24/4/2016 IlTermopolio presenta: ''L'intervista a Donald Soffritti, paperi in salsa Jazz!''Read NowQuando i redattori mi hanno chiamato affinché mi occupassi di quest'articolo non vi nascondo che ho provato un forte senso di panico e soggezione! Mi sono più volte chiesto: '' ma come io, che mi occupo di cinema, devo intervistare uno dei più famosi fumettisti Disney italiani?!? no no, non sono per niente degno.'' Effettivamente non sono mai stato un eccellente disegnatore e nemmeno un divoratore di fumetti. Ma quando mi sono trovato al cospetto di Donald Soffritti, beh che vi devo dire! Mi sono completamente sciolto e l'ho ascoltato con grande partecipazione ed entusiasmo. Quando parli con qualcuno a cui brillano gli occhi, mentre ti racconta delle sue grandi passioni, non puoi far altro che innamorarti dei suoi discorsi e spaziare con la mente, attraverso i suoi racconti, le sue esperienze, le sue ambizioni e anche le sue preoccupazioni. L'artista ci ha gentilmente accompagnati tra le sue quindici riletture, colorate e piene di vita, che mostravano quindici mostri sacri del Jazz, in versione ''paperizzata''. L'abbiamo intervistato grazie all'evento organizzato dal Cinema Arsenale di Pisa in occasione del International Jazz Day 2016. In cui Soffritti ha appunto presentato la splendida mostra: ''Birds in Jazz''. Quando il disegno incontra un genere creativo e libero come il Jazz vi garantisco che non possiamo esimerci dal parlare di forti emozioni visive! Gioia e stupore per la freschezza delle ''paperizzazioni'', una vera e propria scoperta! Ma soprattutto poter ascoltare la descrizione di quelle opere direttamente dall'autore in persona, quello è stato un grandissimo onore che noi del IlTermopolio non vediamo l'ora di ripetere. L'evento dell'Arsenale di Pisa ci ha davvero coinvolti e ne abbiamo approfittato per scambiare quattro chiacchiere con il fumettista e musicista nato a Ferrara. Gli spunti di cui parlare sono stati molteplici, abbiamo spaziato dal mondo del Jazz alla figura del fumettista e la visione del fumetto nel nostro paese. Argomenti che ci hanno portato in un mondo, forse troppo spesso non tutelato ma che deve avere un suo largo e meritato palcoscenico e che soprattutto debba essere ripreso con forza anche dalle istituzioni scolastiche. Il Fumetto è pura arte. Non lo so si può negare. Dopo il diciannove Aprile, giorno della mostra, ho capito che un artista non deve porsi limiti e il nostro Donald Soffritti ci ha fatto davvero riflettere con le sue parole, che hanno toccato le giuste corde in noi, come le corde del violoncello di un certo Ray Brown in Jazz Cello, giusto per rimanere in tema Jazz! Vi invito inoltre a fare un salto nella libreria più vicina alle vostre case, per fare la conoscenza di un bell'albo magari con un bel sottofondo musicale, che possa creare l'atmosfera giusta per immergervi nel racconto e sfuggire per un po' di tempo ai molteplici pensieri, che attanagliano le nostre vite. Adesso vi lasciamo all'intervista e vi invitiamo a seguirci numerosi e soprattutto combattete sempre per il sapere e la cultura nel mondo! IlTermopolio vi saluta e vi da appuntamento alla prossima settimana! Buona lettura! ![]() Donald, è un piacere poter parlare con te oggi: parlaci di com'è stato approdare alla Walt Disney Company Italia nel 1997? È stata una bella soddisfazione, ci avevo già provato nel novantaquattro ma andò malissimo e avevano ragione loro, nel senso che io avevo fatto un po' di disegni ma chiaramente non andavano ancora bene. Avevo pensato che il corso all'accademia Disney sarebbe servito a fare il resto, ma non era esattamente così, nel senso che nel corso ti insegnano a disegnare Disney ma partendo da una preparazione individuale già molto alta, quindi lì per lì a quel rifiuto ci rimasi male, ma mi resi subito conto dell’errore di valutazione che avevo fatto. Ho lasciato sedimentare l'amaro in bocca e mi sono rimesso a disegnare nell'ombra per migliorarmi, cercando di alzare di molto il mio livello di preparazione. Dopo tre anni, tentai la fortuna con il fumetto ''Prezzemolo', il draghetto di Gardaland, che stilisticamente seguiva le orme disneyane, quindi nelle mie corde. Evidentemente i tempi erano maturi perché mi presero. Iniziai la collaborazione quasi subito con una storia che scrissi io e collaborai con loro per circa un anno fino a quando, dopo aver rimandato le prove in Disney ma senza aspettative, un bel giorno di agosto '97 arrivò una chiamata che mi cambiò la vita. Le prove erano piaciute e mi chiedevano un colloquio. La soddisfazione era immensa. Andai a Milano, nella sede Disney e gli feci vedere il mio book. Iniziai la collaborazione come inchiostratore, ovvero colui che fa il ripasso a china delle pagine a matita di altri disegnatori, che mi permise di iniziare innanzitutto a guadagnare, cosa molto importante arrivato a trent'anni, in attesa di iniziare il corso di fumetto vero e proprio che sarebbe partito a gennaio dell'anno successivo, nel novantotto. Iniziai a inchiostrare la prima storia tra settembre e ottobre, su matite di Stefano Turconi. Durante il corso all’Accademia Disney, Alessandro Barbucci che era il nostro insegnante, mi chiese d'inchiostrare le sue tavole, gli piaceva molto come inchiostravo e risolvevo con la china. Le soddisfazioni aumentavano giorno dopo giorno. Alla fine di questi lunghi ma fruttuosi dieci mesi iniziai finalmente a disegnare le storie di Topolino e Paperino & Company e l'avventura continua ancora oggi, fortunatamente. ![]() E con grande successo aggiungeremmo no? Senza ipocrisia ammetto che mi fa molto piacere essere apprezzato, è la conferma che sto andando nella direzione giusta. In questo mestiere c’è evoluzione continua, c’è sempre movimento, non si ristagna mai. Parti per un percorso personale ma non sai mai dove arrivi. Ed è per questo motivo che le cose che hai fatto oggi dopo qualche giorno non ti piacciono più. Nel frattempo, anche se di poco sei evoluto, molte cose non le vedi più allo stesso modo, tecnicamente risolveresti in maniera diversa. È un perfezionamento continuo sul campo, perché quando inizi a lavorare, per ragioni di scadenze e di tempistiche, non hai più il tempo per esercitarti. Il tutto avviene storia dopo storia. Ad esempio io ho prevalentemente disegnato paperi ma ultimamente mi stanno arrivando storie con Topolino e quest'ultimo lo avevo ovviamente un po’ trascurato, non lavorandoci su spesso. Di conseguenza adesso sto cercando di affinare anche questo personaggio meraviglioso di nome Mickey Mouse. Sappiamo che in collaborazione con il giornalista Alessandro Zangara hai creato il personaggio Tonio, le cui storie vengono distribuite nelle scuole del Comune di Ferrara. Parlaci di com'è nato questo progetto... È nato da un idea di Alessandro, che un giorno mi chiese se mi sarebbe piaciuto fare una storia a fumetti legata al sociale, come sensibilizzazione giovanile, legata a tematiche come il bullismo, il Burnout o il razzismo. Abbiamo inventato così il personaggio di Tonio Priccosballo. Ad oggi abbiamo fatto quattro storie. Le copie sono state distribuite in tiratura limitata nelle scuole medie di Ferrara e provincia con l’obbiettivo di sensibilizzare insegnati e alunni. È stata una bella esperienza che poi, per impegni lavorativi, non abbiamo più continuato. Certo il personaggio e ancora lì che ci aspetta e magari un domani si riprenderà con calma. Sappiamo che sei presente anche sul mercato fumettistico francese: che differenze hai colto tra Francia e Italia? Dunque quando si parla di fumetto è impensabile non parlare di Francia. Anzi per essere precisi del Belgio che dette vita al fumetto Franco-Belga. Quando mi contattarono per fare il mio primo albo per il mercato d’oltralpe ero emozionatissimo e molto teso. Era una bella sfida, confrontavo la mia preparazione di artista e soprattutto di narratore a fumetti con un mercato di esperti e la risposta del pubblico francese mi preoccupava un po’. Non sapevo se ero all’altezza della situazione. Mi sentivo come un cantante esordiente al primo festival di Sanremo. Fu un debutto che sentii moltissimo. Fortunatamente in linea di massima andò molto bene. Apprezzarono molto i miei disegni con qualche critica costruttiva interessante, che mi permise di capire le esigenze di quel tipo di pubblico e di mercato. Ad oggi il più bel complimento che mi son sentito fare da un editore francese è stato “non sembra neanche che lo abbia fatto un italiano”. Il che vuol dire essere riusciti ad entrare bene dentro a quella realtà da muovermi come un francese. Parlando di realtà francese la cosa più bella è vedere che da loro il fumetto è considerato cultura vera e propria, mentre purtroppo in Italia viene considerato lettura di serie B, da edicola, di passaggio o peggio ancora da cesso. Nonostante siamo nel 2016, anche se un po’ di passi in avanti si sono fatti, per la cultura italiana, il fumetto è ancora un equivalente di lettura di svago, poco impegnata per cervelli base. E la cosa si commenta da sola. La bellezza di andare in Francia invece è proprio il sentire quanto la nona arte sia cultura a 360 gradi. La vedi dappertutto. Nelle librerie, nei negozi, sui muri, ovunque. Un richiamo al fumetto c’è sempre. Una cosa che mi ha colpito è stata vedere, entrando in una libreria, ragazzini seduti per terra che a leggere fumetti, indisturbati. Una volta finito di leggerli andare alla cassa a pagarli. In Italia, a parte i cartelli intimidatori, ti prendono per un orecchio e ti dicono ''Eh no, caro mio, non fare il furbo, PRIMA lo paghi e POI lo leggi!” È una vera e propria questione di mentalità diversa. Quando sono andato lì la prima volta, ero a Parigi, mi sentivo veramente a casa mia. Il mondo che avevo sempre sognato, mi sentivo quasi come ''Alice nel paese delle meraviglie'' (ride). Purtroppo anche in Francia ultimamente stanno sentendo la crisi: molti miei amici mi hanno raccontato che le cose non stanno andando benissimo anche lì. Vero è che escono tantissimi volumi l’anno, troppi, impedendo all'appassionato di seguire economicamente tutto, perché stiamo parlando di cartonati che vanno dai dodici ai quindici euro, rispetto ai tre/quattro euro dei nostri albi. Nonostante tutto il loro mercato è sempre più florido del nostro. Ci sono sempre stati tantissimi editori che oltretutto permettono a tanti disegnatori di riuscire a campare di questo mestiere, problema che invece affligge i giovani fumettisti italiani che, con quei pochi e piccoli editori a disposizione, che hanno solo i soldi per andare in stampa senza permettersi di dare anticipi, non riescono a camparci. In che senso ''Anticipi''? Nel fumetto funziona in questo modo. Il disegnatore viene pagato un tot a pagina. L'editore anticipa questi soldi che poi, in base alle vendite, vengono scalati dalle royalties di vendita che spetterebbero all’autore. Una volta che l’editore con le vendite pareggia quello che gli sono costati gli autori, si inizia a guadagnare tutti, con le varie percentuali, dal prezzo di copertina. Va da sé che gli anticipi servono agli autori per vivere. In Italia tutto questo, a parte qualche realtà ben consolidata, non succede. I piccoli editori propongono contratti quasi privi di anticipi con la possibilità di guadagnare dalla prima copia venduta. È chiaro che se il fumetto funziona si guadagna, viceversa no. La conseguenza più grave è che tanti giovani talenti sono costretti ad abbandonare per dedicarsi ad altro, oppure lo fanno solo come hobby. In Italia manca proprio gente che investa nel fumetto, anche con cose nuove, azzardando un po’. Hanno tutti paura di perderci dei soldi. La risposta sarebbe quella di avere maggiori garanzie aumentando il numero di lettori, come negli anni ’70. Nel mio piccolo, da quattro/cinque anni, vado nelle scuole elementari e medie di Crevalcore, nella provincia di Bologna, dove s'investe tanto nella scuola, e con immenso piacere per singole classi faccio per un'ora e mezza lezione di fumetto, insegno ai ragazzi a disegnare oppure spiego come si costruisce una storia. Mi sono accorto che dall’inizio ad oggi c’è stato un grosso incremento di ragazzini che leggono fumetti. Questa per me è una cosa bellissima. Mi sono accorto che ho fatto da ''traino'', ho veicolato il fumetto. Se noi del settore lo facessimo tutti il fumetto volerebbe alto, anche perché non dimentichiamolo, è innanzitutto un grandissimo mezzo di comunicazione. L'altra cosa che adesso mi preme fare è creare una sorta di mini corso per le insegnanti, per sensibilizzarle sull’argomento e soprattutto mettergli in mano gli strumenti per farlo. La mia idea sarebbe quella di creare un percorso annuale con i bambini che si concluderebbe con l’incontro finale con l’esperto, ovvero il disegnatore o sceneggiatore. Qualcosa ho già buttato giù quindi presto avrò modo di raccontarvi qualcosa di più. Che tipo di rapporto hai con la musica Jazz e com'è stato disegnare le copertine dell'album di Tom Sheret (sassofonista) o del pianista Teo Ciavarella? Sono entrato nell'universo della musica Jazz ai tempi dell'Accademia di Belle Arti, iniziando con Charlie Parker, che tra l’altro è abbastanza ostico come primo approccio (ride), infatti ci misi un po’ e non senza fatica. Poi pian piano ho cominciato a capirlo e si è trasformato in una vera e propria passione. Parallelamente mi sono innamorato del sassofono al punto che ho iniziato a suonarlo. Era il 1989. Ad oggi, dopo alcune esperienze con diversi gruppi musicali, suono in un gruppo che fa musica originale con influenze jazz, blues fusion dove posso esprimermi con questo strumento meraviglioso. Dopo anni di ascolto posso dire di aver raggiunto una certa maturità sull’argomento, conosco molti musicisti rinomati che seguo e che mi piacerebbe coinvolgere nel progetto che sto portando avanti, nel tentativo di unire i miei disegni, la mia arte con la loro musica. L’amore per il sassofono e per la musica improvvisata ha dal mio punto di vista molti aspetti in comune con il fumetto, anche se viaggiano su due binari paralleli per ovvi motivi. Uno strumento musicale può essere paragonato ad una matita e con questo strumento crei. Crei seguendo un canovaccio, che sia una successione armonica o una sceneggiatura, ma crei, e il processo creativo e lo stesso per entrambe le parti. Da una parte note dall’altra disegni. Cerchi di comunicare qualcosa, tiri fuori dal profondo. Metti di tuo. La musica Jazz e il mondo del disegno sono due realtà che si sposano alla perfezione e spesso l’uno sfocia nell’altro. Molti musicisti dipingono, si danno all’arte pittorica o disegnata e tantissimi disegnatori suonano. Credo che le due cose siano legatissime, quasi un’esigenza reciproca. Chissà, forse perché quando si ha molto da dire, con la propria arte o con il proprio strumento non si riesce per motivi tecnici a dire esattamente tutto e si sente il bisogno di completare l’opera con un’arte parallela che permetta con mezzi diversi di chiudere il discorso, non so. Nella musica Jazz dopo aver esposto il tema, su quel preciso giro armonico, inizi con l’improvvisazione, ovvero la creazione istantanea di musica, ma non a caso, restando dentro agli accordi di base o spesso uscirne fuori per poi rientrarne. Fare fumetti è molto simile. Parti con una sceneggiatura scritta, spesso anche molto dettagliata, ma tutto ciò che non è scritto è a discrezione del disegnatore che in quel contesto crea, improvvisa mettendo di suo, crea gag secondarie non previste oppure anche storie parallele alla storia stessa e al 99% sono cose che vengono di getto, all’istante, improvvisate, appunto, andando oltre quello che c'è scritto. A proposito di ''Storia Musicata'', non ti è mai venuto in mente di lavorare a un progetto che esplori più da vicino l'unione tra Jazz e il fumetto? L'idea c'è. Io sono in contatto con uno storico del jazz, Luca Bragalini, al quale avevo già fatto vedere le mie tavole e il mio progetto. Lui nelle sue approfondite ricerche di storico trova sempre qualcosa d'interessante e anche di inedito, vere e proprie scoperte e non mi dispiacerebbe affatto raccontare un giorno qualcosa di questo tipo con un fumetto e magari chissà avere la possibilità di suonare e accompagnare le immagini con musica live. Tra l’altro esiste già un progetto simile nato l’anno scorso. Si chiama Jazz Loft. Una storia noir a fumetti ambientata nel mondo del jazz e proiettata su schermo, scritta da Flavio Massarutto e disegnata da Massimiliano Gosparini e musicata con brani inediti dai maestri Massimo de Mattia e Bruno Cesselli che con l’intera band hanno accompagnato le immagini. Un po’ come facevano una volta con i film muti che prevedevano i musicisti in sala che suonavano in tempo reale. Il giorno di chiusura della mia mostra Birds in Jazz al circolo Arci Kino di Pieve di Cento, ho portato con me il gruppo in cui suono. Mentre loro suonavano io disegnavo proiettato su uno schermo gigante. Ho ''paperizzato'' alcuni personaggi del Jazz, ho fatto un po' di vignette legate alla musica dopodiché, a metà concerto, ho smesso di disegnare e sono andato a suonare con loro. È stata una bellissima serata, una di quelle che non dimentichi facilmente. Devo dire con piacere che in giro si vedono molte situazioni di questo tipo, il gruppo che suona e l'artista dietro che si esibisce. Guarda caso questa bellissima formula è partita proprio dalla Francia! Nel 2007 in occasione della festival di fumetti Cartoon Club di Rimini, per il quale quell’anno feci anche il manifesto, io con altri tre disegnatori straordinari, Bruno Cannucciari, Daniele Caluri e Giovanni Rigano, coadiuvati dallo sceneggiatore scrittore e critico Davide Barzi, sotto le note di un gruppo che suonava le musiche di Nino Rota quindi legate ai film di Fellini, ci siamo alternati facendo una vignetta per ogni brano suonato. Il festival quell’anno celebrava Lupo Alberto e tutte le vignette lo vedevano come protagonista. Una serata indimenticabile. Nell’arena, pienissima c’erano circa 400 persone. Uno spettacolo unico, un esperimento emozionante che non dimenticherò mai! Proprio per questo adesso sto pensando di fare uno spettacolo di questo genere. Fumetto e tanta musica. Cosa pensi di quest'invasione del mondo dei fumetti super-eroistici nell'universo cinematografico? Il genere supereroistico funziona. Funzionano gli effetti speciali, cose che gli americani sanno fare molto bene, quindi i supereroi si sposano perfettamente con questa politica. Ovviamente può avvicinare gente al fumetto, magari incuriositi dalla pellicola. E va bene. Purtroppo continua a uscire ''troppa roba'' e si è arrivati, almeno secondo me, alla saturazione. Ormai è percepibilmente solo business. Questo inevitabilmente inquina, rovina, stanca, allontana. Un'arma a doppio taglio che rischia di avere un effetto contrario. Poi magari sbaglio... Topolino è un personaggio semplicemente immortale, credi che rimarrà sempre ancorato alla tradizione o cambierà per essere a passo coi tempi e col nuovo pubblico? Il magazine Topolino è conservatore per tradizione, ma tratta comunque sempre argomenti di grande attualità. Come Disney Italia, ora Panini, però hanno sperimentato molto anche con Topolino. Qualche anno fa fecero MM e X-Mickey. Due progetti molto interessanti. È ovvio che se ci fosse stata una serie animata a fare da traino il riscontro sarebbe stato maggiore. Un fenomeno come le Witch, che ha spopolato dal primo numero succede veramente in casi rarissimi. Purtroppo sono molti anni che non escono film d'animazione con protagonista Topolino e questo sicuramente penalizza. Io mi auguro che un domani si ritorni a ragionare su nuovi progetti sempre con un ottica avanguardistica. Occorrono sempre nuove idee le acque vanno sempre mosse, se stagnano si sa, puzzano. Ma sono certo, conoscendo la redazione, che appena ci sarà la possibilità, qualcosa di nuovo uscirà sicuramente. Donald parlaci della mostra che stai presentando al Cinema Arsenale, ''Birds in Jazz''... Sono ''paperizzazioni'' di jazzisti famosi, del passato e odierni. Queste trasformazioni hanno un procedimento mentale abbastanza ovvio per chi disegna Disney. Chiaramente essendo legato molto al Jazz, un giorno mentre stavo disegnando una storia avendo come sottofondo Charlie Parker, ho cominciato ad abbozzare un Parker paperizzato, che al momento chiamai Charlie Paper. Partii con la bozza poi preso dall’entusiasmo lo terminai. Da ''Charlie Paper'' divenne ''Charlie Ducker'' in modo che anche all’estero potessero cogliere il gioco di parole. Ci misi un paio di giorni per completare l’illustrazione. Poi mi chiesi: ''Perché farne solamente uno''? Da lì partì il progetto vero e proprio. Mi misi all'opera e ne feci dodici. L'idea è quella di portare avanti la mostra e incrementarla man mano con altri pezzi. Ne vorrei fare una quarantina e dopo raccoglierli in un libro. A quel punto chiuderei il capitolo ''Birds in Jazz'' e aprirei il capitolo ''Birds in Rock'', fino ad arrivare al ''Birds in Classica''. Pensi che l'arte in generale venga tutelata in Italia? E cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere la carriera di fumettista? Ascoltando quello che ci dicono i politici, c'è da mettersi le mani ai capelli. Perché la stanno proprio calpestando l'arte, con tutte le loro forze. In un paese dove c'è il settanta per cento di arte, stanno riuscendo a mandarla tutta in malora. Non c'è più tutela e addirittura sembra che la vogliano far sparire pure dai libri di testo. Vaporizzarla. Anni fa mi ricordo che la Gelmini voleva chiudere i conservatori perché, a detta sua, creavano solo disoccupati. Certo, perché le altre facoltà no? Che facciamo? Chiudiamo tutto? Possiamo avere il sacrosanto diritto di seguire gli studi che voglio o no? Semplicemente assurdo. Bisogna dire che è tremendamente triste percepire che il tuo stato voglia risparmiare soldi tagliando i fondi all'arte, all’istruzione e alla sanità. In Italia ci sono tantissimi e bravissimi artisti, in tutti i settori. Noi italiani abbiamo sempre detto la nostra egregiamente a livello mondiale senza invidiare nessuno. Siamo sempre stati lautamente all’altezza. Ma in questo momento permettimi di dire che in Italia non c'è proprio sbocco. E i giovani che faranno? Scapperanno tutti all'estero e poi? Cosa davvero stupida a mio parere (ci associamo con lui). Poi succede che diventano famosi fuori Italia e solo allora magari lo stato italiano si accorge di loro. Anzi si vanta pure prendendosi meriti che non ha. Perché dico io non avere le possibilità di diventare famosi qui in Italia? Son tempi difficili, durissimi lo so ma i giovani vanno incentivati e sostenuti se non agevolati. L’Italia deve ripartire. Nonostante tutto quello che dico sempre è : “Ok e difficile ''piazzarsi'' ma non impossibile”. Bisogna sbattersi un po' di più, muoversi tanto, far vedere i proprio lavori, il proprio talento a livello mondiale, perché purtroppo per ora il nostro paese non riesce a darti molto, soprattutto a livello editoriale. Non bisogna aver paura di provarci e non arrendersi mai. Se si crede nelle proprie qualità, in maniera realista, ovvero consapevoli delle proprie capacità e su dove sentiamo di poter arrivare, si deve andare avanti a testa bassa come un ariete. Si troveranno porte chiuse, ma non è detto che sia un male. Vuol semplicemente dire che non era la porta destinata a te. Molti commettono l’errore di demoralizzarsi ai primi no ed è la cosa più sbagliata che si possa fare. A tutto c’è un perché ma lo si scopre solo perseverando. La Rowling ha girato 10 anni prima di piazzare Harry Potter, viveva in una roulotte povera in canna. Se non ci avesse creduto adesso non sarebbe una delle donne più ricche del mondo, per quanto la ricchezza alla quale io ambisco e consiglio di ambire non è quella del denaro. In tempi di crisi, vige la legge del più forte, di quello che psicologicamente regge, il caparbio. Solo così si può arrivare al proprio obiettivo. Girare sempre, conoscere gente del settore e anche un po’ rompere le scatole. L’ideale sarebbe riuscire a piazzarsi in patria, per riuscire a tirarla su questa benedetta Italia che dovremmo riprenderci in mano ormai da tempo invece di lasciarla a politici inetti e approfittatori che la stanno e ci stanno rovinando nel peggiore dei modi. Comunque sia, tornando a noi, combattere sempre, essere sempre ben preparati, competenti e competitivi, aperti mentalmente, possibilisti coriacei e testardi. In questo modo, anche i sogni, messi alle strette, sono costretti ad avverarsi. Foto dell'autore
2 Commenti
Cristina Iapichino
26/4/2016 11:54:56
Interessante, Complimenti!
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Salvatore Amoroso
27/4/2016 20:55:59
Grazie Cristina!! continua a seguirci ma soprattutto sostenete il fumetto!!
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