Ciao a tutti, sono Eva e questa è la rubrica di cucina.
Al Termopolio però non troverete la classica rubrica che si occupa solo di ricette! Ovviamente ci saranno anche queste, ma mi propongo anche di fare informazione su argomenti che riguardano l’alimentazione e la nutrizione, aiutandovi a scoprire nuovi prodotti per la vostra spesa. Ci saranno recensioni su libri di cucina e su ristoranti e locali della zona di Pisa, articoli sulla storia della cucina e sulla cucina etnica. Cercherò di darvi un’offerta variegata, accogliendo anche i vostri interessi e suggerimenti; il blog è appena nato, crescerà e si modificherà in corso d’opera. Spero che seguirete i miei articoli con interesse! Eva Dei
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Cosa si intende con “superfood”? Questi alimenti sono davvero così super? Dopo aver precisato questi concetti, parliamo delle bacche di Goji
Superfood: ma quanto sono veramente super questi alimenti?
“Superfood” è un termine che esiste da molti anni nel dizionario inglese, ma soltanto negli ultimi ha visto crescere enormemente la sua diffusione. Blog, riviste, programmi televisivi fregiano sempre più spesso di questo appellativo un prodotto diverso: salmone, cacao, melagrana, bacche di Goji, semi di Chia, ecc. Solitamente con “superfood” si vuole indicare un alimento che, grazie alla sua composizione e al suo contenuto, è più salutare per l’uomo, in quanto allontana o aiuta a prevenire malattie e invecchiamento. La crescente diffusione del termine negli ultimi anni si deve soprattutto al maggiore interesse verso un alimentazione salutare. Nonostante sia importante conoscere ciò che mangiamo e le qualità nutrizionali dei vari alimenti, dalla conoscenza alla creazione di miti purtroppo il passo è stato breve. Ormai la definizione di superfood sembra essere diventata una pura e semplice trovata di marketing (che porta solo a far lievitare i prezzi), tanto che, se negli Stati Uniti può comparire sulle confezioni senza alcuna restrizione, in Europa ne è consentito l’utilizzo solamente se ci sono prove scientifiche chiare sui benefici del prodotto messo in vendita. Se è vero che alcuni prodotti sono più ricchi di antiossidanti, mentre altri aiutano a regolare il colesterolo è altrettanto vero che non esiste un unico super alimento in grado di prevenire o peggio curare il cancro in toto. Inoltre a volte l’assunzione smodata di un unico alimento può provocare altri disturbi diversi da quelli che dovrebbe prevenire. Infine l’effetto di molti superfood è stato mitizzato nel tempo, come ha spiegato una ricerca condotta e pubblicata dal The Guardian esaminando le qualità nutritive di alcuni degli alimenti più “di moda” negli ultimi anni.
La soluzione migliore per prevenire malattie e invecchiamento resta sempre quella di una dieta bilanciata, ricca di frutta e verdura di vario tipo, accompagnata da attività fisica. Ovviamente i superfood si possono inserire nella nostra alimentazione: consumiamoli sì per le loro qualità, ma anche perché ci piacciono, senza aspettarci cambiamenti miracolosi. Inserire nella propria dieta un super alimento non significa che questo risolverà tutti i nostri problemi di salute, né tantomeno che potremo continuare a seguire le nostre cattive abitudini alimentari perché ci penserà lui a bilanciare il nostro organismo.
Specificati questi concetti vediamo quali sono i pregi uno degli alimenti che, da qualche anno a questa, parte si è fatto spazio sugli scaffali dei nostri supermercati. Stiamo parlando delle bacche di Goji. Questi piccoli frutti si trovano prevalentemente essiccati, in piccole bustine simili a quelle di altra frutta secca o disidratata. Il Goji è di origine asiatica, cinese per la precisione, ma diffusa anche in Tibet e Mongolia. La pianta è un arbusto della stessa famiglia della patata, del pomodoro e della melanzana; ne esistono moltissime varietà. Il frutto è una piccola bacca ovale e rossa. Il gusto è inizialmente dolce, per poi virare un po’ sull’amaro nel finale. Fresche hanno un sentore di pomodoro che le rende adatte sia per preparazioni dolci che salate. In Europa si trovano però principalmente essiccate; per farle reidratare possono essere messe in acqua tiepida per alcuni minuti (come si fa per l’uvetta) oppure gustate accompagnate con yogurt o latte. Le bacche di Goji sono ampiamente usate nella medicina tradizionale cinese, che conferisce loro numerose proprietà, anche nella lotta ai tumori o alle malattie cardiovascolari. Tuttavia non esistono sufficienti studi scientifici che dimostrino questa realtà.
Indubbiamente hanno una buona qualità energetica (226kcal/100g), fattore che le rende molto apprezzate dagli sportivi. Hanno un buon contenuto di antiossidanti (combattono i radicali liberi, che sono responsabili dell'avvio di una reazione a catena che danneggia le cellule e porta all’invecchiamento e alle malattie degenerative), ma i loro pregi dimostrati per il momento si fermano qui.
Niente vi vieta ovviamente di provarle e di consumarle nel caso siano di vostro gusto, ma lasciate perdere se l’unica cosa che vi spinge è l’aspettativa di veder scomparire le vostre rughe da un momento all’altro! Link per approfondire: https://www.theguardian.com/lifeandstyle/2016/aug/29/truth-about-superfoods-seaweed-avocado-goji-berries-the-evidence Foto tratte da: Superfood: http://wiki.cucchiaio.it/wiki/superfood/ http://holisticwellnesscommunitycenter.org/wellness-programs/optimal-wellness-program/ Goji: foto dell’autore
Era il 2014 quando si annunciava l’apertura a Berlino di Original Unverpackt, supermercato privo di imballaggi ideato da due imprenditrici tedesche. Dallo scorso 17 settembre anche Pisa al primo prototipo di questo tipo di negozio. Certo le dimensioni sono più piccole, ma l’ideale che lo porta avanti è altrettanto forte. Si chiama BIO al SACCO, si trova in via Garibaldi 101; qui potrete trovare prodotti di vario genere, quasi tutti con certificazione biologica, biodinamica o comunque prodotti da aziende locali. I proprietari hanno infatti deciso di privilegiare, quando possibile, la filiera corta. Spezie, pasta, cereali, legumi, frutta secca, disidratata o candita, prodotti per l’igiene personale, mangime per animali, succhi di frutta, confetture e molto altro, ecco cosa troverete sugli scaffali di BIO al SACCO, ma la cosa che più di tutte vi sorprenderà è che potrete acquistare molti di questi prodotti sfusi (là dove buonsenso e legge permettono). Addirittura i proprietari invitano i loro clienti a venire muniti, oltre che delle proprie borse, anche dei propri contenitori!
Tutte queste scelte vanno verso un consumo sempre più consapevole e salutare di quello che si acquista e si mangia, prestando però attenzione anche all’ambiente, limitando la produzione di rifiuti. Abbiamo avuto la possibilità di fare due chiacchiere con Pierpaolo Corradini, che insieme alla moglie Martina Barontini, ha aperto questo particolarissimo negozio.
Eva Dei: Iniziamo con la domanda più ovvia: da dove nasce l’idea di aprire un negozio come BIO al SACCO?
Pierpaolo Corradini: In realtà l’idea ce l’ho da tantissimi anni, dalle primissime volte che vidi nascere questo tipo di negozi, per esempio Effecorta a Capannori. Inoltre faccio parte di un Gas da circa 20 anni ormai, sono sempre stato attento all’alimentazione, ho scritto anche un libro in proposito (Quello che le etichette non dicono. Guida per uscire sani dal supermercato edito da Emi) e ho sempre continuato ad approfondire questo argomento. In più cerco di stare attento all’ambiente: ho seguito un corso su Rifiuti Zero, ho scritto un articolo sull’Espresso sul parco di Göteborg, dove c’è una grandissima isola ecologica,… Sommando tutte queste cose, i figli che crescono, l’impegno nel gestire tre lavori diversi, ho deciso di buttarmi in questa avventura.
E. D: L’ interesse per un’alimentazione salutare ha radici profonde quindi?
P. C: Sì, in realtà sì. Anche il libro l’ho scritto perché, pur comprando molte cose al Gas, andavo, e vado tutt’ora, a fare la spesa anche nei supermercati. Improvvisamente mi sono reso conto che di quello che mangiavo non sapevo niente. Allora ho deciso di documentarmi; il libro inizialmente ed egoisticamente è nato per me, ma poi ho deciso di scriverlo nel modo più semplice possibile, perché volevo che fosse fruibile a tutti. E. D: Quali sono state le maggiori difficoltà che avete incontrato? P. C:Ci abbiamo messo un po’ per trovare i fornitori, volendo vendere prodotti sfusi. Anche trovare i contenitori da tenere in negozio non è stato così semplice. In ogni caso dobbiamo ringraziare tutti gli amici che ci hanno aiutato, ciascuno a suo modo, dalla creazione del sito alla fabbricazione dei mobili.
E. D: Come mai la scelta è ricaduta su questa zona di Pisa?
P. C: Rifacendoci un po’ al passato, quando la spesa si faceva andando in diverse botteghe del quartiere specializzate in un certo tipo di prodotti, abbiamo pensato che questo fosse un ottimo posto per inserirci. Qui vicino infatti c’è una della macellerie storiche più famose di Pisa, un fornaio e un ortofrutta. E. D: Quindi per il momento avete deciso di non tenere determinati prodotti come frutta, verdura o pane? P. C: In realtà questi prodotti ci sono già stati chiesti, soprattutto il pane. Per il momento abbiamo deciso di mettere sul bancone un quaderno dove ogni cliente può scrivere quello che amerebbe trovare in più sugli scaffali. Alcune cose erano già previste, altre vedremo. Forse non riusciremo ad accontentare tutti, ma cercheremo di farlo il più possibile! E. D: Come mai avete scelto principalmente prodotti biologici e biodinamici? P. C: La risposta è molto semplice, perché questo tipo di prodotti sono migliori per la nostra salute. Un prodotto biologico, e ancora di più quello biodinamico, per ottenere la certificazione non viene sottoposto a determinati trattamenti con pesticidi. E. D: Quale è stata la risposta delle persone dall’apertura? P. C: Siamo molto contenti, all’inaugurazione è venuta tantissima gente e anche il flusso di clienti in questi giorni sembra buono. Addirittura molti ci chiedono se siamo un franchising: non lo siamo, ma sicuramente questa domanda ci fa capire che abbiamo fatto e stiamo facendo bene!
Link:
http://bioalsacco.com/ https://www.facebook.com/bioalsacco/?ref=ts&fref=ts&qsefr=1 Foto tratte da: Foto dell’autore e gentilmente fornite da Bio al sacco
Dal 22 al 26 settembre apre a Torino il Salone del gusto
La città della Mole si prepara ad ospitare una manifestazione considerata tra le più importanti a livello internazionale per quanto riguarda la cultura del cibo: Terra Madre Salone del gusto. Per quattro giorni, dal 22 al 26 di settembre Torino ospiterà mostre, mercati, conferenze, scuole di cucina e numerosi altri eventi per approfondire le nostre conoscenze sull'alimentazione e sull'enogastronomia mondiale. Il tema di quest anno è "Voler bene alla Terra": coltivarla, ma anche prendersene cura, prestando attenzione all'ambiente e al clima. Ma questo non vale solo per i produttori, ma anche per chi tutti i giorni si reca al supermercato a fare la spesa: la conoscnza di ciò che si acquista ci rende dei consumatori attenti e consapevoli.
Tra le varie celebrazioni sicuramente i 20 anni del Salone e i 30 anni di attività di Slow Food in Italia, organizzatore dell'evento. ![]()
Prima novità la decisione di uscire dal polo fieristico per invadere il cuore dell città, andando incontro ai propri visitatori. Si parte quindi dal centro, dalle residenze reali, fino ad arrivare alla periferia e alla provincia.
Gli eventi sono tantissimi e di tutti i generi. Si inizia con il Mercato di Terra Madre Salone del gusto che prenderà vita all'interno del Parco del Valentino, bellissimo polmone verde della città lungo il fiume Po'. Qui troverete espositori provenienti dai cinque continenti che vi aiuteranno a scoprire gusti nuovi e inaspettati. Si continua con i presìdi Slow Food, progetti nati per salvare prodotti artigianali, razze autoctone, varietà vegetali, tecniche tradizionali (di coltivazione, allevamento e pesca), ecosistemi e paesaggi rurali a rischio di estinzione, tutto ciò secondo un ideale che valorizzi e sostenga la biodiersità. Solo quest'anno si sono aggiunti 57 presidi, e pochi giorni fa si è festeggiato il raggiungimento del Presidio numero 500: il peperoncino serrano di Tlaola in Messico. Se volete assaggiare qualche specialità cucinata con i prodotti dei presìdi recatevi alla Cucina dell'Alleanza, in piazza Castello, dove quattordici cuochi italiani e quattro internazionali prepareranno alcune loro specialità a cui abbineranno i vini e le birre di aziende selezionate da Slow Food. L'Enoteca è invece ospitata nel Cortile d'onore di Palazzo Reale, dove troverete oltre 900 etichette italiane, suddivise tra vini quotidiani e grandi vini, vini del Nord, del Centro e del Sud. Dopo le mostre-mercato troviamo i Laboratori del Gusto, partecipando ai quali potrete scoprire tutti i segreti dei tesori enogastonomici del mondo; solo per citane alcuni, a Palazzo Reale potrete approfondire le vostre conoscenze enologiche, mentre se preferite la birra l'appuntamento è a Eataly, a Torino Lingotto. Al teatro Carignano i riflettori sono puntati sul caffè, mentre al Parco del Valentino la pasta la farà da padrone: sotto la guida di grandi chef scoprirete tutto su tipi di cottura, condimenti e materie prime. Il teatro Carignano sarà anche sede di numerose conferenze, mentre grandi chef vi guideranno in fantastiche esperienze sensoriali in occasione delle Scuole di cucina e degli Appuntamenti a tavola. Il Parco del Valentino ospiterà anche un'area didattica, dove gli studenti dell'Università degli studi di Scienze Gastonomiche (ateneo giovane fondato nel 2004 da Slow Food) si occuperanno dell'organizzazione di tutte le attività, da delle degustazioni guidate alla proposta di farvi da personal shopper all'interno del Mercato di Terra Madre. Da segnalare l'evento Walk’n’eat e del Bike’n’eat, passeggiate e biciclettate ragionate e golose dedicate alla cucina torinese e piemontese e anche lo spazio dedicato al Systemic Food Design e il food truck degli Edible Commandments, dove studenti internazionali cucineranno per voi le specialità dei loro Paesi. Per quanto riguarda l'editoria Slow Food Editore sarà presente con 2 stand, uno in Piazza Castello e un altro al Parco del Valentino. Tra i vari appuntamenti in programma da menzionare sicuramente l'incontro del 22 settembre con Nicolas Joly per la presentazione della nuova edizione di Il vino, la vigna, la biodinamica e il 23 settembre alla Venaria Reale la presentazione dell'edizione 2017 guida Osterie d'Italia, in cui verranno premiati gli osti chiocciolati.
Questi sono solo alcuni dei numerosi eventi che offirà questa manifestazione, per maggiori dettagli vi invito a consultare il sito di Terra Madre Salone del gusto: http://www.salonedelgusto.com/it/
Foto tratte da:
Cartellone Terra Madre Salone del gusto: http://www.slowfood.it/terra-madre-salone-del-gusto-2016-cartella-stampa/ Torino: http://www.slowfood.it/presentazione/ Manifesto Terra Madre Salone del gusto: http://www.slowfood.it/immagine/ Ultime uscite Slow Food: Fornite da Slow Food Editore
Tra le nuove uscite di Slow Food Editore troviamo un ricettario che sembra azzeccatissimo in questo periodo dell’anno, quando con l’estate agli sgoccioli, rientriamo dalle vacanze e torniamo a lavoro o a scuola. Idee per la pausa pranzo fa parte della collana Ricettari Slow Food ed è un volume dal formato compatto e pratico. Come capirete dal titolo questo ricettario si concentra su tutte quelle pietanze che possono rappresentare una valida alternativa per un pranzo fuori casa: durante la pausa lavoro, per un picnic in compagnia o per una gita fuori porta. Spesso in queste occasioni si ricorre a 3-4 pietanze standard, come panini, schiacciata, pizza, una banale insalata, mozzarella e pomodoro, quando si ha più tempo magari si arrangia un’insalata di pasta o un riso freddo. Inoltre se queste cose sono per la pausa pranzo spesso si finisce per prepararle velocemente senza prestare troppa attenzione agli ingredienti che impieghiamo (per non parlare del fatto che spesso si finisce per mangiarle velocemente, magari davanti a un computer!). Idee per la pausa pranzo permette in modo chiaro e funzionale di trovare tutta una serie di alternative che vi consentiranno di variare i vostri pasti fuori casa, facendo attenzione anche alla qualità di quello che mangiate e degli ingredienti che usate. Due sono i capisaldi di questo ricettario; il primo è l’attenzione alla stagionalità degli ingredienti che acquistiamo e cuciniamo (un pomodoro in estate sarà senza dubbio più saporito e gustoso rispetto a uno acquistato in inverno, senza contare anche il risparmio nei costi) e quindi anche alla qualità. Il secondo è il legame con il territorio e con la cucina regionale. Dal pani cunzatu alla panzanella, dal pane guttiau ai canederli, scoprirete come i piatti della tradizione possano rappresentare delle buone alternative per la pausa pranzo, a volte nella loro versione classica altre volte sapientemente rielaborati. Così per ogni ricetta troviamo lo chef che l’ha ispirata e la regione o la città di origine. Le ricette sono poi ulteriormente catalogate e raggruppate in modo molto funzionale in 4 gruppi. Il primo è “La mattina” e vi troviamo tutti quei piatti veloci (massimo mezz’ora di preparazione) e poco impegnativi che possono essere preparati la mattina prima di uscire di casa. Segue “La sera prima”, pietanze che possono essere preparate con maggiore calma appunto la sera prima. Noterete che le dosi sono per 4 persone in questo caso, questo perché spesso questi piatti possono essere preparati per la cena di famiglia, lasciando una porzione da riscaldare (se necessario) per il giorno seguente. Niente vi vieta però di diminuire le dosi e prepararne un’unica porzione. Arriviamo al terzo capitolo, forse il più interessante “Con gli avanzi”. Queste ricette vi insegneranno a riutilizzare gli avanzi della cena e del pranzo in maniera originale, con gusto, ma senza sprecare cibo. Il capitolo che conclude il libro “Dolci, frutta e snack” presenta numerose idee per non ricorrere alle merendine confezionate nel caso vi venga un languorino. Durante una pausa a metà mattina o a metà pomeriggio, con il caffè o come coccola alla fine di un pasto, dolci sfiziosità per una merenda spezza fame, dalla semplice mela che si trasforma in chips essiccate al budino al cioccolato fatto in casa in piccoli e comuni vasetti di vetro ideali per il trasporto.
Foto tratte da:
- fornite da Slow Food Editore
Un tour da nord a sud, da est a ovest della Toscana all’insegna del vino e della buona cucina
Settembre: nella terra del Chianti, del Sassicaia, del Brunello e del Morellino questo periodo non può che portare alla mente la vendemmia, l’uva e il vino. Per questo motivo molti paesi della Toscana non possono non dedicargli delle manifestazioni ad hoc, preparandosi a rievocazioni storiche, riaprendo cantine e dando il via alla mescita del vino. Quello che voglio proporvi oggi è un tour eno-gastronomico, alla scoperta delle manifestazioni locali e dei prodotti tipici.
Partendo da nord-ovest troviamo la Festa del Vino di Montecarlo in provincia di Lucca, che giunta alla sua 49esima edizione è una delle manifestazioni più longeve della regione. Dal 1 al 11 settembre spettacoli e mercatini animeranno il paese, mentre nella piazza d’Armi sarà possibile gustare prodotti tipici. Per chi volesse informazioni su prodotti e produttori locali vi consiglio di non perdervi dal 4 all’11 (8 escluso) il Salotto del vino e del verde nel chiostro del giardino dell’ex istituto Pellegrini Carmignani. Da segnalare l’iniziativa del 4 settembre: sarà organizzata una degustazione di piatti tipici del reatino e una parte dell’incasso verrà devoluta alle popolazioni colpite dal terremoto.
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Spostandoci più a est arriviamo nelle terre che storicamente fanno da culla al Chianti Classico, dove abbiamo l’imbarazzo della scelta in quanto a eventi dedicati al vino. Iniziamo con l’Expo del Chianti Classico a Greve in Chianti, dal 8 al 11 settembre. Anche qui ci troviamo davanti ad un ricco programma composto da dibattiti, degustazioni e spettacoli di intrattenimento, oltre alle escursioni organizzate sabato e domenica per conoscere meglio questo suggetivo territorio.
In seguito, dal 15 al 18 settembre possiamo spostarci a Panzano per la manifestazione Vino al Vino. L’evento è da sempre un’opportunità per i 19 produttori dell’Unione Viticoltori di Panzano in Chianti per presentare, a stampa e appassionati, i loro vini Chianti Classico e IGT. Vi consiglio di consultare il calendario con gli orari in cui, acquistando un calice di degustazione, sarà possibile percorrere un cammino gustativo di altissimo livello, a cui farà da sottofondo dell’ottima musica jazz, rinnovando così il consolidato binomio vino-jazz. A fine mese, per la precisione il 25 settembre, risaliamo sulle colline fiorentine, a Impruneta, dove si celebra la storica Festa dell’Uva; storica perché nasce nel 1926 in modo modesto per pubblicizzare i prodotti e le aziende del paese. Oggi è una festa consolidata, legata al territorio e ai suoi prodotti; da non perdere le sfilate dei carri rionali e le coreografie proposte dai partecipanti alla sfilata. Trovantoci in zona fiorentina non posso non consigliarvi di gustare un’ottima bistecca o tagliata (rigorisamente al sangue) e di assaggiare i famosi cantuccini con il vin santo.
Sempre nello stesso weekend, dal 23 al 25 settembre si tiene un’altra Festa dell’Uva e del Vino, ma in provincia di Siena, a Chiusi. Per l’occasione verranno riaperte le storiche cantine e sarà possibile gustare i prodotti tipici negli appositi stand e nelle varie botteghe del paese. Altra particolarità l’Enoteca, dove degli esperti Sommeliers faranno da guida alla degustazione dei migliori vini italiani. Si tratta infatti di un vero e proprio tour enologico d’ Italia, che vede la presenza di più di 50 etichette diverse.
Spostandoci più a sud ci accorgiamo che anche la Maremma non si tira indietro e ci offre ben tre diverse alternative. In ordine cronologico, dal 1 al 4 settembre a Pitigliano va in scena Settembre di Vino. La location è sicuramente suggestiva, vista la riapertura delle cantine scavate nel tufo; potrete passeggiare in questo bellissimo borgo, guardando le bancarelle e sorseggiando il famoso Bianco di Pitigliano o, se preferite il rosso, del Morellino. Ovviamente in ogni cantina si cucina e quindi perché non gustare crostini o carne alla brace? Vi consiglio di assaggiare un dolce tipico legato alla comunità ebraica di Pitigliano, lo sfratto. Si tratta di un dolce dalla forma allungata ripieno di miele, scorzette di arancia, noci, anice e noce moscata. La forma dovrebbe ricordare un bastone, in particolare quello che veniva usato per intimare agli ebrei del paese e delle zone vicine di abbandonare le loro case nel XVII secolo a seguito di un ingiunzione di Cosimo de’Medici. Se non lo servono nelle cantine lo troverete sicuramente confezionato nelle botteghe del paese, oppure vi consiglio quello fresco al Forno del Ghetto (via Zuccarelli 167, Pitigliano).
Il weekend successivo, dal 9 al 11 settembre, sono le cantine di Manciano ad aprirsi per la XXII Festa delle Cantine. Sabato e domenica la via principale del paese ospiterà un mercatino, mentre la sera spazio alla musica e al divertimento. Anche qui protagonista assoluto il Morellino, mentre tra i piatti da provare ci sono sicuramente i ciaffagnoni, tipica crespella maremmana a base di uova, farina, acqua e un pizzico di sale. Si possono servire sia dolci che salati, ma se volete gustarle in una veste più elaborata vi consiglio di andare al ristorante Sadun (via Marsala 29, Manciano), dove troverete anche altri piatti tipici, come i tortelli maremmani. Se invece preferite degustare qualche buon vino davanti a un tagliere di salumi e formaggi, con più tranquillità e consigliati da esperti del settore, vi consiglio l’Enoteca 444 (via Marsala 128, Manciano).
In questo tour non poteva mancare il paese che dà il suo nome al Morellino, Scansano. Il 17 e 18 settembre si tiene un evento un po’ più ricercato, durante il quale dei Sommeliers della Scuola Europea guideranno delle degustazioni con oltre cento etichette provenienti da circa cinquanta aziende della zona. La giuria popolare eleggerà con una votazione libera il migliore tra i Morellini, mentre la giuria tecnica composta da giornalisti, esperti e personalità del mondo enologico, nell’ambito della terza edizione del Concorso enologico Vannuccio Vannuccini (pioniere della viticultura maremmana di fine ‘800 e ispiratore del Morellino) premierà il miglior Morellino di Scansano e la migliore Riserva. Il 24 e 25 settembre invece si svolgerà la Festa dell’Uva, con la riapertura delle cantine storiche.
Infine anche le isole della nostra regione non si tirano indietro: dal 29 settembre al 1 ottobre a Giglio Castello si celebra la Festa delle Cantine Aperte. Protagonista assoluto sicuramente il vino Ansonica, famoso per il suo colore ambrato. Per l’occasione le cantine diventano delle “grotte del gusto” dove potrete assaggiare alcune specialità come i calamari con le cipolle, la pizza ripiena alla gigliese (preparata con uno stufato di pomodoro, cipolla e acciughe), la tonnina e il dolce panficato. Chiude questa carrellata la Festa dell’Uva di Capoliveri, all’Isola d’Elba, dal 7 al 9 ottobre. Ad animare la festa i giochi dei vari rioni legati alla tradizione contadina della vendemmia, dalla pigiatura dell’uva alla corsa nelle botti. Vi consiglio di assaggiare i vini e le specialità elbane, come la schiaccia briaca, il dolce a base frutta secca e di Aleatico, vino dolce, rosso e liquoroso.
Foto tratte da:
- Montecarlo, Lucca: http://www.lagazzettadilucca.it/enogastronomia/2012/09/dall-aia-al-pesce-azzurro-montecarlo-ombelico-del-mondo/ - Chianti classico: http://www.viniesapori.net/articolo/il-gallo-nero-del-chianti-classico-arriva-a-milanoe-8232-e-8232-2206.html - Festa dell’Uva all’Impruneta, edizione 2012: http://blog.chianti.it/eventi-chianti/festa-dell-uva-impruneta - Pitigliano: foto dell’autore. -Sfratto:http://www.taccuinistorici.it/ita/news/moderna/prodotti-tradizionali-italiani/Sfratto-dei-goym.html -Ciaffagnoni salati: http://www.turismo.intoscana.it/allthingstuscany/tuscanycious/ciaffagnone-recipe/ - Schiaccia briaca: http://www.nauticareport.it/dettnews.php?idx=18&pg=3453 |
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