Un poliedrico artista già apprezzato come attore, un quartetto dal singolare organico (violoncello, violino, flauto, viola) e una grande orchestra sinfonica. “Come una specie di sorriso” e il concerto spettacolo che Neri Marcorè, qui nelle vesti di cantante e chitarrista, porta lunedì 2 luglio al Teatro Romano di Fiesole (ore 21,15) nell’ambito dell’Estate Fiesolana 2018. Un omaggio alla musica e alla poesia di Fabrizio De Andrè che vede sul palco anche lo GnuQuartet e l’Orchestra Sinfonica ArteM diretta da Carlo Moreno Volpini, per uno spettacolo sul filo delle emozioni. I biglietti (35/25 euro, posti numerati, esclusi diritti di prevendita) sono disponibili alla cassa del Teatro Romano, nei punti vendita di Box Office Toscana www.boxofficetoscana.it/punti-vendita (tel. 055.210804) e online su www.ticketone.it (tel. 892.101). Biglietto ridotto per i residenti nel Comune di Fiesole (presso la biglietteria del Teatro presentando un documento d'identità). Dalle ore 20 fino a inizio spettacolo è possibile visitare gratuitamente il Museo Civico Archeologico di Fiesole. Il titolo chiama in causa una delle canzoni più amate di Faber, “Il pescatore”, ma in “Come una specie di sorriso” c’è anche il De Andrè meno conosciuto. A impreziosire lo spettacolo sono gli arrangiamenti originali di Stefano Cabrera, il violoncellista dello Gnu Quartet - formazione di archi e fiati già al fianco di Daniele Silvestri, Niccolò Fabi, Pfm - con Stefano Cabrera al violoncello, Roberto Izzo al violino, Raffaele Rebaudengo alla viola e Francesca Rapetti al flauto. Neri Marcorè è dotato dell’istrionismo che solo i grandi mattatori dello spettacolo possono avere. Radio, cinema, teatro, televisione, doppiaggio: la sua carriera è un mosaico di esperienze. E successi. Impossibile non ricordare “Il cuore altrove” di Pupi Avati (Nastro d’argento per Miglior Attore), i programmi tv accanto a Serena Dandini e ai fratelli Guzzanti… Amatissimo da pubblico e critica e antidivo per eccellenza, Marcorè negli ultimi anni si è dedicato con particolare attenzione al teatro musicale, esplorando pietre miliari della musica quali Giorgio Gaber e i Beatles. “Ho iniziato ad ascoltare De André quando ero bambino, grazie a mia madre – spiega Neri Marcoré - ma è stato crescendo che ho apprezzato il connubio, meraviglioso, tra musica e testi. Così, insieme a Gaber, De Gregori e Fossati e diventato uno dei miei riferimenti musicali. Mi piace la sua onestà intellettuale, il suo schierarsi dalla parte degli ultimi. Non potrò mai dimenticare il suo ultimo concerto al Brancaccio di Roma”. Per Marcorè si tratta di un nuova ”incursione” nella musica del cantautore genovese dopo lo spettacolo “Quello che non ho”. ORCHESTRA SINFONICA ARTeM - L’Accademia Reatina Teatro e Musica, A.R.T. e M. nasce dalla volontà e dall’entusiasmo di alcuni musicisti professionisti di origine reatina conosciuti e apprezzati nell’ampio panorama della musica italiana e si propone, attraverso la creazione di eventi musicali di alto livello artistico, di diffondere e promuovere la musica attraverso un sapiente progetto di coinvolgimento. L’Orchestra Sinfonica A. R. T. e M. rappresenta il principale e il più prestigioso strumento operativo dell’Associazione e si avvale della preziosa presenza di affermati strumentisti attivi nelle maggiori orchestre sinfoniche e fondazioni liriche italiane ed europee. Le prime parti, tutti musicisti di chiara fama, vantano curricula assai importanti e ricchi di esperienze nazionali e internazionali direttori e solisti di fama internazionale tra cui Riccardo Muti, Lorin Maazel, Simonide Braconi, Anna Maria Chiuri, Massimo De Bernart,Patrick De Ritis,Maxence Larrieu, Francesco Manara, Federico Mondelci, Luisa Prandina, Cristiano Rossi, Giuseppe Sabbatini, Nicola H. Samale. Annovera, inoltre, partecipazioni a eventi e a registrazioni trasmesse da Rai, Mediaset, Rai International, Radio Vaticana e a colonne sonore. ESTATE FIESOLANA 2018 – I concerti dell’Estate Fiesolana continuano mercoledì 4 luglio, sempre al Teatro Romano di Fiesole, con Gianni Maroccolo e tanti ospiti in “Nulla è andato perso”, spettacolo nato da uno costola dell’album “VDB23” realizzato con il compianto Claudio Rocchi. Martedì 10 luglio Stefano Bollani con “Que Bom”, disco e tour dall’estate 2018: al suo fianco grandi rappresentanti della musica brasiliana come Jorge Helder al contrabbasso, Jurim Moreira alla batteria, Armando Marçal e Thiago da Serrinha alle percussioni. Venerdì 13 luglio è la volta di Bobo Rondelli, il cantautore e poeta livornese porta in scena il nuovo album “Anime storte”. Sabato 14 luglio la pianista cubana Marialy Pacheco presenta, insieme al trombettista Joo Kraus, l’ultimo album “Duets”. Ancora jazz mercoledì 18 luglio insieme all’orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti mentre venerdì 20 luglio va in scena il crime-funk dei Calibro 35, due lustri di carriera celebrati con l’album “Decade”. Dedicato alle grandi colonne sonore il concerto “Musiche dal grande schermo” che l’Orchestra da Camera Fiorentina presenta mercoledì primo luglio, direttore Giuseppe Lanzetta. E ancora, il ciclo di letture teatrali “Iliade – un racconto mediterraneo”, concerti al tramonto a ingresso libero… Programma completo www.estatefiesolana.it.
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Festival all'insegna della comicità, della satira e della commedia teatrale, il Pisa Comedy Fest nasce grazie alla collaborazione di tre realtà molto attive sul territorio pisano: “Leningrad Café”, “ADA: Arsenale Delle Apparizioni”, “La Ribalta Teatro”. Il festival vuole rilanciare l'idea della comicità come mezzo per un messaggio sociale riguardante sia i temi principali della satira che temi più attuali che viviamo tutti i giorni nel quotidiano. La chiave di lettura comica della realtà non è un semplice modo per far ridere lo spettatore, ma un’attitudine, un paradigma con cui esorcizzare e svilire i problemi che al giorno d’oggi ci attanagliano, creare quel distacco che permette la riflessione critica, oltre che comica, della realtà. Il sarcasmo è uno strumento chirurgico, che permette di vedere i difetti e limare gli spigoli, mentre l’autoironia è uno specchio che ci fa rendere conto di quello che realmente stiamo affrontando e soprattutto di come lo affrontiamo. In questo periodo buio, in cui si è perso quel senso di solidarietà e di apertura verso il diverso da noi, prenderci un po’ in giro non può che aiutare a ridimensionare la nostra concezione di “altro”, inteso come straniero, in un mondo che appartiene a tutti i popoli e a tutti le etnie. La risata è un mezzo per unire, per denigrare l’individualismo che diviene sempre più protagonista e riallacciare i rapporti con quella parte più intima che anche attraverso l’energia di una battuta, vuole far star meglio chi la riceve. Donare una risata è un gesto coraggioso e altruista, questo festival lo vuole rimarcare. Programma PISA COMEDY FEST: Primo giorno: 18:30 Apertura 19:00 Spettacolo di improvvisazione teatrale a cura di “ADA: Arsenale Delle Apparizioni” 20:30 Pausa 21:00 Spettacolo teatrale de “La Malablatta” 22:30 Pausa 22:45 Spettacolo di Stand Up Comedy: “Tutto male, grazie” di Salvatore Zappia, con apertura di Eddie Murchy 23:30 Fine prima giornata Secondo giorno: 18:30 Apertura 19:00 Spettacolo di improvvisazione teatrale a cura di “ADA: Arsenale Delle Apparizioni” 20:30 Pausa 21:00 Spettacolo teatrale “Un bicchiere blu” de “La Ribalta teatro” 22:30 Pausa 22:45 Spettacolo di Stand Up Comedy con: Andrea Paone, Ivano Bisi, Valerio Coscetti, Matteo Bruni, Alessandro Poletto; a cura del Leningrad Cafè 23:30 Gran finale Torna da martedì 25 giugno la rassegna di film "Il Cinema della Normale", che la Scuola Normale organizza in Piazza dei Cavalieri in collaborazione con il Cinema Arsenale di Pisa.
Dopo il ciclo di film sulla fantascienza dello scorso anno, il tema quest’anno sarà il filo conduttore dell’intero anno accademico della Normale: 'Insieme diversi'. E ad esordire sarà un film che sulla 'diversità' ha fatto ridere alcune generazioni: "Frankestein Junior", pellicola del 1974 di Mel Brooks, con Gene Wilder, Peter Boyle, Marty Feldam, Cloris Leachman, Teri Garr. Anche quest’anno i film saranno introdotti da rappresentanti della Scuola, in questo caso l’ex allievo Francesco Morosi. La rassegna prosegue tutta la settimana: mercoledì sarà la volta di "Pretty Woman", il film di Garry Marshall con Richard Gere e Julia Roberts del 1990 che fa rivivere attualizzandola la favola di Cenerentola. Introduce Pretty Woman la responsabile Comunicazione e Relazioni Esterne, Elisa Guidi. Il giorno dopo, giovedì 28 giugno, altra escursione sulla fantascienza con un film che di diversità e integrazione fa il proprio filo conduttore: "Avatar", di James Cameron con Sam Worthington, Zoe Saldana, Stephen Lang. Introduce Avatar il Direttore della Scuola Normale, Vincenzo Barone. Venerdì 29 giugno sarà proiettato "Il pianeta delle scimmie", di Franklin J. Schaffner, con Charlton Eston e Roddy McDowall. A introdurre il film del 1968 dove il tema della diversità è affrontato in chiave straniante, dalla prospettiva di uomini soggiogati da scimmie, è il chimico-fisico Sergio Rampino. Infine domenica, 1 luglio, si chiuderà con "Vita di Pi", film di Ang Lee del 2012 con Suraj Sharma. Premiato con vari oscar, tra cui quello alla miglior regia, Vita di Pi è la storia di come la diversità della propria condizione possa essere trasposta all’esterno, nella figura di una feroce tigre, con cui Pi dovrà fare i conti se vorrà sopravvivere. Tutte le proiezioni sono a ingresso libero, a partire dalle ore 21.30. Arene di Marte al via lunedì 25 giugno insieme a Paola Cortellesi e Riccardo Milani Fino al 2 settembre grandi successi, classici restaurati e film d’autore Incontri con Alice Rohrwacher, Francesco Falaschi, Dario Albertini e Il Terzo Segreto di Satira Dopo il record di presenze (24.000 spettatori) della passata stagione, prende il via lunedì 25 giugno con la proiezione di “Come un gatto in tangenziale” - alla straordinaria presenza dell’attrice Paola Cortellesi e del regista Riccardo Milani - la rassegna Cinema sotto le Stelle 2018, fino al 2 settembre alle Arene di Marte del Mandela Forum di Firenze (piazza Berlinguer). 130 film di qualità, ogni sera due diverse proposte, con inizio alle ore 21,30 e alle ore 21,45, per facilitare l’ingresso. La serata inaugurale rende omaggio all’attrice italiana che più si è fatta apprezzare nella stagione invernale, e la scelta non poteva cadere che su Paola Cortellesi, con il suo perfetto ruolo da protagonista nel film “Come un gatto in tangenziale”. Si prosegue martedì 26 giugno con un’altra serata evento, la proiezione di “2001: Odissea nello spazio” in versione restaurata 4k, a 50 anni dall’uscita del capolavoro di Stanley Kubrick. L’Arena Grande, con la sua sala a cielo aperto da oltre 450 posti, alternerà per tutto il mese di luglio i migliori titoli della stagione: da “Loro” di Paolo Sorrentino (gio 28/6, mar 03/7, gio 26/7 e mar 31/7) a “Dogman” di Matteo Garrone (gio 05/7 e mer 25/7), dal vincitore dell’Oscar “La forma dell’acqua” (dom 08/7 e ven 27/7) al capolavoro di “Tre manifesti a Ebbing Missouri” (sab 30/06 e gio 19/07), da “Chiamami col tuo nome” di Guadagnino (mer 27/6 e sab 14/7) a “Dunkirk” di Christopher Nolan (mar 17/7). Passando all’Arena piccola, il pubblico potrà trovare una selezione dei titoli di qualità transitati troppo fugacemente nelle sale indoor. Tra gli altri, “La Melodie” (sab 30/6), “Gatta Cenerentola” (dom 1/7 ), “Ammore e Malavita” (Vincitore del David di Donatello 2018, sab 7/7), “Visages Villages” (dom 15 /7), ”L’isola dei Cani” (ven 1/7), “I Segreti di Wind River” (sab 2/7). E ancora, capolavori del cinema in versione restaurata: mar 3/7 “Ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci, mer 10/7 “Eraserhead” di David Lynch (lingua originale, sottotitolato), mer 17/7 “L’Atalante” di Jean Vigo (lingua originale, sottotitolato), mer 24/7 “Blow-up” di Michelangelo Antonioni (lingua originale, sottotitolato). Non mancano incontri con alcuni autori del cinema italiano che hanno realizzato film importanti nella stagione passata, ormai un marchio di fabbrica dell’Arena di Marte. Gio 5/7 Alice Rohrwacher presenta e discute con il pubblico il suo film premiato a Cannes “Lazzaro Felice”, gio 12/7 sarà la volta di “Quanto Basta” con il regista Francesco Falaschi, gio 19/7 toccherà agli autori del gruppo “Il Terzo Segreto di Satira” presentare il loro primo film su grande schermo “Si muore tutti democristiani” ed infine, gio 26/7 ci sarà “Manuel” presentato dal regista Dario Albertini. Una piccola ma significa personale è dedicata al regista Paul Thomas Anderson: oltre a “Il filo nascosto” dom 1/7 all’Arena Grande, si potranno rivedere “Magnolia” (lun 2/7), “Il Petroliere” (lun 9/7), “The Master” (lun 16/7), “Vizio di Forma” (lun 23/7). Mer 18/7, data di nascita di Nelson Mandela, due film in ricordo del Premio Nobel per la pace e simbolo della lotta all’apartheid: il primo "Atto di difesa – Nelson Mandela ed il processo di Rivonia" ripercorre il processo che condannò all’ergastolo l’attivista sudafricano. Il secondo è “Il giovane Karl Marx”, ultimo film di Raoul Peck, regista e scrittore haitiano già candidato all’Oscar con il documentario “I Am Not Your Negro”. Ricordiamo che il Mandela Forum partecipa alla campagna Nelson Mandela 100 promossa dalla Nelson Mandela Foundation nel centenario della nascita di Nelson Mandela. Dallo scorso febbraio, all'ingresso della struttura, si può visitare gratuitamente una replica in vetro della cella in cui Nelson Mandela fu imprigionato nel carcere di Robben Island. Il prezzo del biglietto rimane bloccato a 5 euro (per il 15esimo anno di fila) con la possibilità di riduzione di 1 euro per i Soci Coop (da lunedì al giovedì) e la tessera fedeltà che consente un ingresso gratuito ogni cinque. Tutte le sere dalle ore 20 è aperto l’ottimo e collaudato ristorante del cinema, con tavoli sistemati nel verde. La programmazione, come di consueto, è firmata da Stefano Stefani. Eventi, incontri con gli autori e anteprime di fine agosto sono a cura di Michele Crocchiola. In collaborazione con fondazione culturale Niels Stensen, nell’ambito dell’Estate Fiorentina promossa dal Comune di Firenze. Arene di Marte 2018 c/o Nelson Mandela Forum piazza Berlinguer - Firenze Info tel. 055 678 841 www.mandelaforum.it Programma Arene di Marte giugno/luglio 2018 Lun 25/06 Arena Grande, ore 21,30: Come un gatto in tangenziale, di Riccardo Milani, 98' Lun 25/06 Arena Piccola, ore 21,45: Wajib - Invito al matrimonio di Anne-Marie Jacir, 96' Mar 26/06 Arena Grande, ore 21:30: 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, 140' Mar 26/06 Arena Piccola, ore 21,45: Maria by Callas di Tom Volf, 113' Mer 27/06 Arena Grande, ore 21:30: Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, 132' Mer 27/06 Arena Piccola, ore 21,45: Corpo e anima di Ildiko' Enyedi, 116' Gio 28/06 Arena Grande, ore 21:30: Loro 1 di Paolo Sorrentino, 100' Gio 28/06 Arena Piccola, ore 21,45: Oltre la notte di Fatih Akin, 106' Ven 29/06 Arena Grande, ore 21:30: Lady Bird di Greta Gerwig, 94' Ven 29/06 Arena Piccola, ore 21,45: L'insulto di Ziad Doueiri, 110' Sab 30/06 Arena Grande, ore 21:30: Tre Manifesti a Ebbing Missouri di Martin McDonagh, 115' Sab 30/06 Arena Piccola, ore 21,45: La melodie di Rachid Hami, 102' Dom 01/07 Arena Grande, ore 21:30: Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson, 130' Dom 01/07 Arena Piccola, ore 21,45: La gatta cenerentola di Alessandro Rak, 86' Lun 02/07 Arena Grande, ore 21:30: Assassinio sull'Orient Express di Kenneth Branagh, 114' Lun 02/07 Arena Piccola, ore 21,45: Magnolia di Paul Thomas Anderson, 193' Mar 03/07 Arena Grande, ore 21:30: Loro 2 di Paolo Sorrentino, 104' Mar 03/07 Arena Piccola, ore 21,45: Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, 132' Mer 04/07 Arena Grande, ore 21:30: La casa sul mare di Robert Guédiguian, 117' Mer 04/07 Arena Piccola, ore 21,45: Il prigioniero coreano di Kim Ki-duk, 114' Gio 05/07 Arena Grande, ore 21:30: Dogman di Matteo Garrone, 102 Gio 05/07 Arena Piccola, ore 21,45: Lazzaro felice di Alice Rohrwacher, 125' Ven 06/07 Arena Grande, ore 21:30: Wonder di Stephen Chbosky, 113' Ven 06/07 Arena Piccola, ore 21,45: The party di Sally Potter, 71' Sab 07/07 Arena Grande, ore 21:30: I segreti di Wind River di Taylor Sheridan, 111' Sab 07/07 Arena Piccola, ore 21,45: Ammore e Malavita di Manetti Bros. , 133 Dom 08/07 Arena Grande, ore 21:30: La forma dell'acqua di Guillermo Del Toro, 123' Dom 08/07 Arena Piccola, ore 21,45: Due sotto il burqa di Sou Abadi, 88' Lun 09/07 Arena Grande, ore 21:30: Metti la nonna in freezer di Giancarlo Fontana, Giuseppe G. Stasi, 100' Lun 09/07 Arena Piccola, ore 21,45: Il petroliere di Paul Thomas Anderson, 158’ Mar 10/07 Arena Grande, ore 21:30: The Post di Steven Spielberg, 115' Mar 10/07 Arena Piccola, ore 21,45: Eraserhead - La mente che cancella di David Lynch, 100' Mer 11/07 Arena Grande, ore 21:30: L'ora più buia di Joe Wright, 125' Mer 11/07 Arena Piccola, ore 21,45: Loveless di Andrey Zvyagintsev, 128' Gio 12/07 Arena Grande, ore 21:30: Cosa dirà la gente di Iram Haq, 106' Gio 12/07 Arena Piccola, ore 21,45: Quanto basta di Francesco Falaschi, 92' Ven 13/07 Arena Grande, ore 21:30: Napoli Velata di Ferzan Ozpetek, 113' Ven 13/07 Arena Piccola, ore 21,45: L'isola dei cani di Wes Anderson, 101' Sab 14/07 Arena Grande, ore 21:30: Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, 132’ Sab 14/07 Arena Piccola, ore 21,45: La ruota delle meraviglie di Woody Allen, 101' Dom 15/07 Arena Grande, ore 21:30: Ella & John - The Leisure Seeker di Paolo Virzì, 112' Dom 15/07 Arena Piccola, ore 21,45: Visages Villages di JR, Agnes Varda, 89' Lun 16/07 Arena Grande, ore 21:30: A casa tutti bene di Gabriele Muccino, 105' Lun 16/07 Arena Piccola, ore 21,45: The Master di Paul Thomas Anderson, 137' Mar 17/07 Arena Grande, ore 21:30: Dunkirk di Christopher Nolan, 107' Mar 17/07 Arena Piccola, ore 21,45: L'Atalante di Jean Vigo, 89' vers. or. restaurata sott. it Mer 18/07 Arena Grande, ore 21:30: Il giovane Karl Marx di Raoul Peck, 118' Mer 18/07 Arena Piccola, ore 21,45: Atto di difesa – Nelson Mandela e il processo di Rivonia di JV de Velde, 121 Gio 19/07 Arena Grande, ore 21:30: Tre manifesti a Ebbing Missouri di Martin McDonagh, 115' Gio 19/07 Arena Piccola, ore 21,45: Si muore tutti democristiani di Il Terzo Segreto di Satira, 89’ Ven 20/07 Arena Grande, ore 21:30: Io sono tempesta di Daniele Luchetti, 97' Ven 20/07 Arena Piccola, ore 21,45: The square di Ruben Ostlund, 145' Sab 21/07 Arena Grande riposo Sab 21/07 Arena Piccola riposo Dom 22/07 Arena Grande, ore 21:30: Come un gatto in tangenziale di Riccardo Milani, 98' Dom 22/07 Arena Piccola, ore 21,45: La casa sul mare di Robert Guédiguian, 117' Lun 23/07 Arena Grande, ore 21:30: Lazzaro felice di Alice Rohrwacher, 125' Lun 23/07 Arena Piccola, ore 21,45: Vizio di forma di Paul Thomas Anderson, 148' Mar 24/07 Arena Grande, ore 21:30: Lady Bird di Greta Gerwig, 94' Mar 24/07 Arena Piccola, ore 21,45: Blow-up di Michelangelo Antonioni, 110' vers. or. restaurata sott. it Mer 25/07 Arena Grande, ore 21:30: Dogman di Matteo Garrone, 102' Mer 25/07 Arena Piccola, ore 21,45: Hotel Gagarin di Simone Spada, 93' Gio 26/07 Arena Grande, ore 21:30: Loro 1 di Paolo Sorrentino, 100' Gio 26/07 Arena Piccola, ore 21,45: Manuel di Dario Albertini, 98' Ven 27/07 Arena Grande, ore 21:30: La forma dell'acqua di Guillermo Del Toro, 123' Ven 27/07 Arena Piccola, ore 21,45: Parigi a piedi nudi di Dominique Abel, Fiona Gordon, 84' Sab 28/07 Arena Grande, ore 21:30: Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson, 130' Sab 28/07 Arena Piccola, ore 21,45: I segreti di Wind River di Taylor Sheridan, 111' Dom 29/07 Arena Grande, ore 21:30: Wonder di Stephen Chbosky, 113' Dom 29/07 Arena Piccola, ore 21,45: Loving Vincent di Dorota Kobiela, Hugh Welchman, 95' Lun 30/07 Arena Grande, ore 21:30: C'est la vie – Prendila come viene di O. Nakache, E. Toledano, 115' Lun 30/07 Arena Piccola, ore 21,45: Omicidio al Cairo di Tarik Saleh, 106' Mar 31/07 Arena Grande, ore 21:30: Loro 2 di Paolo Sorrentino, 104' Mar 31/07 Arena Piccola, ore 21,45: Mektoub my love: canto uno di Abdellatif Kechiche, 174' www.mandelaforum.it di Sara Portone ![]() Dopo aver registrato 20 “sold out”, venduto più di 125.000 biglietti e aver ottenuto un disco d’oro con il suo ultimo album “Prisoner 709”, Caparezza è pronto a tornare sul palco con il suo “Prisoner 709 Tour”. Ad ospitare la prima data estiva sarà il Lucca Summer Festival mercoledì 27 giugno. Biglietti € 28,75 Per il programma completo del festival: www.luccasummerfestival.it
![]() Sabato 30 giugno, dalle 18:30, si svolgerà a Pisa Il Gioco del Ponte, rievocazione storica molto nota. La manifestazione si svolge per consuetudine l’ultimo sabato di giugno. L’evento inizierà alle 18.30 con la sfilata dei bambini delle scuole che, nel corso dell’anno, hanno partecipato ai corsi della Scuola delle Manifestazioni Storiche. A seguire ci sarà la vestizione dei giudici e la parata storica. Infine, alle 20:45 avrà inizio la sfida tra le due fazioni, Tramontana e Mezzogiorno. Si susseguiranno 6 combattimenti e l’eventuale spareggio ed alla fine saranno decretati i vincitori dell’edizione 2018. https://www.facebook.com/events/275310489679813/
![]() Dal 30 giugno al 3 luglio il Festival au Désert porta a Firenze, per la prima volta negli splendidi spazi della Manifattura Tabacchi, quattro giorni di, incontri, proiezioni, letture, sui temi del transito e della migrazione. Il tutto accompagnato da tanta musica, con dj set e concerti dei protagonisti della musica del Mediterraneo. Ingresso Gratuito. Per il programma completo: http://fabbricaeuropa.net/ oppure https://www.facebook.com/events/638666019800368/ Foto tratte da: https://www.facebook.com/LuccaSummer/ (http://www.summer-festival.com/events/528/caparezza) ; https://www.facebook.com/musicastradafestival/ ; https://www.facebook.com/events/275310489679813/ : https://www.facebook.com/events/186642428841302/ ; https://www.facebook.com/events/611049905937312/ : https://www.facebook.com/events/638666019800368/ di Olga Caetani Scende la sera sull'Anfiteatro del Triangolo Verde di Legoli, nel cuore della Valdera, a pochi chilometri da Peccioli. Si accendono le fiaccole che punteggiano il sentiero conducente alla cavea e illuminano le gradinate. Il suggestivo palcoscenico, come sempre scarno nella scenografia, composta soltanto dalle sedie che ospiteranno l’orchestra, dai leggii e dai microfoni, sorge in un luogo del tutto inaspettato, che sembra contrastare con l'elevato spessore culturale dell'evento che sta per svolgersi di lì a qualche minuto. Si tratta infatti di un'imponente discarica, con annesso impianto di smaltimento e trattamento dei rifiuti. La notte ha ormai preso il posto del tramonto e un lento gioco di luci colorate inganna l'attesa trepidante dei numerosi spettatori. Finalmente, dal buio della vallata emerge un'auto scura. Francesco Mariozzi, compositore delle musiche originali dell’imminente spettacolo, Manfred Croci e Luigi Gagliano, rispettivamente al violoncello, al violino e alla viola, si accomodano sul palco. Poco dopo, ecco l'originalissima entrata in scena degli attori, accompagnati dal fragore di due grossi mezzi pesanti adibiti al lavoro in discarica. Spenti i motori, è Anna Foglietta, in tutta la sua grazia ed eleganza, la prima a scendere dal camion. Con un rapido e tattico gesto, si sfila le scarpe per calzare i suoi tacchi a spillo e raggiungere così il palcoscenico, seguita da Marco D'Amore e Claudio Santamaria. Ha allora inizio, con il consueto preludio musicale, il quarto capitolo del racconto Storie dal Decamerone, del pluripremiato drammaturgo Michele Santeramo, rappresentato nell'ambito della I Edizione del Festivaldera. Per la prima volta, gli attori e i musicisti interpreti dei tre precedenti appuntamenti sono riuniti in un dialogo dal ritmo serrato, tra musica e lettura dei testi. "Tu l'ami?" è lo spinoso quesito con il quale rompe il silenzio Marco D'Amore, che in terza persona parla di Chirico, giovane uomo sulla soglia di casa in abito da sposo. È sua madre a rivolgergli quella domanda, che sarà il fil rouge di tutto il reading, prima di andare in chiesa. Troppo tardi per porsi domande di un tale peso per la coscienza: Mariana (Anna Foglietta) lo sta già aspettando sull'altare. La lettura prende immediatamente corpo ed entra subito nel vivo della narrazione a tratti dialogata, con il rincorrersi incessante delle tre voci. Chirico e Mariana sono una coppia come tante, conosciuti in vacanza, rimasti a parlare per ore su una spiaggia fino all'alba, dopo la quale è seguito un bacio. All'insaputa l'uno dell'altra, i due hanno sempre vissuto nello stesso isolato, e molti altri sono gli aspetti che li accomunano. Istantanea, ma non poi così sentita, forse, la decisione di sposarsi. Quasi retorico è il viaggio di nozze a Parigi. Durante una passeggiata per le vie del centro, i due si affacciano sull'ingresso di un teatro, in cui è messa in scena una pièce di Molière, mago, non a caso, dell'invenzione. Entrano, più per scaldarsi e riposare che per lo spettacolo, di cui non conoscono la lingua, ma che riescono comunque a seguire osservando le emozioni e le reazioni del resto del pubblico. Ma all’improvviso, con un colpo di scena estremamente realistico, ecco che la storia precipita dalla sua dimensione quasi astorica nel baratro dell'attualità e si trasforma nella nuova peste dei protagonisti. Uomini armati e dal volto coperto irrompono in teatro e "urlano di non urlare", con la potente voce narrante di Claudio Santamaria. Il parallelismo con i recenti fatti della nostra contemporaneità è logico e automatico. I primi spari squarciano l’atmosfera tesissima e pesante, e uccidono un attore non ancora fuggito dietro le quinte, mentre Chirico si chiede se la morte sul palcoscenico sia da considerarsi davvero morte, introducendo in questo modo alla piega metateatrale che assume il testo in questo momento. Chirico e Mariana sono rimasti accanto, seduti compostamente al loro posto in platea. Un terrorista dall'italiano sgangherato si avvicina loro con curiosità. Sente quasi il bisogno di sfogare la propria rabbia con quella giovane coppia straniera. La sua esistenza non può prescindere dall'uccidere altri esseri umani, perché questo gli è stato insegnato e questo sa fare, non riesce a farne a meno e non è una giustificazione, semplicemente è il suo essere che glielo impone. Le forze dell'ordine tardano ad arrivare. Fa caldo in teatro e l'adrenalina è alle stelle. I terroristi decidono di uccidere una persona ogni quarto d'ora, sul palcoscenico, ma a Chirico e Mariana riservano un "copione" ancor più macabro e spietato. Li trascinano su quel palcoscenico di morte e intimano a Chirico di sparare a sua moglie, inerme davanti a lui. Tra i due si instaura un dialogo muto e, al contempo, estremamente eloquente, fatto solo di sguardi e di sorrisi, attraverso i quali è proprio allora, probabilmente, che nasce la consapevolezza di un sentimento più forte che li lega. Mariana sembra dire a Chirico "sparami e salvati". Un colpo mancato. L'arrivo improvviso e sospirato della polizia francese. E la situazione cambia inaspettatamente. Chirico, con l'arma ancora calda in mano, viene creduto un terrorista ed è subito arrestato, portato via, non si sa dove. "Occorreranno soldi, un avvocato". Mariana fa di tutto per liberare il marito, ma i giornali infieriscono non dando credito alla sua innocenza. Chirico è diventato la "vergogna nazionale" per la stampa italiana. Le notti in carcere sono ore insonni, trascorse ad aspettare l'alba, che "serve a liberare la luce dalla notte". È qui che interviene Giovanni Boccaccio con la scherzosa novella di Calandrino, raccontata l'ottavo giorno del Decamerone, tutta giocata sul tema dell'invenzione e che ricorda, per alcuni aspetti, Il malato immaginario di Molière. Quanto è facile, ancora oggi, manipolare la mente delle persone, facendo loro credere quel che si vuole! E ben lo sanno i mezzi di comunicazione e di informazione di massa. "Non mi piace", sussurra Chirico un giorno, durante il pasto dei carcerati, nient’altro che "carne che mangia carne". Si alza, è al centro della mensa, e non gli piace tutto quello che lo circonda e lo tormenta. Le sue parole, così semplici e apparentemente innocue, innescano una miccia. I detenuti sollevano, pian piano, i loro occhi vacui dal piatto privo di qualsiasi gusto o sapore, e in pochi attimi si scatena una rivolta a suon di "non mi piace". L'evasione di Chirico che segue non fa altro che avvalorare la sua presunta colpevolezza. È divenuto un pericoloso terrorista a piede libero, ma può ricongiungersi con Mariana in segreto. Da latitanti, salgono sul primo treno deserto, che li conduce lontano, in una minuscola stazione altrettanto deserta. Possono avere una seconda possibilità, rifarsi una vita, che profuma di lenticchie e di pane fragrante, preparato da Mariana, nella loro nuova casa. Una notte si sdraiano vicini, si cercano e con desiderio fanno l'amore, non sanno che sarà per l'ultima volta. L'acqua della doccia scorre regolarmente e scivola sul corpo di lei. Chirico rimane in ascolto, in un momento che sembra sereno, pieno, appagante. L’acqua nel bicchiere sul comodino, invece, inizia a muoversi ed è innaturale, conducendo la lettura al suo acme di pathos. Un violento terremoto si abbatte sulla loro casa. In una manciata di secondi tutto è polvere e macerie. Anche il sangue che fuoriesce dalla testa di Mariana è bianco di polvere. Lui, che nel disperato tentativo di fuggire le aveva afferrato una mano, continua a stringerla saldamente, diviso tra il pensiero di andare a cercare aiuto o di trasmetterle tutto il suo calore per non lasciarla morire da sola. Fuori ha cominciato a nevicare. Chirico guarda il volto di sua moglie prima di affidarlo per sempre alla terra. Sembra che stesse sorridendo, mentre le lacrime rimaste intorno ai suoi occhi iniziano a congelare. Il testo si avvia ormai verso la sua fine. Chirico, rimasto completamente solo, si trascina in una radura, ove scorge un tronco, ancora pieno di linfa vitale, in una piccola insenatura. Vi si rannicchia contro, iniziando un lento processo di fusione con l’elemento naturale. Una vera e propria metamorfosi lo lega letteralmente a quel tronco, capillare per capillare, vena per vena, in un’osmosi continua tra sangue e linfa. Una ragazza con un’amica cammina in un bosco, ha l’impressione che un albero le stia sorridendo. Chirico vi rivede Mariana… Una coppia come tante sta parlando da ore su una spiaggia. L’alba giungerà a liberare la luce dalla notte. Immagini tratte da: https://www.facebook.com/Festivaldera/ Potrebbero interessarti anche: di Enrico Esposito Non c'è due senza tre sarebbe oltreché un clichet banale, un riferimento quasi offensivo alla sua qualità. "Un Potere" di Michele Santeramo interpretato da Claudio Santamaria e da Francesco Mariozzi al violoncello costituisce il terzo tassello dell'affascinante mosaico che prende il nome di "Storie dal Decamerone". Un progetto trasversale che inaugura una concezione a posteriori della più grande opera di Giovanni Boccaccio, inserendola in una luce diversa dal solito, che si proietta verso il presente. Il Decamerone si erge a fonte purificatrice per i protagonisti dello spettacolo attraverso il carattere precursore e immortale delle sue novelle, diventa exemplum narrativo e filosofico per il pubblico che viene sollecitato a ragionare e trovare in storie lontane secoli il correlativo oggettivo delle proprie. Dopo l'Amore sui generis presentato da Marco D'Amore e la Guerra lacerante messa in scena da Anna Foglietta, Claudio Santamaria ha affrontato un altro tema fondamentale della vita collettiva e privata, come della storia e dell'umanità medesima: il Potere. Il Potere nelle mani di una sola persona, un uomo, un oligarca in realtà non al di sopra di un popolo intero. Non un re, un presidente, un'autorità religiosa di primo livello. Ma un importante uomo d'affari, ago della bilancia del lavoro e dunque della felicità, del benessere, della sopravvivenza di migliaia di persone, di operai vittime sotto la scure di tagli impressi senza battere ciglio. Un uomo che non conosce pietà né sentimento, che esegue meccanicamente il rito quotidiano dei licenziamenti e "gestisce" con la moglie e i figli un legame familiare finto, monotono, piatto. Quando torna a casa dopo una lunga giornata di lavoro scambia con la compagna poco più che qualche parola, e considera il momento migliore della giornata la cena consumata in solitudine. Sta parlando a ritroso quest'uomo impersonato da un Santamaria imponente nei cambi di registro (e umore) che espone con slancio durante l'ora di spettacolo. Ripercorre gli inattesi risvolti che stravolgono la sua vita e soprattutto la sua visione del mondo e il suo approccio al prossimo. L' "incidente" che provoca il crollo del castello di carte della sua esistenza consiste in un semplice mal di testa, dal quale però scaturisce in una normale farmacia l'incontro con una giovane donna e il confronto con una realtà in precedenza cancellata integralmente dal protagonista. Mentre tutti gli altri presenti disgustano l'uomo soltanto per il loro status di gente comune, povera, non gradevole nell'aspetto e avanti con gli anni, la giovane farmacista causa in lui un turbamento gigantesco fatto di passioni sopite o forse mai provate. L'uomo perde nettamente il contatto con la realtà, catapultato in uno stato quasi ipnotico, incantato dalla bellezza, dalla delicatezza e innocenza della giovane donna. Mutismo e svagatezza si impossessano di lui tutto il giorno anche sul lavoro, senza dargli tregua. Quella giovane diventa il suo chiodo fisso. Rivederla sarebbe l'unico modo per potersi redimere e uscire dallo shock, ma nonostante gli appostamenti dentro e fuori dalla farmacia, ella sembra sparita nel nulla. Sfidando il suo astio generale per il dialogo umano, il protagonista chiede a una sua collega informazioni e giunge a scoprire una tremenda verità: la giovane ha dovuto lasciare il lavoro perché suo marito si è suicidato. Operaio, era disperato dopo essere stato licenziato a seguito di una disposizione da parte dell'uomo di cui stiamo già parlando. La possibile liberazione si tramuta in angoscia ulteriore, un vortice di sensi di colpa. Il violoncello di Francesco Mariozzi disegna sinfonie acute, da orchestra, che tracciano vertigini clamorose che gettano il pubblico nel pieno dello sconforto confessato dal suo protagonista. Impeccabile Claudio Santamaria nell'incontrollabile e volontario declino che investe l'uomo nel corso del suo racconto. La sua speranza di poter ritrovare la pace nell'incontrare la donna e chiedere il perdono si rivela un'illusione egoista, e malgrado egli dia vita ad un eccezionale discorso in cui la prega di andare via dal mondo falso e sbagliato ma non viene ascoltato. L'ansia di fuga viene traspirata all'interno della sua vita stessa. Mente alla moglie dicendole di avere un'altra, viene cacciato di casa senza alcun dolore da parte sua né delle due bambine, parte per un lungo viaggio in totale solitudine. Vaga gravato della sua croce come il Vecchio Marinaio di Coleridge, finché si imbatte in un gruppo di persone assiepate su una radura che raccontano storie. Le Storie del Decameron che a turno guariscono dalla peste personale di ognuno ma questo non funziona per lui. La novella di Rinaldo d'Asti che in visita a Castel Guigliemo (Bologna) viene derubato e poi ospitato da una giovane vedonna accudito e risanato fa presa su di lui e riesce a fargli riaprire gli occhi. Ad acquisire umiltà, a venire incontro alle persone e invocare scuse. Per questo motivo egli si ricongiunge con la sua famiglia, riprende il suo lavoro ma dentro di sé le cose non cambiano. Il tarlo dell'insoddisfazione e della ricerca di una felicità continuerà a tormentarlo vita natural durante. Immagini tratte da pagina facebook Festivaldera 13/6/2018 GreenheArt si racconta: “L’uomo incontra la natura e diventa artista (di se stesso)”Read NowMaurizio Vanni presenta gli artisti in mostra nell’Emotional Space dei Vivai Marino Favilla Il connubio tra arte e natura è alla base della filosofia di GreenheArt, l’Emotional Space dei Vivai Marino Favilla che ha aperto i suoi spazi di Picciorana da qualche mese. E saranno proprio gli artisti attualmente in mostra con le loro opere i protagonisti dell’appuntamento culturale di giovedì 14 giugno 2018 alle ore 18 dal titolo “L’uomo incontra la natura e diventa artista (di se stesso)” curato da Maurizio Vanni, direttore del Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art. Riccardo Bagnoli, Christian Balzano, Choi Yoon Sook e Bruno Pedrosa sono stati chiamati a fare parte del progetto artistico di GreenheArt fino alla fine di settembre 2018 e l’incontro vuole essere l’opportunità per conoscere alcuni di loro e soprattutto avvicinare il pubblico ai loro lavori. Maurizio Vanni condurrà il talk show al quale parteciperanno Christian Balzano – artista livornese riconosciuto ormai a livello internazionale grazie anche alle sue partecipazioni ad importanti biennali d’arte – che per GreenheArt ha creato l’installazione site-specific “Hum.us” e la scultrice coreana Choi Yoon Sook – legatissima all’Italia, da molti anni scolpisce le sue opere a Pietrasanta – che presenta le sue sculture monumentali e da esterno influenzate dalla cultura asiatica. Verranno presentate anche le fotografie di Riccardo Bagnoli, omaggio alle architetture del pittore Mario Sironi e inno ad una vita più semplice e ricca di ideali, e gli evocativi “bonsai-scultura” realizzati in vetro a quattro mani dall’artista brasiliano Bruno Pedrosa con Simone Crestani. Interverrà anche Domenico Raimondi, il designer che ha progettato il concept dell’Emotional Space che ospita gli artisti. L’incontro, ideato e prodotto da MVIVA, è a ingresso libero. I prossimi appuntamenti culturali GIUGNO Giovedì 21 giugno 2018 - Solstizio estivo ore 18 Maurizio Vanni presenta il libro di Alberto Simone “La felicità sul comodino”, Tea Editore ore 22 A lezione con Elena Keher Kaur Bocci e i segreti del Kundalini yoga ore 24 Riti propiziatori per trovare la felicità Ingresso libero di Sara Portone
![]() Presso il Museo Civico di Sansepolcro è in corso la mostra “Piero Della Francesca, La seduzione della prospettiva”. La mostra mette in scena le due anime di Piero della Francesca, uno dei più raffinati pittori del Quattrocento, ben noto ai suoi tempi anche per le sue straordinarie competenze matematiche. L’esposizione vuole mettere in luce la dimensione geometrica che contraddistingue tutta l'opera pittorica di Piero della Francesca. Per maggiori info: www.museocivicosansepolcro.it Immagini tratte da: https://www.facebook.com/firenzerocks/ https://www.facebook.com/events/1501110096681224/ https://www.facebook.com/events/1696183260462657/ http://dapfestival.com/ http://lunigiana.slowtravelfest.it/ http://www.museocivicosansepolcro.it/ di Enrico Esposito Una vera ovazione invade l'Anfiteatro Julian Beck intorno alle 22-30 della scorsa domenica. Il Reading "Una Guerra" interpretato magistralmente dall'attrice Anna Foglietta e completato dalle note strazianti e vibranti della viola di Luigi Gagliano è appena terminato destando negli animi degli spettatori un vortice di sensazioni coinvolgenti e dolorose, in molti frangenti affogate in una nerissima disperazione che tuttavia non appare mai come la vincitrice assoluta. È domenica sera a Pontedera, 3 giugno, il secondo appuntamento dopo il vibrante esordio di "Un Amore" con Marco D'Amore nell'ambito della quadrilogia de "Storie Dal Decamerone", il progetto con testi di Michele Santeramo e musiche di Francesco Mariozzi che in Prima Nazionale al Festivaldera attua un interessante recupero del capolavoro di Giovanni Boccaccio riconducendolo a esperienze e protagonisti della realtà odierna. In questo spettacolo come nel precedente una novella del Decamerone e il contesto di narrazione che la circonda assurgono al ruolo di snodo risolutivo della vicenda presentata, un antidoto miracoloso alla peste personale che così facilmente lacera l'uomo. Seppur viva attraverso la voce di una sola persona e pulsi sotto gli effetti delle notte di un unico strumento, "Una Guerra" si appropinqua e esplode in una sinestesia di figure, suoni e emozioni. Un magnifico dipinto policromatico, denso di tensioni e brividi provenienti dalle cavità remote del mare e dalle macerie sulla terra. Come in "Un Amore", ancora una volta i personaggi di questo racconto non portano un nome, un cognome, nè un'età ben precisa. E così il tempo, lo spazio, non subiscono l'onere di essere piegati a un'etichetta singola, perché assumono d'altra parte significati universali e paradigmatici che cercano di rispondere alla volontà di compiere alcune riflessioni sulla vita e le prove che essa pone agli esseri umani procurandogli oppure privandoli della prospettiva di un intervento. Parla una madre, una madre in guerra che nella guerra ha perso il marito. Ma non si è fermata. Dalla tragedia ha saputo venir fuori grazie a una forza straordinaria e a nervi d'acciaio che la tengono a galla al di sopra della voragine in cui la vita rischia di sprofondare. Madre di due bambini piccoli, in fuga da un paese ridotto in frantumi, alla ricerca di una possibilità in un posto sconosciuto ma senza guerre e già raggiunto da altri connazionali prima di lei con fortuna. Ma non tutti ce l'hanno fatta, hanno toccato la sponda al di là della barriera chiamata Mar Mediterraneo, l'unico "indizio" fornito da chi scrive questa storia, Michele Santeramo, che in un sol termine sintetizza l'imprescindibilità del dramma dell'immigrazione. E ci trascina dentro, tra le lacrime e le pelli squamate degli sventurati che sono costretti per motivi di forza maggiore a subire le angherie di un viaggio che potrebbe essere l'ultimo. Anna Foglietta mi dà l'impressione della Sibilla. Una profetessa sezionata tra i piani sfalsati del tempo passato. Il trapassato remoto della felicità, il passato remoto della guerra, l'imperfetto dell'odissea in mare, il presente di ricordi terribili ma vitali. Il fremere e il barcamenarsi sono i movimenti principali che avvolgono il suo corpo mentre veste i panni della madre e li dismette per calarsi nelle fattezze animistiche del mare e del legno della vecchia barca su cui oltre cento migranti stanno lottando una battaglia estrema. Le metamorfosi da una forma all'altra sono scandite dalle "irruzioni" della viola di, che a turno producono i lamenti della barca bistrattata, le urla di terrore del naufragio, il cinismo incrollabile del mare. Pertanto un sentimento condiviso di nostalgia si diffonde nel momento in cui la tragedia del naufragio provoca la distruzione della barca e la morte atroce di tutti i passeggeri alla quale scampano soltanto la donna e i suoi due piccoli. Si materializzano dunque gli istanti, i minuti, le ore tremende in cui la madre attaccata a un relitto della barca con i suoi figli è chiamata ad affrontare una vera e propria partita con la morte. Non c'è nessuno intorno che possa aiutarli, l'orizzonte non prefigura la salvezza, da sola la madre non può permettersi di abbandonare forza e lucidità e di smettere di rincuorare i bambini, di combattere strenuamente per salvarli. Ma la vita ha riservato per lei un macigno dalle dimensioni enormi, una scelta al limite che la porta a dover tradire la sua stessa carne: per poter sperare ancora nella sopravvivenza di uno dei suoi piccoli, ella sarà obbligata a sacrificare la vita dell'altro, del meno forte e capace di resistere nelle loro condizioni disperate. Le onde del mare accolgono dolcemente il suo corpicino, mentre il destino beffardo dà alla madre e al fratello maggiore la salvezza insperata. I naufraghi infatti approdano sulla terraferma, rivedono spiagge, persone, cibo, vallate, vita che scorre, ma non conoscono il sorriso né attimi di felicità per la sua perdita orribile. Come il povero marinaio di Samuel Taylor Coleridge, madre e figlio si apprestano a un calvario insormontabile finché si imbattono in un gruppo di persone radunatesi su una collina per poter sfuggire alle sofferenze del passato, alla peste che ha avvelenato le loro vite. Queste persone trascorrono il tempo raccontandosi novelle, storie, che hanno il potere di guarire grazie alla semplicità della parola, del fermarsi ad ascoltare e riflettere. Il conforto inaspettato arriva in maniera spontanea con la quarta novella del decimo giorno del Decameron, l'intensa storia di Messer Gentile e del suo amore sconfinato per Monna Catarina, che era stata erroneamente creduta morta e troppo presto seppellita da suo marito Niccoluccio. Messer Gentile per anni aveva potuto solo vagheggiare il suo sogno d'amore ma in virtù dello straordinario sentimento che provava nei confronti della donna aveva ricevuto l'incredibile dono di poterla restituire insieme al bambino portato in grembo, e essere riconosciuto dal rivale Niccoluccio come il compagno unico per Catarina. Un racconto dai risvolti estasianti, carico di speranze e perseveranze, che si dirige come un colpo allo stomaco dolcissimo alla madre, e le restituisce il sentimento che le aveva concesso di superare tempeste smisurate: la fiducia. La fiducia nell'ipotesi difficilissima che il suo piccolo sia stato condotto in salvo dal mare, e il sogno di udire la sua voce, che la invita ad andarlo a prendere, a riattraversare strade, sentieri e asperità chilometriche per ricongiungersi di nuovo. Immagini tratte da pagina facebook Festivaldera https://www.facebook.com/Festivaldera/ |
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Maggio 2023
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