7/11/2017 10 settembre 1943: a Piombino nasce la Resistenza – Una mostra ripercorre le tappe della Battaglia di PiombinoRead Now
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Avrebbe dovuto essere una giornata di pace: l’8 settembre 1943 era stato dato l’annuncio della firma dell’Armistizio di Cassibile e con quell’atto ufficiale si metteva fine alle ostilità verso gli Alleati. Fu in quei giorni che nacque il movimento della Resistenza, gruppi di privati cittadini che imbracciavano le armi per cacciare l’invasore nazista dall’Italia. Se cerchiamo un momento che faccia da genesi per l’intero movimento resistenziale dobbiamo cercare a Piombino, due giorni dopo l’annuncio dell’armistizio, il 10 settembre.
La mattina di quella giornata iniziò con l’avvicinarsi al porto di una flottiglia che chiedeva di poter attraccare nel porto per fare rifornimento. La Marina rispose che no, non era possibile senza ricevere ulteriori chiarimenti riguardanti la nazionalità delle navi; fu solo allora che gli occupanti di quelle navi si rivelarono essere soldati tedeschi guidati dal capitano Karl Wolf Albrand. Le loro intenzioni erano chiare: occupare Piombino, cosa che ritenevano semplice, forse a causa di una sottovalutazione delle difese della città. Nonostante tutti avessero compreso che cosa comportassero le dinamiche in atto in quel momento, il comandante della divisione costiera, il Generale De Vecchi (molto vicino a Mussolini) impose di far sbarcare i tedeschi. Appena si sparse in giro la notizia, prese avvio una manifestazione popolare di protesta contro la presenza degli invasori e, per cercare di disperdere la folla, venne mobilitata una divisione di carri armati. La tensione salì sempre di più finché non divenne evidente che la paralisi militare avrebbe portato alla sconfitta: furono allora i privati cittadini a supportare l'organizzazione della difesa da parte dei soldati e gli ufficiali che erano rimasti al loro posto. Nonostante le trattative, non fu possibile evitare lo scontro. La battaglia durò fino alla mattina dopo quando i tedeschi vennero sconfitti, catturati e portati nelle prigioni del Castello di Piombino. Alla gioia della vittoria seguì, però, un'amara conclusione perché il Generale De Vecchi ingiunse di liberare i prigionieri e restituire loro le armi, nonostante le proteste da parte della popolazione. Nella battaglia di Piombino, durata tutta la notte del 10 settembre 1943, le perdite furono di 4 da parte italiana e 120 da parte tedesca. Tra i morti italiani vi era anche il marinaio Giovanni Lerario, a cui è oggi intitolata una via della città.
In occasione del settantaquattresimo anniversario dalla battaglia, il Comune di Piombino ricorda l’evento, considerato come l’atto di nascita della Resistenza, con una serie di manifestazioni iniziate nel mese di settembre e culminate con una mostra fotografica dal titolo “Testardi e Valorosi” tenutasi in due occasioni: prima al Centro Giovani “Fabrizio De Andrè” dove è stato inoltre rievocato il valore della Resistenza e l’importanza per i piombinesi dei fatti del 10 settembre 1943; poi dal 23 al 29 ottobre all’interno del Circolo Artistico e Culturale “Le Gambe Verdi” in Corso Vittorio Emanuele, solitamente dedicato alle mostre di pittura.
All’interno del locale, l’area occupata dalla mostra è di due stanze al cui interno si trovano documenti storici come giornali d’epoca, italiani e stranieri, fotografie, di cui alcune scattate da aerei che sorvolavano le aree di guerra. Si può osservare quindi la zona dell’Altoforno piombinese, che contribuiva in modo consistente alla produzione nazionale di armamenti, completamente rasa al suolo. Una parete era dedicata ai bombardamenti sull’Isola d’Elba dove la città di Portoferraio era stata ridotta a cenere e macerie; era inoltre presente una mappa che indicava i luoghi che erano stati colpiti dalle bombe e osservando quella di Piombino la zona che aveva subito più danni era quella compresa tra Piazza Bovio e il porticciolo di Via Salivoli. Per riuscire a orientarsi nei numerosi eventi storici che allora sembravano di prima grandezza e che facevano da contesto a quanto accaduto a Piombino, l’organizzatore della mostra Mattia Rossi ha guidato, con le sue spiegazioni dei rispettivi documenti, i visitatori attraverso le fasi del conflitto. Mattia Rossi infatti, nel corso dei suoi studi di Storia, ha avuto modo di affrontare proprio questo argomento e al riguardo ha scritto una relazione, che si ritrova sintetizzata nei suoi punti essenziali in uno degli opuscoli disponibili alla mostra e che i visitatori hanno potuto prendere per informarsi ulteriormente. Dato che questa parte della Storia non è nota a molti, anche nella stessa Piombino, una menzione particolare va fatta per lo storico Ivan Tognarini (il cui padre faceva parte della Resistenza) che, con i suoi studi negli anni ’70, ha contribuito in modo decisivo alla conoscenza di un fatto storico di prima grandezza insieme ad altri storici come Rocco Pompeo. I due rimangono punti di riferimento per chi sia interessato ad approfondire l’argomento, ed è in gran parte grazie ai loro studi che Piombino ha potuto ricevere la medaglia d’oro al valore nel 2000 dalle mani di Carlo Azeglio Ciampi. IMMAGINI TRATTE DA: Foto dell’autore
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