Arrivato alla sua terza edizione il MelaSòno Music Fest si prepara a tre serate di grandi eventi con musica dal vivo e grandi nomi. Venerdì 7 luglio il MelaSòno inaugura con una serata interamente dedicata alla Toscana con il tour “Noi non siamo stanchi” de I Matti delle Giuncaie, band imprescindibile per il panorama rock folk regionale e non solo. L'apertura del concerto sarà affidata alla Borrkia Mini Band, che porterà sul palco del MelaSòno il proprio stile rock 'n roll tipicamente anni Cinquanta. Sabato 8 luglio, serata centrale del festival, saranno i Fantasia Pura Italiana ad aprire le danze. La band pratese che sta scandagliando i canoni del panorama musicale toscano con un rock divertente e non banale, è già conosciuta a livello regionale per essere stata vincitrice del Marea Festival 2014 e aver aperto importanti concerti (come quelli de Lo Stato sociale e I Ministri per esempio). Anche in questo caso, i Fantasia, in tour con “Istruzioni per un viaggio scomodo”, album che vanta la collaborazione di artisti come Riccardo Onori, Tommaso Novi e la stessa Borrkia Big Band, non saranno da meno e apriranno il concerto di una band emiliana che, dopo una lunga attesa, torna finalmente in territorio pisano. Saranno i Nobraino il gruppo musicale di punta di questa edizione del MelaSòno Music Fest. Attivi dal 1996 e presenti con i loro tour in tutta Italia i Nobraino si stanno facendo conoscere sempre meglio in questi ultimi anni, arrivando sempre più anche al grande pubblico. Con il nuovo album, “3460608524”, la band porterà sul palco del MelaSòno il proprio originale mix di rock, folk e cantautorato, con brani che divertiranno e incanteranno il pubblico . «Cerchiamo ogni anno di migliorarci e per questa edizione in particolare abbiamo cercato di dare un'impronta ancora più precisa al MelaSòno Music Fest – parla il presidente dell'associazione organizzatrice Giuseppe Gallucci – l'obiettivo è far si che questo festival diventi punto di riferimento per band emergenti ed affermate, uno spazio in cui gli artisti possano esprimersi e farsi conoscere e, allo stesso tempo, un evento in cui il pubblico possa vedere soddisfatti i propri desideri e trovare un'offerta diversa dal solito». Completamente nuova sarà quest'anno la programmazione dell'ultima serata. Domenica 9 luglio infatti il festival avrà una dimensione prettamente territoriale, con spettacoli di fuoco e giocoleria, a cura del gruppo artistico Jaroda, e con un Minifestival, evento musicale dedicato ai più piccoli. Immancabile anche in questa edizione il ristorante all'interno del parco, aperto ogni sera, in cui sarà servito un menù composto da piatti tipici locali, con un'attenzione particolare ai prodotti biologici e a km 0 e la possibilità di scegliere un menù completamente vegetariano. Saranno presenti inoltre un'area pub e panini, gestita in collaborazione con il Birrificio agricolo artigianale J63 di Torre a Cenaia, un'area giochi e il mercatino artigianale, quest'anno arricchito da nuove collaborazioni e da una nuova direzione organizzativa. È possibile seguire il MelaSòno Music Fest e l'evoluzione della sua organizzazione attraverso i canali ufficiali facebook, instagram e youtube. Sito web http://melasonomusicfest.blogspot.it/ Pagina Facebook e Youtube - MelaSòno Music Fest Profilo instagram- melasonomusicfest
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Il senso della birra. Degustazione di birra artigianale – dal 23 al 25 giugno – ex Real Collegio
Nello scorcio del mese di giugno torna a Lucca il festival dedicato alla degustazione e promozione delle migliori birre artigianali. L'ex Real Collegio – nelle immediate vicinanze della chiesa di San Frediano – apre le porte ancora una volta, per quella che sarà la nona edizione dell'evento che la città riserva agli amanti della bevanda di luppolo. A mostrare i propri prodotti saranno oltre venti birrifici artigianali toscani; il paese ospite di questo 2017 è nientemeno che l'Inghilterra, presente alla kermesse con due produttori di Londra. Per informazioni, orari e ulteriori dettagli: www.ilsensodellabirra.com
Nel pomeriggio del 24 giugno le due squadre finaliste si affronteranno sul campo di piazza Santa Croce. L'evento avrà inizio alle 15.15 con il corteo che, dal Palagio di Parte Guelfa (via Pellicceria), attraverserà buona parte del centro storico, per arrivare in piazza Santa Croce attorno alle 17:00. Alle 22:00 i festeggiamenti si concluderanno con i tradizionali fuochi d'artificio sparati da piazzale Michelangelo. Per informazioni e aggiornamenti sul programma completo: eventi.comune.fi.it ![]()
PISA
Gioco del Ponte – 24 giugno – dalle ore 18.30 – Lungarno e Ponte di Mezzo La tradizione della città di Pisa vuole l'ultimo sabato del mese di giugno dedicato al Gioco del Ponte, manifestazione folcloristica che si ispira all'antico Gioco del Mazzascudo. Dopo il corteo storico che attraverserà tutti i lungarni a partire dalle ore 18.30, sul Ponte di Mezzo – il centrale e più importante della città – le due squadre di Tramontana e Mezzogiorno si sfideranno in una prova di forza, spingendo il celebre “carrello”. Per informazioni e aggiornamenti: www.giocodelpontedipisa.it
Domenica 25 giugno alle 6.30 al Bagno “degli Americani” tornano – dopo il successo dello scorso anno - i concerti “all'alba”; sarà possibile ascoltare le note della chitarra di Lorenzo Niccolini, che con il suo fingerstyle accompagnerà il sorgere del sole tra ritmi blues e jazz. L'evento è gratuito; il bar sarà aperto per permettere a tutti di gustare anche una colazione con caffè e cornetti. Per ulteriori informazioni: www.bagnodegliamericani.it ![]()
LIVORNO
Street Food Livorno – dal 22 al 25 giugno – piazza XX Settembre Nel prossimo fine settimana sarà la città di Livorno a ospitare un nuovo evento dedicato al cibo di strada e ai prodotti del territorio. Nella centralissima piazza XX Settembre troveranno spazio gli stand di rivenditori soprattutto locali e sarà possibile assaggiare quanto di meglio la tradizione culinaria toscana ha da offrire in fatto di cibo e bevande “da passeggio”. L'ingresso è gratuito, ulteriori informazioni saranno disponibili nei prossimi giorni su www.comune.livorno.it Immagini tratte da: Immagine 1 da www.ilsensodellabirra.com Immagine 2 da eventi.comune.fi.it Immagine 3 da www.giocodelpontepisa.it Immagine 4 da www.bagnodegliamericani.it Immagine 5 da www.comune.livorno.com
Nello sciorinare ringraziamenti, alla fine del concerto, Andrea Appino e ‘Ufo’ Schiavelli non mancano di rivolgere un saluto ai normalisti affacciati alle finestre adiacenti il grande palco che insiste da un mese su Piazza dei Cavalieri, discretamente affollata alle 23.45 di un sabato sera nient’affatto qualunque. Se dovessimo scegliere un’immagine simbolica per raccontare cos’è stato il concerto degli Zen Circus a Pisa, sabato sera, non ne troveremmo una migliore. Ma per comprenderne a pieno la carica ironica e simbolica occorre un piccolo flashback musicale: nella canzone ‘Pisa merda’ si fa espresso richiamo agli studenti della Scuola Normale Superiore, sottolineando come i normali, in realtà, siamo noi, "Nati Per Subire" da una vita, forse per nostra natura, pensando vivamente che sia proprio una fortuna. L’introduzione della canzone è stata preceduta da canzonature degli stessi di cui sopra, che hanno salutato con ilarità la distesa di gestacci che la folla ha ironicamente dedicato loro. Sta forse qui il senso di una serata pisana, pisanissima, ma che racconta in realtà la realtà stessa della provincia italiana. Giocavano in casa questi ragazzotti non più tanto ragazzotti, che da oltre vent’anni consumano i palchi di mezza Italia per narrare senza filtri, ma senza nemmeno troppa seriosità, la fragilità delle idee di una generazione orfana di ideali, la transumanza dal collettivismo all’individualismo. Chi di noi non è, oggi, “un egoista”? Ma non basta. Scivolando dentro i testi, raramente banali, soprattutto negli ultimi dischi, non sfugge una consapevolezza matura di essere figli di genitori infelici. Eppure ritorna, anche nei temi più intimi e pericolosi, un’ironia di fondo che rende leggerissime certe frustate. La prova del nove di questa sensazione si ottiene facilmente guardando le facce del pubblico, composto per la maggior parte da giovani (a dispetto dei quasi 40 anni dei membri della band), che tra uno spintone e una birra, una foto e una canzone urlata a memoria, ridevano di gusto. L’atmosfera di allegria, più difficilmente l’aria di casa che fa salire solo nostalgia, ha contagiato inevitabilmente gli Zen che hanno dato vita ad uno spettacolo dinamico, senza pause, con continue gag tra un brano e l’altro che, per inciso, spogliano Appino da quell’idea di bello e maledetto che potrebbe facilmente indossare, calandolo a livello di un cazzone qualunque e rendendolo dunque umanissimo, e di contro rendono Qqru ben più di un batterista che assomiglia al fantasma di Frank Zappa (epico nell’entrare in scena direttamente a petto nudo e nel suonare un washboard a metà concerto) e Ufo Schiavelli una specie di conduttore/moderatore/presentatore della serata. Anche Francesco Pellegrini, chitarrista aggiunto, solitamente quieto e impassibile, tradiva un certo entusiasmo per l’ottimo mix di rock e ironia che strisciava in Piazza dei Cavalieri ieri sera e di cui dobbiamo ringraziare l’organizzazione dell’Aspettando Metarock, che al netto delle polemiche (in verità non troppo avventate) sul costo dei concerti di Bobo Rondelli e Levante, ha l’onore di aver portato nel pieno centro di Pisa un tris d’artisti di ottimo spessore, aspettando il main event di settembre, il vero e proprio Metarock.
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Piccola correzione: gli artisti che si sono succeduti in questi giorni non sono stati tre bensì quattro. Verso la fine del concerto degli Zen Circus ha fatto il suo ingresso sul palco Francesco Motta, pisano ed ex fonico del gruppo, che l’anno scorso ha tirato giù un album d’esordio notevolissimo, sponsorizzato dagli stessi membri della band con i quali fin dal sound-check e poi nel live traspariva un affiatamento amichevole, non semplicemente musicale. Nota dolente dell’esibizione di Motta, però, è stata la brevità della performance: una sola canzone, seppur la più emblematica del disco che non a caso prende il nome dal titolo del brano, “La fine dei vent’anni” e poi un paio di canzoni degli Zen cui ha prestato la sua chitarra e la cascata di boccoli impuzzoliti dal fumo di "American Spirit blu". Onestamente, visto il contesto perfetto e la sintonia con il resto dei musicisti, era lecito attendersi qualcosa in più, sebbene la sua presenza non fosse prevista dal borderò ma è stata incidentalmente inserita in scaletta. Nel complesso, tuttavia, Pisa ha risposto benissimo a questo trittico di concerti che ha riempito Piazza dei Cavalieri di qualcosa che non fossero le solite bottiglie di birra che tanto odiano le autorità, vero simbolo del degrado di questa generazione spazzatura. Chi glielo spiega – alle autorità – che quei cocci per terra, quella puzza di piscio nei vicoli, il vomito sul sagrato della Chiesa di Santo Stefano e i marocchini che vendono il fumo agli angoli della Normale sono la concretizzazione di due ore di musica che nasce e muore esattamente lì, in quella Piazza, in quei vicoli, su quel sagrato, sotto la Normale, come un grande cerchio i cui angoli infiniti sono quegli stessi ragazzi normali, sì, normali, che non hanno niente di speciale? E che magari, ogni tanto, riescono a fare qualcosa di grandioso: essere felici. Immagini tratte da Foto dell'autore (Marco D'adamo)
Lo scorso 1° giugno, nella pittoresca cornice di Palazzo Blu ha avuto luogo la visita in anteprima per la stampa della mostra Disegnare sogni. Il cinema di Silvano Campeggi (1946-1969), promossa da Fondazione Palazzo Blu e curata da Giorgio Bacci, con il patrocinio della Scuola Normale Superiore e del Comune di Pisa. Noi de IlTermopolio vi abbiamo partecipato e vogliamo raccontarvi questa nuova e imperdibile occasione di arricchimento artistico-culturale per la città di Pisa. In seguito alla calorosa accoglienza del giovane curatore, la visita si è svolta con la prestigiosa presenza dell’artista. Silvano Campeggi, in arte “Nano”, come era solita chiamarlo affettuosamente la madre quando era piccolo, a dispetto del nome con cui si firma nelle sue opere e dei suoi 94 anni compiuti, appare come un “gigante”, non solo per la sua altezza e per la sua figura slanciata, ma anche per il ruolo indiscusso di assoluto primo piano che ha avuto come illustratore di manifesti cinematografici, in un momento di massimo splendore della produzione cinematografica stessa, italiana e statunitense in particolare, immortalando i film e i divi che ne hanno fatto la storia, tra la fine del secondo conflitto mondiale e i primissimi anni Settanta. “Non so se lo presero perché era bello o era bravo”, ci rivela, ridendo, l’inseparabile e instancabile moglie Elena Campeggi, che da ben 60 anni di matrimonio accompagna il marito, sostenendo e promuovendo la sua arte, dinanzi al bozzetto del primo manifesto commissionato a Nano per il film campione d’incassi Aquila Nera, diretto da Riccardo Freda nel 1946. Bravo Nano lo era senz’altro: tutta la sua opera infatti “ha la sapienza toscana del disegno”, acquisita nella sua amata Firenze fin dai tempi dell’Istituto d’Arte di Porta Romana e che affonda le sue radici nella tradizione rinascimentale. Tra Firenze, Cinecittà e gli Studios hollywoodiani, “abbiamo conosciuto centomila persone: belli, brutti, ricchi, poveri, sbandati”, continua la signora Campeggi, “e noi siamo zingari ancora”, nomadi sempre in viaggio per raggiungere i numerosi impegni e riconoscimenti in Italia e nel mondo, che attendono Nano. “La nostra vita è stata come una bottiglia di champagne, ma senza mai ubriacarci”, dimostrando grande professionalità al cospetto di attori e attrici del calibro di Clarke Gable, James Dean, Marcello Mastroianni, Grace Kelly, “la Taylor”( rivolgendosi confidenzialmente a Elizabeth Taylor, della quale Nano ha seguito l’intera carriera cinematografica, realizzando i manifesti di tutti i suoi più importanti film, dall’esordio sul grande schermo con Torna a casa, Lessie!, fino al cult La gatta sul tetto che scotta, i cui bozzetti, tormentati dalla censura vigente all’epoca, sono visibili in mostra) o Marilyn Monroe senza veli. Durante i cocktail party per la promozione di un film, Nano, su acclamata richiesta dei partecipanti, regalava schizzi e ritratti, e allo stesso modo ha fatto con noi, mettendoci in posa e facendoci sentire, anche se soltanto per una manciata di secondi, delle star: disegnare sogni, appunto. La mostra, nelle sue scelte curatoriali, vuole sottolineare proprio l’irrefrenabile passione dell’artista per il disegno, immergendo il visitatore nell’officina di Nano e illustrandogli con chiarezza le tappe del suo processo creativo. Al piano terra infatti, nella Sala della Biblioteca, troviamo alcune foto di scena da cui Nano, dopo la visione del film in anteprima, ricavava una composizione che ne restituisse l’essenza, realizzando, con l’uso di varie tecniche grafiche, una serie di bozzetti da sottoporre alla supervisione dei produttori. I tre bozzetti scelti avrebbero quindi costituito, rispettivamente, il monumentale manifesto in formato “4 fogli”, destinato a essere affisso nelle grandi e frenetiche città, atto quindi a catturare l’attenzione attraverso il colpo d’occhio, la più modesta locandina, un “2 fogli”, per i cinema di provincia che proiettavano il film in seconda visione a un pubblico meno “erudito” e maggiormente affascinato dagli aspetti narrativi e patetici di questa forma di pubblicità, e infine il flano di piccole dimensioni per la stampa. Al secondo piano del palazzo, la mostra prosegue su due binari paralleli e a momenti tangenti: quello cronologico e quello tematico. I bozzetti dei più celebri manifesti di Nano, raramente esposti, ne suggeriscono l’evoluzione stilistica, omaggiando gli attori più amati di tutti i tempi, i cui personaggi sono entrati nell’immaginario collettivo contemporaneo, anche grazie all’avanguardistica interpretazione che il nostro cartellonista ne ha dato nei suoi manifesti. L’ultima sala è “un piacere per gli occhi”, per dirla con le parole di Giorgio Bacci. Vivian Leigh e Audrey Hepburn (l’ultima attrice ritratta da Campeggi, prima che la fotografia soppiantasse il manifesto illustrato), Via col vento e Colazione da Tiffany, due contrastanti ideali di bellezza femminile, due sceneggiature diversamente passionali, due film che hanno segnato intere generazioni, in un’emozione senza fine. Una mostra da visitare assolutamente, fino al 1° ottobre 2017, dal martedì al venerdì ore 10:00 – 19:00, il sabato e la domenica dalle 10:00 alle 20:00. Catalogo: Disegnare sogni. Il cinema di Silvano Campeggi (1946-1969), a cura di G. Bacci, Pisa, Istos edizioni, 2017. Testo Italiano/Inglese.
Alcuni scatti dalle sale della mostra
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Dicembre 2022
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