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8/2/2018

I grilli che passano per il piatto

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di Giuliano Sandroni​
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​Dal 1° gennaio 2018 il regolamento dell’Unione Europea permette di produrre e vendere anche in Italia insetti edibili e ingredienti per il cosiddetto “NOVEL FOOD”. Per il resto del mondo non è una novità, infatti sono già 2000 le specie di insetti commestibili consumate da 2 miliardi di persone in circa 113 Paesi. Nonostante la notizia possa farvi sobbalzare sulla sedia, questi animaletti potrebbero essere utilizzati nella produzione di snack di integratori alimentari utili per lo sport, in quanto molto energetici e ricchi di proteine. La F.A.O. (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) per prima, qualche anno fa, ha spinto verso il consumo degli insetti, definiti “cibo del futuro”, grazie alla loro economicità e al loro alto contenuto di principi nutritivi. Un kilogrammo di cavallette ha le stesse calorie di dieci hot dogs. Un kilogrammo di tarme costa circa 20 euro, un kilogrammo di grilli circa 50 euro. Esistono già una decina di allevamenti in Italia specializzati nella produzione di insetti; il loro numero è destinato ad aumentare: questi stanno ampliando la loro produzione e si stanno attrezzando per la trasformazione del prodotto. É prevista anche la produzione di insetti aromatizzati (grilli al sapore di crostacei, tarme al sapore di arachidi, barrette di farina al gusto di larve), ovviamente sono in programmazione alcuni locali in cui sarà possibile gustarli. Secondo quanto emerso da una ricerca dell'Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo (Cuneo) che ha effettuato dei test di degustazione coinvolgendo dei volontari, pochissimi consumatori si mostrano favorevoli alla possibilità di mangiare insetti interi, una maggiore disponibilità è stata invece riscontrata nel consumo di prodotti che contengono insetti nel preparato (come, ad esempio, farina di grilli o pasta con farina di larve).

I prodotti in arrivo sulle tavole, esposti in anteprima al Forum di alimentazione, tenutosi a Milano il 4-5 dicembre scorso, sono stati molteplici e vanno dalla pasta all'uovo artigianale ai grilli, dai millepiedi cinesi (arrostiti al forno per renderli croccanti e poi affumicati) alle tarantole arrostite (senza conservanti né coloranti) provenienti dal Laos, per non parlare dei vermi giganti della farina, giunti a noi dalla Thailandia, arrostiti (con un gusto simile alle patatine e un leggero aroma di pollo).
Non tralasciamo il baco da seta all'americana, le farfalle delle palme della Guyana francese fritte e condite e le cimici d'acqua, ricche di fibre, proteine e vitamine. Non sono mancati neanche i cosiddetti "aperinsetti", scarabei serviti in spiedini, i vermi della farina aromatizzati alla paprica, al curry e al sale marino made in Belgio, i grilli al curry e al barbecue, al peperoncino dolce, tutti made in Thailandia, magari da mandare giù con un sorso di vodka con bachi da seta. Nonostante la normale contrarietà degli italiani verso tali prodotti, sicuramente lontanissimi dalla loro cultura alimentare, l'arrivo sulle tavole di questi insetti solleva precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione, sulla provenienza e tracciabilità degli stessi. Questa scelta, che un tempo per gli occidentali sembrava fantascientifica, richiede una forte predisposizione alla sperimentazione e una mente sgombera da qualsiasi tabù culinario, prerogativa di pochi occidentali. Il “novel-food” non deve trovarci impreparati, solo la conoscenza profonda delle cose e il tempo può far superare l’ostacolo della paura, allentando, forse, i freni della diffidenza…forse….

Immagine tratte da:
Immagine 1: https://www.focus.it/site_stored/imgs/0004/017/reu_rtr3pg2t_web.630x360.jpg
Immagine 2: http://i2.res.24o.it/images2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/Online/Immagini/Food/Pregresso/Ritagli/image2-kCPC--835x437@IlSole24Ore-Web.jpeg
Immagine 3: https://assets3.thrillist.com/v1/image/1755805/size/tmg-facebook_social.jpg
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