di Enrico Esposito “Thanks for Vaselina” sta crescendo sempre più. Quest'anno compie cinque anni, da quando nel 2013 il regita Gabriele Di Luca e gli interpreti Massimiliano Setti, Beatrice Schiros, , Ciro Masella e Francesca Turrini lavorarono duramente alla messa a punto dello spettacolo nei laboratori della Fondazione Teatro della Toscana presso il Teatro Era di Pontedera, e esordirono proprio su quel palco che il 18 marzo scorso li ha visti celebrare la 100esima replica. Un traguardo straordinario per un'opera lodata da pubblico e critica, che ha fatto della malleabilità e del working process due armi essenziali per migliorare in continuazione il rapporto con il pubblico, aggiornandosi con le novità affollate della quotidianità come ad esempio il ricambio degli iPhone e i riferimenti ai conflitti militari e alle manfrine sociali. Come sostiene il suo primo creatore, Gabriele Di Luca, che oltre ad averne curato scrittura e direzione veste i panni del personaggio principale Fil, “Thanks forum Vaselina” va incontro nel corso delle messe in scene e a seconda delle platee a ridefinizioni, riduzioni, piccoli accorgimenti, che lo rendono per queste ragioni un prodotto sempre fresco, giovane, recente. Le 100 repliche lo dimostrano, il ritorno all,'alcova di Pontedera davanti a un numero di spettatori moltiplicato esponenzialmente rispetto a un quinquennio fa. Lo testimonia la trasposizione cinematografica di prossima uscita che vedrà la partecipazione di un asso come Luca Zingaretti al fianco dello zoccolo duro dei membri di Carrozzeria Orfeo, la compagnia dallo stile caustico e fumante espresso in “Thanks”, “Animali da bar” e le altre sue produzioni sino a giungere alla recentissima “Cous Cous Klan”. Potrebbe interessarti anche: Cous Cous Klan - Il nuovo show turbodiesel della Carrozzeria Orfeo “Una continua escursione tra cielo e bassifondi” è secondo Di Luca probabilmente la definizione che fotografa al meglio lo stile rappresentativo di Carrozzeria Orfeo, la sua chiave narrativa, il modellamento dei personaggi, le scelte scenografiche e linguistiche. Al termine di “Thanks for Vaselina” il regista lombardo si confessa a 360 gradi dinanzi agli studenti dell'Università di Pisa in occasione dell'incontro realizzato nell'ambito del progetto di formazione “Scritture sulla scena”, coordinato dalla Prof.ssa Anna Barsotti. Di Luca viviseziona con polso e schiettezza i capisaldi della sua idea artistica. Egli pone l'accento innanzitutto sul rilievo assoluto della verosimiglianza all'interno delle sue storie, racconti che non possono prescindere la realtà è anzi la stravolgono servendosi di contaminazioni provenienti dal fantastico, dal distopico e dal grottesco. “Realismo grottesco” si erge a una sorta di formula matematica esatta per delineare il senso recondito di un teatro che intende passare in rassegna le differenti varianti offerte dal pensiero, dal registro linguistico (basso, medio, alto, slang giovanile e aulico), dallo stile (dissacrante, comico, drammatico, onirico) per nutrire l'animo dello spettatore e intrattenerlo sottoforme molteplici. “Thanks for Vaselina” rappresenta di per sé il paradigma di maggior espressione di tale concezione espositiva, presentando in contemporanea sul palco i ritratti di tipi umani che fuoriescono dai canoni di “stereotipi” perché spesso plasmati all'eccesso, condotti a discese rovinose, a ripensamenti strazianti oppure a svolte impensabili. Si passa dai protagonisti Fil, cinico e aggressivo con tutti, deluso dal padre che l'ha abbandonato da piccolissimo e da una madre dipendente cronica dal gioco, e il suo amico Charlie, convinto animalista e difensore dei diritti civili, che coltivano marijuana all'interno del loro appartamento per esportarla nel Messico, deturpato delle sue piantagioni a causa dei bombardamenti subiti dagli Stati uniti è dai loro alkeati?. La loro è una battaglia contro il Capitalismo, il Conformismo che li ha rifiutati e respinti. Hanno trent’anni, non sanno che fare della loro vita, non hanno una compagna né dei figli, appaiono facilmente come degli antieroi bizzarri, all’apparenza solidi ma in realtà volubili. I loro affari vengono improvvisamente sconvolti dalla scomparsa del carlino che avevano adoperato per trasportare una dose massiccia di droga, ma subiscono un'impennata clamorosa nel momento si imbattono in una ragazza obesa ripudiata dal padre perché ingenuamente colpevole di aver intrattenuto con il fratello disabile dei rapporti scabrosi. Si rivela essere il sostituto perfetto del carlino, costruisce con Charlie un legame di affetto corrisposto e trova in Lucia l’incarnazione della madre che ha perso anni orsono. Ma a turbare lo stato di equilibrio faticosamente raggiunto sopraggiunge Annalisa, il padre transessuale di Fil che torna dal figlio dopo aver intrapreso in Messico una nuova vita al seguito di alcune sette religiose. Annalisa coltiva l'utopia di riconquistare il figlio e la moglie abbandonati facendo leva su un atteggiamento cordiale con il risultato di ottenere uno sdegno totale da parte del figlio, ma non dalla moglie che nonostante tutto resta innamorata di lui. Malgrado il muro che le si para davanti, Annalisa non si arrende e cerca di cambiare le cose perché crede nel dialogo e nella riflessione, due punti cardinali del confronto con la vita che per gli altri personaggi hanno svanito il loro senso autentico. Immagini tratte da www.teatroera.it, ad eccezione dell'immagine 2 (foto dell'autore)
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Maggio 2023
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