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30/10/2019

Appuntamento a teatro - Il Lago dei Cigni al Teatro della Pergola a Firenze

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di Matelda Giachi
IL Lago dei Cigni al Teatro della Pergola a Firenze
Musiche di:  P.I. Tchaikovsky
Coreografie: M. Petipa
Balletto di San Pietroburgo
Classical Tradition
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Un classico senza tempo, il ruolo da prima ballerina più conteso nel mondo; forse il più conosciuto dei balletti, tanto che ha ispirato anche il cinema. Il Cigno Nero di Darren Aronofsky, con protagoniste Natalie Portman e Mila Kunis, è valso alla prima Golden Globe, Oscar, BAFTA, Screen Actors Guild Awards e Chritic’s Choice Movie Award come migliore attrice.
Se non fosse già abbastanza chiaro, parliamo de’ Il Lago Dei Cigni, l’opera di danza famosa per il suo romanticismo, le atmosfere fiabesche e lunari e l’eterna lotta tra bene e male.
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Il 25 novembre 2019, il Balletto di San Pietroburgo farà tappa a Firenze, al Teatro della Pergola, con uno spettacolo alle 20.45, andando ad arricchire un calendario già vasto e interessante.
La particolarità della messa in scena sta nella scelta, da parte del Balletto di San Pietroburgo, di mantenere intatte le coreografie originali di Marius Petipa e Lev Ivanov, risalenti al 1895. Si torna così all’autentica versione della coreografia creata per il Teatro Mariinsky. Le scenografie si rifanno alla Corte Imperiale russa di quel periodo.
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L’opera racconta la storia della principessa Odette che, per aver negato il suo amore al malefico mago Rothbart, si trova costretta a trascorrere le ore del giorno sotto le sembianze di un cigno bianco. La maledizione potrà essere sconfitta soltanto da un giuramento d'amore. Il principe Sigfrid imbattutosi per caso nella caccia di un cigno, si ritrova dinanzi la splendida Odette, se ne innamora e promette di salvarla. Durante una festa alla Corte del Principe Sigfrid, il mago presenta sua figlia che ha assunto le sembianze di Odette, e che, convinto di trovarsi al cospetto della sua amata, le giura eterno amore. A quel punto Il mago rivela la vera identità della fanciulla e Odette, destinata alla morte, scompare nelle acque del lago. Sigfrid, disperato, decide di seguirla: è proprio questo suo gesto a rompere l'incantesimo consentendo ai due giovani innamorati di vivere per sempre felici.
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Biglietti su www.ticketone.it
Teatro Della Pergola
Via della Pergola 18/32, 50121 FIRENZE
www.teatrodellapergola.com
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29/10/2019

Raffaello e gli amici di Urbino

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Comunicato stampa
3 ottobre 2019 – 19 gennaio 2020
Mostra a cura di Barbara Agosti e Silvia Ginzburg. Direzione di Peter Aufreiter
“Raffaello e gli amici di Urbino” è promossa ed organizzata dalla Galleria Nazionale delle Marche, diretta da Peter Aufreiter, ed è curata da Barbara Agosti e Silvia Ginzburg.
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“Indaga e racconta, per la prima volta in modo così compiuto, anticipa il Direttore Aufreiter, il mondo delle relazioni di Raffaello con un gruppo di artisti operosi a Urbino che accompagnarono, in dialogo ma da posizioni e con stature diverse, la sua transizione verso la maniera moderna e i suoi sviluppi stilistici durante la memorabile stagione romana”.

“Fondamentale il ruolo giocato da Pietro Perugino nella formazione e nel primo tratto dell’attività di Raffaello, qui letta in parallelo con quella dei più maturi concittadini Timoteo Viti e Girolamo Genga, le ricerche dei quali ebbero a intersecarsi con il periodo fiorentino e con l’attività romana del Sanzio”.

“È muovendo dal retroterra comune, dalle esperienze condivise, e dal confronto con le differenti reazioni di fronte ad analoghe sollecitazioni di cultura figurativa, che meglio risalta l’eccezionale ‘stacco’ compiuto dal giovane Raffaello, e che si intendono caratteri e limiti del percorso degli artisti urbinati contemporanei a lui in quel momento più legati,” sottolineano le Curatrici della mostra.

“Nella nuova dimensione di scuola assunta dal lavoro di Raffaello durante il pontificato di Leone X stanno le premesse per i successivi svolgimenti della pittura moderna nel ducato urbinate, con l’emergere della personalità di Raffaellino del Colle dalla costola di Giulio Romano e soprattutto con l’omaggio ai modelli formali e decorativi raffaelleschi tentato da Genga all’indomani della morte di Raffaello ma in piena continuità e contiguità con il suo magistero”.

“La mostra è dunque – ribadiscono le Curatrici – un’occasione di misurare, in un contesto specifico di estrema rilevanza quale quello urbinate e nelle sue tappe maggiori, la grande trasformazione che coinvolse la cultura figurativa italiana nel passaggio tra il Quattro e il Cinquecento. A queste scansioni corrispondono, nella riflessione storiografica costruita da Vasari e fatta propria dagli studi successivi, il momento iniziale dell’adesione dei pittori della fine del secolo XV alle prime novità introdotte da Leonardo, ovvero alla adozione di quella “dolcezza ne’ colori unita, che cominciò ad usare nelle cose sue il Francia bolognese, e Pietro Perugino; et i popoli nel vederla corsero, come matti a questa bellezza nuova e più viva, parendo loro assolutamente che e’ non si potesse già mai far meglio”.

PER PRENOTAZIONI:
· 06.32810
· info@tosc.it

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29/10/2019

Anfitrione - Teatro Era

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Comunicato stampa
INAUGURAZIONE STAGIONE TEATRO ERA 2019/2020
Martedì 29 e mercoledì 30 ottobre | Prima Nazionale
 

Valerio Santoro per La Pirandelliana
in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana
 
Gigio Alberti, Barbora Bobulova, Antonio Catania,
Giovanni Esposito, Valerio Santoro, Valeria Angelozzi 

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ANFITRIONE
 

di Sergio Pierattini
scene Laura Benzi
costumi Alessandro Lai
luci Pasquale Mari
musiche Arturo Annecchino
regia Filippo Dini
Martedì 29 e mercoledì 30 ottobre alle 21 inaugura la Stagione del Teatro Era a Pontedera con la riscrittura del capolavoro di Plauto “Anfitrione” per la regia di Filippo Dini e l'interpretazione di un cast brillante che vede sul palcoscenico Barbora Bobulova, Antonio Catania, Giovanni Esposito, Valerio Santoro, Gigio Alberti e Valeria Angelozzi. Dopo la prima nazionale a Pontedera, “Anfitrione” sarà al Teatro della Pergola di Firenze dal 26 novembre al 1° dicembre.
Verità e inganno, intesi e malintesi, situazioni comiche, bizzarre e spiazzanti fanno da specchio alle sempre più grottesche e disorientanti vicende di un dilettante populista dei giorni nostri.
Una rilettura del classico di Plauto che diventa una riflessione profonda, quasi archetipica, del nostro essere mortali, del nostro rapporto con noi stessi, con le nostre paure. In definitiva, con il nostro doppio. “Abbiamo sentito il desiderio di “riscrivere”, proprio perché abbiamo sentito la necessità di iscrivere questa storia nell’oggi - spiega Filippo Dini - nel nostro quotidiano, con la speranza che pur mantenendo lo stesso divertimento, la stessa comicità, possa incidere ancora più prepotentemente nella nostra coscienza, nel nostro intimo, facendoci ritrovare forse, un dialogo con il nostro doppio, con quella zona remota e temibile del nostro essere, quel dio appunto, che tutto può, che tutto vede e domina, a nostra insaputa”.
Anfitrione è una commedia che ha appassionato tutte le epoche: una storia torbida, dove si consuma il più ambiguo e il più perfido dei tradimenti, quello inconsapevole di una moglie, che si concede tra le braccia di una divinità, quanto mai consapevole di goderne le grazie e i piaceri.
Il grande Giove, desidera essere amato da questa donna meravigliosa, alla quale non può resistere, proprio come essa ama suo marito, vuole quel genere di amore, quello assoluto e incondizionato.
Sembra evidente fin da subito la dimensione da incubo nel quale si intende immergere questa storia.
Il tema che si sviluppa, il suo paradosso, la struttura stessa della commedia, la sua ambientazione tutta all’esterno, in un cortiletto davvero ambiguo, quasi anonimo, sembrano suggerirci una riflessione profonda, quasi archetipica del nostro essere mortali, del nostro rapporto con noi stessi, con le nostre paure, in definitiva, con il nostro doppio.
Racconta Antonio Catania: “Anfitrione è in questo caso un uomo politico che ha vinto le elezioni senza merito, per un piccolo partito senza potenzialità, e tutti si stupiscono sul fatto che un uomo così abbia potuto prendere il potere. Noi sappiamo che è accaduto grazie a Giove, che – come Plauto ci insegna – ha per la testa mire molto terrene... Ma devo dire che questa riscrittura può avere molte letture aperte nei confronti di un presente che ha continui tratti di cambiamento e vedremo cosa ci riserverà”.
L'autore della riscrittura, Sergio Pierattini va ulteriormente a fondo: “L’Anfitrione del 2019 è un arrembante politico, o meglio, un dilettante populista che, con la sua esordiente formazione politica, ha appena sbaragliato gli avversari con un sorprendente e inatteso plebiscito. Sosia, che Plauto e Molière, vollero suo servitore, si è trasformato in un autista portaborse, mentre la bella Alcmena, moglie del trionfatore delle elezioni e prossima First Lady, è divenuta insegnante di scuola media di una piccola città di provincia. Ma come si sono trasformati in questa contemporanea riscrittura di uno tra i più conosciuti classici della comicità, Giove e Mercurio, gli dèi che hanno dato vita al mito della nascita di Ercole grazie all’innamoramento di Giove per la moglie di Anfitrione? La risposta sta nel meccanismo perfetto di una vicenda drammaturgica che, affinandosi, ha attraversato i secoli, da Plauto fino a Giraudoux, con il suo Anfitrione 38, passando da Molière, Kleist e molti altri. Gli dèi, incuranti dell’incredulità e dello scetticismo che li circonda dalla fine del mondo classico, continuano ad agire e a sconvolgere con il loro intervento, allora come oggi, gli umili e i potenti. Giove, per avere Alcmena, gabbandone il marito, fa vincere le elezioni all’improbabile Anfitrione, che quando arriva a casa da neo deputato destinato alla carica di Presidente de Consiglio, si trova alle prese con un intrigo che la sua intelligenza non è in grado di sbrigare. La stessa Alcmena è protagonista di un inganno che a poco a poco le si svela attraverso il gioco di cui ella stessa è vittima. I protagonisti si sdoppiano: c’è un Anfitrione becero, volgare e arrogante e un Anfitrione interpretato da Giove, gentile e modello dell’uomo perfetto o quasi. Gli fa eco un’Alcmena nevrotizzata e vittima della sciatteria del marito, a fronte di un’altra Alcmena, dolce e sensuale che vediamo alle prese con Giove quando prende le sembianze di Anfitrione. La metamorfosi investe anche i personaggi che appartengono alla scala sociale inferiore. Il modesto Sosia, ha il suo alter ego in un Mercurio diabolico e sfrontato, e sua moglie Bromia, si trova alle prese con i suoi due “mariti” Sosia e Mercurio, e la sua preferenza verso il secondo è scontata. L’altalenarsi tra verità e inganno, intesi e malintesi, genera situazioni comiche, bizzarre e spiazzanti che fanno da specchio alle sempre più grottesche e disorientanti vicende del nostro presente”.
Filippo Dini è nato a Genova. Inizia con il teatro muovendo i primi passi con l’Associazione per la Ricerca Teatrale di Genova. Dal 1994 al 1996 è allievo della scuola del Teatro Stabile di Genova. Nel 1998 fonda la compagnia teatrale Gloriababbi Teatro.
Alla fine degli anni Novanta inizia una serie di tournée teatrali lavorando con Giampiero Rappa, Fausto Paravidino, Giorgio Barberio Corsetti, Carlo Cecchi, Valerio Binasco, Luca Barbareschi e Paolo Magelli. Esordisce come regista nel 2015 con l’Ivanov di Cechov che gli permetterà di vincere il Premio Le Maschere del Teatro Italiano per il miglior regista. Al cinema lo troviamo in Tu ridi dei fratelli Taviani, La via degli angeli di Pupi Avati, Antonia di Ferdinando Cito Filomarino, Mia madre di Nanni Moretti e Né Giulietta né Romeo di Veronica Pivetti. Nel 2013 ritorna a teatro da protagonista con Il discorso del re diretto da Luca Barbareschi. Questa interpretazione gli permette di vincere il premio Le Maschere del Teatro Italiano. Nel 2017 è di nuovo regista dell’adattamento teatrale de La guerra dei Roses con Ambra Angiolini e Matteo Cremon. Nello stesso anno dirige Rosalind Franklin – Il segreto della vita con cui Asia Argento debutta in teatro. Sul piccolo schermo partecipa come attore a varie serie tv tra le quali Pietro Mennea – La freccia del Sud di Ricky Tognazzi, Un passo dal cielo, Il giovane Montalbano, Distretto di polizia, Nebbie e delitti, Diritto di difesa, Casa famiglia. Tra il 2016 e il 2019 è tra i protagonisti della serie tv Rocco Schiavone di Michele Soavi nella quale interpreta il ruolo di Maurizio Baldi.
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BIGLIETTI
Intero € 20,00 – Ridotto € 18,00 – Under 26 € 12,00
Biglietteria Teatro Era
Via Indipendenza, s.n.c. – Pontedera (Pisa)
Mail: teatroera@teatrodellatoscana.it – Telefono: 0587.213988
Biglietteria online
www.ticketone.it
I biglietti sono in vendita anche presso il Circuito Regionale Box Office
c/o Teatro Era – Via Indipendenza, s.n.c. – 56025 Pontedera (PI)
tel: +39 (0)587 213988
teatroera@teatrodellatoscana.it
Teatro Era
Parco Jerzy Grotowski - Via Indipendenza
56025 - Pontedera (PI)
tel. +39 0587 55720/57034 - fax +39 0587 213631

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28/10/2019

Al Castello di Piombino va in scena “Gli ultimi saranno ultimi” con l’attrice Gaia Nanni e Gabriele Doria alla chitarra

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di Lorenzo Vanni
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​Domenica 27 ottobre si è tenuta al Castello di Piombino la rappresentazione teatrale di “Gli ultimi saranno ultimi” scritto per il teatro da Massimiliano Bruno e diretto da Marco Contè. Tutti noi conosciamo il film che da questo spettacolo è stato tratto con la regia dello stesso Bruno e uscito nel 2015 con protagonisti Paola Cortellesi, Alessandro Gassman e Fabrizio Bentivoglio. La storia vede protagonista Luciana, lavoratrice all’interno di una fabbrica, che dopo essere rimasta incinta viene licenziata dal direttore dell’azienda stessa. Dopo aver tentato altre vie di lavoro, sprofonda sempre più nella disperazione fino alla scelta di minacciare il direttore con una pistola. Non sveliamo altro per lasciare la sorpresa agli spettatori che non lo avessero visto.
   Lo spettacolo che si è tenuto al Castello di Piombino vedeva due protagonisti: un’attrice che svolgeva tutti i ruoli femminili, Gaia Nanni, e Gabriele Doria, chitarrista che sfruttando la sua strumentazione fatta di pedaline per l’effettistica e amplificatori riempiva di passaggi sonori le parti di cui si componeva la pièce. Il talento di Gaia Nanni è emerso con chiarezza impostando una recitazione teatrale su più registri e riuscendo nell’impresa tutt’altro che semplice di dare il giusto spessore ad ogni personaggio che si trovava a interpretare con un’imitazione pressoché perfetta dei diversi stili linguistici. L’impressione che si aveva era non solo di assistere alla rappresentazione di un dramma sociale (pur stemperato da momenti umoristici), ma un vero e proprio mélange culturale che trovava nell’effervescenza di Nanni il suo punto di forza.
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Gaia Nanni e Gabriele Doria
 I fraseggi di Gabriele Doria andavano a sottolineare ogni momento con una compostezza da rocker sicuro dei propri mezzi. Era possibile intuire, nei passaggi sonori di cui si componeva la pièce, l’influenza o forse solo la suggestione di un certo rock recente: soluzioni sonore che avvicinavano la “suite” ad alcuni momenti della band post-rock Mogwai e rievocando in più occasioni le improvvisazioni on-stage della cantautrice britannica Anna Calvi.
   La sala era gremita per una rappresentazione che fin dall’inizio era stata pronosticata un successo. Merito sicuramente della caratura dei due ospiti e di una location molto adatta ad ospitare questo genere di eventi.     
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La sala che ha ospitato l'evento
  Immagini tratte da:

- Immagine 1 da https://www.mymovies.it/film/2015/gliultimisarannoultimi/poster/0/
- Immagine 2 da foto dell'autore

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23/10/2019

Al Cinema Arsenale gli Earthset musicano live "L'Uomo Meccanico"

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​Una serata-evento nel segno della musica live e della fantascienza. Mercoledì 23 Ottobre alle 21.15, presso il Cinema Arsenale di Pisa, il quartetto alternative bolognese "Earthset" sonorizzerà live la versione restaurata dalla Cineteca di Bologna de "L'uomo Meccanico" di André Deed, che sarà introdotto in sala dal Prof. Maurizio Ambrosini dell'Università di Pisa.
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Prima opera di fantascienza/horror prodotto in Italia, "L'uomo Meccanico" è il primo film ad affrontare il tema dell'automa, mostrando la scena dello scontro tra un mostro meccanico buono ed uno cattivo, anticipando di gran lunga temi sviluppati dalla fantascienza posteriore. La sonorizzazione musicale del progetto è affidata ad una scrittura tra il noise rumoristico ed il post rock. Se gli strumenti utilizzati inscrivono il progetto in un filone riconducibile al rock, gli inserti armonici dodecafonici, esatonali e dissonanti, la massiccia presenza di effetti rumoristici contaminano il campo con certe forme di ricerca sonora tipiche della musica classica contemporanea.
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La serata è realizzata in collaborazione con il corso di Storia e critica del cinema, nel quadro delle attività del corso di studi in Discipline dello spettacolo e della comunicazione dell'Università di Pisa.

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22/10/2019

Germanico Cesare…a un passo dall'Impero

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Comunicato stampa
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Amelia, Museo Archeologico e Pinacoteca
10 ottobre 2019 – 31 gennaio 2020
I percorsi multisensoriali della mostra presentano diversi aspetti della vita del generale romano Germanico, di cui Amelia conserva l'unica statua bronzea giunta fino a noi: la famiglia, i successi, la sua collocazione e le relazioni all’interno della dinastia giulio-claudia ed infine la morte. Una mostra coinvolgente, che immerge il visitatore in un contesto teatrale e fa scoprire un grande personaggio della storia romana, nell'anno delle celebrazioni del bimillenario della sua morte.
La ricorrenza del bimillenario della morte di Germanico diviene così un’opportunità non solo per promuovere questo capolavoro della statuaria antica, ma per approfondire i numerosi aspetti che riguardano il personaggio sia nell’antichità sia nell’età post-antica.
Il 10 ottobre di 2000 anni fa moriva il generale romano Germanico. Amelia celebra questo bimillenario con la mostra installazione "Germanico Cesare… a un passo dall’impero", visitabile presso il Museo Archeologico dal 10 ottobre 2019 al 31 gennaio 2020. La mostra è stata realizzata su progetto di Marcello Barbanera, per rendere memoria ad un grande personaggio della storia romana.
Amelia ospita l'unica statua bronzea del generale romano Germanico giunta fino a noi. La mostra presenta in un contesto teatrale, attraverso una sequenza di installazioni digitali, i successi ed infine la morte di Germanico. Sono affrontati anche i temi riguardanti le relazioni all’interno della famiglia giulio-claudia.
La mostra interattiva "Germanico Cesare… a un passo dall’impero" si inserisce in un anno tutto dedicato alla figura di Nerone Claudio Druso Germanico e al suo mondo.
La mostra è organizzata dal Comune di Amelia, dal Comitato Nazionale per le celebrazioni della morte di Germanico Cesare e dalla Regione Umbria, con la collaborazione della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, con il sostegno e il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo e della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni. Il progetto multimediale è stato realizzato da Progetto Katatexilux; la mostra è prodotta da Sistema Museo.
 
Il curatore del progetto Marcello Barbanera: “È una mostra installazione, perché attraverso sistemi di realtà aumentata il visitatore è trasportato nel mondo di Germanico tramite una narrazione visiva a carattere immersivo. Ho voluto partire dalla morte di Germanico perché è l'oggetto di questo evento. uno dei più grandi pittori del‘600, Poussin, ci ha lasciato un quadro superbo, oggi conservato a Minneapolis: rappresenta Germanico sul letto di morte circondato dagli amici e dalla famiglia; la mia idea è stata di rendere il visitatore parte di quello spettacolo”.
 
Nerone Claudio Druso Germanico muore a 34 anni, il 10 ottobre del 19 d.C., al culmine della carriera politica e all’apice della popolarità. Per le sue capacità militari e diplomatiche egli divenne una tra le più apprezzate figure della società romana dell’epoca. Destinato a succedere al trono alla morte dello zio naturale e padre adottivo Tiberio, la sua scomparsa prematura gettò l’Impero romano in un momento di profondo cordoglio e numerose statue vennero erette in suo onore. La statua loricata in bronzo, rinvenuta nel 1963 ad Amelia, rappresenta oggi una rara testimonianza della gloria di questo personaggio.​
La mostra: il racconto di Germanico
 
La mostra installazione racconta e ricostruisce il destino di Germanico e della sua famiglia con una narrazione ottenuta tramite installazioni evocative che hanno come filo conduttore la storia del generale romano. La mostra si apre con la proiezione immersiva della morte di Germanico dal quadro di Poussin di Minneapolis. Si tratta del quadro più celebre dedicato a questo soggetto: animato a grandezza naturale, trasformerà il pubblico in spettatore al capezzale del generale. Farà da ‘controcanto’ la scena di Agrippina che sbarca a Brindisi con le ceneri del marito, nella versione più riuscita del pittore americano Benjamin West.
Durante il percorso di mostra, attraverso il sistema di illuminazione, la narrazione visiva alterna fasi della morte e della vita di Germanico. Una videoproiezione descrive il suo all’interno della dinastia giulio-claudia, raccontando alcune vicende maggiormente rappresentative.
Appendici della mostra sono il video sulla ricostruzione di Ameria in età romana e, naturalmente, la meravigliosa statua bronzea conservata al museo.
 
Le esperienze multimediali di tipo immersivo e i video ricostruttivi potranno coinvolgere tutte le fasce di visitatori. Con questa mostra installazione, il museo di Amelia diventa uno spazio ancora più accattivante, dove i visitatori troveranno supporti adatti a tutti: esperti, utenti non specializzati, adulti, giovani e bambini.
 
Durante tutto il periodo delle celebrazioni del bimillenario ad Amelia, molte iniziative collaterali hanno già arricchito il programma degli eventi: esibizioni musicali e teatrali, presentazioni di libri e saggi sulla figura di Germanico; mostre allestite in varie zone della città, performance artistiche, conferenze e approfondimenti su usi e costumi della società romana, sulla vita e la storia di Germanico, degustazioni e banchetti, workshop, laboratori e attività creative per famiglie e bambini.
 
Statua bronzea di Germanico, I secolo d.C.
 
La statua, rinvenuta nel 1963 ad Amelia, è alta più di due metri, armata e coperta da una corazza riccamente decorata, e raffigura il generale Nero Claudio Druso Germanico: nato a Roma nel 15 a.C., sotto il regno dell’imperatore Augusto, era figlio del condottiero Druso Maggiore, fratello del futuro imperatore Tiberio. Fu adottato dallo zio Tiberio per volontà dello stesso Augusto, che voleva assicurarsi la successione e che gli diede in sposa la nipote Agrippina Maggiore. Germanico fece una brillante carriera politica e militare che lo impegnò nei Balcani, in Germania e in Oriente. In Siria, al ritorno dall’ultima campagna, nel 19 d.C., il giovane principe morì a causa di un’ignota malattia: le circostanze misteriose della sua morte gettarono un’ombra di sospetto sullo stesso Tiberio, di cui era nota l’avversione nei confronti del figlio adottivo, a causa della sua crescente popolarità.
Dopo la morte furono tributati a Germanico grandi onori: le sue ceneri furono deposte a Roma accanto a quelle di Augusto e gli furono erette numerosissime statue sia in Italia sia nelle province. Uno di questi ritratti si trovava all’interno del tempio di Apollo Palatino a Roma: si tratta forse del modello cui si spirarono la statua di Amelia e gli altri ritratti dello stesso tipo.
Il bronzo di Amelia era probabilmente collocato nel campus della città romana, l’area destinata agli esercizi fisici e militari della gioventù locale: i complessi di questo tipo ospitavano di norma molte sculture, raffiguranti spesso proprio i membri della dinastia imperiale.
Insieme alla statua emersero un gran numero di corredi, capitelli, trofei e un altare.
L'installazione multimediale "Germanico racconta", con immagini, video e fotografie, restituisce la storia del condottiero e illustra la statua in modo puntuale e coinvolgente.
Coordinate mostra
 
Data: 10 ottobre 2019 - 31 gennaio 2020
Luogo: Amelia, Museo Archeologico
Apertura al pubblico: 10 ottobre 2019, ore 16.30
Orario: tutti i giorni inclusi i festivi ore 10-13 / 14-17 (chiuso il mercoledì e Natale). È possibile prenotare l’apertura straordinaria per visite riservate.
Biglietto: Intero euro 7; ridotto A euro 5 (gruppi +15; convenzionati TCI, Fai, Confederazione Italiana Campeggiatori, Igers Italia, Biglietto unico di Bevagna, Umbria green card, Museo diocesano Città di Castello, Umbria sì, Villa dei Mosaici di Spello); ridotto B euro 2 (6-14 anni); gratuito bambini fino a 5 anni, soci ICOM, giornalisti accreditati, guide turistiche abilitate, scolaresche e ragazzi che effettuano attività didattiche, disabili con accompagnatore, residenti comune di Amelia (ridotto negli altri musei dei circuito). Il biglietto generico è valido 15 giorni, il biglietto nominativo 3 mesi.
Informazioni: Museo Archeologico T. +39 0744 978120 / amelia@sistemamuseo.it
 
www.bimillenariogermanico.it
@bimillenariogermanico​

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18/10/2019

RONZII – Visioni Digitali

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Comunicato stampa
Arte, concerti, performance, talk, workshop, teatro
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Per il terzo anno consecutivo, il 25 e 26 ottobre, torna il festival multidisciplinare RONZII promosso dall’associazione culturale FUCO Fucina Contemporanea. All’interno del salone storico della Stazione Leopolda, location già della prima edizione, si avvicenderanno due giorni ricchi di attività ed appuntamenti sul tema delle arti digitali, scelto come argomento principale di questa edizione.
Si parte venerdì 25 alle ore 16.00 con due workshop gratuiti sull’antica tecnica di stampa Van Dyck a cura dell’associazione culturale Imago per poi entrare nel vivo dell’evento con l’inaugurazione del Festival e la performance d’arte “Il Venere trasforma” degli artisti Pascale Giorgi e Simone Grande. Non mancheranno momenti di riflessione come la conferenza sulle culture digitali e le installazioni interattive che vedrà coinvolti Maurizio Marco Tozzi e Andrea Brogni, rispettivamente curatore e docente e direttore scientifico dell’Accademia Alma Artis di Pisa insieme a Niccolò Albertini del laboratorio SMART della Scuola Normale Superiore di Pisa.
L’Io tra reale e digitale invece, tema portante della call for artist organizzata dall’associazione FUCO nei mesi scorsi in vista dell’evento, sarà al centro delle proiezioni di video arte, frutto proprio della call, e della visita guidata alla scoperta delle opere in mostra e della realtà virtuale, grazie alla presenza dei progetti di Alma Artis Academy e della Scuola Normale Superiore.
Alle ore 19.30 è la volta del gruppo teatrale Keos Dance Project che con lo spettacolo di teatro danza “c_drome- 1.1” dà il via alle esibizioni serali di musica, danza e spettacolo: si inizia con l’aperitivo musicale in compagnia del cantautore pisano Rugo, accompagnato da illustrazioni live dell’artista Beatrice Taccogna, seguito dagli spettacoli di teatro danza di Keos Dance Project che dialogheranno, ad intervalli alterni, con la musica di Ethan e le illustrazioni dell’artista Gianluca Palazzolo e con il live show della cantante milanese Merifiore.
È il workshop gratuito “Nuovi ricordi” tenuto dagli artisti Gianluca Palazzolo e Beatrice Taccogna ad aprire invece, alle ore 16, il secondo giorno del Festival: un incontro fra digitale e tradizionale che darà vita ad un inedito collage su una fotografia, partendo da riflessioni e ricordi personali sul tema dell’Io.
Il diritto d’autore su contenuti e arti digitali insieme alla nuova normativa comunitaria e le nuove tecnologie a supporto di artisti, autori e agenzie saranno le tematiche della conferenza a più voci del 25 ottobre in cui interverranno esperti del settore come Maria Giulia Facchini, avvocato, Mimma Rospi, dottore di ricerca dell’Università di Pisa, Egidio Casati, dottore in scienze dell’informazione e Fabrizio Lipani, amministratore delegato di Tutelio.
 
Dopo una seconda visita guidata alla mostra, si proseguirà con il teatro danza firmato sempre Keos Dance Project e con la performance “Altri noi” degli artisti Andrea Roccioletti e Rossella Ferrero; ad accompagnare l’aperitivo musicale del sabato ci sarà il progetto di musica elettronica DEVICE a cura di Lorenzo Puccini del PUM- Pisa Underground Movement. L’energia della band pisana Tundra sarà di apertura al duo Collisions, pura tecnologia interattiva a mani nude utilizzata per i live electronics basata su sistemi di riconoscimento gestuale che interagiscono anche con i visual mentre a conclusione della serata ci sarà il dj set del gruppo PUM- Pisa Underground Movement.
 
Durante le due giornate sarà possibile inoltre ammirare le installazioni “Altre musiche per altri mondi” di Lino Strangis, “Resound 3D” di Luana Lunetta, “Pendulum Light” di Michele Seffino e “Città invisibili di Italo Calvino” e “Metapoint” realizzate dall’Accademia pisana Alma Artis 
Dalle ore 19 in poi, per entrambi i giorni, l’artista Davide Finazzi realizzerà “Endless Growing”, un’installazione di 3d videomapping pensata ad hoc per la facciata sud della Stazione Leopolda.
 
L’ingresso e tutte le attività sono gratuiti; per prenotarsi ai workshop occorre inviare un’email a info@fucinacontemporanea.it.
Il Festival RONZII si inserisce fra le attività finanziate dall’Università di Pisa in collaborazione con il DSU Toscana. 
manifesto-ronzii.pdf
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17/10/2019

Presentata la Stagione 2019/2020 del Teatro Era

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Le linee di sviluppo della stagione 2019 / 2020 del Teatro Era si diramano a partire da un rapporto solido con compagnie e nomi della scena nazionale e internazionale portato avanti dal CSRT - Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale, che ne sottolineano l’aspetto di luogo di indagine dei linguaggi teatrali contemporanei. La presenza dell’artista e regista Jan Fabre, della danza firmata da Lisbeth Gruwez e Claire Chevallier, dell’Odin Teatret, per arrivare agli italiani Motus, Emma Dante, Lino Musella, Pippo Delbono, Alessandro Serra, delineano un panorama ricco e fertile su cui si inseriscono l’ultima creazione Svegliami e il Progetto Oblomov di Roberto Bacci.
Fondamentale, da questa prospettiva, il lavoro costante con la drammaturgia che trova in Michele Santeramo la figura di congiunzione tra la stagione teatrale, la formazione e progetti territoriali di sempre maggior respiro come il Festivaldera, di cui Santeramo è autore centrale. Il rapporto testo/contesto ha del resto l’obiettivo di ridisegnare il territorio attraverso la spinta dello spettacolo dal vivo e attività di qualità che ripartano dal Teatro Era quale luogo riconosciuto di identità e riferimento della Valdera e possano mostrare il fare teatro anche da prospettive inedite. L’idea di attivare nel tempo una rete progettuale delle eccellenze territoriali si muove verso un ampliamento relazionale costante che sta ponendo le basi per una piattaforma di pensiero, dialogo e confronto sempre più vitale e aperta.
Si struttura infine con ancora maggior solidità rispetto al passato il profilo del Teatro della Toscana quale Teatro Nazionale in cui il Teatro Era trova – tra innovazione e tradizione – ulteriori modalità di avvicinamento del pubblico anche verso proposte immaginate per comunità di spettatori eterogenee e diversificate, moltiplicando le possibilità di incroci tra sguardi e proposte di qualità. Sotto questa spinta entrano in stagione nomi del calibro di Filippo Dini, Valeria Solarino e Giulio Scarpati, Ferzan Özpetek, Gianni Clementi, Roberto Andò, Vinicio Marchioni, Luca Zingaretti.
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"Quando nel 2015 lavorammo all’accordo tra il Teatro la Pergola di Firenze ed il nostro Teatro Era per offrire a Pontedera una stagione teatrale articolata e ricca – afferma il Sindaco di Pontedera Matteo Franconi - che non perdesse la propria caratterizzazione originaria ma che contestualmente assumesse una rilevanza nazionale, eravamo convinti che la sinergia avesse le basi per dispiegare i propri effetti positivi per entrambe le realtà. Nel corso di questi anni abbiamo avuto la prova che quella scelta lungimirante e questo rapporto di collaborazione tra il comune di Pontedera e quello di Firenze ha prodotto la qualità che cercavamo ed il gradimento di un pubblico sempre più numeroso e fidelizzato. La nuova Stagione 2019/2020 del Teatro Era riesce perfettamente a raccontare questa contaminazione positiva che ha generato il Teatro della Toscana: un connubio importante tra sperimentazione e ricerca teatrale (che fanno di questi spazi un luogo di indagine dei linguaggi teatrali contemporanei) e proposte immaginate per avvicinare un pubblico più vasto incrociando interessi eterogenei e diversificati degli spettatori con la qualità indiscutibile di proposte condotte da artisti di fama nazionale ed internazionale. La comunità di Pontedera che io ho l'onore di rappresentare crede davvero che sia possibile sviluppare e migliorare la qualità della vita dei cittadini costruendo legami territoriali ampi, dentro la Valdera ed attraverso le realtà della provincia e dell'intera regione, attraverso una sollecitazione culturale variegata di cui l'attività teatrale è architrave insostituibile. L’idea di attivare nel tempo una rete progettuale delle eccellenze territoriali, così come abbiamo fatto con Firenze e La Pergola, così come abbiamo fatto nell'estate con l'esperienza di Festivaldera in collaborazione con Peccioli e Ponsacco, si muove dentro questa idea che intendiamo portare avanti con determinazione ed energia: il teatro di qualità e la creazione di occasioni di dialogo della cultura e delle culture è uno straordinario volano in dotazione agli enti locali per disegnare prospettive di futuro delle comunità che amministrano. Per questo ringrazio il comune di Firenze, Regione Toscana, il Ministero, tutte le istituzioni presenti, la direzione artistica ed amministrativa e l'intera governance della Fondazione Teatro della Toscana. Concludo ringraziando inoltre tutti gli artisti e le professionalità che a vario titolo rendono possibile la realizzazione di stagioni teatrali così importanti come quella che oggi presentiamo: il mio auspicio è che i cittadini di Pontedera e della Valdera partecipino numerosi come sempre".
“È con grande piacere ed emozione – dichiara Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura, alla Moda e al Design del Comune di Firenze e Presidente della Fondazione Teatro della Toscana - che annunciamo una stagione che saprà mischiare la classicità - con la riproposizione di opere immortali come “Il Misantropo” di Moliere - alla ricerca e alla sperimentazione di linguaggi artistici più contemporanei - assicurate ad esempio dall’opera autobiografica di Jan Fabre o dallo spettacolo di danza nato dalla collaborazione tra due professioniste del calibro di Lisbeth Gruwez e Claire Chevallier -. A impreziosire una stagione che si preannuncia veramente notevole ci saranno, tra gli altri, nomi di indiscussa fama come quelli di Ferzan Ozpetek, Luca Zingaretti e Roberto Andò.
Il consorzio dei Teatri della Toscana rappresenta un valore da preservare, un modello che aiuta il nostro territorio e la nostra regione a raccontarsi al mondo attraverso una piattaforma culturale in cui il Teatro Era riesce a esprimere a pieno la sua identità forte e riconoscibile, ovvero quel connubio straordinario tra innovazione e tradizione che da sempre lo contraddistingue”.



L'inaugurazione della Stagione è affidata alla Prima Nazionale di “Anfitrione”, grande classico del teatro latino, in scena martedì 29 e mercoledì 30 ottobre nella nuova versione firmata dal regista Filippo Dini, che ne attualizza il senso e riesce a parlare dell'oggi attraverso una rilettura brillante affidata a un cast da cui emergono i nomi di Antonio Catania, Barbora Bobulova e Valerio Santoro. Verità e inganno, intesi e malintesi, situazioni comiche, bizzarre e spiazzanti fanno da specchio alle sempre più grottesche e disorientanti vicende di un dilettante populista dei giorni nostri.
Giulio Scarpati e Valeria Solarino il 9 e il 10 novembre sono i protagonisti del “Misantropo” di Molière diretto da Nora Venturini, una commedia amara in cui non è previsto il lieto fine. Attorno a loro si muove un carosello di tipi umani: il politico con velleità da scrittore, i giovani bene, vanesi e modaioli, la dama di carità, ipocrita e bigotta, parodie dei vizi e dei difetti dell’alta società di ieri, di oggi e di domani.
Tanta attesa per l'arrivo a Pontedera della Compagnia Pippo Delbono che il 15 novembre porta al Teatro Era “La Gioia”: “Una parola – spiega il regista - che mi fa paura, che mi evoca immagini di famiglie felici, di bambini felici, di paesaggi felici. Tutto morto, tutto falso. Penso a questo spettacolo “La Gioia” come ad un racconto semplice, essenziale. Come qualcosa che c’entra con l’uscita dalla lotta, dal dolore, dal nero, dal buio”.
Il drammaturgo Michele Santeramo dal 21 al 24 novembre è in scena con la Prima Nazionale del lavoro “Di qua dall'infinito” che, a partire dalla “ricostruzione” della creazione dell'“Infinito” di Leopardi, dà forma a una girandola di azioni teatrali in cui testo e improvvisazione si intrecciano e si avvalgono delle musiche dal vivo di Sergio Altamura e Giorgio Vendola.
L'autore del pluripremiato “Macbettu”, Alessandro Serra presenta in Stagione due lavori particolarmente intriganti: dal 30 al 1 dicembre “L'ombra della sera”, un ritratto dal vivo ispirato alla vita e all’opera di Alberto Giacometti, con in scena la performer Chiara Michelini e il 12 gennaio la rilettura de “Il giardino dei ciliegi” di Anton Čechov, in una versione corale che porta sul palcoscenico Arianna Aloi, Andrea Bartolomeo, Leonardo Capuano, Marta Cortellazzo Wiel, Massimiliano Donato, Chiara Michelini, Felice Montervino, Fabio Monti, Massimiliano Poli, Valentina Sperlì, Bruno Stori e Petra Valentini.
Comicità lieve e spumeggiante nella commedia di Gianni Clementi “Le signorine”, affidata all'abilità interpretativa di Isa Danieli e Giuliana De Sio, che il 7 e l'8 dicembre danno vita a un testo irriverente e poetico che ricorda come la famiglia sia il luogo dove ci è permesso dare il peggio di noi, senza il rischio di perdere i legami più importanti.
Uno dei protagonisti della nuova scena teatrale è certamente Lino Musella, presente al Teatro Era con due titoli come “Play Duett” (18 e 19 gennaio) e “The Night Writer” di Jan Fabre (14 febbraio). E se nel primo, insieme a Tonino Taiuti, l'attore campano crea un gioco teatral-musicale attorno alcune tra le più divertenti scene del teatro napoletano, da Basile a Moscato, da Viviani a Iacobelli, in “The Night Writer” viene fuori un autoritratto del regista Jan Fabre attraverso un mosaico fatto di estratti diaristici e testi prodotti nel corso di un'esistenza espressa sempre al limite.

Il 25 e il 26 gennaio Vinicio Marchioni dirige e interpreta con Giuseppe Zeno “I soliti ignoti”, in una inedita versione teatrale del mitico film di Mario Monicelli, uscito nel 1958 e diventato con il tempo un classico imperdibile della cinematografia italiana e non solo. Le gesta maldestre ed esilaranti di un gruppo di ladri improvvisati sbarcano sulle scene rituffandoci nell’Italia povera ma vitale del secondo dopoguerra. Uno spettacolo divertente ed emozionante.
Ancora cinema che diventa teatro con uno dei titoli più intriganti del 2020: “Mine Vaganti” di Ferzan Özpetek. L'8 e il 9 febbraio Francesco Pannofino, Paola Minaccioni, Arturo Muselli e Giorgio Marchesi interpretano l'adattamento del film del 2010 (2 David, 5 Nastri d’argento, 4 Globi d’oro) che arriva in teatro, diretto dallo stesso Özpetek, al debutto nella prosa.
Si prosegue il 22 e 23 febbraio con “Ditegli sempre di sì” di Eduardo De Filippo. Roberto Andò dirige Gianfelice Imparato, Carolina Rosi e la Compagnia Luca De Filippo e accompagna lo spettatore in quello che lo stesso regista definisce “un clima sospeso tra la surrealtà di Achille Campanile e un Luigi Pirandello finalmente privato della sua filosofia, irresistibilmente proiettato nel pastiche”.
La prestigiosa firma di Luca Zingaretti alla regia, arricchisce ulteriormente l'attrattiva di uno spettacolo come “The Deep Blue Sea” di Terence Rattigan con Luisa Ranieri, Maddalena Amorini, Giovanni Anzaldo, Alessia Giuliani, Flavio Furno, Aldo Ottobrino, Luciano Scarpa. Una una straordinaria storia d’amore e di passione. Una riflessione su cosa un uomo o una donna sono capaci di fare per inseguire l’oggetto del loro amore.
Dal 3 al 8 marzo Prima Nazionale di “Svegliami”, nuova produzione di Roberto Bacci, scritta da Michele Santeramo e interpretata da Elisa Cuppini, Maurizio Donadoni e Francesco Puleo. Le musiche sono firmate da Ares Tavolazzi. “I protagonisti sono teatranti – spiega Santeramo - una compagnia di giro che li costringe a lavorare sotto le direttive di uno di loro, convinto che il teatro sia ancora il posto nel quale, a cercar bene, si possa trovare qualcosa di vero”.
Il 17 e 18 marzo Luca De Fusco firma l'adattamento e la regia di “Salomè” di Oscar Wilde. Gli attori Eros Pagni, Gaia Aprea e Anita Bartolucci, insieme a un cast eccelso, rappresentano sul palcoscenico una Salomè inafferrabile, un enigma, che lo fa solo in apparenza somigliare a una tragedia greca, mentre in realtà ci troviamo di fronte a un’opera straordinaria, unica nel suo genere. Uno spettacolo che contamina teatro, danza, musica, cinema: quella forma “spuria” che il regista predilige da molto tempo.
La grande danza internazionale il 21 marzo regala un'anteprima assoluta con “Piano Works Debussy” della coreografa Lisbeth Gruwez, che insieme alla pianista Claire Chevallier regala al  pubblico un incontro fisico e sonoro che indaga lo spazio tra le note nelle composizioni di Claude Debussy.
Tra i nomi più amati dal pubblico di un certo modo di fare teatro, Emma Dante svetta per quel dialogo aperto tra contemporaneo e le tradizioni del Sud, ogni volta reinventati al servizio di un modo inedito del saper narrare. “Misericordia” (in programma il 27 marzo) racconta una realtà squallida, intrisa di povertà, analfabetismo e provincialismo, ed esplora l’inferno di un degrado terribile, sempre di più ignorato dalla società. Racconta la fragilità delle donne, la loro disperata e sconfinata solitudine.
L'Odin Teatret di Eurgenio Barba il 3 aprile arriva al Teatro Era con “Il libro di Ester”, di Iben Nagel Rasmussen. Nell’ambiente chiuso, ovattato e confortevole di un ospizio, madre e figlia dialogano. L’azione fisica è minima. Parole ripetute e ricordi ostinatamente rievocati fanno trapelare i sogni, le conquiste e i naufragi della vita di Ester.
Dal 7 al 10 maggio, Roberto Bacci firma la regia di “Oblomov, quando ci si sveglia si è morti”, per la drammaturgia di Stefano Geraci a partire da Ivan Goncarov, e l'interpretazione di Maurizio Donadoni e Francesco Puleo. “Lo svegliarsi ed il morire - sottolinea Bacci - sono i due capi di un unico bastone a cui si appoggia la nostra intera esistenza, un bastone che può essere usato in un verso o nell’altro”.
Gran finale di Stagione con protagonista Silvia Calderoni e Motus in un ritorno con il capolavoro “MDLSX” (l'8 maggio) e l'ultimo “Chroma Keys” (10 maggio). E se MDLSX viene descritto come “ordigno sonoro, inno lisergico e solitario alla libertà di divenire, all’essere altro dai confini del corpo, dal colore della pelle, dalla nazionalità imposta, dalla territorialità forzata, dall’appartenenza a una Patria”. “Chroma Keys” è una incursione dentro al cinema, nella meraviglia della finzione e dei suoi vecchi “trucchi” stereoscopici. La possibilità della comparsa e sparizione repentina di un corpo “alieno” nella scena fittizia di un film, per un sabotaggio sfrontato del frame”.
 
LE MATINÉE PER LE SCUOLE
Tra gli appuntamenti più attesi in Valdera, la Stagione delle matinée dedicate ai ragazzi, ormai punto di riferimento per docenti e scuole che vogliano avvicinare l'arte scenica ai più giovani attraverso lo strumento della fantasia. Per il 2019/2020 si inizia con quel che Michele Santeramo ha costruito attorno alle figure di Leonardo e di Leopardi. Dal 4 al 7 novembre “Leonardo da Vinci. L’opera nascosta”, racconta lo slancio dell'“invenzione” del suo genio attraverso l'“invenzione” delle storie che ruotano attorno alla figura di Leonardo. Il racconto affidato a Fabio Facchini (iNUOVI) dialoga in scena con le immagini di Cristina Gardumi, primi piani di una umanità che ha a che fare con Leonardo e la sua opera nascosta. Dal 26 al 29 novembre “Di qua dall’infinito” muove dalla cronaca presunta di come hanno preso ispirazione, forma e vita i versi de “L'infinito” di Giacomo Leopardi.
Cambio di atmosfera con “Arianna nel labirinto” di Arianna Gambaccini, che dal 5 al 12 dicembre accompagna in un racconto epico, fatto di scenografie mobili e teatrini di carta, dove è il superamento della paura il vero protagonista.
Sempre tessendo il filo delle storie e del mito, dal 16 al 17 dicembre arriva “Discorso sul mito/ Nel labirinto” scritto e interpretato da Vittorio Continelli, con le musiche originali di Ares Tavolazzi.
Un immersione nell'antichità per parlare del presente attraverso il filtro della metafora. Il 2020 si apre con il pluripremiato “I paladini di Francia. spada avete voi, spada avete io! Vita, morte e disavventure di Orlando e altri strani paladini” di Francesco Niccolini e la regia di Enzo Toma. Una produzione Cantieri Teatrali Koreja che il 23 gennaio porterà in scena la storia in questo caso comica e tragica dei paladini di Carlo Magno – dall’arrivo a corte della bella Angelica al  massacro di Roncisvalle. Sempre Cantieri Teatrali Koreja dietro a “Giardini di plastica”, regia di Salvatore Tramacere, con Giovanni De Monte, Maria Rosaria Ponzetta, Andjelka Vulic, che il 12 febbraio daranno vita a un viaggio sorprendente alla scoperta di mondi magici dove colori, luci e suoni assecondano i desideri. Il 3 marzo la lezione-spettacolo sul circo contemporaneo “Spettacolare conferenza” di Giacomo Costantini apre lo sguardo e tutti i sensi allo stupore attraverso parole, gesti e macchine cangianti che catturano l'immaginazione con cura e originalità. Un classico come “Cappuccetto rosso” il 13 marzo arriva nella versione di Michelangelo Campanale che dirige i danzatori - acrobati della Compagnia EleinaD affrontando la più popolare tra le fiabe.
Il 31 marzo ultimo appuntamento con “Lulù”, un racconto per bambini di e con Claudio Milani. Lulù è un mostro azzurro e morbido che si nasconde a tutti tranne a chi lo sa vedere, e non solo con gli occhi. (Inizio matinée ore 10, ingresso 5 euro).

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14/10/2019

Articolo Eventi Nazionali 18 - 19 - 20 ottobre 2019

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di Sara Portone
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Domenica 20 ottobre torna a Roma, il “MusikaExpo 2019”, il più grande festival dedicato alla musica e agli strumenti musicali. Nella splendida cornice del Palazzo dei Congressi, oltre 200 Top Brand del settore esporranno i loro prodotti e i partecipanti potranno assistere a performance live, workshop, seminari e masterclass. Ci sarà anche l’Area Kids, dedicata ai più piccoli.
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Per il programma completo: www.musikaexpo.it ​


Il 19 e 20 ottobre a Bologna, presso il Palanord, si svolgerà il Bologna Comics, evento interamente dedicato al mondo dei fumetti, figurine rare e da collezione, collezionismo e cosplay. Saranno presenti i protagonisti del mondo del fumetto internazionale: autori, sceneggiatori, editori e case editrici.
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Per maggiori info: www.bolognacomics.com ​

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Al Teatro San Carlo di Napoli, dal 18 al 23 ottobre, andrà in scena “Sogno di una Notte di Mezza Estate”, Balletto in due atti e sei scene tratto dall’omonima commedia di William Shakespeare. Orchestra e Balletto del Teatro di San Carlo e con la partecipazione del Coro di Voci Bianche del Teatro di San Carlo. Direttore Pietro Borgonovo, Interpreti Maia Makhateli, Vito Mazzeo e Nicola Del Freo.
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Per maggiori info: www.teatrosancarlo.it ​


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All’Electropark di Genova, dal 16 al 19 ottobre, si svolgerà L’ “Electropark Festival”, Festival dedicato ai più recenti sviluppi dell'elettronica e della cultura contemporanea.
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Per maggiori info: www.electropark.it ​


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A Roma, all’interno dello splendido Palazzo Bonaparte, è in corso la mostra “Impressionisti Segreti”. Saranno esposte oltre 50 opere di artisti tra cui Monet, Renoir, Cezanne, Pissaro, Sislye, Caillebotte, Morisot, Gonzales, Gauguin, Signac, Van. Tesori nascosti al gtande pubblico, provenienti da collezioni private raramente accessibili e concessi eccezionalmente in mostra.
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Per maggiori info: www.palazzobonaparte.it ​


A Torino, presso l’Ex Borsa Valori, è in corso la “World Press Photo”, importante mostra di fotogiornalismo. L’esposizione vuole essere un viaggio nell'attualità dell'anno appena trascorso attraverso immagini. Per la prima volta la mostra ospiterà al suo interno la sezione dedicata al concorso di Digital Storytelling. Per tutta la durata della mostra ci saranno eventi speciali a cui poter partecipare.
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Per maggiori info: www.worldpressphototorino.it ​
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Foto tratte da:
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https://musikaexpo.it/?fbclid=IwAR3aGw8RctE2pq2w5fb6TOpw_9Pk5IVr7nMWxlUExghjaliattcZyc5KpTc ; https://www.facebook.com/BolognaComics/photos/gm.2420432668043537/124875498856793/?type=3&theater ; https://www.facebook.com/concerteria.it/photos/gm.325665771332356/2335880986428180/?type=3&theater ; https://www.facebook.com/electroparkfestival/photos/gm.571505359920044/2358505744409842/?type=3&theater ; http://palazzobonaparte.it/palazzo.html ; https://www.facebook.com/WorldPressPhotoTorino/photos/gm.442497543021196/937232036652008/?type=3&theater 
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10/10/2019

Il Teatro della Pergola inaugura la sua nuova Stagione

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di Enrico Esposito
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Parla francese quest'anno l'apertura della Pergola. Sarà Isabelle Huppert, una delle migliori interpreti della cinematografia d'Oltralpe, ad inaugurare la Stagione 2019/2020 dello storico teatro fiorentino con lo spettacolo "Mary said what she said", diretto dal regista statunitense Robert Wilson. Illuminata dalle musiche di Ludovico Einaudi,  "Mary said what she said" è una play prestigiosa che concentra la sua attenzione sulla tormentata vita della regina scozzese Maria Stuarda, e rappresenta il "varo" di un esclusivo connubio instaurato dalla Pergola con il  Théâtre de la Ville di Parigi. Una collaborazione importante puntata a realizzare "un consapevole rischio culturale" rivolto ai giovani che hanno compiuto 18 anni nel 2018. Un percorso lungimirante, internazionale, teso a stabilire un significativo confronto tra gli aspiranti e i maestri e i professionisti e a costituire una rete compatta in ambito europeo e non solo.
Dopo aver intessuto produttive cooperazioni con altri gruppi di ricerca continentali, quest'anno verrà sviluppata una lusinghiera partnership con il Waterhall Center di New York fondato proprio da Robert Wilson, che metterà a disposizione rilevanti workshops per poi regalare inoltre al pubblico la messa in scena dello spettacolo Jungle Book nel prossimo anno,

Presentato ieri pomeriggio in una conferenza stampa ad hoc a Palazzo Vecchio, "Mary said what she said" assolve dunque al duplice ruolo di apripista di un ambizioso progetto socio-culturale e da prelibato antipasto (la pièce sarà in scena questa sera e domani alle ore 20:45 e domenica alle 15:45) del ricco e succulento menù che il teatro eretto nel 1656 da Federico Tacca ha riservato ai suoi spettatori in un ampio periodo che si estende dalla fine di questo ottobre all'aprile del 2020. Un'annata che si ramificherà ancora una volta lungo epoche e vicende molto distanti, passate e odierne, ambientate in Italia e oltre confine. Tra classico e sperimentale.

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Gli spettacoli in abbonamento prenderanno inizio con una nuova riproposizione da parte di Gabriele Lavia di un grande testo pirandelliano, "I giganti della montagna" (dal 24 ottobre al 3 novembre 2019), terzo capitolo della trilogia "Sei personaggi in cerca d'autore" e "L'uomo dal fiore ... in bocca e non solo". A pochi giorni di distanza, precisamente il 5 novembre (fino al giorno 10), il palcoscenico della Pergola ospiterà la Prima Nazionale di "Memorie di Adriano", riscrittura scenica del best-seller scritto da Marguerite Yourcenar per la regia di Maurizio Scaparro con l'interpretazione di Pino Micol. Un plot tratto dalla pena di un autore straniero come la play successiva, "Il Misantropo" di Molière, diretto da Nora Venturini, che vede protagonisti Giulio Scarpati e Valeria Solarino nella versione classica elaborata dal celebre commediografo francese dal 12 al 17 novembre. Mese di novembre che lascerà poco respiro, in senso naturalmente positivo, per gli spettatori dal momento che appena due giorni dopo, la sera del 19 novembre (fino al 24 novembre), farà il suo debutto in scena "Si nota all'imbrunire", dramma composto e diretto da Lucia Calamaro che vedrà Silvio Orlando nei panni di un anziano padre di famiglia che dopo la morte della moglie ha trovato nella solitudine della vita in campagna la sua dimensione di vita.  Dal 26 al 1 dicembre sarà invece la volta della riscrittura in chiave contemporanea ad opera di Sergio Pierattini di uno straordinario classico della storia del teatro, "Anfitrione" di Plauto con un cast illustre (Gigio Alberti, Barbora Bobulova, Antonio Catania, Giovanni Esposito, Valeria Angelozzi e Valerio Santoro), per la produzione de La Pirandelliana di Palermo in collaborazione con La Fondazione Teatro della Toscana.
Veniamo al mese di dicembre e alla riproposizione (dal 3 all'8 dicembre) firmata Roberto Andò de "La Tempesta", testamento shakespeariano, che vedrà Renato Carpentieri ricoprire il ruolo del terribile e geniale Prospero, nell'adattamento in lingua italiana di Nadia Fusini. Una coppia di attori legati da una diretta parentela familiare, Geppy e Lorenzo Gleijseses, padre e figlio che in "Amadeus", rivisitazione della pièce in due atti elaborata da Peter Shaffer nel 1978 interpreteranno rispettivamente Amadeus Mozart e Antonio Salieri, per la regia di Andrei Konchalovsky e la traduzione di Masolino D'Amico. "Amadeus" verrà allestito dal 10 al 15 dicembre e sarà seguito, poco dopo la pausa natalizia, dallo spettacolo che chiuderà il 2019 e aprirà il nuovo anno. "Ditegli sempre di sì", celeberrimo testo di Eduardo De Filippo, diretto da Roberto Andò, con la partecipazione, tra gli altri,  di Gianfelice Imparato e Carolina Rosi. Dopo la "Tempesta",  dal 10 al 19 gennaio William Shakespeare si riapproprierà ancora del palcoscenico della Pergola questa volta con una tragedia, "King Lear", affidata dal regista Andrea Baracco alla grande coppia formata da Glauco Mauri e Roberto Sturno.  Dalle lande tenebrose e insanguinate della Gran Bretagna verrà operato  un salto temporale e spaziale notevole appena due giorni dopo con "Arlecchino, servitore di due padroni", in cui Valerio Binasco riscrive l'originale componimento di Carlo Goldoni, trasportando il protagonista Natalino Balasso e gli altri ragazzi all'interno di un'opera dai forti contorni di commedia all'italiana (dal 21 al 26 gennaio). Dal 28 gennaio al 2 febbraio, Giuseppe Battiston invece impersonerà Winston Churchill in "Winston vs Churchill", plot tratto dal saggio di Carlo G. Gabardini "Churchill, il vizio della democrazia".
Dopo "Ditegli sempre di sì" un nuovo viaggio a Napoli si compirà con "Le signorine", commedia di Gianni Clementi con Isa Danieli e Giuliana De Sio sotto la direzione di Pierpaolo Sepe, in scena dal 4 al 9 febbraio. A dieci anni dalla sua morte, Geppy Gleijeses ha dedicato alla memoria di Mario Monicelli la riproposizione della prima regia teatrale del compianto cineasta romano. "Arsenico e vecchi merletti", testo originale di Joseph Kesserling, vede l'interpretazione di Anna Maria Guarneri e Giulia Lazzarini, e sarà ospitato dalla Pergola dall'11 al 16 febbraio. La settimana successiva, dal 18 al 23 febbraio, Carlo Longhi dirigerà un cast di oltre trenta attori nell'ambito della riscrittura de "La commedia della vanità", una delle opere meno conosciute ma più attuali composte dallo scrittore Premio Nobel Elias Canetti. Un cambio radicale di soggetto e genere avverrà soltanto due giorni dopo con l'adattamento teatrale di uno dei più celebri capisaldi della cinematografia italiana, "I soliti ignoti", per la regia di Vinicio Marchioni. 

Veniamo a marzo, un altro mese che offrirà al pubblico della Pergola una scelta vasta tra titoli molto interessanti. A partire da "Fronte del porto", adattamento teatrale firmato da Enrico Ianniello del capolavoro omonimo di Elia Kazan con Marlon Brando risalente al 1954. Lo spettacolo è diretto da Alessandro Gassmann e vede come protagonista Daniele Russo in un connubio che si rinnova dopo "Qualcuno volò sul nido del cuculo". In un'affascinante contaminazione tra teatro, musica, danza, cinema, si presenta invece la  "Salomè" di Oscar Wilde per la regia di Luca De Fusco, in scena dal 10 al 15 marzo. Enzo Decaro è protagonista di "Non è vero ma ci credo", pièce diretta da Leo Muscato che con questa rappresentazione intende omaggiare il suo maestro Luigi De Filippo e con lui il padre Peppino, autore di questa "tragedia tutta da ridere" che vide la luce nel 1942 (alla Pergola dal 17 al 22 marzo). Barbara Moselli nel ruolo del titolo e Sebastiano Lo Monaco in quello del tiranno Creonte guidano il cast de "Antigone", nella rivisitazione ad opera di Laura Sicignano, allestita dal 24 al 29 marzo.
"Mine vaganti" ha ottenuto importantissimi apprezzamenti in termini di critica e pubblico al botteghino cinematografico, convicendo il regista Ferzan Özpetek a trasferire la sua "creatura" all'interna di una differente veste, quella teatrale. Con Francesco Pannofino, Paola Minaccioni, Arturo Muselli, Giorgio Marchesi "Mine vaganti" sarà rappresentato alla Pergola dal 31 marzo al 5 aprile. Geppy Gleijeses tornerà per la terza volta sul palco fiorentino ad aprile, per la precisione dal 21 al 26 aprile, nelle vesti di regista dello spettacolo "Processo a Gesù", che celebrerà il quarantesimo anniversario dalla scomparsa di Diego Fabbri, autore di questa storica opera teatrale messa a punto tra il 1952 e il 1954. La chiusura della stagione sarà affidata infine alla messa in scena di un altro capolavoro della storia della letteratura, "The Dubliners" di James Joyce. Il regista Giancarlo Sepe e la sua compagnia incontrano iNuovi, il Giovane Teatro della Toscana, fulcro del progetto intrapreso dalla Fondazione Teatro della Toscana per avvicinare e consentire ai giovani un approccio diretto e profondo con il mondo teatrale. La Prima Nazionale dello spettacolo che porta in scena le Part I "The Dead" e Part II "Ivy Day" del testo joyciano sarà al Saloncino "Paolo Poli" dal 14 al 19 aprile e alla Pergola dal 28 aprile all'8 maggio.
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Per maggiori informazioni: 

https://www.teatrodellapergola.com/

Immagini gentilmente fornite dall'Ufficio Stampa del Teatro della Pergola, che ringraziamo calorosamente.

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