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22/11/2018

Il Topinambur

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di Giuliano Sandroni
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​Il topinambur (Helianthus tuberosus) è noto anche con il nome di rapa tedesca o di carciofo di Gerusalemme. È una pianta perenne di origine americana appartenente alla famiglia delle Compositae di cui se ne consuma i tuberi dall’aspetto nodoso e contorto.
Ha una consistenza croccante simile al ravanello e il gusto molto gentile, con la punta dolce e tannica del carciofo.
La sua introduzione in Europa e in Italia avvenne attorno al 1600, dimostrando una capacità di adattamento e attecchimento molto rapidi, a conferma della sua vitalità. Per certi versi ha le caratteristiche della pianta infestante, cresce spontanea e sa conquistare spazio nei terreni umidi e in quelli prossimi ai corsi d’acqua. Soprattutto alle soglie dell’autunno, nelle golene fluviali, è possibile vedere distese di fiori gialli, dal lungo stelo, simili ai girasoli. “Fior di sole” e “girasole tuberoso” sono alcuni nomi del topinambur.
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​I suoi tuberi si raccolgono in inverno. Vi è una limitata domanda da parte dei consumatori, dovuta anche al fatto che la pianta non è molto conosciuta né come ortaggio coltivato né come tubero commestibile nonostante abbia delle proprietà nutritive molto particolari.
Non contiene amido come le comuni patate, ma inulina, sostanza capace di favorire la digestione, la corretta funzionalità dell’intestino e di combattere il colesterolo. Ciò lo rende adatto ai diabetici. Non contiene glutine ed è quindi consumabile anche da chi soffre di celiachia. 
Contiene pochissime calorie, è ricco di vitamina A e B ma anche C, E, K e di Arginina che aiuta il fegato e la cicatrizzazione dei tessuti.
È una buona fonte di sali minerali, in particolare potassio, ferro, fosforo, magnesio e rame. È un alimento dalle spiccate proprietà energetiche, quindi indicato nella dieta di anziani, bambini e sportivi e in generale delle persone convalescenti. 
Le varietà di topinambur che troviamo comunemente in commercio sono due: il topinambur bianco precoce che è disponibile nei negozi da fine agosto e la varietà di topinambur bordeaux che troviamo invece da ottobre fino a inizio primavera. L’aspetto è variabile, ma generalmente si presenta come una piccola patata bitorzoluta di colore bianco o violaceo, dalla forma irregolare che può essere raccolto proprio come una patata sia in inverno che in autunno, dopo che la pianta è seccata.
È facilmente coltivabile in orti e giardini domestici, per piantarlo possiamo utilizzare porzioni di tubero che troviamo al negozio.
Come tutti i tuberi, il topinambur si presta bene a ogni tipo di cottura: può essere consumato cotto  e crudo, se tagliato a fette sottili può anche essere utilizzato per arricchire insalate e piatti di verdure. È adatto alla preparazione di salse, primi piatti e torte salate; è ottimo per arricchire il minestrone oppure piatti a base di legumi. Si usa anche per accompagnare piatti di carne o pesce.
Può essere servito in forma di purea, oppure utilizzato per preparare gli gnocchi, è inoltre in grado di arricchire paste e riso.
  Immagini tratte da :
  https://www.tuttogreen.it/wp-content/uploads/2014/04/topinambur-400x250.jpg
  https://www.giardini.biz/site/uploads/drupal/TOPINAMBUR%20DIS.jpg
  http://finedininglovers-it.cdn.crosscast-system.com/BlogPost/l_7305_vellutata-topinambur.jpg
​  https://www.my-personaltrainer.it/images/ricette/696/risotto-topinambur.jpg

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8/11/2018

Mantova e le sue zucche

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Di Giuliano Sandroni
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​Mantova e la sua provincia è da considerarsi una delle aree a maggiore produzione di zucche di tutta la penisola, infatti in questo territorio se ne coltivano numerose varietà.

Tra le specie più caratteristiche presenti su questo territorio si coltiva la varietà “Cappello del Prete” chiamata così per la forma delle sue falde, (quella superiore più larga e l’inferiore più ristretta), che nella fantasia popolare ricordava il tipico cappello del parroco usato fino agli anni ‘50. 
​

Questo tipo di zucca è molto stimata in cucina, in quanto possiede una bella polpa di colore giallo, fine, compatta, poco fibrosa e dal sapore dolce che la rende adattissima alla realizzazione di tortelli, gnocchi e risotti.

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​Un’altra varietà altrettanto antica, caratteristica e qualitativamente ricercata presente nel Mantovano è la “Marina di Chioggia” detta anche “Zucca Barucca” o Baruffa di goldoniana memoria il cui nome sembra derivi da “Marinanti”, il nome dato alle famiglie che per tradizione si dedicavano alla coltivazione degli orti. E’ una zucca con buccia giallo verde e ha  coste bitorzolute che ricordano molto il viso di vecchie streghe. Non per nulla una delle ipotesi relative al suo nome deriva proprio dall’assonanza fra verruca e barucca. Ma ci potrebbe essere anche un’altra strada per capire l’origine del suo nome, che porta alla tradizione ebraica, a quel “baruch” che significa santo, quasi a santificare la capacità della zucca di sfamare i contadini nel difficile periodo invernale.

La Barucca è una zucca del tipo a turbante, di forma rotondeggiante e dimensioni spesso importanti, anche oltre i 5 kg di peso.  La polpa è di un bel giallo intenso tendente all’arancione, soda, densa.  La semina avviene ad aprile-maggio, a partire da semi selezionati direttamente dai contadini a partire dal raccolto dell’anno precedente: per questo si trovano in commercio zucche di varia pezzatura. La raccolta é solo manuale, e avviene da fine agosto – inizio settembre.

In cucina la Zucca Barucca si presta a diverse preparazioni: lessa, fritta, al forno, come ingrediente base dei tortelli o accompagnamento del risotto. Tuttavia la polpa particolarmente dolce e priva di fibrosità ne suggerisce l’uso in zuppe e vellutate, o come rinforzo delle patate negli gnocchi di zucca.  

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​Queste e altre tipologie di zucca erano molto diffuse nelle campagne fino all’ultimo dopo guerra , poi vennero progressivamente incalzate e sostituite da varietà più facili da consumare, di pezzature inferiori e più precoci, quindi più adatte alla grande distribuzione, ma sicuramente con esse non competitive  in termini di qualità organolettiche.

La Zucca Mantovana ha ottenuto il riconoscimento di Prodotto Agroalimentare  Tradizionale(PAT).

Da più di 20 anni il consorzio agrituristico mantovano con la manifestazione Di zucca in zucca” (che si svolge ogni anno dall’8 Settembre all’8 Dicembre) ha contribuito a diffondere la conoscenza della curcubitacea e a farla apprezzare nei suoi numerosi aspetti anche oltre i confini virgiliani.

Foto tratte da :
n1 https://mantova.virgilio.it/eventi/di-zucca-in-zucca-2018-l-itinerario-gastronomico-della-zucca-22a-edizione-fra-coltura-e-cultura_5796567_6
nn3 http://www.longhimeloni.it/wp-content/uploads/2012/01/beretta.jpg

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