di Eva Dei L’Alchermes o Alkermes è un liquore italiano, tipico della Toscana e in particolare della provincia di Firenze. Molto dolce, simile a uno sciroppo per la sua consistenza e dal tipico colore rosso brillante, viene gustato non tanto da solo come molte bevande simili, ma impiegato piuttosto nella preparazione di dolci e dessert di vario tipo. La parola “Alchermes” deriva dall’arabo “al-qirmiz”. La traduzione letterale sarebbe “il verme”, ma spesso si fa riferimento a un insetto, la cocciniglia; il corpo essiccato di questo piccolo animale veniva infatti lavorato e ridotto in polvere, per poi estrarne un pigmento rosso vivo, utilizzato per colorare tessuti e stoffe. Se questo è stato il primo impiego della cocciniglia, successivamente il suo utilizzo si è allargato anche ad altri campi, diventando anche un ingrediente per liquori e distillati. La ricetta originale dell’Alchermes prevede infatti il suo utilizzo, insieme all’alcool, lo zucchero, l’acqua di rose, la scorza d’arancia e varie spezie (cardamomo, chiodi di garofano, vaniglia…). Tornando solo per un attimo alla traduzione letterale del termine arabo, anticamente in Sicilia questo liquore era conosciuto come “Archemisi” ed era impiegato contro i “vermi dello spavento”. Esisteva cioè, una curiosa convinzione popolare che prevedeva l’assunzione di qualche cucchiaio di Alchermes per esorcizzare una grande paura (il rimedio non era impiegato solo dagli adulti, ma si rivolgeva soprattutto ai bambini). In Campania resta segno di questa credenza nell’espressione “aggio fatt’e vierme”, modo dialettale di dire “ho avuto molta paura”. Questo liquore dal color rosso rubino conosce il suo maggior successo in Toscana. Raggiunse Firenze probabilmente dalla Spagna, con una ricetta araba, tra la fine del 1100 e i primi anni del 1200. Se ne attesta la produzione già nel 1233 presso le suore dell’ordine di Santa Maria dei Servi. Ritenuta una bevanda officinale, soprannominato “l’elisir di lunga vita”, l’Alchermes veniva prodotto, infatti, all’interno di conventi di frati e suore. Era il liquore preferito dalla famiglia de’ Medici, tanto che quando Caterina, figlia di Lorenzo, sposò nel 1533 Enrico II d’Orléans, re di Francia, portò con sé questo distillato, facendolo conoscere anche Oltralpe, dove fu subito soprannominato il “liquore dei Medici”. La prima trascrizione della ricetta l’abbiamo soltanto due secoli dopo, grazie a fra’ Cosimo Bucelli, direttore dell'Officina profumo-farmaceutica di Santa Maria Novella, mentre il più antico prezzario a noi giunto risale al 1859. La ricetta originale viene ancora preparata dall’Officina di Firenze: le spezie vengono messe a macerare in alcool per ottenere la cosiddetta "tintura”; in seguito vengono aggiunti lo zucchero, la polvere di cocciniglia, l'acqua di rose e la scorza (o i fiori) d'arancia. Il tutto viene mescolato e messo a riposo per almeno 6 mesi. Al termine di questo periodo il liquore viene filtrato e imbottigliato. Oltre alle produzioni casalinghe esistono anche numerose produzioni industriali, che però non fanno ricorso alla cocciniglia, ma prediligono coloranti naturali (E120) o sintetici (E122, E124, E132). Il risultato è però un liquore dalla minor capacità colorante, caratteristica che sortisce però un effetto peggiore nella preparazione di dolci come zuppa inglese, pesche dolci, biscotti zuccherini di Firenzuola e rotolo al cioccolato. Immagini tratte da:
https://www.toctocfirenze.it/il-piu-antico-liquore-fiorentino/ http://www.mezzokilo.it/ricetta/pesche-dolci-dolci-della-tradizione-romagnola https://www.ilfoglio.it/cibo/2017/09/15/news/addio-zuppa-inglese-non-posso-diventare-come-un-topo-cocainomane-152271/ http://www.mugellotoscana.it/it/gastronomia/i-prodotti-tipici/gli-zuccherini-del-mugello.html Potrebbe interessarti anche:
1 Commento
Annalisa Bartolaccini
27/6/2022 16:13:45
Buonasera avrei necessità di sapere se si possono acquistare e fare spedire delle bottiglie innSardegna di Archemes;(regalo per una amica ) grazie
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