14/5/2018 La Musica nel Cinema Muto – La rievocazione del fascino del cinema nell’intreccio di arte musicale e visivaRead Nowdi Lorenzo Vanni ![]() Il viaggio del cinema inizia molti anni fa. Era il 1895 quando i fratelli Lumière diedero inizio a questa grande avventura, senza essere tuttavia pienamente consapevoli di quel che avrebbe significato per il futuro, tanto che fu uno di loro a sostenere che probabilmente l’invenzione del cinematografo non avrebbe avuto un grande seguito. Delle origini del cinema e del cinema muto in particolare si è parlato domenica 13 maggio al Castello di Piombino, nel corso di un evento inserito all’interno del programma del Maggio dei Libri piombinese, muovendosi secondo coordinate tracciate dai due presentatori dell’evento: la critica cinematografica Francesca Lampredi e il pianista Nico Pistolesi. Il ruolo di quest’ultimo, insegnante di pianoforte moderno e jazz al Centro Didattico Musicale “The Art of Piano”, è stato di sonorizzare una serie di cortometraggi del cinema muto, a partire dal celebre L’Arrivo di un Treno alla Stazione di La Ciotat e alcuni episodi di comicità slapstick interpretati da Charlie Chaplin con il suo personaggio di Charlot. Quando il cinema nacque nessuno ne percepì realmente la portata, anche se vi erano alcuni segnali di un possibile successo. È celebre il caso de L’Arrivo di un Treno alla Stazione di La Ciotat; si racconta che all’arrivo del treno, gli spettatori, temendo che il treno potesse uscire dallo schermo e investirli, si diedero alla fuga abbandonando la sala in cui veniva proiettato il corto. Il cinema delle origini aveva caratteristiche ben definite: le pellicole proiettate erano mute, interrotte da alcune didascalie in cui erano scritte le parole pronunciate dagli attori, tutti non professionisti; la musica dei film muti era prodotta da un musicista che improvvisava durante le proiezioni con un suono che fosse il più possibile appropriato alla scena che veniva mostrata. Non solo questo portava a riempire di suono scene che venivano prodotte senza quella che oggi chiamiamo “colonna sonora”, ma aveva la funzione ulteriore di coprire il rumore di fondo emesso dai proiettori di allora. Le esecuzioni al pianoforte di Nico Pistolesi segnalavano il passaggio dal documentarismo dei Lumière alla comicità di Chaplin. Se questo è avvenuto lasciando in secondo piano alcuni anni importanti di evoluzione del cinema, è pur vero che questa scelta, invero non banale, ha contribuito a dare un'idea di eterogeneità alla selezione musicale. Ed è qui che si inserisce la critica sociale di Chaplin, il cui successo deriva soprattutto dal legare la riflessione sulla società del tempo con il genere comico, suscitando risate e commozione al tempo stesso. I corti mostrati vedevano protagonisti anche un attore come Larry Semon, oggi poco noto, ma all’epoca uno dei comici di maggior successo, di cui tuttavia conosciamo il corto intitolato Horseshoes, reso in italiano come Il Pugile Ridolini. Tutto questo è stato spiegato da Francesca Lampredi che, tra citazioni “alte” (Walter Benjamin p.e.) e notazioni di carattere estetico, ha guidato e introdotto i presenti alla conoscenza di una parte del cinema che oggi viene tenuta forse in disparte, ma che può dimostrarsi dotata di grande linfa vitale. Si è rievocata così la sensazione del cinema delle origini, mostrandone la vitalità e attirando un pubblico molto variegato, per un’esperienza che ci auguriamo possa fornire l’occasione di un approfondimento sul tema. Immagini tratte da: Immagini dell’autore http://www.ondacinema.it/film/recensione/arrivo_treno_alla_stazione_ciotat.html
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Maggio 2023
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