di Lorenzo Vanni È una parabola insolita, quella dei Notwist. La band tedesca capitanata da Markus Acher emerge come un’oscura formazione di genere hardcore nel 1992 e attraversa i Naughties destando l’interesse della critica, ma rimanendo in gran parte sconosciuta al grande pubblico. Sarà solo successivamente, all’uscita del loro quinto album, che i Notwist diventeranno una band di culto; Neon Golden esce nel 2002 e segna un punto di svolta decisivo nel sound e volendoci tenere a categorie precise potremmo dire che se gli inizi sono in linea con l’hardcore, dal 2002 la traccia è sempre quella elettro-pop. Il concerto dei Notwist al Cinema Lumière di Pisa costituisce la tappa finale di un minitour di cinque date in Italia in cui i quattro di Weilheim eseguono i brani di uno dei loro album più affascinanti per il modo in cui riesce ad amalgamare lo sperimentalismo elettronico e un certo istinto melodico che alla band non manca mai. L’album è Messier Objects del 2015 e dati i presupposti sarebbe stato lecito aspettarsi una prova di elettronica estrema. Così non è stato, però, perché i brani del disco sono stati suonati riportando il suono su terreni già noti. Le tastiere di Martin Gretschmann disegnano paesaggi elettronici che avvolgono e fanno da scenario per gli interventi di xylofono, ogni tocco come una goccia che cade delicata in mezzo a una foresta. Da questi scenari di quiete, in cui il tocco leggero di Acher alla chitarra descrive ulteriormente l’ambiente, si passa ad altri più intensi: a quella stessa attitudine ambient-pop improvvisamente si inseriscono i virtuosismi di Andi Haberl alla batteria che, in un gioco con Markus Acher, è come se lo sfidasse a duello e il risultato è un dialogo serratissimo e incessante tra chitarra e batteria. In un modo non molto diverso da quanto accadeva nel blues, in cui i fraseggi di chitarra venivano imitati dai vocalizzi del frontman, ha luogo un botta e risposta continuo tra i due strumenti fino a una vera e propria cacofonia che esplode in derive noise, come se durante uno dei suoi numerosi arpeggi Glen Johnson dei Piano Magic venisse posseduto dal furore dei Sonic Youth. La serata, divisa in due parti di cui la prima una suite strumentale di quarantaquattro minuti interamente dedicata a Messier Objects, continua con alcuni dei loro brani classici e qui le ovazioni e cori del pubblico si fanno sentire ancora di più. Canzoni come Pick up the phone e, soprattutto, One with the freaks sono quelle che scatenano il pubblico che intona il ritornello.
Della prima fase della carriera dei Notwist è rimasto poco perché tutto è filtrato dall’elettronica e ne è artefice il loro Neon Golden che, oltre a essere uno dei dischi più importanti del Duemila, costituisce anche l’atto fondativo di quello che potremmo definire “movimento new romantic della generazione post”, di quelli che uniscono malinconia e grandeur sonora, alla maniera delle band di certo pop anni ’80. Fonti immagini: foto dell’autore https://sentireascoltare.com/album/notwist-messier-objects/
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Maggio 2023
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