di Enrico Esposito Con il suo sguardo abbraccia il Po e la città in maniera totale e si circonda dei rilievi che osservano pazienti da lontano. Lì sul Monte dei Cappuccini dal 1874 il Museo Nazionale della Montagna "Duca degli Abruzzi" conserva la memoria dei primi fondatori del CAI e di conseguenza dei padri della passione per l'escursionismo d'alta quota in Italia. Lo visitiamo in un giovedì mattina di metà luglio accolti da un personale estremamente cortese che ci introduce alla scoperta dei quattro piani che compongono la struttura. ll Museo traccia l'evoluzione dell'attività alpinistica italiana e non solo seguendo il filo cronologico che si dipana dalla fine del XIX secolo sino ai tempi nostri passando in rassegna le eccezionali vicende del Novecento. E il grande merito da parte dell'esposizione consiste nel fornire dettagli precisi sia dal punto di vista storico che tecnico istruendo così anche i visitatori non appassionati. Il racconto prende avvio al piano terra dai primi approcci dei nostri compatrioti con la conoscenza delle vette e della vita che li popola. Un incontro avvenuto prima a piedi e successivamente mediante altri mezzi di trasporto come i treni e le auto. Da località di vacanza per i ceti meno abbienti progressivamente le montagne iniziano a interessare sempre più anche i nobili e a consacrarsi nelle vesti di una nuova affascinante ricchezza del territorio italiano. Cominciano così a perfezionarsi le attrezzatture adoperate per scalare le vette e parallelamente nascono i rifugi che da piccoli ritrovi crescono sino a diventare elaboratissime costruzioni. Siamo già penetrati nel nuovo secolo dopo le prime esperienze ottocentesche cogliendo perfettamente l'aria della nascita di un'interesse magico per l'alpinismo e il suo mondo. Quando affrontiamo il primo piano del Museo non facciamo fatica a calarci nei passi successivi che hanno caratterizzato il confronto dell'uomo con la montagna in ogni differente stagione. Grazie anche ai preziosi contenuti video presenti nelle sale in cui la voce dell'attore Giuseppe Cederna accompagna la visita, abbiamo l'opportunità di poter rivivere le imprese di Bonatti e Messner. Questi grandi maestri hanno lasciato in donazione strumenti ed equipaggiamento impiegati nel corso delle loro scalate, ai quali si affiancano inoltre le collezioni dedicate al perfezionamento degli sci, profonda componente dell'esperienza montana. Il percorso variegato consente di godere inoltre del ricordo delle emozioni delle vittorie azzurre nell'Olimpiade torinese del 2006. E prima di salire al secondo piano da cui ci si immerge nella magnifica Terrazza Panoramica, si aprono davanti ai nostri occhi le mostre temporanee come il "Laboratorio della Montagna" che studia le implicazioni sociali nella contemporaneità della montagna affidandosi inoltre all'interpretazione artistica. Ci viene inoltre comunicato dal personale della bella iniziativa "Ciak si scala", ossia la proiezione di diversi titoli del cinema di alpinismo e dell'arrampicata disponibile fino al prossimo 23 ottobre. Per tutte le info:
sito ufficiale Immagini tratte dalle foto degli autori Marino Cerrato e Salvatore Pirozzi
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Maggio 2023
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