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30/5/2016

"Dante e le Arti Visive" - Il Sommo tra Arte, Cinema e Fumetto.

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In occasione delle celebrazioni del "Dante posticipato" organizzate dalla città di Pisa da mercoledi a domenica scorsa, abbiamo avuto modo di assistere ad un'esemplare lezione a Palazzo Blu tenuta da Lucia Battaglia Ricci, Pupi Avati, Beppe Cottafavi e Sergio Staino.
Immagine

di Enrico Esposito

Auditorium di Palazzo Blu. Pisa. Il Vituperio delle Genti che omaggia il suo aguzzino a 751 anni dalla sua venuta al mondo. Controsenso pazzesco. Può darsi. Senza dubbio cultura enorme in questa 5 giorni di varie iniziative organizzate dal Professor Marco Santagata e denominate "Dante posticipato".
Venerdi mattina dunque mi presento con circa un'ora di anticipo per essere sicuro di non perdermi l'appuntamento con una Conferenza che promette scintille per il parterre di cui si costituisce: la Professoressa di Letteratura Italiana dell'Università Lucia Battaglia Ricci, il grande regista Pupi Avati, l'editore Beppe Cottafavi, lo storico fumettista Sergio Staino. Roba da leccarsi i baffi. Coordinati dal Direttore del Museo della Grafica Alessandro Tosi, essi danno vita ad un'interessante retrospettiva dedicata alla rappresentazione del Padre Alighieri tra quadri, film fatti e non, parodie paperiniche, vignette satiriche attualissime. Un grande spettacolo atteso e confermato.

Galleria 1: La Divina Commedia e i suoi personaggi nell'arte
Apre le danze la Professoressa Battaglia. Tra firme celeberrime vedi Dalì, Doré e altre meno ma di valore anche maggiore, si parte dal principio generale in base al quale le opere artistiche relative alla Divina Commedia appartengono a due categorie fondamentali in base al ruolo che esse svolgono: da una parte infatti, specialmente durante il Rinascimento, prevalgono le opere che accompagnano i testi danteschi con l'intento di illustrare le terzine della Commedia per l'appunto. Per tale motivo, a partire dal 1337, data cui risale il primo documento ritrovato, si sviluppa In Italia e poi In Europa una lunga tradizione miniata, che dai manoscritti "nostrani" dell'Urbinate 365 e di Zuccari trova in Inghilterra varianti interessanti con un Dante raffigurato dormiente, ed in Francia successivamente con la "sagra" dei Dante seduti, secondo un'immagine del "mendicante" ripresa da Rodin nel suo "Pensatore". Rodin per l'appunto che scolpisce un personaggio della Divina Commedia distaccandolo dal testo scritto, rientrando nella categoria della "visualizzazione" di Dante, apparsa già nel Tardo Medioevo ma esplosa in modo decisivo soltanto a partire dal 1700. Un approcciarsi diverso rispetto all' "illustrazione", che prevede una reinterpretazione maggiormente personale da parte degli artisti, che si appropriano della Commedia e dei suoi affascinanti personaggi, giungendo a portare a compimento ad esempio oltre 1000 quadri sulla vicenda di Paolo e Francesca. Un Dante visualizzato dunque vissuta secondo un gusto proprio, da William Blake ad Achille Incerti sino ad arrivare agli "incubi del profondo"  rilevati alla fine degli anni Novanta da Lorenzo Mattotti.
Galleria 2: Pupi Avati in conferenza nelle immagini 1 e 3. Pupi Avati e il Termopolio nell'immagine 2
Anche Pupi Avati preferisce visualizzare Dante, anzi meglio immaginarlo. Secondo il suo pensiero, l'iconografia è riduttiva. Scherza un sacco Pupi, 77 anni, con l'amico Santagata in prima fila. Ironizza sugli oltre 15 anni durante i quali ha visto puntualmente ad ogni tentativo vedersi rifiutato il progetto di un film per la Tv che portasse in scena una particolare visione della Divina Commedia. Non il racconto del fantastico viaggio nell'Oltretomba ad opera del Sommo, dalle tre fiere, a Virgilio, Minosse, Beatrice e Piccarda Donati. Ma un'idea più fine, filologica potremmo dire, ispirata ed espressa da Giovanni Boccaccio ne il "Trattatello in laude di Dante", che racconta del viaggio compiuto dall'autore del Decameron alla volta di un convento di Ravenna in cui viveva Suor Beatrice, ossia nient'altro che Antonia figlia dell' Alighieri.
Con trasporto Avati ha confessato di avere costruito nella mente più volte la storia di un Dante inedito riportato dai ricordi altrui, e protagonista della sua vita non meno tempestosa e passionale della Commedia. Avati, dantista convinto, scrittore per Guanda, 77 anni e il desiderio di omaggiare un punto di riferimento per lui con un'adeguata rivisitazione cinematografica mancante dal 1965, anno dell'apparizione sulla  Rai dello sceneggiato "Vita di Dante" per la regia di Vittorio Cottafavi con la sceneggiatura di Giorgio Prosperi e Giorgio Albertazzi nei panni del Padre della Lingua Italiana.

Galleria 3 : Copertina de "L'inferno di Topolino"; Beppe Cottafavi in conferenza; Copertina de "L'Inferno di Paperino"
A citare "Vita di Dante" ci pensa il nipote stesso del regista, Beppe Cottafavi, editore modenese, direttore di Comix negli anni Novanta, che tesse invece una ricca cronologia dei rifacimenti, in particolare sottoforma di parodie, della Divina Commedia nel fumetto disneyano e oltre. La sua attenzione si focalizza sulle due più celebri parodie firmate Disney, corrispondenti a "L'Inferno di Topolino", vero poema in terzine dantesce e prima grande parodia italiana a fumetti e "L'Inferno di Paperino", realizzato con la tecnica dei cartoni animati di Carosello. L'Inferno di Topolino", pubblicato sui numeri 7-12 di Topolino tra l'ottobre 1949 e il marzo 1950 fu opera dei disegni di Angelo Bioletti e della strutturata e formidabile sceneggiatura per merito di Guido Martina, il cui nome in forma eccezionale compare nella prima vignetta. L'Inferno di Paperino trovò posto in formato unico sul Topolino del 9 agosto 1987, scritta e raffigurata da Giulio Chierchini, e risaltò d'altro canto per l'introduzione all'interno della trama di chiari riferimenti ad aspetti della realta sociale contemporanea. In chiusura Cottafavi mette in luce la predilezione degli elementi iconici e distopici delle produzioni recenti e recentissime, con un gusto psichedelico e splatter che trova terreno fertile principalmente in Giappone, patria del maestro dei manga e anime Gō Nagai (autore di Jeeg Robot, Mazinga, Devilman tra gli altri) che ispirandosi ai disegni di Gustave Doré compone tra il 1993 e il 1994 tre volumi della "Divina Commedia".
Galleria 4 : Le vignette dantesche di Sergio Staino
E per chiudere in bellezza Sergio Staino, storico vignettista sulle colonne di Messaggero e Unità, conterraneo di Dante dalla sua Scandicci, prelibato amante della campagna toscana, che regala la sua visione esclusiva di un Dante visto come un uomo familiare, campagnolo e inserito nei dintorni della citta del Giglio come tra le sue strade. L'amore per la descrizione del paesaggio, la scoperta accecante dei lavori di Doré, nell'attrazione non tanto per la pittura in sè su cui si professa ignorante, ma per la linea del disegno recuperata all'interno dei suoi diffusi quadretti satirici. Ecco allora il satirico Staino proporre una esilarante galleria di blitz di Dante in persona nella Firenze di oggi alle prese coi cambiamenti in atto dopo sette secoli, con i suoi concittadini e le questioni delle Nozze Gay, del Jobs Act e di molte altre questioni che gli fanno venir voglia di tornarsene nel Medioevo.


   Immagini tratte da:

- Foto di autore eccezion fatta per "L'Inferno di Topolino" da www.anobii.com e "L'Inferno di Paperino" da www.ebay.it

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