Venerdì 23 Novembre eravamo presenti al Deposito Pontecorvo per il concerto degli Zu con Opening Act Caterina Palazzi. E non ci siamo per nulla pentiti di questa scelta.
Con Caterina Palazzi ci sono stati già i convenevoli e molto altro grazie alla ricca intervista che ha concesso al nostro Carlo Cantisani. Al Deposito di San Giuliano la incrocio da lontano mentre sale sul palco già mutatasi in Zaleska, la figlia illegittima del conte Dracula, l'erede della solitudine e dell'occulto. Zaleska coperta di veste neri, che disperde la parola a favore del contrabbasso e delle sue doti nascoste, mentre i suoi virtuosismi sono integrati dalle onde video che si alzano alle sue spalle. La voce di Zaleska non permette sillabe o rime, si affida alle striature che le corde del suo strumento cuciono nel petto dell'ascoltatore. Anche se non lo fa direttamente attraverso le labbra, la vampira mascherata lancia urla selvagge, piega la testa di lato come se lacrimasse, e si mette a capo di una schiera di pipistrelli, goblins e altre creature notturne che affiorano sotto gli effetti della loop station. In una performance sperimentale ai massimi livelli, "monca" per l'assenza del sax, della batteria e della chitarra che solitamente la accompagnano nell'ambito del suo progetto "Sudoku killer", la Palazzi riesce a tramutare lo spazio ampio e dancefloor del Deposito in un gazebo intimo e concentrato, attento a seguirne i movimenti, le fiammate e le soste.
Riprendiamo un attimo fiato, il tempo di ordinare un altro drink e prepararci all'impatto con un ospite musicale dall'esperienza lunga e internazionale. Gli Zu si palesano tra le vampate di fumo sparate dai lati del palco e quasi ininterrottamente in un'ora allestiscono uno show dalle proporzioni enormi. Al trio composto dai fondatori Massimo Pupillo (basso) e Luca Mai (sax tenore) e da Tomas Jarmyr (batteria) non interessa convincere a tutti costi i paganti della serata pisana a innamorarsi del loro ultimo album "Jhator", per poi comprarlo allo stand allestito accanto al bar. Gli Zu nemmeno fanno un pezzo di "Jhator" in quell'occasione né durante l'intero tour che da tre mesi li sta portando in giro per l'Europa. Massimo Pupillo ci racconterà nel backstage che sono abituati a comportarsi così da sempre, a intendere la musica secondo una fisionomia avanguardistica e viscerale.
Sulla scorta dell'esempio secolare del Futurismo, gli Zu lavorano in nome dell'avanguardia del loro genere, l'industrial, che si trasporta tra noise, jazz e metal, e aggiungono nuovi dettagli alle loro esplorazioni ogni volta che si confrontano con un pubblico e una location. Nel tripudio di ritmi che forgiano, Pupillo & co. si piazzano al servizio degli spettatori riservando e riversando una moltitudine di sequenze, dalle quali possano svilupparsi immagini e reazioni senza limite. L'essenza delle loro interpretazioni arriva a battere le percezioni private di ognuno, a stimolare cunicoli personali in cui la mente si avventura naturalmente. Gli Zu scatenano gli input decisivi alla liberazione dei sensi. Ci sembra di essere investiti da una macchina rombante, di veder pararsi davanti agli occhi un elefante, di sentire un martello costante nelle tempie. E al termine delle danze, il pavimento del Deposito trema ancora per le scariche elettriche di un concerto con gli interessi, vigoroso, appassionato.
Immagini tratte da https://www.facebook.com/deposito.pontecorvo/
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Maggio 2023
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