Lubezki MONTAGGIO: Alex Rodríguez, Alfonso Cuarón MUSICHE: Liza Richardson, Annette Fradera PRODUZIONE: PRODUCCIONES ANHELO; JORGE VERGARA DISTRIBUZIONE: 20TH CENTURY FOX (2001); DVD 20TH CENTURY FOX (2002). PAESE: Messico DURATA: 105 Min
Louisa (Maribel Verdù) ha 28 anni ed è sposata con uno scrittore, Ano. Alla festa di matrimonio di una parente del marito incontra Tenoch (Diego Luna) e Julio (Gael Garcia Bernal), due benestanti diciassettenni che le propongono una gita al mare, in una fantomatica località, Boca del Cielo. Y tu mama tambien (2001), roadmovie per la regia di A.Cuarón, è un film la cui trama si snoda attraverso le aspre e selvagge strade del Messico, a bordo di una vettura guidata alternativamente dai due ragazzi, all’interno della quale inizia un percorso introspettivo che, pur conservando toni goliardici, condurrà i due amici a conoscersi l’un l’altro senza alcun filtro.
L’abbassamento totale del volume e qualche frazione di secondo di silenzio totale segnalano l’entrata in scena della voce acusmatica del narratore. Essa spiega eventi -passati o futuri- spesso non indispensabili alla comprensione della vicenda; chiarisce inoltre il “non-detto emotivo”; insiste sull’ unicità delle esperienze che i protagonisti stanno vivendo, sottolineandone il carattere transitorio ed irripetibile. Mariachi, sombreri, atmosfere e musiche messicane fanno da sfondo al viaggio, su strade interrotte da mucche al pascolo e da novelli sposi che chiedono qualche spiccio in offerta agli automobilisti di passaggio.
Cosa spinge una ventottenne a partire con due ragazzini? Louisa è una donna totalmente sola, sposata con un uomo che la tradisce continuamente. Lei sa e accetta, sperando il marito possa cambiare. Le poche certezze su cui fonda una molto flebile serenità crollano quando fa una terribile scoperta. Da quel momento, Louisa cercherà di cogliere voluttuosamente ogni istante, scoprendosi una donna sensuale e trasgressiva e dando prova di estremo coraggio e dignità.
Louisa è gravemente malata. La malattia, nella pellicola, non produce segni sul suo corpo: Cuarón ha tratteggiato il ritratto di una donna bella, sfrontata e piena di vita. Le situazioni che si producono durante la gita permettono a Tenoch e Julio di fare chiarezza sulla veracità della loro amicizia, sul rapporto con le donne e sulla loro stessa sessualità. Louisa determina infatti, con gesti e comportamenti irriverenti e sfacciati, una totale apertura alla vita e con essa, alla verità, spesso dolorosa. Nessuna censura, nessuna paura tra i tre. Sono cinque giorni densi di eventi, in cui i ragazzi fanno i conti con scheletri nell’armadio e segreti, in cui vedranno cadere convinzioni e proveranno emozioni forti e inaspettate. Non si accorgeranno però del dramma che, sola, Louisa ha deciso di affrontare. I ragazzi ripartiranno, sconvolti, dopo una notte di sesso a tre con la donna. Lei deciderà di rimanere assieme ad una famiglia di pescatori. Di spalle la vediamo dirigersi verso il mare. Libero, assoluto, senza legami. Come lei. <<La vita è come la schiuma - dirà ai ragazzi - per questo bisogna allontanarsi come il mare>>.
L’espediente narrativo del viaggio on the road conferisce dinamicità e ritmo alla pellicola, permettendo ai tre di ricordare esperienze vissute. Gli eventi fluiscono nella memoria e si traducono in parole mentre l’auto procede verso il mare. Ricordare è un po’ come rivivere, dilatare e recuperare il tempo passato. E allora Louisa vive di nuovo l’emozione del suo primo amore, attraverso il racconto che decide di fare ai ragazzi. I luoghi, specie la fantomatica Boca del Cielo, diventano il corrispettivo dei bisogni dell’animo della donna: il viaggio è il tentativo di vivere quanto più si possa, alla ricerca dell’infinito incanto delle acque cristalline del mare e di un rapporto quasi carnale con la natura, che la accoglie in un abbraccio di conforto.
Viaggio di formazione per i diciassettenni e addio alla vita per Louisa. Sebbene il regista abbia inserito degli elementi che preannunciano il tragico epilogo e pur non avendo dei toni strappalacrime, il film commuove sul finale. Cuarón non ha scelto di curvare la trama sull’elemento patologico, sul suo essere inevitabilmente causa di deterioramento fisico. Esso al contrario e, poco realisticamente, è assente in questo senso. Diventa invece lo stimolo a nutrirsi di ogni attimo di felicità, a goderne senza porsi limiti, a guardare la realtà con il sorriso malinconico di chi sa che niente è per sempre. Tenoch e Julio usciranno cambiati dalla vicenda. Si rincontrano dopo del tempo in un bar. Sono due estranei ormai. La voce narrante chiude la pellicola: <<i due non si vedranno mai più>> - dirà - a sottolineare ancora una volta l’unicità degli eventi, e più in generale, della vita le cui stagioni non durano per sempre.
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