Continua il viaggio del IlTermopolio nel mondo del disegno e del fumetto. Questa settimana dopo aver parlato con Donald Soffritti e Manuela Fares, abbiamo conosciuto la bravissima e simpaticissima: Elisabetta Barletta, fumettista per Sergio Bonelli Editore. Talento e abnegazione sono le parole chiave di Elisabetta, che ci confessa come si può andare avanti in questa professione senza mai perdere la passione e il divertimento per ciò che si fa. Il suo esordio nel mondo del fumetto lo deve alla collabroazione con le ‘’Edizioni Orione’’, poi segue una lunga ma soddisfacente gavetta che la porta addirittura nel 2005 a vincere l’inaspettato premio ‘’Albertarelli’’, come giovane disegnatrice emergente! Tra i colleghi fumettisti che adora spiccano Eduardo Risso, l’argentino Alberto Breccia e i francesi Didier Cassegrain e Cyril Pedrosa, veri mostri sacri del genere. Ma la nostra bella e brava artista non si limita solo al fumetto e ama farsi trasportare dalla contagiosa fantasia del cinema e dalle note appassionate di un bel concerto live. Insomma un personaggio tutto da scoprire ma soprattutto un vero e proprio esempio per tutti i giovani che vogliono iniziare questa carriera. Prima di raggiungere i propri obbiettivi Elisabetta consiglia a tutti di ‘’disegnare fino allo sfinimento’’ e questo la dice lunga sull’enorme valore umano di quest’artista! Adesso vi lasciamo alle sue parole e cogliamo l’occasione per ringraziarla per la sua enorme disponibilità. IlTermopolio vi invita come sempre a seguirci numerosi e a supportare il mondo del fumetto e del disegno. A presto e buona lettura da tutta la redazione! ![]() Quando è nata la passione per il fumetto? La mia passione per il fumetto e per il disegno prima di tutto è nata da piccola come per tutti i “fumettari” leggendo il Giornalino, il Corriere dei Piccoli e Topolino. La scelta di diventare disegnatrice l’ho maturata intorno agli ultimi anni del liceo. Infatti dopo la maturità scientifica mi sono iscritta ed ho frequentato per 3 anni una scuola di fumetto a Roma. Poi ho iniziato a partecipare ai concorsi e a frequentare le fiere dei fumetti presentandomi ai piccoli editori col mio book. La prima breve collaborazione è stata con Edizioni Orione che pubblicava una serie fantasy. A distanza di un anno circa scopro che è in cantiere una nuova serie edita dall’Eura Editoriale, John Doe, decido di propormi e realizzo delle prove. Inizialmente gli sceneggiatori decidono di tenermi un po’ come “riserva”, ma poi per varie vicissitudini e tempistiche strette mi affidano il n.9 della serie. La realizzazione dell’albo dà il via ad una proficua e duratura collaborazione che mi porta a realizzare sette albi della serie più varie storie brevi per la rivista Skorpio e qualche copertina. Nel frattempo John Doe riscontra un notevole successo in quel periodo e così gli autori un giorno decidono di mettere in cantiere una nuova miniserie “Detective Dante” chiedendomi di realizzarne il primo numero! Da qui nasce una nuova sfida perché non si trattava solo di realizzare una sceneggiatura, ma di occuparsi anche degli studi preparatori e di entrare mentalmente in una nuova atmosfera. Devo molto a questi due personaggi ed all’Eura Editoriale per avermi dato la possibilità per lungo tempo di farmi ‘le ossa’ e di avermi dato tanta visibilità, regalandomi tanto riscontro positivo. ![]() Quando disegni a cosa pensi? Ti lasci trasportare dalle note di qualche brano a te caro o semplicemente dalla tua ispirazione? Direi né l'uno né l'altra. L'ispirazione è un concetto da chiarire perché noi seguiamo la sceneggiatura quindi non inventiamo nulla, piuttosto direi che cerchiamo un modo personale di interpretarla. Quindi nella fase preparatoria, quando faccio le bozze, ho bisogno di concentrazione assoluta, poi invece radio a manetta. Prevalentemente penso a mantenere la concentrazione poi una volta risolta la tavola che è in via di definizione, la mente vaga e i pensieri sono come le palline di un flipper, a fine giornata sono sfiancata. Ti affezioni ai personaggi che disegni? Li sogni la notte o ti capita di ripensarci durante le giornate? Sì certo che mi affeziono, non li sogno ma penso molto spesso quando sono fuori casa a come poterli "muovere", a come posso risolvere le sequenze che devo ancora disegnare. Spesso faccio un gioco, ossia immagino cosa potrebbe dire o come potrebbe muoversi per essere ancora più "figo". In generale quando l'ideatore di una serie ti presenta la psicologia del personaggio immediatamente lo immagini reale ma devi disegnarlo tu, quindi lì entra in gioco la capacità di far recitare in maniera credibile il personaggio! È qualcosa che va oltre il disegno ed inevitabilmente ti entra dentro! Parlarci del tuo rapporto con il mondo del Cinema e la Musica, quali tipi di film guardi e che genere musicale ascolti di solito? Sono una grande frequentatrice di cinema, preferisco prevalentemente i piccoli multisala, e spazio guardando film di ogni genere. Dai film d’animazione, ai film d’essai, mi piacciono le commedie francesi, ai thriller. Riguardo alla musica spazio anche lì, l’unico genere che non ascolto è la musica “commerciale” ecco, per il resto ascolto la radio tutto il giorno e adoro la musica dal vivo. Com'è lavorare per ''Sergio Bonelli Editore''? Inoltre stai lavorando a qualche progetto per il futuro? La Sergio Bonelli Editore è il colosso dell’editoria in Italia, è sinonimo di qualità da sempre e di conseguenza pur collaborando negli ultimi anni con autori diversi a testate diverse, da Cassidy di Pasquale Ruiu, a Saguaro di Bruno Enna, non ho mai riscontrato difficoltà né a livello lavorativo né a livello umano. Ho sempre avuto la fortuna di collaborare con ottime persone di grande professionalità. In questo periodo dopo aver realizzato un albo di Agenzia Alfa di prossima uscita, ho appena iniziato a lavorare al nuovo progetto di Antonio Serra del quale non posso ancora rivelare nulla. Negli anni ho avuto varie collaborazioni a progetti vari come Davvero, Splatter, Rusty Dogs e realizzato illustrazioni varie per iniziative di ogni genere. L’ultimo progetto al quale tengo molto e che mi ha coinvolta anche come sceneggiatrice mi è stato proposto dal comune di Cento insieme ai colleghi Donald Soffritti e Simone Cortesi. In questi giorni presentiamo il volume “l’amico Bart” centrato sul processo che subì Bartolomeo Vanzetti e le testimonianze in suo favore dei compaesani emigrati. Si tratta di una piccola graphic novel scritta e realizzata a tre mani, dove abbiamo cercato graficamente di dare il nostro contributo, stilisticamente diverso, che però desse un senso alla narrazione dei fatti. È stata una sfida estremamente stimolante e grazie alla condivisione con Donald e Simone posso dire che è stata un’esperienza lavorativa bellissima. Mi auguro che ne seguano altre! Che consigli senti di dare ai giovani che vogliono approcciarsi all'arte del fumetto in Italia? Il primo consiglio che posso dare ai giovani aspiranti disegnatori è unico, ovvio e fondamentale, ossia quello di disegnare esercitandosi fino allo sfinimento, superando i momenti di sconforto che non mancano mai, affrontando i propri limiti, sfidandosi quotidianamente perché è quello che tutt’ora faccio ogni mattina quando devo affrontare la tavola quotidiana. Quindi grande determinazione, studio e il “divertimento” arriverà insieme alla soddisfazione. Cimentarsi nel linguaggio del fumetto è una esperienza personale, emozionale e unica che crea ‘dipendenza’ e non se ne può fare a meno. Altro consiglio leggere tanto e spaziare fra i generi è altrettanto importante e fa parte del percorso di crescita. Come pensi si evolverà il fumetto? Il fumetto come già da tempo sta trovando altri sbocchi, altre piattaforme di distribuzione e divulgazione, dai web comic alle campagne di crowfunding o addirittura tramite le app dei cellulari e sempre più in libreria. Tutto questo da la possibilità a più persone di conoscere e apprezzare e il fumetto a 360° e non posso che esserne contenta! Immagini tratte da:
Foto ed immagini fornetici dall'artista
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Maggio 2023
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