I sentimenti, le idee, le paure e le speranze dei detenuti, in mostra nelle pitture a palazzo Gambacorti. La mostra è aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19 e il sabato dalle 9 alle 13 Ci sono parole tabù, nella nostra società e nella nostra cultura. Ma la parola che nasconde il tabù più grande dietro le sbarre di un carcere è senz'altro “libertà”. In una prigione la libertà non è mai sola, pura e semplice: si accompagna sempre a un aggettivo - “vigilata” - che la limita e la restringe fino a svuotarla quasi del tutto. Così per un detenuto il desiderio di libertà deve trovare uno sfogo, uno sbocco che squarci la routine e riduca le distanze fra chi sta “dentro” e chi sta “fuori”. Un gruppo di detenuti della Casa circondariale “Don Bosco” di Pisa è riuscito nell'intento, inventandosi un laboratorio di arte; i lavori sono in mostra nell'atrio di palazzo Gambacorti fino al prossimo lunedì 14 marzo. “La privazione della libertà personale non può e non deve essere privazione di niente altro. - affermano gli educatori del “Don Bosco” - Per i detenuti che hanno partecipato alla realizzazione delle opere in esposizione si tratta di un momento di restituzione importante che sigilla non solo la conclusione di un percorso riabilitativo, ma anche un tributo al lavoro svolto nell'arco di diversi mesi”. Così l'arte diviene comunicazione, traguardo, mezzo di conoscenza, ponte fra la vita quotidiana dei “liberi” e il carcere. L'idea del laboratorio è nata pian piano, in silenzio e senza troppe sovrastrutture. All'inizio c'erano a disposizione solo pochi tubetti di tempera e qualche pennello che veniva da chissà dove. Telai e cavalletti? Nessuno. Tele per dipingere? Neanche l'ombra. A un sistema carcerario che spesso manca dell'indispensabile è difficile chiedere qualcosa che è considerato superfluo. Con un po' di pancali in legno rimasti in disuso nella falegnameria del carcere sono stati fatti telai e cornici; con vecchie lenzuola, scatole di cartone e imballaggi vari, le tele. Nessuno dei partecipanti al laboratorio ha frequentato scuole o corsi di pittura; nessuno di loro ha studiato Storia dell'arte o Disegno e non ci sono abilità particolari o talenti speciali. Ma su queste tele improvvisate nasce qualcosa di magico; M. fa emergere da un fondo nero, assoluto, l'abbraccio luminoso di una coppia di amanti. S. dipinge fiori delicatissimi. A. ha a disposizione cartoni, tempera nera e tempera bianca con cui dipinge una moka, stoviglie, bicchieri...oggetti di una quotidianità perduta che fra le mura di una cella deve essere ricreata giorno per giorno. Il laboratorio è gestito in autonomia dai detenuti che desiderano partecipare ed è seguito settimanalmente da un'insegnante di arte che presta la sua professionalità a titolo gratuito. Le opere attualmente in mostra sono 66 e possono essere acquistate con offerte poco più che simboliche; il ricavato sarà interamente reinvestito per potenziare il laboratorio e comprare nuovo materiale. La mostra è aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19 e il sabato dalle 9 alle 13.
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Maggio 2023
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