Una grande serata, per dare il benvenuto al 2020 in allegria e spensieratezza. Quest’anno per la prima volta 50 Canale festeggia il Capodanno in tv con una maratona televisiva che, dalle ore 22 del 31 dicembre, accompagnerà i telespettatori allo scoccare della mezzanotte. A condurre lo show di festeggiamenti per l’arrivo del nuovo anno sarà Marco Gherardini con le incursioni di Gabriele Altemura e accompagnato dalla scintillante Miss Rebecca, da Guidino Genovesi, che proverà a raccontare “in breve” gli episodi più curiosi del 2019 e dal grandissimo David Pratelli, che ci regalerà una carrellata di imitazioni. Protagonista lo staff delle tre redazioni di Pisa, Versilia ed Empoli: nel corso della serata interverranno tutti i principali volti della tv, dal giornalismo allo sport, dallo spettacolo all’intrattenimento. Non mancheranno musica e balletti.
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Comunicato stampa TORNA L'ICONICA BAND BELLUNESE, DOPO CINQUE ANNI DI ASSENZA CON UN NUOVO SINGOLO, FUORI DAL 13 DICEMBRE PER DISCHI SOTTERRANEI PRIMO CAPITOLO DI SUPERSPLEEN VOL. 1, IL NUOVO ALBUM DI PROSSIMA USCITA “LA CROAZIA” Il nuovo singolo BAND: NON VOGLIO CHE CLARA - TITOLO: LA CROAZIA DATA DI USCITA: 13 DICEMBRE 2019 ETICHETTA: DISCHI SOTTERRANEI La Croazia è il primo singolo ad anticipare l'uscita di Superspleen Vol. 1, il nuovo disco dei Non Voglio che Clara. La Croazia riguarda il passaggio fra l'adolescenza e l'età adulta e tutte le possibilità che la vita ci sembra offrire. In un presente che è contemporaneamente passato e futuro, immobile e fugace, stringiamo il nostro patto con l'eternità sorseggiando un gin tonic, con i piedi immersi nell'acqua della cala di Podrace. LA CROAZIA (F.DeMin /M.Cuman /M.Batelli) Basso elettrico, Oberheim Sem VST e programmazione di Martino Cuman Chitarra elettrica e chitarra acustica di Marcello Batelli Percussioni di Igor de Paoli Juno 106, Mopho X4, Moog Sub 37 e DRM1 di Edoardo Piccolo Voce e Jx3p di Fabio de Min | Bongos di Moreno dal Farra Cori di Marcello Batelli e Martino Cuman Registrata da Martino Cuman tra Villa Sesso Schiavo e Le Pareti Sconnesse e da Fabio de Min all’Audiogruppo. Mixing di Fabio Trentini al FabLabs Studio. BIOGRAFIA: Non voglio che Clara inizia a farsi notare nel 2004 grazie a Caffe Cortina, un demo che finisce col raccogliere i primi consensi portando la band nel giro di pochi mesi ad incidere Hotel Tivoli, esordio discografico targato Aiuola Dischi /Universal Music Italia. Salutato da molta stampa di settore come miglior disco italiano dell'anno, Hotel Tivoli è, nelle parole di Alberto Campo, "uno scorcio di vita appartato eppure aperto al mondo, al tempo stesso provinciale e cosmopolita". Nel 2006 esce il secondo disco omonimo, mentre con il terzo disco Dei Cani del 2010 la formazione si stabilizza in quella attuale, composta da Fabio de Min (voce, pianoforte, chitarre e principale autore del gruppo) Marcello Batelli (chitarre e sintetizzatori), Martino Cuman (basso e sintetizzatori) e Igor de Paoli (batteria e sintetizzatori). Superspleen Vol.1 segue L'amore fin che dura uscito nel 2014 per Picicca /Sony. Per Superspleen Vol.1 il gruppo ha messo insieme una decina di brani fra quelli composti e registrati in studio tra il 2017 e il 2019. Destinato a completarsi in un secondo e successivo volume, Superspleen è una raccolta di brani pensati e realizzati da una band che a maturità raggiunta scruta nuovi orizzonti stilistici pur rimanendo fedele alle proprie origini. Ne risulta il disco più corale e accessibile realizzato fino ad oggi dai Non voglio che Clara. UFFICIO STAMPA CONZA
morgana.grancia@gmail.com MGMT – DISCHI SOTTERRANEI sotterranei.mgmt@gmail.com Comunicato stampa NandO è il nuovo progetto live di Percorsi Musicali, una rassegna dedicata alla musica originale nata dal desiderio di aprirsi al resto del mondo e connettere musicisti "all over the world”. L’area live di Percorsi Musicali aprirà le sue porte per ospitare artisti di provenienza principalmente europea, ma non solo: in primo piano l’originalità, la creatività e il mondo indie, quello vero lontano dal mainstream, quello che a tutt’oggi continua a vivere di sperimentazione. La rassegna si svolgerà da ottobre ad aprile con appuntamenti per due mercoledì al mese. “Nando” è il nome comune di una persona, una persona qualunque, un nome semplice, che come ogni persona ha in sé una grande ricchezza, un potenziale da esprimere. La musica ha bisogno di persone che apportino ricchezza, che si muovano all’interno di una rete: così inizia la vita di NandO che - noterete - è anche l' acronimo di "New and Original” live music. NandO parte da Livorno da un’idea di Michele Faliani nelle vesti di tour manager, nonché fotografo professionista da anni impegnato sulla scena degli eventi live. Michele è la mente che muove le band che suoneranno in questa rassegna ma soprattutto colui che insieme alle agenzie di booking Rocketta, Hang The Dj e Vertigo Music Booking ha permesso la costruzione di un calendario così strepitoso insieme a tutta la professionalità di Percorsi Musicali. Dopo i primi appuntamenti che hanno visto i belgi di Fabiola e i greci Opera Chaotique calcare il palco di via delle Sorgenti, la rassegna prosegue nei mesi di novembre e dicembre con: • Amanda e gli uomini elettrici (Italia), mercoledì 27 novembre • Town of Saints (Olanda/Finlandia), mercoledì 11 dicembre • Michael Lane (Germania/USA), mercoledì 18 dicembre I concerti avranno tutti inizio dei concerti alle 22:00, accompagnati, al banco, dalle ottime birre artigianali del Piccolo Birrificio Clandestino, la cui degustazione è compresa nel prezzo del biglietto di 8€. Amanda e gli uomini elettrici _ Amanda alias Eva Ciurli, cantautrice e compositrice trasformista di burrascosi stati d'animo in parole profonde e taglienti. L'idea di fondo è la sua, un'idea figlia delle note imparate sulla chitarra del padre, maturata dalle difficoltà e dalle storie difficili vissute durante il suo percorso artistico. Amanda è la figura di riferimento bilaterale che personifica anche la potenza della donna. Bilaterale poiché il nome nasce dall'unione di due personaggi di caratura mediatica differentemente molto pesanti. Amanda è la fusione tra Amanda Lear, icona gay e trash degli anni 80, riferimento sonoro che farà da legante con gli "Uomini Elettrici" e Amanda Knox, figura enigmatica e tormentata protagonista del panorama televisivo italiano odierno. Sul palco: Eva Ciurli voce, Davide Crescenzi chitarra, Davide Salvadori seconda chitarra, Daniele Del Viva basso, Mattia Salvadori batteria Town of Saints _ Il duo indiefolk Town of Saints, composto dall'olandese Harmen Ridderbos e dalla finlandese Heta Salkolahti, si è incontrato tra le montagne austriache nel 2010 e ha cominciato subito ad esibirsi per strada per poi allestire un quintetto con cui ha girato per molto tempo l'Europa. Il loro terzo e ultimo album, "Celebrate", è una raccolta di canzoni ispirate e mature, con cui Harmen e Heta tornano alle radici come duo folk. Anche se molte delle nuove canzoni parlano della fine dell'umanità, vengono suonate con ritrovato vigore, necessario umorismo e fresca energia. Aspettatevi di sentirvi più leggeri dopo il concerto: non solo perché avrete sudato tutto quello che c’era da sudare, ma anche perché scoprirete che non è tutto così brutto come può sembrare. Neanche la fine del mondo. On stage: Harmen Ridderbos chitarra, Heta Salkolahti violino Michael Lane _ Nato in Germania ma cresciuto negli Stati Uniti, Michael Lane ha iniziato a cantare in tenera età. Dopo 6 anni nell'esercito e tre missioni in Iraq e Afghanistan, resosi conto che la direzione presa dalla sua vita era diversa dai sogni che aveva in mente, nel 2012 ha deciso di lasciare gli Stati Uniti e si è trasferito di nuovo in Germania, dove ancora risiedeva parte della sua famiglia.
Michael ha preso parte alla seconda edizione di "The Voice of Germany", classificandosi 3° e girando poi i più famosi locali tedeschi. La sua interpretazione della canzone "Angel" di Sarah McLachlan e la sua canzone originale "Mrs. Lawless" si sono classificate nella top 50 della classifica tedesca. Da allora Michael ha pubblicato 3 album in studio e suona in tutta Europa. Con oltre 2 milioni di riproduzioni su Spotify e oltre 1 milione su YouTube, la musica di Michael ha conquistato fan in tutto il mondo. Percorsi Musicali è centro musicale polivalente a Livorno, fondato da Greta Merli e Lorenzo Porciani, che ospita nei propri spazi scuola di musica - coordinata dall’esperienza del Direttore didattico Luca Brunelli Felicetti -, sala di incisione e sette box insonorizzati di alta qualità in uso anche come sale prova, oltre ad un’ampia area live ricavata negli spazi post-industriali occupati un tempo dalla lavorazione di gomme e pneumatici. L'area live di Percorsi Musicali è abitualmente sede di numerosi eventi, ed è stata la location che ha ospitato le riprese del fortunato format televisivo Bending DEMOcrazia Musicale, prodotto da Percorsi Musicali e dedicato alla musica originale. Ingresso con consumazione: € 8,00 Inizio concerto ore 22:00 (apertura locale ore 21:30) Info e prenotazioni: +39 3285531701 info@percorsimusicali.net Percorsi Musicali è in via delle Sorgenti 183, a Livorno di Enrico Esposito Il controsenso si palesa prima di aspettarcelo. Il sottitolo. "Atrabilaire amoureux". Innamorato indolente. Collerico, iracondo. Ma innamorato. Bruciato da un'attrazione incancellabile per una donna lontana anni luce per carattere e direzione nel mondo, ma avvinta dal medesimo bisogno. Di avere un tempo, seppur costantemente interrotto, di stare da sola in compagnia di quell'uomo così diverso dagli altri. Così singolare all'interno del suo tempo Alceste (interpretato da Giulio Scarpati). Scontroso, irascibile ma amato e onorato da tutti. Non solo da Celimene (Valeria Solarino), la giovane vedova di cui è invaghito senza darsi spiegazione. Celimene adora la vita mondana, trascorre le sue giornate lasciandosi corteggiare da tutti i nobiluomini che la rincorrono, vive di provocazioni, pettegolezzi, ponendosi al centro della scena. Tutto quello che Alceste detesta. Che il Misantropo non sopporta e anzi attacca aspramente, ma senza abbandonare quel mondo con il quale sente di non poter condividere alcunché. Al giorno d'oggi, ma anche configurando questa commedia all'interno dell'epoca storica in cui Moliere la compose e rappresentò, Alceste può essere ritenuto a tutti gli effetti un eversivo, seppur del pensiero, un rivoluzionario obiettore di alcuni canoni di comportamento che gli uomini hanno eretto da soli nel corso dei secoli e cementificato sino ai nostri giorni, con il risultato di trasmettere ai loro figli uno status mentale sull'orlo della cronicizzazione. Dall'esperienza della regia di fictions televisive, Nora Venturini recupera un classico della drammaturgia risalente a quasi cinque secoli orsono ma scrupolosamente adatto alla malleabilità, a fornire allo scrittore ancor prima che allo spettatore gli spunti per ampliare una panoramica su una "fastidiosa" dialettica insita all'interno del pensiero oltre che del consesso umano. La schiettezza completa, senza fronzoli, la tendenza a esprimere la propria opinione su fatti, cose, persone mettendo in preventivo il rischio di suscitare critiche, delusioni e conseguenze ancor più gravi, deve essere vista come un atteggiamento degno di lode e esemplare oppure merita di essere osteggiato, per poi venire condannato e estirpato allorquando risulti eccessivamente pericoloso? Un dubbio che attanaglia gli abitanti del Terzo Millennio come faceva con quelli dei precedenti. Moliere aveva plasmato l'icona di Alceste in preda alla depressione e allo sconforto per essere stato lasciato dalla moglie, riversando nella forma mentis del personaggio la sua tossicità interiore. Nel corso dei cinque atti che compongono la commedia, la figura di Alceste viene delineata progressivamente attraverso il confronto diretto con personalità volutamente differenti l'una dall'altra perché preposti a delineare per gli spettatori caratteristici tipi umani. Filinto, amico di Alceste, rappresenta il contraltare perfetto del Misantropo all'interno del mondo maschile, come è possibile osservare chiaramente nel prologo iniziale della commedia. Filinto è un uomo retto e accorto, che conosce e attua i compromessi necessari per non turbare gli equilibri presenti alla base della società del tempo, e interviene a fermare (o almeno a tentare di farlo) Alceste nei momenti in cui questi "molla gli ormeggi" e sciorina a pieni polmoni la sua denuncia. Filinto è innamorato in modo appassionato di Elianta, cugina di Celimene e corrispettivo diametralmente opposto all'interno della sfera femminile. Elianta infatti si presenta come una fanciulla onesta e gentile, razionale e posata, senza ombra di dubbio la più vicina nella sua visione del mondo ad Alceste, del quale apprezza la franchezza e il coraggio di esternare le sue idee eversive. E sarebbe pronta ad accoglierne l'amore. Nell'universo di stereotipi che popolano la società francese seicentesca emergono anche i marchesi Acasto e Clitandro, i personaggi più comici dell'intero play. Facoltosi di famiglia e per questo dediti a trascorrere le loro giornate tra gare di caccia, conquista di nuove donne e pettegolezzi, in un significativo confronto all'interno del III atto, si raccontano al pubblico non potendo fare a meno di omettere il loro punto debole, ossia la volontà irrefrenabile di prendere in moglie la bella Celimena. La vedova si identifica come il polo di attrazione centrale dell'intera vicenda, dal momento che nutre nei suoi confronti interesse Oronte, nobile molto apprezzato a corte, che diventa protagonista di un alterco con Alceste che risulterà fondamentale ai fini dell'andamento della trama stessa. Oronte velleitario poeta, disgraziato pseudo - poeta che propone ad Alceste un sonetto inguardabile, sonetto che si trasforma in una bomba decisiva per la vita del Misantropo. In ambiti e battute di scena, ma con un sottofondo pop dei giorni nostri, il Misantropo di Nora Venturini arriva agli occhi e scivola nel cuore degli spettatori con naturalezza. Fa divertire per la pomposità e magniloquenza della società che illustra, per la mimicità e la scelta degli accenti parlati soprattutto da personaggi secondari come i due marchesi e Arsinoè, altra donna chiave all'interno della narrazione. Arsinoè, l'acerrima nemica di Celimene o meglio la più falsa delle sue amiche, rosa dall'invidia per l'esercito di spasimanti alla corte della vedova e decisa a mandare in rovina il suo parco divertimenti, per accaparrarsi Alceste. Ma il Misantropo ha sguardo e mente solamente per Celimene, e nonostante la scoperta di una lettera in cui alla pari degli altri spasimanti vede elencati dalla giovane i suoi difetti, non smetterà sino alla fine di proferire il suo sentimento, arrivando a proporre all'amata di ritirarsi a vita privata, lontano per sempre dagli spifferi e veleni di una realtà del tutto infetta. Il lieto fine palesato si realizza ma per altri, capaci di sopravvivere in un mondo così simile a quello attuale grazie al loro autocontrollo. Immagini tratte da www.teatroera.it di Sara Portone ![]() Il 20 e 21 dicembre Ludovico Einaudi si esibirà sul palco del Teatro del Verme di Milano con il suo “Seven Days Walking” tour. Per maggiori info: www.dalverme.org
Immagini tratte da: https://www.facebook.com/ludovicoeinaudi/photos/gm.396520564552442/10157346895647156/?type=3&theater ; https://www.facebook.com/PalazzoDucaleFondazioneperlaCultura/photos/gm.273871433500202/10157803927123464/?type=3&theater ; https://www.facebook.com/childrenbologna/photos/gm.2533847266902439/118520936254700/?type=3&theater ; https://www.facebook.com/livre.ebbridilibri/photos/gm.822782474846200/2426675107545321/?type=3&theater ; https://www.facebook.com/Sonzogno/photos/gm.2641676526059468/2291201404526561/?type=3&theater ; https://www.facebook.com/giovanniallevi/photos/gm.3303845049656039/10156250766671199/?type=3&theater Teatro Nuovo – Pisa Domenica 15 dicembre 2019 – ore 17.00 TRA(ME) Storie orfane in cerca di voce uno spettacolo di Collettivo LAN-DE-Sì con Sara Moscardini, Irene Gandolfi immagini e scenografia Marta Lonardi voce off Tomàs Acosta con musiche di Domenico Mannelli PISA – Domenica 15 dicembre alle ore 17 al Teatro Nuovo di Pisa andrà in scena “TRA(ME) – Storie orfane in cerca di voce”, primo studio del Collettivo LAN-DE-Sì con Sara Moscardini e Irene Gandolfi, rivolto a un pubblico dai 9 ai 13 anni. Lo spettacolo, combinando linguaggio teatrale e installazioni video, crea una drammaturgia originale tra azione scenica e illustrazione. TRA(ME) mette in scena la vita di una raccontastorie che vaga per il mondo col suo teatrino e un carretto pieno di personaggi bizzarri e colorati, con buffi baffi, grandi teste per piccoli cappelli, con lunghe gambe e braccia corte, occhi a mandorla e capelli blu, oppure in calzamaglia appesi a testa in giù. Ma ormai le piazze sono vuote, attraversate solo da passanti distratti che non hanno più voglia di ascoltarla. Vale la pena rimanere da sola a parlare al vento? Le storie che era solita raccontare ore le sembrano piatte, silenziose, spopolate e scolorite. Ma la domanda giusta arriva: forse la piazza non è poi così vuota? Forse le storie non sono poi così piatte e scolorite? Forse basta una domanda giusta a far tornare le voci dei suoi piccoli personaggi. Perché che cos’è una storia se non un insieme di voci, ricordi e sussurri senza tempo e spazio, che qualcuno s’incarica di portare alla luce ogni volta come se fosse la prima volta, per sempre? TRA(ME) si interroga sulla necessità e sulla bellezza di una tradizione orale che ancora (r)esiste, e sulla sfida di andare avanti e restare in piedi in un mondo che fa dieci capovolte al secondo. Il Collettivo LAN-DE-Sì nasce nell’estate 2018 a Mantova per volontà di un gruppo di giovani attori e attrici: Irene Gandolfi, Sara Moscardini e Tomàs Acosta. Nell’estate 2019 si unisce al gruppo l’illustratrice e arte terapeuta Marta Lonardi, con cui iniziano a sviluppare un linguaggio capace di dialogare con l’aspetto pedagogico e performativo del teatro e dell’immagine. INFO e BIGLIETTERIA: CINEMA TEATRO NUOVO, Piazza della Stazione 16, Pisa Prenotazioni 3923233535 | teatronuovopisa@gmail.com Collettivo artistico LAN-DE-Sì tel. +39 3200325746 mail collettivolandesi@gmail.com Facebook Collettivo LAN-DE-Sì Il 17 dicembre, alla Stazione Leopolda di Pisa, torna l’evento Lungo il confine a- arte contemporanea per i diritti umani, alla sua seconda edizione, ideato dall’associazione FUCO Fucina Contemporanea. L’obiettivo dell’evento è promuovere una riflessione sulle connessioni che si creano fra integrazione, accoglienza, marginalità e confini in questo delicato momento storico utilizzando l’arte e la socializzazione come strumenti privilegiati di comunicazione. Numerose e varie sono le associazioni partecipanti le quali durante la giornata racconteranno la loro esperienza attraverso interventi e momenti di confronto: si parte dal gruppo Arte Migrante Pisa e dalla presentazione del libro di Mohamed Alì Saleh, #224 puntozero, un’odissea dei tempi moderni, una storia di riscatto e di rinascita. Il dibattito prosegue con gli interventi delle associazioni Sante Malatesta e Anffas Pisa Onlus, impegnate a combattere quotidianamente limiti e pregiudizi di varia natura. L’associazione Un ponte per- Comitato toscano invece offrirà una visione più ampia dei confini da tutto il mondo. L’arte diventa protagonista assoluta con i live painting degli artisti Gianluca Palazzolo e Maria Antonietta Moscatiello e la presenza di Nicole Pardini, Beatrice Taccogna e l’associazione Imago Pisa che, attraverso tecniche artistiche differenti, racconteranno la loro visione del confine. Inoltre saranno esposti in mostra alcuni lavori degli artisti Beatrice Taccogna, Beatrice Fanari, Gianluca Palazzolo, Rudy Pessina, Federico Dalla Battista, Marco Marcarelli e Carolina De Pasquale. Si continua con le testimonianze dirette dell’associazione AIPD Pisa che presenterà il progetto “Casa Futuro- progetto di residenzialità” e il libro “Casa futuro. Perché io no?” e con l’associazione L’Altro Diritto Pisa, che illustrerà le difficoltà del volontariato in carcere. Spazio al teatro con il laboratorio di Stand Up Comedy a cura della Ribalta Teatro in collaborazione con il Lenigrad Cafè: Ivano Bisi e Salvatore Zappia animeranno la serata con uno show dissacrante e ironico, che rispecchia appieno il loro inconfondibile stile. Al gruppo musicale TerrAcutiZz il compito di concludere la serata, fra suoni popolari e ritmi provenienti da tutto il mondo. Sarà possibile, durante l’evento, provare le birre artigianali dell’associazione Arci “La Staffetta”. Lungo il Confine è realizzato con il contributo del DSU Toscana ed è inserito nell’ambito del progetto Atlantide. PROGRAMMA COMPLETO: h. 17. 30: Presentazione del libro “224 punto zero- Il viaggio di Odisseo al tempo di oggi” di Mohamed Ali Saleh in collaborazione con Arte Migrante Pisa h. 18.30: - I confini da superare tutti i giorni: le associazioni si raccontano Interverranno: -l’associazione SANTE MALATESTA: “Studiare rendere liberi e libero è bello” -l’associazione ANFASS Pisa: “Percorsi di autonomia nella quotidianità” -l’associazione Un ponte per- Comitato toscano: “Confini dal mondo” h.19.30: Live painting con l’artista Gianluca Palazzolo e attività artistiche live a cura di Beatrice Taccogna, Nicole Pardini, Maria Antonietta Moscatiello e Imago Pisa Accompagnamento musicale di Rugo h. 20.00: - I confini da superare tutti i giorni: le associazioni si raccontano Interverranno: -l’associazione AIPD Pisa: “Progetto -Casa Futuro- Progetto di residenzialità” - l’associazione L’Altro Diritto Pisa: “Il volontariato in carcere: un percorso ad ostacoli” h. 21:00: Stand up Comedy Night a cura de La Ribalta Teatro in collaborazione con Leningrad Cafè: spettacolo di Ivano Bisi e Salvatore Zappia h. 22:00: TerrAcutizZ in concerto Espongono: Beatrice Taccogna, Beatrice Fanari, Gianluca Palazzolo, Rudy Pessina, Federico Dalla Battista, Marco Marcarelli, Carolina De Pasquale. Birre artigianali a cura di associazione Arci “La Staffetta” Comunicato stampa Al via la stagione Teatrale del Quaranthana Teatro Comunale di San Miniato, gestito dalla Compagnia Teatrino dei Fondi: un’offerta culturale sfaccettata che concilia qualità e ricchezza di proposte Da dicembre a marzo prende il via la Stagione del Quaranthana, Teatro comunale di San Miniato, gestito dalla Compagnia Teatrino dei Fondi, diretta da Enrico Falaschi, con il contributo del Comune di San Miniato, della Regione Toscana e del MIBACT. Un’offerta culturale sfaccettata che concilia qualità e ricchezza di proposte. Un programma con artisti straordinari della scena italiana, grandi maestri che hanno segnato e cambiato una prospettiva nel teatro di oggi. Una stagione che spazia dal teatro contemporaneo, alla comicità, alla satira. La stagione di prosa è arricchita da un ventaglio di proposte, una rassegna dedicata ad appuntamenti musicali, una stagione domenicale per le famiglie, una per le scuole. 8 spettacoli di prosa, 4 concerti, 4 spettacoli domenicali per le famiglie, 15 matinée per le scuole. ![]() Apre la stagione di prosa Smarrimento, scritto e diretto da Lucia Calamaro, per e con Lucia Mascino, grande attrice di teatro, cinema e televione. È un dichiarato elogio agli inizi e del cominciare. Un lavoro che tratteggia la figura di una scrittrice in crisi, oramai da un po’, che ha dei personaggi iniziali di vari romanzi che non scriverà mai, perché non riesce ad andare avanti e, quando non si riesce a continuare, non si può che ricominciare (13 dicembre). ![]() Secondo appuntamento, Il migliore dei mondi possibili, un testo di Magdalena Barile ispirato al Candido di Voltaire, primo spettatore Massimiliano Civica, regia Simona Arrighi e Sandra Garuglieri, con Simona Arrighi, Luisa Bosi, Laura Croce, Sandra Garuglieri. Nel giardino della libertà e dell’uguaglianza, ogni sera 4 attrici/cortigiane si esibiscono al servizio della loro esigente padrona, Madame. In scena le avventure del Candido di Voltaire, giovane ottimista metafisico a spasso nel peggiore dei mondi possibili: il nostro. In una gara di asservimento volontario le quattro competono per compiacere Madame (20 dicembre). ![]() La compagnia Kanterstrasse presenta I Promessi Sposi, regia di Simone Martini, con Luca Avagliano, Lorenza Guerrini, Simone Martini e Alessio Martinoli, una riscrittura della celebre opera di Manzoni, in una graphic novel in bianco e nero, dove la storia principale marcia inesorabile verso un apparente lieto fine da fiaba, che forse non è tale (10 gennaio). ![]() Ritorna al Quaranthana, Marco Baliani, grande maestro del teatro che ha dato vita al teatro di narrazione e presenta un suo spettacolo storico, Frollo. Il delicatissimo racconto di un bambino di pan pepato. Un lavoro che nasce dalla consapevolezza che un raccontatore di storie è un “protrattore di infanzia”, con occhi da bambino dentro un corpo adulto. Marco Baliani, nella ricerca di una drammaturgia del racconto, ha recuperato le radici dell’accadimento teatrale, la narrazione pura (24 gennaio). ![]() Spostandosi su tema politico-sociale, andrà in scena, Piccola patria, ideazione e drammaturgia Lucia Franchi e Luca Ricci, che ne cura anche la regia, con Simone Faloppa, Gabriele Paolocà, Gioia Salvatori. Un lavoro ambientato nel nostro presente, in una cittadina di provincia non specificata, dove si sta per svolgere un referendum che decreterà l’eventuale autonomia dall’Italia (7 febbraio). ![]() In un ritratto della storia recente e al tempo stesso attuale, il noto vignettista satico Vauro sale sul palco del Quaranthana con Quante Storie, regia di David Riondino. Un lavoro che si snoda a partire dai grandi temi, fulcro dello scorrere della storia e delle vite che vi sono immerse. Un ritratto del nostro paese (28 febbraio). ![]() Marta Paganelli presenta in prima nazionale Mare Giallo, con le musiche dal vivo di Giovanni Gargini, uno spettacolo tratto dal diario di viaggio che l’attrice ha tenuto durante la sua permanenza in un campo Saharawi. Mare Giallo vuole restituire le atmosfere, i pensieri, le emozioni di un’esperienza in grado di toccare le corde più profonde della propria anima. La storia di un viaggio in un mondo così lontano eppure così vicino a noi (13 marzo). ![]() Chiude la stagione di prosa, Laura Curino, un’altra grandissima interprete del teatro di narrazione, che torna, dopo il successo dello scorso anno al Quaranthana, con la lista e dà voce a Pasquale Rotondi, un eroe silenzioso che ha salvato quasi 10.000 preziosissime opere d’arte italiane dalla rapacità nazista e dalla distruzione bellica. Una storia di coraggio che fa riflettere sul significato della parola responsabilità. (27 marzo). TeatRock - musica a teatro è una rassegna organizzata dal Teatrino dei Fondi, curata da Gabriel Stohrer, che prevede 4 appuntamenti.
Sognare Teatro – famiglie e scuola sono le due rassegne per i più piccoli, che prevedono 4 appuntamenti per le famiglie in domenicale alla Sala del Bastione e 15 appuntamenti in matinée per le scuole, che testimoniano l’oculata dedizione e attenzione alle nuove generazioni della Compagnia Teatrino dei Fondi. Abbonamento Stagione di Prosa: Intero: € 65,00 Biglietti Intero: 10 € - ridotto 8 € - Intero: € 15 € - 12 € (Smarrimento – Altre Storie) Biglietto TeatRock: 6 € - abbonamento 20 € Biglietto Sognare Teatro Famiglie: Adulti: € 6,00 / Bambini: € 4,00 Teatrino dei Fondi Quaranthana – Teatro Comunale di San Miniato Via Zara 58 San Miniato Per info: 0571-462825 Ass. Teatrino dei Fondi info@teatrinodeifondi.it Comunicato stampa TEATRO: PAOLO BELLI, “PUR DI FARE MUSICA” IN SCENA PER LA PRIMA VOLTA A MILANO. TEATRO NUOVO, MERCOLEDì 29 GENNAIO 2020 Paolo Belli per la prima volta a Milano con la commedia “Pur di fare musica”, l’imperdibile sit-com musicale con la regia di Alberto Di Risio che ha riscosso successo strepitoso di critica e pubblico e numerosi sold-out per tre anni di fila (2016, 2017 e 2018). Uno spettacolo divertente e trascinante che è un viaggio alla scoperta delle passioni e delle stranezze di chi, nella vita, è pronto a tutto pur di realizzare un sogno: suonare.
Accompagnato da sette musicisti, Paolo Belli “gioca” con la musica, reinterpreta il suo repertorio con nuovi arrangiamenti, alternando performance musicali a intervalli comici: un format che è un punto di forza dell’artista, che l’ha usato con successo nei suoi spettacoli dal vivo. In un’ipotetica sala prove, Paolo Belli e i suoi musicisti stanno preparando il nuovo tour. Qualcuno di loro, però, è in ritardo, e il titolare della sala gli propone di valutare alcuni musicisti suoi amici. Ma ai provini si presentano solo personaggi molto «originali»: un musicista sordomuto detto “il Gelido”, quattro gemelli che per dissapori familiari non suonano mai insieme, un musicista spagnolo che non sa lo spagnolo e il “padrone di casa”, che gestisce la sala prove e nel tempo libero insegna percussioni. Finito a sorpresa in questa strana band, il protagonista dovrà adeguarsi al linguaggio dei suoi stravaganti musicisti. Comunicato stampa Roma, 6 dicembre 2019 – Una mostra dedicata a Jim Dine (Cincinnati, USA, 1935), promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale, ideata e organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo si terrà al Palazzo delle Esposizioni dall’11 febbraio al 2 giugno del 2020. Si tratta di un’ampia mostra antologica realizzata in stretta collaborazione con l’artista e curata da Daniela Lancioni, curatrice senior dell’Azienda Speciale Palaexpo. Saranno esposte oltre 60 opere, datate dal 1959 al 2016, provenienti da collezioni pubbliche e private, europee e americane. Un esaustivo apparato iconografico restituirà la memoria visiva dei celebri happening raccontati in mostra dalla voce dello stesso Jim Dine. Una selezione di video interviste, infine, permetterà di familiarizzare con la figura dell’artista. Il Palazzo delle Esposizioni presenta uno dei maggiori protagonisti dell’arte americana, il cui lavoro, radicale e innovativo, ha avuto un grande impatto sulla cultura visiva contemporanea, in particolare su quella italiana degli anni Sessanta. Nonostante la sua popolarità, Jim Dine rimane un artista difficilmente catalogabile in virtù soprattutto della sua volontà d’indipendenza e del suo rifiuto a identificarsi nelle categorie della critica, della storia dell’arte e del mercato. Sono esemplari l’autonomia e la libertà con le quali da sempre si rapporta al panorama dei valori accertati. Lo dimostrano le sue vicende biografiche e i suoi lavori tenacemente aderenti alle esperienze vissute, “ineducati” e “inquietanti”, come talvolta sono stati definiti. Il percorso della mostra L’esposizione dei lavori, come consuetudine del Palazzo delle Esposizioni, sarà preceduta da una biografia dell’artista stampata sul muro e corredata da una selezione di documenti. I suoi contenuti potranno essere acquisiti grazie a un QR code e potranno accompagnare i visitatori e le visitatrici durante l’intero percorso della mostra che sarà ordinato secondo un criterio prevalentemente cronologico. I primi lavori esposti saranno piccoli dipinti su tela e acquarelli datati 1959 in ciascuno dei quali campeggia una testa isolata dal corpo (Head). Lo stesso soggetto riapparirà a conclusione del percorso espositivo ingigantito in un dittico del 2016 (Two Large Voices Against Everything). Seguirà un focus dedicato agli happening. Per la realizzazione di questa sezione della mostra è stata condotta un’approfondita ricerca delle fonti iconografiche negli archivi che detengono le immagini dei maggiori fotografi attivi negli anni Cinquanta e Sessanta sulla scena artistica downtown di New York: Robert R. McElroy, Fred E. McDarrah e Peter Moore. Le immagini fotografiche reperite verranno esposte insieme a un commento audio appositamente registrato dall’artista per la mostra romana. Un ampio spazio sarà dedicato ai dipinti datati tra il 1960 e il 1963, attraverso i quali i visitatori potranno familiarizzare con i temi noti dell’arte di Dine: gli strumenti di lavoro, la tavolozza del pittore, gli indumenti. Opere differentemente basate sulla presenza degli oggetti, sulla sensualità della pittura, sul dato analitico rilevato dal disegno o sulla dimensione ambientale. Saranno in mostra alcune delle opere considerate i suoi “capolavori”, come Window with an Axe del 1961, Black Shovel del 1962, Four Rooms del 1962 costituito da quattro grandi tele e da elementi dislocati nello spazio, e Two Palettes in Black with Stovepipe (Dream) del 1963. Saranno esposti inoltre molti dei lavori presentati alla Biennale di Venezia del 1964, tra le icone più note dell’artista: Shoe del 1961, White Bathroom del 1962 e The Studio (Landscape Painting) del 1963. Una tappa della mostra sarà dedicata ai lavori degli anni 1964 e 1965, in particolare alle sculture di alluminio (Red Axe, Large Boot Lying Down entrambi del 1965) e a quelle opere dove l’artista affida il suo autoritratto agli indumenti svuotati dalla figura, tra le altre My Tuxedo Makes an Impressive Blunt Edge to the Light del 1965 e Stephen Hands Path del 1964. Ai noti Cuori di Jim Dine sarà dedicata una sala, con alcune delle opere realizzate a Putney nel Vermont nell’inverno del 1970-1971. Sarà, inoltre, esposto il grande cuore di paglia (Straw Heart) insieme alla mano verde (Green Hand), opere apparse nella mostra “Nancy and I at Ithaca” all’Andrew Dikson White Museum of Art di Ithaca (New York) del 1967. Nell’ultima delle sei sale intorno alla rotonda del Palazzo delle Esposizioni saranno esposte le Veneri (le sculture derivate dal modello della Venere di Milo, cui Jim Dine lavora a partire dalla fine degli anni Settanta) e altre opere diversamente riconducibili a modelli dell’arte del passato. La mostra proseguirà con una selezione di opere degli anni più recenti e terminerà con una folla di Pinocchi, sculture in legno realizzate a partire dai primi anni Duemila. Questa reiterata presenza svelerà la predilezione di Jim Dine per il personaggio di Carlo Collodi, creatura meravigliosa portatrice dell’antica metamorfosi dell’inanimato che prende vita. Le collaborazioni e i prestiti Un nucleo importante della mostra sarà costituito dalle opere che Jim Dine ha donato nel 2017 al Musée national d’art moderne – Centre George Pompidou di Parigi e che l’istituzione francese ha reso generosamente disponibili per quest’occasione. Cospicui saranno i prestiti delle opere storiche provenienti da collezioni europee, private e pubbliche, tra queste ultime il Museo di Ca’ Pesaro Venezia e il MART, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (entrambi questi musei prestano opere della collezione Sonnabend), il Louisiana Museum of Modern Art a Humlebaek in Danimarca, il Kunstmuseum Liechtenstein a Vaduz. Una selezione di opere verrà dagli Stati Uniti, tra cui i due celebri dipinti degli anni Sessanta A Black Shovel. Number 2 (1962) e Long Island Landscape (1963), appartenenti alle collezioni del Whitney Museum di New York. Dalle collezioni americane arriveranno anche Shoe del 1961 e The Studio (Landscape Painting) del 1963, presentati entrambi dall’artista alla Biennale di Venezia del 1964. Catalogo La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue (italiano e inglese) corredato da saggi e dalle tavole delle opere esposte pubblicato da Quodlibet, Macerata. Oltre al testo della curatrice, saranno pubblicati i testi di Francesco Guzzetti (postdoctoral research fellow The Morgan Library and Museum, New York) sugli happening; di Claudio Zambianchi (professore ordinario Università Sapienza Roma) sulla presenza degli oggetti nell’opera di Jim Dine; di Annalisa Rimmaudo (curatrice Centre Georges Pompidou) sulla presenza della scrittura nell’opera di Jim Dine; Paola Bonani (curatrice junior Azienda Speciale Palaexpo) curerà la cronologia e gli apparati. Eventi collaterali La mostra sarà accompagnata da una serie di eventi collaterali che coinvolgeranno lo stesso artista e altre figure della cultura internazionale. In occasione della mostra, inoltre, il Palazzo delle Esposizioni dedicherà una rassegna cinematografica (ingresso gratuito) al regista statunitense indipendente John Cassavetes (1929-1989). Breve nota biografica dell’artista
Nato nel 1935 a Cincinnati, nello stato dell’Ohio, Jim Dine si trasferisce a New York alla fine degli anni Cinquanta. Nell’arco del 1960, nei luoghi ormai mitici della Judson Church e della Rueben Gallery, realizza i suoi memorabili happening che lo rivelano, insieme ad altri pochi artisti sodali, una delle presenze più incisive e radicali della giovane arte americana. Subito dopo, come dichiara lo stesso artista in un ricordo inedito raccolto per la mostra romana, “ho voltato le spalle a quel mondo delle performance, volevo impegnarmi nel mio lavoro di pittore e di scultore”. Ai primi anni Sessanta risalgono le opere con gli indumenti e con gli utensili da lavoro, vere e proprie icone della cultura visiva contemporanea: martelli, seghe, vanghe, asce, ma anche tavolozze, pennelli, spatole da pittore e scalpelli da scultore, così come accappatoi, cravatte, scarpe, bretelle. Un inventario circoscritto di cose che costituiscono il suo personale lessico ricco di valenze autobiografiche. Molti importanti critici – da Lawrence Alloway ad Alan R. Solomon, da David Shapiro a Marco Livingstone, a Germano Celant – si sono cimentati nell’interpretare queste presenze assegnando loro, come lo stesso artista suggerisce, la funzione di “autoritratti”. La sua è una biografia artistica costellata da importati riconoscimenti e da forti legami con l’Europa. Nel 1964 è stato tra gli artisti invitati nella celeberrima mostra del Padiglione americano alla Biennale di Venezia, che sancì nel mondo l’affermazione della Pop Art. Nel 1970 il Whitney Museum di New York ha ordinato la sua prima mostra retrospettiva. A questa sono seguite numerose altre mostre monografiche nei musei di tutto il mondo, come quella ospitata nel 1999 al Solomon R. Guggenheim Museum di New York e, in anni più recenti, quelle organizzate alla National Gallery of Art di Washington (2004), all’Albertina di Vienna (2016) e al Centre Georges Pompidou di Parigi (2018). Dine vive attualmente tra Parigi e lo stato di Washington. INFORMAZIONI AZIENDA SPECIALE PALAEXPO www.palaexpo.it www.palazzoesposizioni.it Sede: Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194 - 00184 Roma Titolo: Jim Dine A cura di: Daniela Lancioni Periodo: 11 febbraio 2020 – 2 giugno 2020 Promossa da: Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale, Azienda Speciale Palaexpo Ideata e organizzata da: Azienda Speciale Palaexpo Sponsor Tecnici: Trenitalia, Coopculture Si ringrazia: Krumiri Rossi Partner: Alitalia Orari: domenica, martedì, mercoledì e giovedì: dalle 10.00 alle 20.00; venerdì e sabato: dalle 10.00 alle 22.30; lunedì chiuso Informazioni e prenotazioni: Singoli, gruppi e laboratori d’arte tel. 06 39967500; www.palazzoesposizioni.it Biglietti: intero €12,50; ridotto € 10,00 |
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Dicembre 2022
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