di Giuliano Sandroni L’Italia, con una produzione di circa 60 milioni di ettolitri all’anno, è tra i primi produttori di vino al mondo. La viticoltura italiana è disciplinata da norme e regolamenti, alcuni a carattere nazionale, altri comunitario. Attualmente le tipologie contemplate sono vini DOCG, vini DOC, vini IGT e vini da tavola. Questi ultimi sono vini che non sottostanno a regole produttive precise e il consumatore non ha pertanto alcuna garanzia di qualità. Il vino dà piacere, ma è necessario conoscerlo per apprezzarlo al meglio. Possiamo fare una similitudine tra vino e musica: un orecchio educato è in grado di gustare in modo ottimale il piacere delle note più di chi non possiede le nozioni di base; questo concetto è sicuramente valido anche per chi beve vino. Un palato educato è sicuramente più facilitato a cogliere le sfumature. Saper scegliere un vino e riconoscerlo può rivelarsi piacevolmente intrigante tanto da portarci a giocare con esso, attraverso abbinamenti inconsueti, spingendoci magari a organizzare una vera e propria cantina per poter avere sempre a disposizione il vino adatto per qualsiasi piatto. Una volta scelto del buon vino va servito in modo adeguato. Ogni tipologia di vino ha alcune regole di servizio in grado di esaltarne le caratteristiche specifiche. Per esempio, una bottiglia di spumante servita a temperatura ambiente risulterebbe imbevibile. Alcuni vini rossi vanno stappati con anticipo, altri possono essere serviti con il decanter per privarli dei depositi e per permettere loro una benefica ossigenazione. Il vino è senz’altro capace di dispensare piacere anche quando viene degustato da solo, senza accompagnamento ad alcuna pietanza; in questo caso si parla di “vino da meditazione”. È anche un ottimo compagno per le pietanze servite in tavola. Conoscere l’abbinamento giusto tra alcuni piatti e un tipo di vino piuttosto che un altro, permette di esaltare reciprocamente le qualità dell’una e dell’altra. Così, come il vino si compiace di un abbinamento appropriato con il cibo più adatto, allo stesso modo il cibo trae giovamento dall’abbinamento con il vino giusto. Tutto questo senza pretendere miracoli: un piatto mediocre resta tale anche se abbinato a un buon vino, ma sicuramente verrà da esso esaltato. É necessario sfatare dei luoghi comuni riguardo al consumo di vino a tavola: cambiare vino durante il pasto non genera mal di testa, né porta di per sé a ubriachezza, tali inconvenienti sono generati da un eventuale consumo eccessivo dello stesso. La qualità del vino, a prescindere dai gusti personali del consumatore, si giudica attraverso alcuni parametri, uno di questi, ma non l’unico, è la capacità del vino di riprodurre gli aromi, tipici del frutto originario, ossia dell’uva nella composizione del suo sapore e del suo profumo. Importanti sono anche i parametri quali la consistenza, l’equilibrio e l’integrità del suo gusto che devono presentarsi in un rapporto equilibrato gli uni con gli altri, per garantire un certo grado di piacevolezza. Il vino va degustato, per farlo sono necessarie procedure precise dette “tecniche degustative” che approfondiremo successivamente. Intanto, il consiglio primario da dare è quello di farne un uso moderato e responsabile prediligendone la qualità alla quantità. Immagini tratte da: https://gdsit.cdn-immedia.net/2015/02/Uva-Vino.jpg http: https://www.umbriaoggi.it/wp-content/uploads/2018/03/foto-vino-umbro.jpeg https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/71Yvmj0yfoL._SL1100_.jpg Potrebbe interessarti anche:
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Febbraio 2021
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